prende una manciata di asciugamani di carta e si asciuga la fica, manco producessi la bava di alien. bah. va da sé che, in mezzo a tutto quell'entusiasmo, il cazzo mi si è mezzo ammosciato, e su quello lei pretende di infilare un preservativo. allarga, tira e spinge, ma tutto quel che succede è che la pressione cala ulteriormente. nondimeno, la punta ce l'ha infilata, e così coperto se lo infila in bocca, pensando di giocarsi così la sua carta migliore. errore, perché quel che fa è accanircisi sopra come un'ossessa, succhiando e smanettando che pare charlie parker in preda a una scimmia senza precedenti.
"guarda che se me lo stacchi è difficile che poi funzioni"
ride. che ti ridi?
"se fai con un po' più di calma, vedrai che collabora meglio" (e finiamo 'sta manfrina. peraltro, son già passati quasi quaranta minuti).
accetta il suggerimento di metterci un po' più di grazia e le cose migliorano. il cazzo prende una consistenza tale da renderlo degno del suo nome e lei prende la palla al balzo per lubrificarsi con un po' di crema e infilarselo dentro a spegnimoccolo (o smorzacandela, che dir si voglia). lei non lo sa, ma è la posizione che meno preferisco, dopo quelle esageratamente acrobatiche. così la lascio rimbalzare per un minutino e poco più, giusto per guardarle quello spettacolo di culo che ha, poi la fermo e la tiro giù. se avessi un po' più di confidenza, questo sarebbe il momento di bloccarla e tenerla ferma con qualche presa decisa, senza cattiveria, ma giusto per farle capire chi è che guida il gioco (magari anche una bella corda servirebbe), ma non ho intenzione di spaventarla e veder così sfumare il miraggio di venire (magari in tempi brevi) e ricavare qualche tipo di godimento che valga la spesa. così mi limito a montarle sopra e tenerla abbracciata stretta, mentre me la chiavo con ritmo cadenzato. la figa è stretta ma ben lubrificata, il cazzo scivola bene avanti e indietro avvertendo la giusta resistenza per arrivare presto a una conclusione. solo che dopo poco mi fa: "uff. è bollente, laggiù".
io non capisco e domando cazzo vuol dire. traduce che le si sta arroventando la fica. mon dieu, quelle délicatesse. proporrò una colletta per comprarle un lubrificante decente. lei invece propone di continuare alla pecorina.
si gira e si mette a quattro zampe, io mi bagno le dita con la saliva e vado per umettarle le labbra, ma contemporaneamente lei ha preso altra carta e va ad asciugarsela. ma sei scema? bah, contenta tu. per entrare, entra. appoggia la testa sul cuscino e si gira a guardarmi dal sotto in su, con quell'espressione mezzo canzonatoria e mezzo compiaciuta che dice vediamo quanto riesci a resistere così, e lei non sa neanche questo, ma è la cosa più eccitante che ha fatto per me in tutto il pomeriggio. infatti mi viene voglia di venire, ma sbirciando l'orologio vedo che ho ancora tempo e, che cazzo, lo voglio sfruttare tutto. mi fermo, lo tiro fuori e lo rimetto dentro, lo tiro fuori e lo rimetto dentro, lo tiro fuori.
"sei venuto?"
sì certo, mi diverto un sacco a venire dentro un preservativo, ma fuori dalla figa.
"no, ancora no"
"allora facciamo questa", e si alza dal letto.
sposta un po' di oggetti dal piccolo comò in fondo alla stanza e ci si siede sopra, allarga le cosce e sporge la figa, appoggiando un piede sul letto e l'altro all'armadio. la posizione non è male, l'altezza è pure giusta, ma quando sto per metterglielo dentro, lei sente un rumore che sembra il cancelletto del suo seminterrato, e si insospettisce. va a vedere. il cazzo subisce un tracollo paragonabile a wall street 1929. alla fine torna e pretende di rimettersi nella posizione plastica che aveva abbandonato poco prima, io me lo smanetto un po' per rianimarlo, provo a infilarglielo e quasi ci riesco.
"bravo, vedrai che diventa duro dentro".
eccome no. ho un'idea migliore: la faccio scendere dal trespolo e la faccio sdraiare di nuovo sul letto. mi inginocchio tra le sue cosce larghe e glielo infilo mezzo moscio. così diventa duro dentro. sono stufo, mi concentro, dò quattro pompate vigorose e alla fine vengo; ho come un senso di liberazione, ma non mi lascia il tempo di godermelo perché è così tanto preoccupata che il preservativo si sfili e lasci uscire il liquido da andare subito a smanettare fastidiosamente per assicurarsi che il preservativo esca dalla sua fica solidalmente al cazzo - ora, subito, adesso. così in fretta che le ultime gocce di sperma mi escono che sono già fuori da lei. le squilla il cellulare, sento la voce dell'uomo dall'altra parte che si informa solo se è libera, senza nemmeno informarsi su prestazioni e prezzi. lei risponde che tra dieci minuti può venire.
"vuoi darti una sciacquata?"
eh, magari.
abluzioni rituali, rivestimento, passaggio di biglietti salmone da una mano a un'altra. ringrazia e sporge le labbra, come a dire: sei stato bravo e ti meriti un premio. accetto il bacio.
"ti è venuto meglio il massaggio"
"perché?"
"perché di scopare non te ne frega niente, non ti andava e si sentiva. magari qualcuno si accontenta anche così, ma scopare è un'altra cosa".
un'espressione delusa le attraversa il viso per un attimo, ma subito il suo sorriso dice "ma in fondo, chi se ne frega?".
apro la porta e sono già in strada.
torno a casa, sei già lì.
"vatti a lavare", prima ancora di salutarmi.
obbedisco. mi faccio la doccia, mi infilo l'accappatoio, mi siedo sul divano e preparo una - ehm - sigaretta.
"bè?"
"bè, scopare, ho scopato"
"racconta bene"
racconto bene. insomma, quasi bene. diciamo per sommi capi, infilando qualche particolare qua e là . l'unica voglia che ho adesso è quella di fare sesso sul serio. finiamo la - ehm - sigaretta e ci fiondiamo sul letto.
...
"adesso sì che ho goduto"
"guarda che se me lo stacchi è difficile che poi funzioni"
ride. che ti ridi?
"se fai con un po' più di calma, vedrai che collabora meglio" (e finiamo 'sta manfrina. peraltro, son già passati quasi quaranta minuti).
accetta il suggerimento di metterci un po' più di grazia e le cose migliorano. il cazzo prende una consistenza tale da renderlo degno del suo nome e lei prende la palla al balzo per lubrificarsi con un po' di crema e infilarselo dentro a spegnimoccolo (o smorzacandela, che dir si voglia). lei non lo sa, ma è la posizione che meno preferisco, dopo quelle esageratamente acrobatiche. così la lascio rimbalzare per un minutino e poco più, giusto per guardarle quello spettacolo di culo che ha, poi la fermo e la tiro giù. se avessi un po' più di confidenza, questo sarebbe il momento di bloccarla e tenerla ferma con qualche presa decisa, senza cattiveria, ma giusto per farle capire chi è che guida il gioco (magari anche una bella corda servirebbe), ma non ho intenzione di spaventarla e veder così sfumare il miraggio di venire (magari in tempi brevi) e ricavare qualche tipo di godimento che valga la spesa. così mi limito a montarle sopra e tenerla abbracciata stretta, mentre me la chiavo con ritmo cadenzato. la figa è stretta ma ben lubrificata, il cazzo scivola bene avanti e indietro avvertendo la giusta resistenza per arrivare presto a una conclusione. solo che dopo poco mi fa: "uff. è bollente, laggiù".
io non capisco e domando cazzo vuol dire. traduce che le si sta arroventando la fica. mon dieu, quelle délicatesse. proporrò una colletta per comprarle un lubrificante decente. lei invece propone di continuare alla pecorina.
si gira e si mette a quattro zampe, io mi bagno le dita con la saliva e vado per umettarle le labbra, ma contemporaneamente lei ha preso altra carta e va ad asciugarsela. ma sei scema? bah, contenta tu. per entrare, entra. appoggia la testa sul cuscino e si gira a guardarmi dal sotto in su, con quell'espressione mezzo canzonatoria e mezzo compiaciuta che dice vediamo quanto riesci a resistere così, e lei non sa neanche questo, ma è la cosa più eccitante che ha fatto per me in tutto il pomeriggio. infatti mi viene voglia di venire, ma sbirciando l'orologio vedo che ho ancora tempo e, che cazzo, lo voglio sfruttare tutto. mi fermo, lo tiro fuori e lo rimetto dentro, lo tiro fuori e lo rimetto dentro, lo tiro fuori.
"sei venuto?"
sì certo, mi diverto un sacco a venire dentro un preservativo, ma fuori dalla figa.
"no, ancora no"
"allora facciamo questa", e si alza dal letto.
sposta un po' di oggetti dal piccolo comò in fondo alla stanza e ci si siede sopra, allarga le cosce e sporge la figa, appoggiando un piede sul letto e l'altro all'armadio. la posizione non è male, l'altezza è pure giusta, ma quando sto per metterglielo dentro, lei sente un rumore che sembra il cancelletto del suo seminterrato, e si insospettisce. va a vedere. il cazzo subisce un tracollo paragonabile a wall street 1929. alla fine torna e pretende di rimettersi nella posizione plastica che aveva abbandonato poco prima, io me lo smanetto un po' per rianimarlo, provo a infilarglielo e quasi ci riesco.
"bravo, vedrai che diventa duro dentro".
eccome no. ho un'idea migliore: la faccio scendere dal trespolo e la faccio sdraiare di nuovo sul letto. mi inginocchio tra le sue cosce larghe e glielo infilo mezzo moscio. così diventa duro dentro. sono stufo, mi concentro, dò quattro pompate vigorose e alla fine vengo; ho come un senso di liberazione, ma non mi lascia il tempo di godermelo perché è così tanto preoccupata che il preservativo si sfili e lasci uscire il liquido da andare subito a smanettare fastidiosamente per assicurarsi che il preservativo esca dalla sua fica solidalmente al cazzo - ora, subito, adesso. così in fretta che le ultime gocce di sperma mi escono che sono già fuori da lei. le squilla il cellulare, sento la voce dell'uomo dall'altra parte che si informa solo se è libera, senza nemmeno informarsi su prestazioni e prezzi. lei risponde che tra dieci minuti può venire.
"vuoi darti una sciacquata?"
eh, magari.
abluzioni rituali, rivestimento, passaggio di biglietti salmone da una mano a un'altra. ringrazia e sporge le labbra, come a dire: sei stato bravo e ti meriti un premio. accetto il bacio.
"ti è venuto meglio il massaggio"
"perché?"
"perché di scopare non te ne frega niente, non ti andava e si sentiva. magari qualcuno si accontenta anche così, ma scopare è un'altra cosa".
un'espressione delusa le attraversa il viso per un attimo, ma subito il suo sorriso dice "ma in fondo, chi se ne frega?".
apro la porta e sono già in strada.
torno a casa, sei già lì.
"vatti a lavare", prima ancora di salutarmi.
obbedisco. mi faccio la doccia, mi infilo l'accappatoio, mi siedo sul divano e preparo una - ehm - sigaretta.
"bè?"
"bè, scopare, ho scopato"
"racconta bene"
racconto bene. insomma, quasi bene. diciamo per sommi capi, infilando qualche particolare qua e là . l'unica voglia che ho adesso è quella di fare sesso sul serio. finiamo la - ehm - sigaretta e ci fiondiamo sul letto.
...
"adesso sì che ho goduto"