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furlan76

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Non voglio sminuire la questione. Diciamo che andare da una ragazza per sesso è una donazione di denaro se la ragazza è consenziente. La legge, però, non ammette ignoranza, e se si scopre che la ragazza non è libera ma costretta scatta tutto il resto, e non si può dire non sapevo. Le parrucchiere che lavorano in casa, o gli idraulici possono essere lavoratori in nero, e scusami il paragone, senza emissione di fattura. Non si può dire non sapevo. Si accetta in quel caso con coscienza di contravvenire alle regole. La prostituzione però non è un lavoro. Molti ritengono che sarebbe meglio legalizzare il tutto, anche se data la natura del “lavoro” nessuno avrebbe la certezza della libertà della ragazza (anche dopo aver firmato un contratto). Dopotutto in Italia ospitiamo il Papa, e sarebbe impossibile ammettere che la prostituzione sia una attività lecita di cui lo Stato si fa pappone. La legislazione in Italia è volutamente molto fumosa, e addirittura non prevede nulla per chi produce film per adulti. Tanti italiani scappano nell’est Europa, non per paura del carcere ma per pagare le tasse.

Diciamo che si vuole mantenere lo status quo e colpire la prostituzione con i suoi reati accessori, peraltro molto più gravi, fornendo protezione effettiva a chi ne è vittima. Non esiste al mondo una legislazione perfetta, anche in paesi falsamente civili come l’Olanda dove poi le mettono in vetrina. Se poi lo stato dovesse andare dietro a tutti punter s’ingolferebbe tutto, anche perché i loro funzionari sarebbero i primi a cadere.
 
Vedi,anche se posso essere personalmente d'accordo con le tue considerazioni, ciò nel diritto non conta nulla.Infatti pagare per sesso non è una donazione,la corte di giustizia UE, la Corte Costituzionale e la Cassazione hanno ribadito che la prostituzione rappresenta un'attività economica a tutti gli effetti,riconducibile al lavoro autonomo,e andare con una ragazza vittima di tratta,ad oggi,non costituisce un reato autonomo,l UE,con la direttiva antitratta del 2011, sta esortando ad introdurlo,ossia a punire la condotta di chi consapevolmente si avvale dei servizi offerti da soggetti vittime di tratta, e l'avverbio consapevolmente esclude la punibilità con il dolo eventuale,consentendola solo con il dolo diretto o intenzionale che dir si voglia,quindi l'autore del fatto può ben dire"non lo sapevo".Questo per spiegarti come il diritto vivente spesso differisce da ciò che pensiamo noi,e l'utilità di una siffatta sezione.
 
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Vedi,anche se posso essere personalmente d'accordo con le tue considerazioni, ciò nel diritto non conta nulla.Infatti pagare per sesso non è una donazione,la corte di giustizia UE, la Corte Costituzionale e la Cassazione hanno ribadito che la prostituzione rappresenta un'attività economica a tutti gli effetti,riconducibile al lavoro autonomo,e andare con una ragazza vittima di tratta,ad oggi,non costituisce un reato autonomo,l UE,con la direttiva antitratta del 2011, sta esortando ad introdurlo,ossia a punire la condotta di chi consapevolmente si avvale dei servizi offerti da soggetti vittime di tratta, e l'avverbio consapevolmente esclude la punibilità con il dolo eventuale,consentendola solo con il dolo diretto o intenzionale che dir si voglia,quindi l'autore del fatto può ben dire"non lo sapevo".Questo per spiegarti come il diritto vivente spesso differisce da ciò che pensiamo noi,e l'utilità di una siffatta sezione.
Non voglio sembrarti aggressivo ma io dovrei essere punito perché mi viene fatto un pompino consenziente, ma la ragazza no? Poveretta! Lasciamo stare il romanticismo e il femminismo che proprio non c’entrano con la prostituzione, e sopratutto la corte europea, che di cose ne dice. Se la ragazza è vittima di tratta già esistono tutti i criteri e leggi per tutelarle. Io parlo di ragazze da loft con guadagni esorbitanti. Citando l’intro di Reservoir Dogs, queste ragazze mica se la passano male. Se fanno liberamente quello che vogliono non vedo il problema. Anzi io non vedo proprio il problema da risolvere considerando che se volessero pagherebbero tutte le tasse e si farebbero scrivere sulla carta d’identità “Pompinara”. Ma ovviamente non lo fanno. La prostituzione non è un lavoro ma, mia personale ed impopolare opinione, una facile scappatoia condita da compassione e romanticismo per ragazze che vogliono qualcosa in più in tasca e nei casi più estremi per non lavorare seriamente. Io sono favorevole a legalizzare il tutto, figurati, poi voglio vedere le russe, le ucraine ecc aprire una partita iva, arrivare con l’anticipo dell’affitto, bolli vari ecc e dire alla mamma “Ciao, vado a prostituirmi in Europa. È il mio sogno di bambina”. Lo fanno e basta. E molte di queste si mettono d’accordo fra loro. Preferirei che a questo punto si parlasse di soldi e di quanti ne farebbe lo Stato…ah ma poi il nero? Facciamo l’Ordine delle Prostitute? È qui il punto, con tutto rispetto. Lo Stato deve decidere se le spese da sostenere per il controllo siano giustificate, e non per inculare i clienti per difendere a spada tratta le proprie pupille, ma se vuole diventare partecipe del business. Di regolamenti ce ne sono tanti ma nessun politico da che esiste il mondo produrrebbe uno serio sulla cosa. Gesù disse a Maria Maddalena va e non peccare più ?. Magari la citazione è blasfema e figlia di un mondo maschilista, ma alla fine dei giochi riguarda sempre e solo i soldi e nessun genitore vorrebbe vedere la propria figlia o figlio prostituirsi. Ma ripeto se l’obiettivo è trasformare il reato penale in civile sono d’accordo, se si vuole combattere gli abusi gli strumenti ci sono già.
 
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