RIFERIMENTO http://rosarossa.com/annunci/girls/milano/martina -girls-accompagnatrice--MTQwMzktODgwZDNj.html
CITTA DELL'INCONTRO: MILANO
NOME INSERZIONISTA: MARTINA
NAZIONALITA': MOLDAVA (RUMENA)
ETA': 24-26
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei
SERVIZI OFFERTI: DATY/BJ/STRAIGHT SEX/HANDJOB/COB
RATE DI PARTENZA: 150 (½ h)
RATE CONCORDATO: 100 (½ h)
DESCRIZIONE FISICA : carina, bel culetto, belle tette, ma si presenta trasandata come una casalinga alle prese con il ragù
ATTITUDINE: nessuna, meglio per lei (e per noi tutti) se cambia mestiere
REPERIBILITA': immediata (purtroppo)
TEL 38043894XX
SOCIAL TIME: troppo deludente per intavolarci anche una chiacchierata
NOTE POSITIVE: mah…non mi viene in mente nulla
NOTE NEGATIVE: mi dà sempre enormemente fastidio incontrare ragazze che non hanno la stoffa per questo duro mestiere e che devono arrabbattarsi con bugie e stratagemmi per rimediare qualche cliente. Pompino coperto molto, ma molto, “dentato”, non vedevo l’ora di tirarlo fuori dalle sue piccole fauci da piranha. Provo a incularmela ma come potrei? La porta è blindatissima e le chiedo perché dichiara disponibilità del posteriore se non ha i mezzi. Ovviamente fa finta di non capire. Assurdità delle assurdità, dopo essersi sottratta all’inchiappettamento (mi fa troppo male …), mi invita a ripiegare sulla fica, d’amblè, senza cambio di preservativo. Glielo faccio gentilmente notare e lei quasi si incazza. Chiusura con handjob e venuta sulle tette.
PAGELLA: Fisico 8/Sex 5/Social time Non classificato
LA MIA ESPERIENZA
Nelle foto mette in mostra un bel culetto attizzante. E per quello rimedio un’oretta d’aria per andare a fare delle raccomandate e mi presento alla sua porta che non è ancora scoccato mezzogiorno. La trovo in pantofole, sciatta e sbadigliante, ma la assolvo senza troppi dubbi: “Poverina, si sarà appena svegliata”. Bramo troppo quelle piccole natiche, rotonde e piene, per fermarmi davanti ad uno sbadiglio. Certo non fa un gran bell’effetto la pantofola ai piedi, ma al controllo tattico–visivo, grazie al vedo non vedo del culo sotto la camicia da notte spiegazzata, passa ugualmente il pre-esame e ci accomodiamo nella sala giochi.
Tuttavia, le decurto l’onorario concordato telefonicamente per un trattamento completo, perché non dico che doveva agghindarsi come una geisha, ma almeno una doccia per emanare un odore più gradevole la poteva fare, visto che tra il primo contatto telefonico e il trillo di riscontro davanti al suo portone passa quasi una mezz’oretta abbondante. Mi sa che si è rituffata tra le lenzuola invece. Non accenna neanche una protesta per il taglio tariffario, forse non se ne rende neanche conto, rincoglionita com’è.
Ci sediamo sul letto e provo a destarla tuffandomi subito in un cunnilinguo appassionato. Troppo appassionato per una così. La fica odora di buono nonostante tutto ma non mi regala neanche uno sputo, una stilla, nulla. Sollevo lo sguardo pensando di trovarla assopita e invece è immobile, in silenzio, gli occhi sbarrati nel vuoto e le mani a croce a coprire le tette. Sarà morta? Per una leccata di fica?!! No, no, … si muove. Afferra un preservativo dal comodino e mi incappuccia. Non so perché, ma il mio cazzo sintonizzato ancora sulle fantasie sodomitiche del pre–esame svetta imperioso come se nulla fosse, per niente offeso dalla maleducata disattenzione della tizia. Pur di fotterle il culo le perdoniamo tutto, io e lui.
Mi lascio spompinare per un paio di minuti o tre, anche se più che di un pompino si tratta di un tentativo di castrazione per via orale. Interrompo lo strazio invitandola ad uno smorza candela. Vediamo se con una scossa tellurica sussultoria riesco a riportarla in vita. Il mio desiderio viene esaudito dopo opportuna umidificazione del passaggio con un idratante che emana un piacevole profumo floreale. Appena dentro, la sbatto senza tregua immobilizzandola con una stretta ferrea sulle chiappette. La terapia ha effetto immediato e per quanto chiusa in un urticante mutismo la tipa non riesce a trattenere uggiolii sempre più insistenti.
Soddisfatto del risultato mi soffermo a ciucciare le tettine e poi propongo di imboccare l’ultimo miglio: “Facciamo culo?” Lei si rabbuia, poi smonta da cavallo e mi somministra la solita zuppa della verginella anale. Io la rassicuro sulle mie oneste intenzioni di analizzatore freddo e razionale, capace di dominare l’istinto di assaltare alla arma bianca il suo bel culetto. Non sembra del tutto convinta dalle mie parole, ma, ripiombando nel mutismo assoluto, mi offre le terga. Metto a fuoco l’obiettivo lo trovo già irrorato dell’idratante floreale che mi ha spianato la strada principale (funzionerà anche con quella secondaria?). Azzardo un massaggio col pollice, ma la tipa schiva il colpo non appena affondo il polpastrello di un millimetro, neanche ce lo avessi arroventato il polpastrello. Vabbè, proviamo.
La tipa è tesa come una corda di violino quando provo a intrufolarmi tra le sue chiappe, punta le braccia e inarca la schiena come un felino davanti a un cane. L’adrenalina rilasciata dal suo corpo satura il silenzio della stanza, ma anche i miei feromoni si librano in volo sopra di noi come tanti caccia aerei in ricognizione, in attesa di sganciare l’attacco finale. E invece non succede niente di risolutivo. Quello che ho davanti è davvero un culetto interessante, ma è altrettanto intonso, al momento inespugnabile senza la collaborazione volitiva della legittima proprietaria, che, a quanto pare, non è ancora pronta a fare l’irrevocabile ultimo passo.
Dopo una decina di accostamenti, puntelli e agganci sono ancora sull’uscio e non riesco ad irretire i riflessi forse involontari certamente irritanti della tipa che continua a scartare di lato o a piegarsi in avanti proprio sul più bello. Desisto definitivamente davanti all’ennesimo: “Mi fa troppo male …”. Poi resto basito dall’invito a ritornare testé a fotterla nella fica.
“Senza cambiare il preservativo?!!” chiedo.
E lei basita a sua volta: “Sì, perché …”
“No sai, per una questione di igiene …”.
E lei, incazzata, perché chissà che cosa ha capito: “Ohhh!! Insomma, ma tu vieni qui per fare cosa?”
Cerco di spiegarmi, ma non è facile: la mia interlocutrice ha solo una vaga idea della lingua italiana. Quindi butto lì mozziconi di frasi senza senso: “Non è che … lo dico per te … non si fa, chiedi al tuo medico …”.
“Allora, cosa facciamo?” insiste lei ottusamente pervicace a farsi male.
Ma io sto già ammainando la bandiera. Se non avessi assaggiato la sua dentatura, le chiederei di riprenderlo in bocca, fino alla fine. Ma non è il caso. Opto per una sega con sborrata conclusiva sulle tette.
Giusto per concludere, giusto per non rimanere con lo scroto in tensione.
Tutto molto triste.
Foto:
CITTA DELL'INCONTRO: MILANO
NOME INSERZIONISTA: MARTINA
NAZIONALITA': MOLDAVA (RUMENA)
ETA': 24-26
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei
SERVIZI OFFERTI: DATY/BJ/STRAIGHT SEX/HANDJOB/COB
RATE DI PARTENZA: 150 (½ h)
RATE CONCORDATO: 100 (½ h)
DESCRIZIONE FISICA : carina, bel culetto, belle tette, ma si presenta trasandata come una casalinga alle prese con il ragù
ATTITUDINE: nessuna, meglio per lei (e per noi tutti) se cambia mestiere
REPERIBILITA': immediata (purtroppo)
TEL 38043894XX
SOCIAL TIME: troppo deludente per intavolarci anche una chiacchierata
NOTE POSITIVE: mah…non mi viene in mente nulla
NOTE NEGATIVE: mi dà sempre enormemente fastidio incontrare ragazze che non hanno la stoffa per questo duro mestiere e che devono arrabbattarsi con bugie e stratagemmi per rimediare qualche cliente. Pompino coperto molto, ma molto, “dentato”, non vedevo l’ora di tirarlo fuori dalle sue piccole fauci da piranha. Provo a incularmela ma come potrei? La porta è blindatissima e le chiedo perché dichiara disponibilità del posteriore se non ha i mezzi. Ovviamente fa finta di non capire. Assurdità delle assurdità, dopo essersi sottratta all’inchiappettamento (mi fa troppo male …), mi invita a ripiegare sulla fica, d’amblè, senza cambio di preservativo. Glielo faccio gentilmente notare e lei quasi si incazza. Chiusura con handjob e venuta sulle tette.
PAGELLA: Fisico 8/Sex 5/Social time Non classificato
LA MIA ESPERIENZA
Nelle foto mette in mostra un bel culetto attizzante. E per quello rimedio un’oretta d’aria per andare a fare delle raccomandate e mi presento alla sua porta che non è ancora scoccato mezzogiorno. La trovo in pantofole, sciatta e sbadigliante, ma la assolvo senza troppi dubbi: “Poverina, si sarà appena svegliata”. Bramo troppo quelle piccole natiche, rotonde e piene, per fermarmi davanti ad uno sbadiglio. Certo non fa un gran bell’effetto la pantofola ai piedi, ma al controllo tattico–visivo, grazie al vedo non vedo del culo sotto la camicia da notte spiegazzata, passa ugualmente il pre-esame e ci accomodiamo nella sala giochi.
Tuttavia, le decurto l’onorario concordato telefonicamente per un trattamento completo, perché non dico che doveva agghindarsi come una geisha, ma almeno una doccia per emanare un odore più gradevole la poteva fare, visto che tra il primo contatto telefonico e il trillo di riscontro davanti al suo portone passa quasi una mezz’oretta abbondante. Mi sa che si è rituffata tra le lenzuola invece. Non accenna neanche una protesta per il taglio tariffario, forse non se ne rende neanche conto, rincoglionita com’è.
Ci sediamo sul letto e provo a destarla tuffandomi subito in un cunnilinguo appassionato. Troppo appassionato per una così. La fica odora di buono nonostante tutto ma non mi regala neanche uno sputo, una stilla, nulla. Sollevo lo sguardo pensando di trovarla assopita e invece è immobile, in silenzio, gli occhi sbarrati nel vuoto e le mani a croce a coprire le tette. Sarà morta? Per una leccata di fica?!! No, no, … si muove. Afferra un preservativo dal comodino e mi incappuccia. Non so perché, ma il mio cazzo sintonizzato ancora sulle fantasie sodomitiche del pre–esame svetta imperioso come se nulla fosse, per niente offeso dalla maleducata disattenzione della tizia. Pur di fotterle il culo le perdoniamo tutto, io e lui.
Mi lascio spompinare per un paio di minuti o tre, anche se più che di un pompino si tratta di un tentativo di castrazione per via orale. Interrompo lo strazio invitandola ad uno smorza candela. Vediamo se con una scossa tellurica sussultoria riesco a riportarla in vita. Il mio desiderio viene esaudito dopo opportuna umidificazione del passaggio con un idratante che emana un piacevole profumo floreale. Appena dentro, la sbatto senza tregua immobilizzandola con una stretta ferrea sulle chiappette. La terapia ha effetto immediato e per quanto chiusa in un urticante mutismo la tipa non riesce a trattenere uggiolii sempre più insistenti.
Soddisfatto del risultato mi soffermo a ciucciare le tettine e poi propongo di imboccare l’ultimo miglio: “Facciamo culo?” Lei si rabbuia, poi smonta da cavallo e mi somministra la solita zuppa della verginella anale. Io la rassicuro sulle mie oneste intenzioni di analizzatore freddo e razionale, capace di dominare l’istinto di assaltare alla arma bianca il suo bel culetto. Non sembra del tutto convinta dalle mie parole, ma, ripiombando nel mutismo assoluto, mi offre le terga. Metto a fuoco l’obiettivo lo trovo già irrorato dell’idratante floreale che mi ha spianato la strada principale (funzionerà anche con quella secondaria?). Azzardo un massaggio col pollice, ma la tipa schiva il colpo non appena affondo il polpastrello di un millimetro, neanche ce lo avessi arroventato il polpastrello. Vabbè, proviamo.
La tipa è tesa come una corda di violino quando provo a intrufolarmi tra le sue chiappe, punta le braccia e inarca la schiena come un felino davanti a un cane. L’adrenalina rilasciata dal suo corpo satura il silenzio della stanza, ma anche i miei feromoni si librano in volo sopra di noi come tanti caccia aerei in ricognizione, in attesa di sganciare l’attacco finale. E invece non succede niente di risolutivo. Quello che ho davanti è davvero un culetto interessante, ma è altrettanto intonso, al momento inespugnabile senza la collaborazione volitiva della legittima proprietaria, che, a quanto pare, non è ancora pronta a fare l’irrevocabile ultimo passo.
Dopo una decina di accostamenti, puntelli e agganci sono ancora sull’uscio e non riesco ad irretire i riflessi forse involontari certamente irritanti della tipa che continua a scartare di lato o a piegarsi in avanti proprio sul più bello. Desisto definitivamente davanti all’ennesimo: “Mi fa troppo male …”. Poi resto basito dall’invito a ritornare testé a fotterla nella fica.
“Senza cambiare il preservativo?!!” chiedo.
E lei basita a sua volta: “Sì, perché …”
“No sai, per una questione di igiene …”.
E lei, incazzata, perché chissà che cosa ha capito: “Ohhh!! Insomma, ma tu vieni qui per fare cosa?”
Cerco di spiegarmi, ma non è facile: la mia interlocutrice ha solo una vaga idea della lingua italiana. Quindi butto lì mozziconi di frasi senza senso: “Non è che … lo dico per te … non si fa, chiedi al tuo medico …”.
“Allora, cosa facciamo?” insiste lei ottusamente pervicace a farsi male.
Ma io sto già ammainando la bandiera. Se non avessi assaggiato la sua dentatura, le chiederei di riprenderlo in bocca, fino alla fine. Ma non è il caso. Opto per una sega con sborrata conclusiva sulle tette.
Giusto per concludere, giusto per non rimanere con lo scroto in tensione.
Tutto molto triste.
Foto: