Valutazione sintetica della mia esperienza:
(2/5) ★★☆☆☆
NOME INSERZIONISTA: Pamela
CITTA DELL'INCONTRO: Castel Volturno
NAZIONALITA': Italiana Napoletana
ETA': dice 24 avrei detto tranquillamente 19/20
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: foto corrispondenti al vero
SERVIZI OFFERTI: dichiaratasi attiva passiva transitiva
SERVIZI USUFRUITI: KISS BBJ 69 RAI2 PASSIVA CUM (reciproco, lei sul suo addome io sul suo pene)
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50+
DURATA DELL'INCONTRO: 30 min
DESCRIZIONE FISICA: trattasi di gazzellina trans ai primordi della transizione, zero tette, viso ancora androgino. Il corpo, in contrasto, è di una sinuosità adorabile, cosce dritte, fianchi da teen, addome molto femminile, proporzioni giuste, struttura promettente, culo naturale, tondo, sodo e molto ma molto invitante.
DOTAZIONE (S,M,L,XL,XXL): quello in foto è suo, M in larghezza, L in lunghezza, sempre in perfetto tiro, peluria in ricrescita da circa 2/3 mm, per niente fastidiosa, inodore, insapore, incolore (ma si, abbondandis abbondandum)
ATTITUDINE: dolce, docile, quasi timida, inesperta, piacevole, si è dichiarata tendenzialmente attiva. Ha avuto problemi a prenderlo nel culo pregiudicando irrimediabilmente l’incontro.
REPERIBILITA': difficile, catena di montaggio organizzata male
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale ripide
TELEFONO: 35126361xx
LA MIA RECENSIONE:
Chiamo una brasiliana molto bella a Villa Literno e mi risponde scazzata, mi parte l’embolo e le dico che con quei modi non ci fa buoni affari (passada), subentra un sentimento nazionalista che mi porta a contattare questa pulzella nostrana. Mi colpisce subito la sua voce, non un usignolo, alquanto tamarra, ma calma e pacata. Rassicurante. Mi dà indicazioni, cazzo é ad un’ora di macchina, le raccomando di non farmi scherzi, mi fiondo in doccia ed un’ora dopo ero da lei. “Aspetta 10 minuti” evvabbe’ a 50 euro a botta chi va per questi mari, questi pesci prende... richiamo dopo 15 minuti, mi dà le ultime indicazioni, mi aggiro elegantissimo in quello squallore di case vacanze deserte e fatiscenti, mi arrampico nel loft, in un’abitazione a due piani in un contesto più che discutibile. Quanto mi piace sguazzare nel degrado. Me la sono cercata.
Apro la porta e mi accoglie un cesso abominevole in pigiama, alla sua vista ho pensato di lanciarla dal balcone per la stizza. Poi spunta lei, dalla camera da letto. Un fiore ancora non sbocciato, con lo sguardo basso ma con un evidente sorriso nel mirare il suo aguzzino di turno. Faccio la mia porca figura. Ignara che stava per spiccare il volo, l’amica mi saluta e si mette comoda sul divano. La casa è un cesso atomico, lei mi prende per mano come una fidanzatina arrapata e mi tira con sé in camera. Una tshirt rossa, molto hip hop, di quelle corte sull’ombelico, sotto auto reggenti ed un perizoma che spariva in mezzo ad un culo da 10 e lode. Docile, remissiva, impacciata, le parlo per rompere il ghiaccio, riesco a farla sorridere, è dolce, comincia a sciogliersi, si struscia come una gattina in calore, qualche bacio, ma a stampo, annusa il collo (sì bellina, so di buono), poi assapora la bocca, ma timidamente, le chiedo perché non andasse oltre, se fosse fidanzata, perché quando sono fidanzate solitamente non baciano con la lingua, per non tradire. Le tolgo la maglia, non il reggiseno, so che la fa sentire più a suo agio, più donna. Via però gli slip e tira fuori un bel pezzo di cazzo. Se l’osserva compiaciuta, era a metà ed in via di sviluppi, se lo guarda e mi sorride, almeno finché non mi denudo anche io, tiro fuori il mio, svettante e marmoreo e le sussurro nell’orecchio “sono venuto fin qui a farti un culo tanto!”. Il sorriso si fa allibito. Lo prende in mano, lo impugna e comincia a segarlo. Non uso il bagno per non contaminare la mia impeccabile igiene personale, era in condizioni pietose: chi va per questi mari, questi pesci prende...
La metto a sedere sul letto, mi avvicino e stando in piedi glielo porgo alla bocca. Comincia a succhiarlo nature mente io stiracchio la schiena, che goduria. Mi fa i complimenti per l’ordine e l’aspetto. Li posso ritenere sinceri. Accompagno quel pompino con una mano sulla nuca, lentamente lei se ne affonda una metà in gola, con tanta dolcezza, porto l’altra mano alla nuca e con entrambe comincio ed accarezzare a monte delle extension e a forzarla cercando di non essere troppo invasivo. La stendo a pancia in su, di traverso al letto e le lascio la testa penzoloni reclinata all’indietro. Le penetro la bocca in quel modo, soffocandola di cazzo, riesco a spingerne metà, poi lacrime e conati. Il suo pene intanto prende consistenza, le si fa lungo e duro, scatta di riflesso ad ogni affondo, decido di ricambiare il servigio. Lo accolgo tra le mie fauci, la sento contorcersi e mugolare mentre le causo piacere e dominazione. Ogni tanto si scosta, quando le mie attenzioni si facevano troppo stimolanti, mi ferma, mi guarda allibita, era già vicina al piacere. Passiamo ad un 69 comodo, stesi di fianco a succhiarci reciprocamente. Bella la sensazione di poter godere di un corpo acerbo nella consapevolezza di poterlo gestire a proprio piacimento. In quello spettacolo ero io il direttore d’orchestra e la mia sinfonia la mandava in estasi. Apologia di me stesso? Si, certo, perché no? Dopo tanti incontri qualcosa ho imparato anche io e non mi scompongo per l’ultima arrivata.
Bisognava stemperare un po’, lei incedeva in quel percorso di goduria a tratti, temeva di venire. Le mollo una sberla su una chiappa, lei continua a succhiare, ma inarca la schiena, sporge il culo, ne vuole ancora. Fermo i miei baci sul suo sesso, mi posiziono, glielo pianto meglio in bocca e mentre lei continua il suo lavoro partono schiaffoni su una natica, poi sull’altra ed infine sull’ano oscenamente e volutamente esposto. Quelli al centro la fanno saltare dal letto. Quel sedere comincia a tingersi ed una volta fucsia, dopo tante sberle, si ricorda di protestare, cominciava a provare il tipico bruciore, quello che non avverti solitamente all’inizio. Mi era proprio partito l’embolo, non trovo lubrificante in giro, provvedo dunque con due dita intrise della mia saliva. Alla vecchia maniera: non si batte il classico. Metto il condom e tento di penetrarla a scosciagallina. Cazzo come era stretta!
“Piano, piano, devi fare piano! Mi fai male, veramente!”
Faticava davvero ad entrare e non che vanti misure da Rocco Siffredi. Quel culo stretto, le sue lamentele, mi hanno eccitato ulteriormente.
“Ma che cazzo hai fatto fino a mo? Mica sono il tuo primo cliente?”
“No ma sei il primo da oggi che me lo mette in culo! Fammi salire sopra.”
Mi stendo come da istruzioni, lei monta sopra, le afferro un polso e glielo tiro dietro la schiena, afferro l’altro e li tengo tutti e due con una mano sola. Con l’altra le tiro una ciocca di capelli facendole inarcare la schiena e reclinare il capo indietro. In questa bella posa plastica, comincia a scendere e si impala dolcemente. Sentivo il suo sfintere opporre resistenza, per la poca lubrificazione forse, o perché come mi sto sbilanciando a dire, ha davvero un culino nuovo di zecca che mi auguro di leggere trapanato a dovere in qualche recensione successiva (scrivete figli di puttana chissà questa da quanto tempo ve la stavate ciulando in silenzio stampa). Stringo i polsi, tra i suoi lamenti, al terzo tentativo fallito, la spingo in basso, alzo il bacino, glielo pianto tutto in corpo, fino alla radice. Una sinfonia di urla e di proteste. Sento le sue natiche tonde sul mio pube, attendo che si abitui all’intruso, poi comincio a pompare vigorosamente. Poche botte secche, immobilizzata nella mia presa, pochi minuti di schiocchi della sua carne contro la mia, ad ognuno un lamento ed il tentativo di divincolare i polsi saldamente trattenuti dietro la schiena.
Smonta da cavallo, con sguardo dispiaciuto recita una improbabile riluttanza. “Basta, ti prego non ti arrabbiare, veramente non ce la faccio, non so perché, mi faccio male”.
Evvabbe’ che hai sto culo stretto ma ormai aveva ceduto. Porco cazzo questa è cattiveria. Stavo godendo come un suino e già mi pregustavo tutte le perticate in tutte le posizioni che mi venivano in mente. Ora che vogliamo fare? Colpevolizzare una fanciulla così giovane e comunque accondiscendente e mansueta? Vogliamo darle del missile? Non me la sento, poi altre recensioni mi diranno se avevo torto o se semplicemente non era predisposta, o aveva qualche graffio come lamentava all’inizio (state boni co ste dita!), o qualsiasi altro problema di cui posso essere consapevole avendolo preso in quel posto anche io qualche volta. Intanto due stelle, mi ha intossicato la chiavata.
Insomma provo a prenderla di nuovo ma implora pietà, con fare dispiaciuto, scusandosi: o è una brava attrice o qualcosa non andava davvero. Ci rimettiamo a 69 e decido di non farne un dramma. Seguiamo il flusso. Lei succhia di gusto, lecca, bacia, l’asta, lo scroto, strofina la sua lingua in ogni dove. Intanto io ricambiavo spingendo tutto il suo sesso in bocca e dandole una dimostrazione pratica su come si fanno i pompini: dovrei farmi pagare per questo, anche da qualche sedicente escort. Magari apro un Ateneo. Sono aperte le iscrizioni...
Era cotta a s-puntino, non riusciva a succhiarmi con continuità, ogni tanto doveva fermarsi per ansimare, mi scostava la mano, tentava in tutti i modi di farmi godere e di non esplodere nel frattempo. Finché non l’ho sentita agitarsi davvero, era al capolinea, il cazzo ha cominciato a pulsare, si è arresa, si è abbandonata al fiume in piena, ho scostato la bocca, pochi colpi di mano, il suo affanno in crescendo ed ecco zampilli di sperma dappertutto, un orgasmo esplosivo, fiotti caldi ed abbondanti, il primo mi si è stampato sul collo, altri davvero potenti sono volati in alto per atterrare sul suo addome, il resto mi è colato sulle dita con cui le davo piacere. Ormai faceva le fusa, il suo orgasmo era over, il suo sesso troppo sensibile per continuare a mungerlo. Aveva scaricato tutto e sorrideva gaudente. Comincio a segarmi, spremo le meningi e le vengo a comando sul pene, aggiungendo il mio seme al suo, sparandole tutta la mia eccitazione addosso in disegni di arte contemporanea. Era decorata con un bel macello di sperma. Mio e suo. Eravamo entrambi belli pieni, lei un po’ di più. Salviettine, pulizie, qualche chiacchiera, passo dal bagno, torno e per la sua venuta, aggiungo una banconota al regalo che avevo lasciato sul mobile. Le offro una seconda chance: un’altro giro di giostra ma senza tante storie. Declina dispiaciuta e mi invita a tornare “oggi non ci riesco”. Saluto e vado via. Più arrapato di prima, a cazzo duro alla guida, mentre affrontavo un’altra ora di macchina che mi separava da casa.
Vi ero mancato? No? Sti gran cazzi!
Mi dovete ringraziare (cit. Fola)? Si! È una prima recensione e mi sono sparato 2 ore di macchina per una mezza scopata.
Alla prossima!
(2/5) ★★☆☆☆
NOME INSERZIONISTA: Pamela
3450483371 Trans
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CITTA DELL'INCONTRO: Castel Volturno
NAZIONALITA': Italiana Napoletana
ETA': dice 24 avrei detto tranquillamente 19/20
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: foto corrispondenti al vero
SERVIZI OFFERTI: dichiaratasi attiva passiva transitiva
SERVIZI USUFRUITI: KISS BBJ 69 RAI2 PASSIVA CUM (reciproco, lei sul suo addome io sul suo pene)
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50+
DURATA DELL'INCONTRO: 30 min
DESCRIZIONE FISICA: trattasi di gazzellina trans ai primordi della transizione, zero tette, viso ancora androgino. Il corpo, in contrasto, è di una sinuosità adorabile, cosce dritte, fianchi da teen, addome molto femminile, proporzioni giuste, struttura promettente, culo naturale, tondo, sodo e molto ma molto invitante.
DOTAZIONE (S,M,L,XL,XXL): quello in foto è suo, M in larghezza, L in lunghezza, sempre in perfetto tiro, peluria in ricrescita da circa 2/3 mm, per niente fastidiosa, inodore, insapore, incolore (ma si, abbondandis abbondandum)
ATTITUDINE: dolce, docile, quasi timida, inesperta, piacevole, si è dichiarata tendenzialmente attiva. Ha avuto problemi a prenderlo nel culo pregiudicando irrimediabilmente l’incontro.
REPERIBILITA': difficile, catena di montaggio organizzata male
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale ripide
TELEFONO: 35126361xx
LA MIA RECENSIONE:
Chiamo una brasiliana molto bella a Villa Literno e mi risponde scazzata, mi parte l’embolo e le dico che con quei modi non ci fa buoni affari (passada), subentra un sentimento nazionalista che mi porta a contattare questa pulzella nostrana. Mi colpisce subito la sua voce, non un usignolo, alquanto tamarra, ma calma e pacata. Rassicurante. Mi dà indicazioni, cazzo é ad un’ora di macchina, le raccomando di non farmi scherzi, mi fiondo in doccia ed un’ora dopo ero da lei. “Aspetta 10 minuti” evvabbe’ a 50 euro a botta chi va per questi mari, questi pesci prende... richiamo dopo 15 minuti, mi dà le ultime indicazioni, mi aggiro elegantissimo in quello squallore di case vacanze deserte e fatiscenti, mi arrampico nel loft, in un’abitazione a due piani in un contesto più che discutibile. Quanto mi piace sguazzare nel degrado. Me la sono cercata.
Apro la porta e mi accoglie un cesso abominevole in pigiama, alla sua vista ho pensato di lanciarla dal balcone per la stizza. Poi spunta lei, dalla camera da letto. Un fiore ancora non sbocciato, con lo sguardo basso ma con un evidente sorriso nel mirare il suo aguzzino di turno. Faccio la mia porca figura. Ignara che stava per spiccare il volo, l’amica mi saluta e si mette comoda sul divano. La casa è un cesso atomico, lei mi prende per mano come una fidanzatina arrapata e mi tira con sé in camera. Una tshirt rossa, molto hip hop, di quelle corte sull’ombelico, sotto auto reggenti ed un perizoma che spariva in mezzo ad un culo da 10 e lode. Docile, remissiva, impacciata, le parlo per rompere il ghiaccio, riesco a farla sorridere, è dolce, comincia a sciogliersi, si struscia come una gattina in calore, qualche bacio, ma a stampo, annusa il collo (sì bellina, so di buono), poi assapora la bocca, ma timidamente, le chiedo perché non andasse oltre, se fosse fidanzata, perché quando sono fidanzate solitamente non baciano con la lingua, per non tradire. Le tolgo la maglia, non il reggiseno, so che la fa sentire più a suo agio, più donna. Via però gli slip e tira fuori un bel pezzo di cazzo. Se l’osserva compiaciuta, era a metà ed in via di sviluppi, se lo guarda e mi sorride, almeno finché non mi denudo anche io, tiro fuori il mio, svettante e marmoreo e le sussurro nell’orecchio “sono venuto fin qui a farti un culo tanto!”. Il sorriso si fa allibito. Lo prende in mano, lo impugna e comincia a segarlo. Non uso il bagno per non contaminare la mia impeccabile igiene personale, era in condizioni pietose: chi va per questi mari, questi pesci prende...
La metto a sedere sul letto, mi avvicino e stando in piedi glielo porgo alla bocca. Comincia a succhiarlo nature mente io stiracchio la schiena, che goduria. Mi fa i complimenti per l’ordine e l’aspetto. Li posso ritenere sinceri. Accompagno quel pompino con una mano sulla nuca, lentamente lei se ne affonda una metà in gola, con tanta dolcezza, porto l’altra mano alla nuca e con entrambe comincio ed accarezzare a monte delle extension e a forzarla cercando di non essere troppo invasivo. La stendo a pancia in su, di traverso al letto e le lascio la testa penzoloni reclinata all’indietro. Le penetro la bocca in quel modo, soffocandola di cazzo, riesco a spingerne metà, poi lacrime e conati. Il suo pene intanto prende consistenza, le si fa lungo e duro, scatta di riflesso ad ogni affondo, decido di ricambiare il servigio. Lo accolgo tra le mie fauci, la sento contorcersi e mugolare mentre le causo piacere e dominazione. Ogni tanto si scosta, quando le mie attenzioni si facevano troppo stimolanti, mi ferma, mi guarda allibita, era già vicina al piacere. Passiamo ad un 69 comodo, stesi di fianco a succhiarci reciprocamente. Bella la sensazione di poter godere di un corpo acerbo nella consapevolezza di poterlo gestire a proprio piacimento. In quello spettacolo ero io il direttore d’orchestra e la mia sinfonia la mandava in estasi. Apologia di me stesso? Si, certo, perché no? Dopo tanti incontri qualcosa ho imparato anche io e non mi scompongo per l’ultima arrivata.
Bisognava stemperare un po’, lei incedeva in quel percorso di goduria a tratti, temeva di venire. Le mollo una sberla su una chiappa, lei continua a succhiare, ma inarca la schiena, sporge il culo, ne vuole ancora. Fermo i miei baci sul suo sesso, mi posiziono, glielo pianto meglio in bocca e mentre lei continua il suo lavoro partono schiaffoni su una natica, poi sull’altra ed infine sull’ano oscenamente e volutamente esposto. Quelli al centro la fanno saltare dal letto. Quel sedere comincia a tingersi ed una volta fucsia, dopo tante sberle, si ricorda di protestare, cominciava a provare il tipico bruciore, quello che non avverti solitamente all’inizio. Mi era proprio partito l’embolo, non trovo lubrificante in giro, provvedo dunque con due dita intrise della mia saliva. Alla vecchia maniera: non si batte il classico. Metto il condom e tento di penetrarla a scosciagallina. Cazzo come era stretta!
“Piano, piano, devi fare piano! Mi fai male, veramente!”
Faticava davvero ad entrare e non che vanti misure da Rocco Siffredi. Quel culo stretto, le sue lamentele, mi hanno eccitato ulteriormente.
“Ma che cazzo hai fatto fino a mo? Mica sono il tuo primo cliente?”
“No ma sei il primo da oggi che me lo mette in culo! Fammi salire sopra.”
Mi stendo come da istruzioni, lei monta sopra, le afferro un polso e glielo tiro dietro la schiena, afferro l’altro e li tengo tutti e due con una mano sola. Con l’altra le tiro una ciocca di capelli facendole inarcare la schiena e reclinare il capo indietro. In questa bella posa plastica, comincia a scendere e si impala dolcemente. Sentivo il suo sfintere opporre resistenza, per la poca lubrificazione forse, o perché come mi sto sbilanciando a dire, ha davvero un culino nuovo di zecca che mi auguro di leggere trapanato a dovere in qualche recensione successiva (scrivete figli di puttana chissà questa da quanto tempo ve la stavate ciulando in silenzio stampa). Stringo i polsi, tra i suoi lamenti, al terzo tentativo fallito, la spingo in basso, alzo il bacino, glielo pianto tutto in corpo, fino alla radice. Una sinfonia di urla e di proteste. Sento le sue natiche tonde sul mio pube, attendo che si abitui all’intruso, poi comincio a pompare vigorosamente. Poche botte secche, immobilizzata nella mia presa, pochi minuti di schiocchi della sua carne contro la mia, ad ognuno un lamento ed il tentativo di divincolare i polsi saldamente trattenuti dietro la schiena.
Smonta da cavallo, con sguardo dispiaciuto recita una improbabile riluttanza. “Basta, ti prego non ti arrabbiare, veramente non ce la faccio, non so perché, mi faccio male”.
Evvabbe’ che hai sto culo stretto ma ormai aveva ceduto. Porco cazzo questa è cattiveria. Stavo godendo come un suino e già mi pregustavo tutte le perticate in tutte le posizioni che mi venivano in mente. Ora che vogliamo fare? Colpevolizzare una fanciulla così giovane e comunque accondiscendente e mansueta? Vogliamo darle del missile? Non me la sento, poi altre recensioni mi diranno se avevo torto o se semplicemente non era predisposta, o aveva qualche graffio come lamentava all’inizio (state boni co ste dita!), o qualsiasi altro problema di cui posso essere consapevole avendolo preso in quel posto anche io qualche volta. Intanto due stelle, mi ha intossicato la chiavata.
Insomma provo a prenderla di nuovo ma implora pietà, con fare dispiaciuto, scusandosi: o è una brava attrice o qualcosa non andava davvero. Ci rimettiamo a 69 e decido di non farne un dramma. Seguiamo il flusso. Lei succhia di gusto, lecca, bacia, l’asta, lo scroto, strofina la sua lingua in ogni dove. Intanto io ricambiavo spingendo tutto il suo sesso in bocca e dandole una dimostrazione pratica su come si fanno i pompini: dovrei farmi pagare per questo, anche da qualche sedicente escort. Magari apro un Ateneo. Sono aperte le iscrizioni...
Era cotta a s-puntino, non riusciva a succhiarmi con continuità, ogni tanto doveva fermarsi per ansimare, mi scostava la mano, tentava in tutti i modi di farmi godere e di non esplodere nel frattempo. Finché non l’ho sentita agitarsi davvero, era al capolinea, il cazzo ha cominciato a pulsare, si è arresa, si è abbandonata al fiume in piena, ho scostato la bocca, pochi colpi di mano, il suo affanno in crescendo ed ecco zampilli di sperma dappertutto, un orgasmo esplosivo, fiotti caldi ed abbondanti, il primo mi si è stampato sul collo, altri davvero potenti sono volati in alto per atterrare sul suo addome, il resto mi è colato sulle dita con cui le davo piacere. Ormai faceva le fusa, il suo orgasmo era over, il suo sesso troppo sensibile per continuare a mungerlo. Aveva scaricato tutto e sorrideva gaudente. Comincio a segarmi, spremo le meningi e le vengo a comando sul pene, aggiungendo il mio seme al suo, sparandole tutta la mia eccitazione addosso in disegni di arte contemporanea. Era decorata con un bel macello di sperma. Mio e suo. Eravamo entrambi belli pieni, lei un po’ di più. Salviettine, pulizie, qualche chiacchiera, passo dal bagno, torno e per la sua venuta, aggiungo una banconota al regalo che avevo lasciato sul mobile. Le offro una seconda chance: un’altro giro di giostra ma senza tante storie. Declina dispiaciuta e mi invita a tornare “oggi non ci riesco”. Saluto e vado via. Più arrapato di prima, a cazzo duro alla guida, mentre affrontavo un’altra ora di macchina che mi separava da casa.
Vi ero mancato? No? Sti gran cazzi!
Mi dovete ringraziare (cit. Fola)? Si! È una prima recensione e mi sono sparato 2 ore di macchina per una mezza scopata.
Alla prossima!