- Registrato
- 25 Agosto 2009
- Messaggi
- 38
- Reaction score
- 0
Non ho trovato un 3D similare, magari non ho cercato bene e quindi mi scuso in anticipo.
Voglio cominciarlo con una rece, magari potrebbe essere interessante.
Matrioska
Certamente l'ultimo Agosto ha lasciato dei segni, di ferie ne ho fatte pochine, è vero che Milano semivuota offre una vivibilità impensabile negli altri mesi. Resta comunque un po' d'amaro in bocca, un pizzico di invidia per chi ha voluto o potuto godersi uno stacco, un momento di relax.
Che fare allora per alleviare; godersi un po'di shopping.
Allora mi dirigo alla mecca Milanese, corso Buenos Aires. Lo giro avanti e indietro, non so cosa comprare visto che in realtà non mi manca nulla, voglio solo spendere un po' di quei quattrini che ho guadagnato a scapito delle vacanze.
Di sicuro non mi ricordavo quanto potesse essere faticoso; è incomprensibile come le nostre donne trovino gradevole quell'andare e venire, quell'incedere lento fatto di continue soste, le code, le attese, vestirsi e svestirsi, il tutto senza un senso apparente.
Stremato, mi concedo un caffè all'Ambrosiana. E' proprio davanti alla tazzina che mi sorge il dubbio, è davvero ciò che voglio?
La risposta è no! Voglio solamente delle coccole, un momento di pace, magari di eccitazione, magari solo un attimo di oblio, di relax.
Le gambe però fanno male e la macchina è distante. Mi viene in mente che in via Melzo si sono trasferite le ragazze dell'ex RdC. Oltretutto non sono più tornato da loro nella nuova location e tutto quello che so è solo per sentito dire.
Trascino le gambe, provate dalla tortura delle compere, mi manca poco, solamente qualche centinaio di metri.
Suono ed attendo, mi apre una dolce fanciulla, me la ricordo; è L..a giovane e carina. Splendido frutto di una delle repubbliche baltiche. Dalla parlata, se non la conoscessi, però non potrei certo non definirla italiana.
Purtroppo il futon è occupato e quindi non posso che utilizzare il lettino.
Mi guardo intorno incuriosito, il vecchio Re mi piaceva, con quelle volte di mattoni, quel senso di antico, di caldo, di tradizionale. Qui è tutto più moderno anche se, a onor del vero, quell'emozione di calore è rimasta. Peccato che la stanza sia abbastanza piccola, lo spazio per i movimenti attorno al lettino è poco. Apprezzo molto però la presenza della doccia in cabina e la chiusura totale dei soffitti. Avverto una sensazione di intimità, di calore, piccolo mondo irreale, vista la confusione in cui ero immerso prima.
Ovviamente subito in doccia, l'acqua mi rigenera immediatamente. L'accappatoio mi attende profumato e sono subito pronto alle danze.
Lei bussa ed entra, io sono già steso. Mi domanda se desidero l'olio, ovviamente lo esigo.
Comincia allora un massaggio carezzoso, personalmente sono abituato ai rituali tailandesi, alle tecniche orientali. Questo è sicuramente meno intenso ma le sue mani, lentamente, cominciano a trasmettermi calore. Lei conversa, altra cosa a cui raramente sono abituato, io cerco di essere gentile, interessante, distaccato. Non voglio fare la figura dell'ingrifato ne tantomeno quella del babbeo. Certamente è dura curare la conversazione quando si hanno quelle graziose manine che ti percorrono tutto. La verità è che ho una voglia matta di girarmi, di poterla vedere. Finalmente arriva l'ordine anelato.
Mi volto e le chiedo di alzarmi lo schienale, non voglio perdermi lo spettacolo. E' veramente bellina, lei è stata spesso definita "la ragazza della porta accanto". Io personalmente non ho mai avuto una vicina di casa così carina. La sua è una bellezza discreta, non invadente, non volgare ma coinvolgente.
La vedo così tenera, nel completino bianco, delicata infermiera del mio piacere, meravigliosa bambolina russa, ecco! Mi sembra proprio una matrioska, con il viso che trasmette una soave emozione di benessere.
Lei prosegue nel massaggio, prima le gambe, poi il petto poi l'addome. Io tengo gli occhi chiusi, ma non posso non sbirciarla mentre mi massaggia. Infine arriva al dunque.
Non abbandona il suo essere dolce, di sicuro sta cambiando, la prima bambola si è aperta, ha lasciato il posto a quella contenuta al suo interno. Questa è più maliziosa, più intrigante. Tutto viene comunque operato con dolcezza, quasi con rispetto.
Di sicuro la mia eccitazione cresce e "si vede". Non resto certo insensibile alle sue cure, comincio ad accarezzarle la schiena, voglio togliere ancora un involucro, voglio vedere quella contenuta all'interno, voglio vedere lei, cosa nasconde sotto l'abitino da infermiera.
Sembra percepire i miei desideri, mi guarda e con voce suadente mi dice "se vuoi posso toglierlo", certo che voglio, accidenti se voglio. Non attende la mia risposta e si libera della giubba. Eccola la sua nuova veste, la prossima bambola. Peccato per il reggiseno, io mi faccio avanti e lei non si scompone, non si ritrae. Anzi lentamente, dolcemente, sposta le sue cure su di lui; con grazia, con sapienza.
La tiro verso di me e le alzo le coppe del reggiseno, dalla prigione escono immediatamente due seni piccoli ma perfetti, li stringo. Sono turgidi, viene proprio voglia di strizzarli, di tormentarli. La tiro ancora verso di me ed ecco che sono a portata di bocca.
I capezzoli si inturgidiscono immediatamente mentre li suggo, è una soddisfazione sentirli duri mentre me li mordicchio, mi lascia fare; senza però mai abbandonare quella dolcezza che sino ad ora ha caratterizzato il nostro incontro. Poi si ritrae e torna ad occuparsi di lui.
Le mani si muovono lentamente, metodicamente. Il capo si abbassa e sento la sua lingua, la osservo e mi accorgo che un'altra matrioska è comparsa. Questa mi guarda dritto negli occhi, vedo la lingua che lo percorre dolcemente. La sensazione di malizia è assoluta, ecco che la dolce bambina ha lasciato il posto alla donna risoluta.
Io resisto, anche se la mia parte animale vorrebbe esplodere, vorrebbe gratificare quella splendida bocca con la mia soddisfazione.
Lei continua il gioco, calma protagonista del mio sogno, artista assoluta del piacere. Ovviamente non riesco a reggere oltre e pavento, copiosamente come non ricordavo da tempo. Soddisfatto ma non domo, voglio arrivare alla prossima bambola. Mi alzo e faccio accomodare lei sul lettino, le chiedo di offrimi la sua schiena per massaggiarla io. Voglio sentire bene la sua pelle. La ungo e comincio, lei credo sia stupita, sicuramente non le capita spesso. Io mi sto godendo la sua pelle, le sue curve dolci ma allo stesso tempo minute, lo straordinario profumo di buono che emana.
Finita la schiena la faccio girare, non resisto voglio vederla, senza chiedere permesso le calo i bianchi pantaloni. Finalmente sono arrivato all'ultima bamboccina, questa però non ha forma umana, è la sua piccola pelosetta bionda. La guardo ammirato e lei per tutta risposta schiude le gambe per meglio offrirmela. Resto imbambolato e l'unica cosa che riesco a fare e darle un tenero bacetto. Non voglio sciupare nulla, non voglio avere neanche un no oggi. Certamente la tentazione e forte ma maggiore è la soddisfazione che mi ha regalato.
Magari sarà per la prossima volta, chissà?
Si chiude qui e lei mi regala un tenero bacetto sulle labbra, raccoglie tutte le mezze bambole e si ricompone, io non posso che guardarla e pensare "Spasiba"
Provoltz
Voglio cominciarlo con una rece, magari potrebbe essere interessante.
Matrioska
Certamente l'ultimo Agosto ha lasciato dei segni, di ferie ne ho fatte pochine, è vero che Milano semivuota offre una vivibilità impensabile negli altri mesi. Resta comunque un po' d'amaro in bocca, un pizzico di invidia per chi ha voluto o potuto godersi uno stacco, un momento di relax.
Che fare allora per alleviare; godersi un po'di shopping.
Allora mi dirigo alla mecca Milanese, corso Buenos Aires. Lo giro avanti e indietro, non so cosa comprare visto che in realtà non mi manca nulla, voglio solo spendere un po' di quei quattrini che ho guadagnato a scapito delle vacanze.
Di sicuro non mi ricordavo quanto potesse essere faticoso; è incomprensibile come le nostre donne trovino gradevole quell'andare e venire, quell'incedere lento fatto di continue soste, le code, le attese, vestirsi e svestirsi, il tutto senza un senso apparente.
Stremato, mi concedo un caffè all'Ambrosiana. E' proprio davanti alla tazzina che mi sorge il dubbio, è davvero ciò che voglio?
La risposta è no! Voglio solamente delle coccole, un momento di pace, magari di eccitazione, magari solo un attimo di oblio, di relax.
Le gambe però fanno male e la macchina è distante. Mi viene in mente che in via Melzo si sono trasferite le ragazze dell'ex RdC. Oltretutto non sono più tornato da loro nella nuova location e tutto quello che so è solo per sentito dire.
Trascino le gambe, provate dalla tortura delle compere, mi manca poco, solamente qualche centinaio di metri.
Suono ed attendo, mi apre una dolce fanciulla, me la ricordo; è L..a giovane e carina. Splendido frutto di una delle repubbliche baltiche. Dalla parlata, se non la conoscessi, però non potrei certo non definirla italiana.
Purtroppo il futon è occupato e quindi non posso che utilizzare il lettino.
Mi guardo intorno incuriosito, il vecchio Re mi piaceva, con quelle volte di mattoni, quel senso di antico, di caldo, di tradizionale. Qui è tutto più moderno anche se, a onor del vero, quell'emozione di calore è rimasta. Peccato che la stanza sia abbastanza piccola, lo spazio per i movimenti attorno al lettino è poco. Apprezzo molto però la presenza della doccia in cabina e la chiusura totale dei soffitti. Avverto una sensazione di intimità, di calore, piccolo mondo irreale, vista la confusione in cui ero immerso prima.
Ovviamente subito in doccia, l'acqua mi rigenera immediatamente. L'accappatoio mi attende profumato e sono subito pronto alle danze.
Lei bussa ed entra, io sono già steso. Mi domanda se desidero l'olio, ovviamente lo esigo.
Comincia allora un massaggio carezzoso, personalmente sono abituato ai rituali tailandesi, alle tecniche orientali. Questo è sicuramente meno intenso ma le sue mani, lentamente, cominciano a trasmettermi calore. Lei conversa, altra cosa a cui raramente sono abituato, io cerco di essere gentile, interessante, distaccato. Non voglio fare la figura dell'ingrifato ne tantomeno quella del babbeo. Certamente è dura curare la conversazione quando si hanno quelle graziose manine che ti percorrono tutto. La verità è che ho una voglia matta di girarmi, di poterla vedere. Finalmente arriva l'ordine anelato.
Mi volto e le chiedo di alzarmi lo schienale, non voglio perdermi lo spettacolo. E' veramente bellina, lei è stata spesso definita "la ragazza della porta accanto". Io personalmente non ho mai avuto una vicina di casa così carina. La sua è una bellezza discreta, non invadente, non volgare ma coinvolgente.
La vedo così tenera, nel completino bianco, delicata infermiera del mio piacere, meravigliosa bambolina russa, ecco! Mi sembra proprio una matrioska, con il viso che trasmette una soave emozione di benessere.
Lei prosegue nel massaggio, prima le gambe, poi il petto poi l'addome. Io tengo gli occhi chiusi, ma non posso non sbirciarla mentre mi massaggia. Infine arriva al dunque.
Non abbandona il suo essere dolce, di sicuro sta cambiando, la prima bambola si è aperta, ha lasciato il posto a quella contenuta al suo interno. Questa è più maliziosa, più intrigante. Tutto viene comunque operato con dolcezza, quasi con rispetto.
Di sicuro la mia eccitazione cresce e "si vede". Non resto certo insensibile alle sue cure, comincio ad accarezzarle la schiena, voglio togliere ancora un involucro, voglio vedere quella contenuta all'interno, voglio vedere lei, cosa nasconde sotto l'abitino da infermiera.
Sembra percepire i miei desideri, mi guarda e con voce suadente mi dice "se vuoi posso toglierlo", certo che voglio, accidenti se voglio. Non attende la mia risposta e si libera della giubba. Eccola la sua nuova veste, la prossima bambola. Peccato per il reggiseno, io mi faccio avanti e lei non si scompone, non si ritrae. Anzi lentamente, dolcemente, sposta le sue cure su di lui; con grazia, con sapienza.
La tiro verso di me e le alzo le coppe del reggiseno, dalla prigione escono immediatamente due seni piccoli ma perfetti, li stringo. Sono turgidi, viene proprio voglia di strizzarli, di tormentarli. La tiro ancora verso di me ed ecco che sono a portata di bocca.
I capezzoli si inturgidiscono immediatamente mentre li suggo, è una soddisfazione sentirli duri mentre me li mordicchio, mi lascia fare; senza però mai abbandonare quella dolcezza che sino ad ora ha caratterizzato il nostro incontro. Poi si ritrae e torna ad occuparsi di lui.
Le mani si muovono lentamente, metodicamente. Il capo si abbassa e sento la sua lingua, la osservo e mi accorgo che un'altra matrioska è comparsa. Questa mi guarda dritto negli occhi, vedo la lingua che lo percorre dolcemente. La sensazione di malizia è assoluta, ecco che la dolce bambina ha lasciato il posto alla donna risoluta.
Io resisto, anche se la mia parte animale vorrebbe esplodere, vorrebbe gratificare quella splendida bocca con la mia soddisfazione.
Lei continua il gioco, calma protagonista del mio sogno, artista assoluta del piacere. Ovviamente non riesco a reggere oltre e pavento, copiosamente come non ricordavo da tempo. Soddisfatto ma non domo, voglio arrivare alla prossima bambola. Mi alzo e faccio accomodare lei sul lettino, le chiedo di offrimi la sua schiena per massaggiarla io. Voglio sentire bene la sua pelle. La ungo e comincio, lei credo sia stupita, sicuramente non le capita spesso. Io mi sto godendo la sua pelle, le sue curve dolci ma allo stesso tempo minute, lo straordinario profumo di buono che emana.
Finita la schiena la faccio girare, non resisto voglio vederla, senza chiedere permesso le calo i bianchi pantaloni. Finalmente sono arrivato all'ultima bamboccina, questa però non ha forma umana, è la sua piccola pelosetta bionda. La guardo ammirato e lei per tutta risposta schiude le gambe per meglio offrirmela. Resto imbambolato e l'unica cosa che riesco a fare e darle un tenero bacetto. Non voglio sciupare nulla, non voglio avere neanche un no oggi. Certamente la tentazione e forte ma maggiore è la soddisfazione che mi ha regalato.
Magari sarà per la prossima volta, chissà?
Si chiude qui e lei mi regala un tenero bacetto sulle labbra, raccoglie tutte le mezze bambole e si ricompone, io non posso che guardarla e pensare "Spasiba"
Provoltz