RIFERIMENTO INTERNET:http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/new-new-new-bella-vffa42718771
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NOME INSERZIONISTA: Natasha
NAZIONALITA': Rumena direi
ETA': 23/25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100%
SERVIZI OFFERTI: tutto tranne cim. Dice anche bacio ma accuratamente evitato
SERVIZI USUFRUITI: bbj e anal
COMPENSO RICHIESTO: 80
COMPENSO CONCORDATO: 80
DURATA DELL'INCONTRO: 20 minuti
DESCRIZIONE FISICA: Piccola, magra, tonica, viso carino ma un po' vissuto
ATTITUDINE: gentile ma frettolosa, poco predisposta all'anale
REPERIBILITA': facile ma non immediata
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: no
INDEX RICERCHE: 32732334xx
LA MIA RECENSIONE:
E’ da qualche giorno che mi capita di passare interi pomeriggi buttato sul divano a pettinarmi il cazzo.
La mia donna infatti è spesso fuori per lavoro, impegnata a costruirsi una brillante carriera nel sintetico mondo dei venditori tutto macchinoni, cravatte e wonderbra. Avviata oramai verso un scintillante futuro da cougar. Mi chiedo ancora che cavolo ci faccia insieme a lei, così attiva, perfetta, bella ed ammirata. E soprattutto cosa ci faccia lei con me, perennemente stanco, casalingo ed un pelino trasandato. Ma tremendamente sexy, deve aver pensato appena mi ha visto con le mie nuove canottiere Tezenis e la barba alla Cacciari.
Insomma, ho passato gli ultimi giorni dividendomi svogliatamente tra le repliche di Ballarò ed il lavoro al computer, che altro non è stato che passare al setaccio gli annunci di Bakeca.
Ogni annuncio è stato analizzato nei minimi dettagli: dalla scansione delle foto all’esegesi del testo. Fino ovviamente alla telefonata rivelatrice. Credo di aver speso in ricariche quanto una marchetta.
Ho rispolverato un vecchio quadernone da partita doppia risalente ai tempi dell’odiato esame di ragioneria e l’ho riempito di nomi, numeri di cellulari e della fatidica colonna culo sì/culo no.
Arrivata l’ora di cena ho strappato il preziosissimo foglio, mi sono fatto una doccia veloce, messo un po’ di profumo e via in trattoria per mangiare in compagnia di alcuni amici.
Durante gli antipasti i miei coglioni, ispirati dal ricordo di un paio di culi degli annunci, hanno iniziato a gonfiarsi per poi essere imitati dai corpi cavernosi, irriguardosamente trasfigurati in versione mantice. Al momento del primo piatto, spaghetti sublimi, ero pronto a sborrarmi addosso mentre mi sollazzavo in un vergognoso daty con ben due arselle dalle tendenze lesbo. Quando è arrivato il conto mi sono accorto che si erano fatte le undici passate, abbiamo pagato e mi sono avviato di soppiatto in bagno per un veloce ed azzardato lavaggio bocca/denti/prepuzio/palle ed un accenno anche al culo, hai visto mai che non sia serata fortunata.
Finalmente solo, ho tirato fuori il fedele Startac dal cruscotto dell’auto ed ho iniziato una raffica di chiamate degna di un ak47. Nessuna risposta, dico nes-su-na. Ma ecco Natasha, libera, pronta, disponibile, 100 boccafigaculo. E’ mia.
Vocina giovane, accento dell’est e culo talmente tornito da farlo rizzare perfino a Malgioglio. Ricordavo bene la foto.
Ferma, non andare a letto, dammi venti minuti e sono da te.
Nel mentre si era fatta l’una.
Eccomi arrivato a destinazione. Perlustro la zona, parcheggio a distanza e mi avvio nella tana di Natasha, seguito nel bagliore della luna da un ottantenne zoppo con un cappotto di tre taglie più grande.
Che cazzo ci farà in giro a quest’ora. Mah…
Tre falcate a culo stretto e lo semino raggiungendo il traguardo in solitario.
Vedo qualcosa che si sporge da un ingresso, in fondo al viottolo. Due ciabatte enormi e una testa che sbircia. Dio mio, fai che non sia lei, fai che sia la classica vecchietta che non riesce a prendere sonno e che insozza le strade per dare da mangiare ai gatti.
Man mano che mi avvicino un pigiama prende forma e colore: flanella pesantissima, biancheria da far concorrenza alle mie canottiere Tezenis, mi dico soddisfatto.
Mi fa entrare una ragazzetta chiaramente balcanica, sicuramente rumena. Anzi, della provincia rumena.
Lo capisco dal sorriso, decisamente da rivedere. Così come le babbucce.
E’ lei, quella dell’annuncio, ma facendo il finto tonto le dico che non la riconosco. Signorina, favorisca il culo. Si giri per favore.
Mamma mia, che cosa bella. Si mette a novanta sul letto, abbassa la coltre di flanella e tira fuori due chiappe bianche, lisce ed impreziosite da una gemma rosa luminescente.
Ecco, la recensione potrebbe finire qua: gran cula! Stop.
Troppo poco vero? Eppure è tutto qua.
Vabbe’ continuiamo.
Appena lo vedo mi ci fiondo e gli ammollo un bacio a stampo sul buco, simile a quelli che danno le nonne ai nipoti: smack! Lei si rialza di scatto e mi chiede i soldi.
Le dico se le va bene ottanta, perché della figa non me ne frega niente, voglio solo il bersaglio grosso.
Mi guarda sorpresa e chiede ridacchiando: “Neanche bocca?”
Tesoro, e come lo solleviamo ‘sto macinino? Col pensiero? E’ da quando ho quindici anni che non ci riesco più.
Mi guarda, scopre i denti o quel che ne rimane e scoppia in una risata da far impallidire Sandro Ciotti. Ah dimenticavo, ha una tosse da minatore, mi confessa che fuma molto. O almeno mi auguro sia quella la causa di tutto quello sconquasso da carburatore sporco.
Lei è nuda sul letto. Ha un bel corpo, ma il viso è inquietante: capelli bianconeri che possiamo anche accettare, chi è stato in Romania capirà; occhi chiari tipo Il villaggio dei dannati, filmetto horror che da piccolo non mi fece dormire per mesi, quello dei bambini telepatici con gli occhi bianchi. Il seno invece mi piace, è acerbo e troncoconico simile alla Venere di Milo. Gambe magre e muscolose, culo che non ti dico e pelle liscissima.
Mi avvicino, gioco un po’ col culetto poi mi invita a sdraiarmi sul letto per la pompa.
La coperta non mi ispira, sembra appena rubata da un campo rom, così cerco di minimizzare il contatto evitando di sdraiarmi ed appoggiando solamente la nuca ed i lombi, oscenamente arcuato.
Natasha non fa una grinza, forse capisce ma non fa un fiato. Mi ispeziona l’uccello come farebbe un andrologo, poi si avvicina lentamente, apre il becco e parte con un pompino velocissimo degno di Woody Woodpecker. Incredibile, mai vista una roba simile.
Cerco di fermarla, ma quella niente, la sua chioma bionda svolazza sopra la mia pancia. Le dico di rilassarsi, la afferro per le spalle ma nemmeno mi sente, continua imperterrita con in bocca il mio cazzo esanime, sembra un gatto che gioca con un topo morto.
E allora sbrocco per la situazione surreale, attacco a ridere di brutto, complice la postura ammazzauccello; finalmente si ferma. Mi guarda incredula.
Le chiedo di leccarmi le palle per donare un po’ di linfa a quel pezzo di carne martoriato dalla furia delle sue fauci.
Il cazzo reagisce. Si gonfia, si ingrossa, s’indurisce. E’ pronto.
Scendo dal letto mi acquartiero dietro di lei che si predispone a quattro zampe senza una goccia di lubrificante. Prova e riprova, non entra. Infilo uno, due dita, pollice, indice, poi mi stoppa. Niente dita dentro. Che palle.
La lecco un po’, in punta di lingua. Sembra pulita ma non è la mia specialità e poi non mi fa stare tranquillo.
Riproviamo, questa volta col lubrificante ma la storia è la stessa di prima. Entro qualche centimetro ed avverto una stretta micidiale che mi sputa fuori. Nel mentre sto perdendo consistenza ed inizio ad innervosirmi.
Impugno il cazzo, lo stringo e vado di nuovo dentro fino a metà. Lei scalcia e raglia, sento che chiude il boccaporto, forse involontariamente ed allora desisto terrorizzato dall’idea di finire in ambulanza al pronto soccorso attaccato al culo di una puttana rumena. Cosa direbbe la mia donna? Come la prenderebbe? Come si giustificherebbe coi suoi colleghi occhialiaspecchio, gommadamasticare e cravatta?
Lo tiro fuori e le chiedo di finirmi con una pompa. Senza fare storie lo prende in bocca producendosi in un ass-to-mouth che seppur gommato è pur sempre un ass-to-mouth degno di un filmetto evilangel. Roba per intenditori.
Riprende con la pompa alla Woody Woodpecker e nel mentre, poco prima di venire, vedo delle macchie scure formarsi sull’asta del mio cazzo. Non capisco. Sborro ed è un sollievo.
Una volta liberato dal preservativo osservo una specie di livido sull’asta ed una serie di capillari rotti con conseguente versamento.
In seguito, analizzando il rapporto, arriverò alla conclusione che alcuni movimenti violenti, la stretta del suo culo e quello della mia mano mi hanno letteralmente spaccato il cazzo.
E ora? Come lo spiego?
Il giorno dopo mi sono presentato palla in mano e scarpette ai piedi nell’ultimo campetto di periferia ed ho organizzato in fretta e furia una partita di calcetto con i primi adolescenti che mi sono capitati a tiro, inventandomi una tremendissima pallonata sui coglioni. Più o meno.
Olè!
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NOME INSERZIONISTA: Natasha
NAZIONALITA': Rumena direi
ETA': 23/25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100%
SERVIZI OFFERTI: tutto tranne cim. Dice anche bacio ma accuratamente evitato
SERVIZI USUFRUITI: bbj e anal
COMPENSO RICHIESTO: 80
COMPENSO CONCORDATO: 80
DURATA DELL'INCONTRO: 20 minuti
DESCRIZIONE FISICA: Piccola, magra, tonica, viso carino ma un po' vissuto
ATTITUDINE: gentile ma frettolosa, poco predisposta all'anale
REPERIBILITA': facile ma non immediata
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: no
INDEX RICERCHE: 32732334xx
LA MIA RECENSIONE:
E’ da qualche giorno che mi capita di passare interi pomeriggi buttato sul divano a pettinarmi il cazzo.
La mia donna infatti è spesso fuori per lavoro, impegnata a costruirsi una brillante carriera nel sintetico mondo dei venditori tutto macchinoni, cravatte e wonderbra. Avviata oramai verso un scintillante futuro da cougar. Mi chiedo ancora che cavolo ci faccia insieme a lei, così attiva, perfetta, bella ed ammirata. E soprattutto cosa ci faccia lei con me, perennemente stanco, casalingo ed un pelino trasandato. Ma tremendamente sexy, deve aver pensato appena mi ha visto con le mie nuove canottiere Tezenis e la barba alla Cacciari.
Insomma, ho passato gli ultimi giorni dividendomi svogliatamente tra le repliche di Ballarò ed il lavoro al computer, che altro non è stato che passare al setaccio gli annunci di Bakeca.
Ogni annuncio è stato analizzato nei minimi dettagli: dalla scansione delle foto all’esegesi del testo. Fino ovviamente alla telefonata rivelatrice. Credo di aver speso in ricariche quanto una marchetta.
Ho rispolverato un vecchio quadernone da partita doppia risalente ai tempi dell’odiato esame di ragioneria e l’ho riempito di nomi, numeri di cellulari e della fatidica colonna culo sì/culo no.
Arrivata l’ora di cena ho strappato il preziosissimo foglio, mi sono fatto una doccia veloce, messo un po’ di profumo e via in trattoria per mangiare in compagnia di alcuni amici.
Durante gli antipasti i miei coglioni, ispirati dal ricordo di un paio di culi degli annunci, hanno iniziato a gonfiarsi per poi essere imitati dai corpi cavernosi, irriguardosamente trasfigurati in versione mantice. Al momento del primo piatto, spaghetti sublimi, ero pronto a sborrarmi addosso mentre mi sollazzavo in un vergognoso daty con ben due arselle dalle tendenze lesbo. Quando è arrivato il conto mi sono accorto che si erano fatte le undici passate, abbiamo pagato e mi sono avviato di soppiatto in bagno per un veloce ed azzardato lavaggio bocca/denti/prepuzio/palle ed un accenno anche al culo, hai visto mai che non sia serata fortunata.
Finalmente solo, ho tirato fuori il fedele Startac dal cruscotto dell’auto ed ho iniziato una raffica di chiamate degna di un ak47. Nessuna risposta, dico nes-su-na. Ma ecco Natasha, libera, pronta, disponibile, 100 boccafigaculo. E’ mia.
Vocina giovane, accento dell’est e culo talmente tornito da farlo rizzare perfino a Malgioglio. Ricordavo bene la foto.
Ferma, non andare a letto, dammi venti minuti e sono da te.
Nel mentre si era fatta l’una.
Eccomi arrivato a destinazione. Perlustro la zona, parcheggio a distanza e mi avvio nella tana di Natasha, seguito nel bagliore della luna da un ottantenne zoppo con un cappotto di tre taglie più grande.
Che cazzo ci farà in giro a quest’ora. Mah…
Tre falcate a culo stretto e lo semino raggiungendo il traguardo in solitario.
Vedo qualcosa che si sporge da un ingresso, in fondo al viottolo. Due ciabatte enormi e una testa che sbircia. Dio mio, fai che non sia lei, fai che sia la classica vecchietta che non riesce a prendere sonno e che insozza le strade per dare da mangiare ai gatti.
Man mano che mi avvicino un pigiama prende forma e colore: flanella pesantissima, biancheria da far concorrenza alle mie canottiere Tezenis, mi dico soddisfatto.
Mi fa entrare una ragazzetta chiaramente balcanica, sicuramente rumena. Anzi, della provincia rumena.
Lo capisco dal sorriso, decisamente da rivedere. Così come le babbucce.
E’ lei, quella dell’annuncio, ma facendo il finto tonto le dico che non la riconosco. Signorina, favorisca il culo. Si giri per favore.
Mamma mia, che cosa bella. Si mette a novanta sul letto, abbassa la coltre di flanella e tira fuori due chiappe bianche, lisce ed impreziosite da una gemma rosa luminescente.
Ecco, la recensione potrebbe finire qua: gran cula! Stop.
Troppo poco vero? Eppure è tutto qua.
Vabbe’ continuiamo.
Appena lo vedo mi ci fiondo e gli ammollo un bacio a stampo sul buco, simile a quelli che danno le nonne ai nipoti: smack! Lei si rialza di scatto e mi chiede i soldi.
Le dico se le va bene ottanta, perché della figa non me ne frega niente, voglio solo il bersaglio grosso.
Mi guarda sorpresa e chiede ridacchiando: “Neanche bocca?”
Tesoro, e come lo solleviamo ‘sto macinino? Col pensiero? E’ da quando ho quindici anni che non ci riesco più.
Mi guarda, scopre i denti o quel che ne rimane e scoppia in una risata da far impallidire Sandro Ciotti. Ah dimenticavo, ha una tosse da minatore, mi confessa che fuma molto. O almeno mi auguro sia quella la causa di tutto quello sconquasso da carburatore sporco.
Lei è nuda sul letto. Ha un bel corpo, ma il viso è inquietante: capelli bianconeri che possiamo anche accettare, chi è stato in Romania capirà; occhi chiari tipo Il villaggio dei dannati, filmetto horror che da piccolo non mi fece dormire per mesi, quello dei bambini telepatici con gli occhi bianchi. Il seno invece mi piace, è acerbo e troncoconico simile alla Venere di Milo. Gambe magre e muscolose, culo che non ti dico e pelle liscissima.
Mi avvicino, gioco un po’ col culetto poi mi invita a sdraiarmi sul letto per la pompa.
La coperta non mi ispira, sembra appena rubata da un campo rom, così cerco di minimizzare il contatto evitando di sdraiarmi ed appoggiando solamente la nuca ed i lombi, oscenamente arcuato.
Natasha non fa una grinza, forse capisce ma non fa un fiato. Mi ispeziona l’uccello come farebbe un andrologo, poi si avvicina lentamente, apre il becco e parte con un pompino velocissimo degno di Woody Woodpecker. Incredibile, mai vista una roba simile.
Cerco di fermarla, ma quella niente, la sua chioma bionda svolazza sopra la mia pancia. Le dico di rilassarsi, la afferro per le spalle ma nemmeno mi sente, continua imperterrita con in bocca il mio cazzo esanime, sembra un gatto che gioca con un topo morto.
E allora sbrocco per la situazione surreale, attacco a ridere di brutto, complice la postura ammazzauccello; finalmente si ferma. Mi guarda incredula.
Le chiedo di leccarmi le palle per donare un po’ di linfa a quel pezzo di carne martoriato dalla furia delle sue fauci.
Il cazzo reagisce. Si gonfia, si ingrossa, s’indurisce. E’ pronto.
Scendo dal letto mi acquartiero dietro di lei che si predispone a quattro zampe senza una goccia di lubrificante. Prova e riprova, non entra. Infilo uno, due dita, pollice, indice, poi mi stoppa. Niente dita dentro. Che palle.
La lecco un po’, in punta di lingua. Sembra pulita ma non è la mia specialità e poi non mi fa stare tranquillo.
Riproviamo, questa volta col lubrificante ma la storia è la stessa di prima. Entro qualche centimetro ed avverto una stretta micidiale che mi sputa fuori. Nel mentre sto perdendo consistenza ed inizio ad innervosirmi.
Impugno il cazzo, lo stringo e vado di nuovo dentro fino a metà. Lei scalcia e raglia, sento che chiude il boccaporto, forse involontariamente ed allora desisto terrorizzato dall’idea di finire in ambulanza al pronto soccorso attaccato al culo di una puttana rumena. Cosa direbbe la mia donna? Come la prenderebbe? Come si giustificherebbe coi suoi colleghi occhialiaspecchio, gommadamasticare e cravatta?
Lo tiro fuori e le chiedo di finirmi con una pompa. Senza fare storie lo prende in bocca producendosi in un ass-to-mouth che seppur gommato è pur sempre un ass-to-mouth degno di un filmetto evilangel. Roba per intenditori.
Riprende con la pompa alla Woody Woodpecker e nel mentre, poco prima di venire, vedo delle macchie scure formarsi sull’asta del mio cazzo. Non capisco. Sborro ed è un sollievo.
Una volta liberato dal preservativo osservo una specie di livido sull’asta ed una serie di capillari rotti con conseguente versamento.
In seguito, analizzando il rapporto, arriverò alla conclusione che alcuni movimenti violenti, la stretta del suo culo e quello della mia mano mi hanno letteralmente spaccato il cazzo.
E ora? Come lo spiego?
Il giorno dopo mi sono presentato palla in mano e scarpette ai piedi nell’ultimo campetto di periferia ed ho organizzato in fretta e furia una partita di calcetto con i primi adolescenti che mi sono capitati a tiro, inventandomi una tremendissima pallonata sui coglioni. Più o meno.
Olè!
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