NOME INSERZIONISTA: Nicole
RIFERIMENTO INTERNET: https://www.escortforumit.xxx/accompagnatrici/Nicole-72462?from=regular_list
CITTA' DELL'INCONTRO: Catania
NAZIONALITA': Russa
ETA': Sui venticinque
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): FK, BJ o BBJ, Leccata di palle, Rai1 e Rai2 ecc...
SERVIZI USUFRUITI: FK, BBJ, Leccata di palle, Rai1
COMPENSO RICHIESTO: 200
COMPENSO CONCORDATO: 200
DURATA DELL'INCONTRO: Un'ora
DESCRIZIONE FISICA: Bella ragazza, fisico perfetto, longilinea, bel seno, culo spettacolare
ATTITUDINE: Buona (potenzialmente ottima, ma...)
REPERIBILITA': Facile (messaggistica tramite whatsapp)
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Una decina di gradini (nell'androne delle scale) poi terzo piano con ascensore
TELEFONO: 3206009144
LA MIA RECENSIONE: «Ho girato tutto il mondo io... A Cuba, Haiti, Trinidad e Tobago. Lì era pieno così di femmine, di tutti i tipi, cinesi, indiane, tutte mischiate insieme. Uscivano pazze per me. Mi chiamavano El Gringo. Quando mi vedevano gridavano El Gringo del Bosque!..» Ovviamente non sono io che parlo, ma un vecchietto, sulla settantina passata, ancora tutto arzillo. I tizi dell’autoricambi sono lì che se la ridono sotto i baffi, gli danno la corda, lui continua. È un cabaret il vecchietto. Io lì in coda, un po’ perché come sempre sono in anticipo, faccio passare il tempo, un po’ per prendere qualcosa per la tedmobile che, non so perché, ogni volta che piove poi puzza come un cadavere putrefatto. Il vecchietto tiene l’opera. Non lo dice apertamente ma di bordelli ne ha visti a iosa. Se le mie braghe potessero parlare, sembra quasi dire...
Comprata una scorta d’emergenza di arbre magic, m’incammino. Arrivo lì in perfetto orario. Lei m’aspetta dietro la porta. Indossa un intimo nero, sotto la gonna di pelle (la stessa delle foto). Coi tacchi è poco più bassa di me, sul metro e ottanta scarso. Il volto è leggermente spigoloso ma è comunque uguale identica alle foto. Gli occhi furbi, un fisico da velina. Come sempre c’è il solito intermezzo di cucuzzario e bagno, i teli puliti presi dal cassettone della stanza da letto.
Al momento del calarle la gonna, si volta. Pian piano le apro la zip e la tiro giù, mostrando a poco un culo a dir poco maestoso, spettacolare. L’ottava meraviglia del mondo antico e moderno. Sembra scolpito nel marmo, ma è bello morbido. Morbido e sodo allo stesso tempo. È miracolo della scienza. Si leva l’intimo (annodato sulla nuca), se lo sfila, s’allarga le natiche per farmi vedere quel capolavoro di buco di culo. Leggermente brunito, increspato tutt’intorno. Senza dire niente si inginocchia per terra, comincia a succhiarlo.
Il pompino è mediamente buono, profondo, con la giusta attenzione nei confronti delle maracas. Ogni tanto allunga la mano per segarlo un po’, ma senza troppa insistenza. È lungo (il pompino), continua tranquilla, ci mettiamo al centro del letto, lo specchio riflette lei messa a pecora, le gambe aperte, il santo Graal di quel buco di culo lì in bella mostra.
Alla fine m’incappuccia. Cominciamo con le tre canoniche posizioni del trombo, io sopra, lei sopra, pecora. Lei è partecipa, i baci sono sempre profondi, si muove, m’abbraccia, è lì che mugugna, mi stringe a sé, mi mordicchia una clavicola. Tutto buono. Nei soliti standard del gruppetto (fatta qualche eccezione). È quando faccio per metterglielo nel bucostretto che ecco succede...
Non entra. Faccio per spingere, ma quel culo è più inespugnabile di un Fort Alamo. È che se ne sta lì con lo stringiculo. A mala pena ci passerebbe uno spillo. Ed è un delitto! Un delitto! Uno dei buchi di culo più incantevoli che abbia mai visto. Una roba da sprigionare tutti i più biechi, depravati e infernali istinti! M’arrendo quasi subito, so che sarebbe inutile. Lo stringiculo è la cosa che più in assoluto mi sta sulla balle, che preferirei di gran lunga che la ragazza mi guardasse dritto negli occhi e mi dicesse: santamerda che faccia da stronzo che tieni! Me la prenderei di meno. Giuro!
Ritorniamo così sul primo canale e la cosa va avanti così, di nuovo ottima, ovviamente, finché finisce.
«Sei un musicista?» mi domanda lei. Le rispondo di no, le dico quello che mi piace fare. Lei s’illumina tutta, parliamo a lungo. Parliamo un po’ di tutto, tanto che il tempo passa e noi restiamo lì sdraiati. E la cosa non m’importa più di tanto. Ogni tanto le accarezzo il culo, scorrendo la mano dalla conca della sua schiena fino a giù, fino a sfiorare coi polpastrelli lo spacco della fica. Il tempo finisce, mi rivesto.
«Sei un musicista?» m’aveva chiesto. Questa frase per un po’ mi torna in mente, insistente. Sono appena entrato in ascensore che ecco ho la rivelazione, come le madeleine di Proust, un mio recente passato ecco mi torna in mente. Nitido, perfetto. Non è che l’avessi dimenticato, solo che in un primo momento era accantonato di lato. Son lì che mi ricordo di Cercafase. Cercafase perché, davvero, gli mancava qualche fase nel planetario. Un tipo curioso come pochi! Sono sempre stato una calamita per fulminati, io, per quei svalvolati sfondati di cervello che ti tormentano con le loro assurdità. Da sempre carne da Peste! Me li becco tutti io. Fossimo pure nel pieno bordello di Sant’Agata, per capirci, la folla oceanica, e lì ci fosse un solo sfrangacazzo, state sicuri che quello verrebbe dritto dritto da me per ammorbarmi con le sue stronzate. È la mia condanna! Sisifo me! Ne è la prova incontrovertibile la volta che mi trovavo a Parigi, a Perè-Lachaise, camminavo tranquillo per i cazzi miei quando uno mi ferma per un’informazione. Era italiano, guarda caso. Io capivo lui, lui me. Non c’era la scusante del je ne sais pas! Je ne parle pas tua lingua! Subito mi si attacca come una tenia, mi fa vedere i meravigliosi video che aveva fatto: tutta una serie di tombe e statue di angeli alati col sottofondo di musica new-age. Una cosa da spararsi nei coglioni!
Ma vi dicevo di Cercafase... Mi trovavo a Messina da pochi giorni, due o tre, non conoscevo ancora nessuno, avevo parlato sì e no con tre persone. S’era appena finito di mangiare che ecco che questo mi si siede accanto e mi domanda (testuali parole): «Quindi tu suoni qualche strumento?» e io lì subito a pensare Oh cazzo! M’hanno trovato pure qui! Perché, vedete, il quindi implica un precedente discorso, il quindi è riassuntivo, e io quel miserabile bastardo non l’avevo mai visto in vita mia. Ma nel mio destino pace non ce n’è, come diceva la famosa canzone, e in un niente ecco a mangiarmi il cervello con stronzate ridicole tipo la meditazione guidata e i sette chakra, senza che ci fosse modo di liberarmene, a meno di mandarlo affanculo...
O Signore!.. abbi pietà della mia povera anima!.. mi dicevo io.
RIFERIMENTO INTERNET: https://www.escortforumit.xxx/accompagnatrici/Nicole-72462?from=regular_list
CITTA' DELL'INCONTRO: Catania
NAZIONALITA': Russa
ETA': Sui venticinque
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): FK, BJ o BBJ, Leccata di palle, Rai1 e Rai2 ecc...
SERVIZI USUFRUITI: FK, BBJ, Leccata di palle, Rai1
COMPENSO RICHIESTO: 200
COMPENSO CONCORDATO: 200
DURATA DELL'INCONTRO: Un'ora
DESCRIZIONE FISICA: Bella ragazza, fisico perfetto, longilinea, bel seno, culo spettacolare
ATTITUDINE: Buona (potenzialmente ottima, ma...)
REPERIBILITA': Facile (messaggistica tramite whatsapp)
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Una decina di gradini (nell'androne delle scale) poi terzo piano con ascensore
TELEFONO: 3206009144
LA MIA RECENSIONE: «Ho girato tutto il mondo io... A Cuba, Haiti, Trinidad e Tobago. Lì era pieno così di femmine, di tutti i tipi, cinesi, indiane, tutte mischiate insieme. Uscivano pazze per me. Mi chiamavano El Gringo. Quando mi vedevano gridavano El Gringo del Bosque!..» Ovviamente non sono io che parlo, ma un vecchietto, sulla settantina passata, ancora tutto arzillo. I tizi dell’autoricambi sono lì che se la ridono sotto i baffi, gli danno la corda, lui continua. È un cabaret il vecchietto. Io lì in coda, un po’ perché come sempre sono in anticipo, faccio passare il tempo, un po’ per prendere qualcosa per la tedmobile che, non so perché, ogni volta che piove poi puzza come un cadavere putrefatto. Il vecchietto tiene l’opera. Non lo dice apertamente ma di bordelli ne ha visti a iosa. Se le mie braghe potessero parlare, sembra quasi dire...
Comprata una scorta d’emergenza di arbre magic, m’incammino. Arrivo lì in perfetto orario. Lei m’aspetta dietro la porta. Indossa un intimo nero, sotto la gonna di pelle (la stessa delle foto). Coi tacchi è poco più bassa di me, sul metro e ottanta scarso. Il volto è leggermente spigoloso ma è comunque uguale identica alle foto. Gli occhi furbi, un fisico da velina. Come sempre c’è il solito intermezzo di cucuzzario e bagno, i teli puliti presi dal cassettone della stanza da letto.
Al momento del calarle la gonna, si volta. Pian piano le apro la zip e la tiro giù, mostrando a poco un culo a dir poco maestoso, spettacolare. L’ottava meraviglia del mondo antico e moderno. Sembra scolpito nel marmo, ma è bello morbido. Morbido e sodo allo stesso tempo. È miracolo della scienza. Si leva l’intimo (annodato sulla nuca), se lo sfila, s’allarga le natiche per farmi vedere quel capolavoro di buco di culo. Leggermente brunito, increspato tutt’intorno. Senza dire niente si inginocchia per terra, comincia a succhiarlo.
Il pompino è mediamente buono, profondo, con la giusta attenzione nei confronti delle maracas. Ogni tanto allunga la mano per segarlo un po’, ma senza troppa insistenza. È lungo (il pompino), continua tranquilla, ci mettiamo al centro del letto, lo specchio riflette lei messa a pecora, le gambe aperte, il santo Graal di quel buco di culo lì in bella mostra.
Alla fine m’incappuccia. Cominciamo con le tre canoniche posizioni del trombo, io sopra, lei sopra, pecora. Lei è partecipa, i baci sono sempre profondi, si muove, m’abbraccia, è lì che mugugna, mi stringe a sé, mi mordicchia una clavicola. Tutto buono. Nei soliti standard del gruppetto (fatta qualche eccezione). È quando faccio per metterglielo nel bucostretto che ecco succede...
Non entra. Faccio per spingere, ma quel culo è più inespugnabile di un Fort Alamo. È che se ne sta lì con lo stringiculo. A mala pena ci passerebbe uno spillo. Ed è un delitto! Un delitto! Uno dei buchi di culo più incantevoli che abbia mai visto. Una roba da sprigionare tutti i più biechi, depravati e infernali istinti! M’arrendo quasi subito, so che sarebbe inutile. Lo stringiculo è la cosa che più in assoluto mi sta sulla balle, che preferirei di gran lunga che la ragazza mi guardasse dritto negli occhi e mi dicesse: santamerda che faccia da stronzo che tieni! Me la prenderei di meno. Giuro!
Ritorniamo così sul primo canale e la cosa va avanti così, di nuovo ottima, ovviamente, finché finisce.
«Sei un musicista?» mi domanda lei. Le rispondo di no, le dico quello che mi piace fare. Lei s’illumina tutta, parliamo a lungo. Parliamo un po’ di tutto, tanto che il tempo passa e noi restiamo lì sdraiati. E la cosa non m’importa più di tanto. Ogni tanto le accarezzo il culo, scorrendo la mano dalla conca della sua schiena fino a giù, fino a sfiorare coi polpastrelli lo spacco della fica. Il tempo finisce, mi rivesto.
«Sei un musicista?» m’aveva chiesto. Questa frase per un po’ mi torna in mente, insistente. Sono appena entrato in ascensore che ecco ho la rivelazione, come le madeleine di Proust, un mio recente passato ecco mi torna in mente. Nitido, perfetto. Non è che l’avessi dimenticato, solo che in un primo momento era accantonato di lato. Son lì che mi ricordo di Cercafase. Cercafase perché, davvero, gli mancava qualche fase nel planetario. Un tipo curioso come pochi! Sono sempre stato una calamita per fulminati, io, per quei svalvolati sfondati di cervello che ti tormentano con le loro assurdità. Da sempre carne da Peste! Me li becco tutti io. Fossimo pure nel pieno bordello di Sant’Agata, per capirci, la folla oceanica, e lì ci fosse un solo sfrangacazzo, state sicuri che quello verrebbe dritto dritto da me per ammorbarmi con le sue stronzate. È la mia condanna! Sisifo me! Ne è la prova incontrovertibile la volta che mi trovavo a Parigi, a Perè-Lachaise, camminavo tranquillo per i cazzi miei quando uno mi ferma per un’informazione. Era italiano, guarda caso. Io capivo lui, lui me. Non c’era la scusante del je ne sais pas! Je ne parle pas tua lingua! Subito mi si attacca come una tenia, mi fa vedere i meravigliosi video che aveva fatto: tutta una serie di tombe e statue di angeli alati col sottofondo di musica new-age. Una cosa da spararsi nei coglioni!
Ma vi dicevo di Cercafase... Mi trovavo a Messina da pochi giorni, due o tre, non conoscevo ancora nessuno, avevo parlato sì e no con tre persone. S’era appena finito di mangiare che ecco che questo mi si siede accanto e mi domanda (testuali parole): «Quindi tu suoni qualche strumento?» e io lì subito a pensare Oh cazzo! M’hanno trovato pure qui! Perché, vedete, il quindi implica un precedente discorso, il quindi è riassuntivo, e io quel miserabile bastardo non l’avevo mai visto in vita mia. Ma nel mio destino pace non ce n’è, come diceva la famosa canzone, e in un niente ecco a mangiarmi il cervello con stronzate ridicole tipo la meditazione guidata e i sette chakra, senza che ci fosse modo di liberarmene, a meno di mandarlo affanculo...
O Signore!.. abbi pietà della mia povera anima!.. mi dicevo io.