Ti capisco benissimo.
Se 65 è la tua data di nascita, allora sono molto più giovane di te, ma anch'io inizio a dormire poco.
Nel mio caso non dormo perché penso, non ho problemi grossi, lavorativi, economici, familiari, o altro.
Nel passato sono stato uno che definire uno stronzo credo sia riduttivo, ora non so il vero motivo, ma sono molto diverso da prima, vedo gli altri non con indifferenza ma con empatia e mi rendo conto di tutti gli errori che ho fatto.
Arrivati ad una certa età si dovrebbe avere la possibilità di rimediare, ma non sempre è possibile, molte persone ho provato a ricontattarle, ma non vogliono nemmeno sentire il mio nome, e non le biasimo.
Certe notti ci penso e penso a cosa gli vorrei dire se né avessi l'occasione.
Forse pensate che sto scapocciando per nulla, ma non credo di essere l'unico una volta arrivato oltre i 40 anni a fare un po' un primo resoconto e a cercare di migliorare, molti si vergognano e non lo dicono, non so, forse nell'immaginario di alcuni non è virile mostrarsi anche fragili, ma io non mi vergogno di questo mio aspetto.
Scusate l'off topic
Ciao
@Tatanka Da, è un sempre un piacere interloquire con te poiché da ciò che scrivi, non è difficile arguire che, ci legano molte cose.
Si, il 65 è riferito al mio anno di nascita e mi avvio fieramente alla fatidica soglia dei 60

Premesso che non sono mai stato un gran dormiglione, neanche da giovane, ma da qualche anno il mio ritmo circadiano si è stabilizzato sulle 4, raramente 5 ore consecutive di sonno. Credo che sia, anche, un fattore genetico, poiché mio padre aveva i miei stessi ritmi.
A volte le già poche ore di sonno, diminuiscono a seguito di periodi di particolare stress, prescindendo dai motivi che possono averlo generato.
Ma in realtà, io neanche mi lamenterei di ciò, in fondo mi sveglio assolutamente sazio di sonno e completamente riposato. Il vero problema è che quando sei sveglio e tutto attorno te tace, il tutto acuito anche dall’oscurità, vuoi o non vuoi, finisci con fare introspezioni che avrebbero anche grande utilità …. purché il fenomeno non si ripetesse con ciclicità giornaliera.
Pensare troppo, peggio ancora se i pensieri sono ripetitivi, può causare lo stesso danno che causa la goccia che cade inesorabilmente ed ininterrottamente sulla roccia …. scava a prescindere dalla durezza di quest’ultima.

…. il tutto reiterato in un loop senza fine

Per quanto riguarda le tue analisi, anche retroattive, io resto convinto che sia un bene capire dove si sia sbagliato e se c’è qualcosa che si possa fare per rimediare. Anche se i pensieri non avranno mai seguito nella realtà, comunque avremmo imparato a non perpetuare gli errori.
Un caro saluto.