DoctorJ
OTR warrior
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Sono passati 23 anni ma non dimentichiamoci di questi angeli!!
Strage dell'Istituto Salvemini - Casalecchio di Reno
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/04/aereo-maledetto-dodici-mortie-lo-stato-contro/
Strage dell'Istituto Salvemini - Casalecchio di Reno
Scheda a cura di Davide Cassinari, del collettivo
Borgorosso - Piacenza
FONTI e LINKS
http://digilander.libero.it/scisma11/Archivi/Cermis.htm
Ed
un articolo di Umanità nova
***
Quello che viene riportato di seguito è uno dei tanti episodi tragici che
restano avvolti nel mistero della fosca storia italiana. Come in tanti altri
casi riportati su questo sito, lo stato ha deciso che non vi sono colpevoli, che
nessun membro dei propri apparati è colpevole, dichiarando "il tragico
incidente", lo stesso, tragico incidente, della strage di Cavalese, lo
stesso, tragico incidente, che ha causato la morte dei passeggeri del DC9 sul
mare di Ustica...
Tutto accadde il 6 Dicembre 1990 a Casalecchio di Reno, un ridente
paesino nel bolognese.
Il 6 Dicembre 1990 un aereo militare compie un
esercitazione sorvolando il paese.
L'aereo è un Aermacchi MB 326.
E' un aereo di sicura affidabilità: fu l'aviogetto italiano più venduto nel
dopoguerra. Le aviazioni di 12 nazioni ne possedevano un carico, per un totale
di 800 esemplari sparsi per il mondo.
Ma dal 6 Dicembre 1990 non
decolleranno più. Cosa successe?
Quel 6 Dicembre è tutto tranquillo come sempre, giornata fredda ma serena
nonostante l'inverno.
Un sole tiepido rischiara le vite di chi sta
lavorando, di chi passeggia, di chi dorme, di chi studia.
E'
mattina.
L'aereo militare ad un certo punto inizia a perdere quota. Compie in
aria delle evoluzioni incredibili tanto da far stare col naso in su tante
persone a Casalecchio, persone che pensano forse ad una improvvisata esibizione.
Ma l'aereo scende di quota sempre più velocemente, e per il pilota è ormai
completamente ingovernabile.
L'aereo continua a scendere sempre più in basso,
le persone smettono di guardare le sue evoluzioni e si guardano tra loro,
pietrificate.
Il pilota abbandona l'aereo, lanciandosi con il dispositivo
d'emergenza.
L'aereo precipita sulla succursale dell'Istituto Tecnico "Salvemini",
esattamente dentro la 2A.
Dodici ragazzi di sedici anni muoiono sul
colpo, altri 4 restano gravemente feriti, come il loro insegnante. Non
finisce qui. Perchè l'aereo è pieno di carburante, ed esplode.
L'esplosione è
violenta e le fiamme avvolgono interamente l'edificio nel giro di pochi
secondi.
Il bilancio finale è drammatico: oltre ai 12 morti della 2A, 72
tra ragazzi e insegnanti riporteranno invalidità permanenti, 84 saranno
ricoverati per intossicazione, ustioni e fratture.
Oggi non ci sono colpevoli o responsabili per quella strage.
Non si
sa perchè quel dannato aereo volasse così basso, non si sa se ebbe un guasto o
il pilota ebbe un malore. Non si sa nulla.
Decine di famiglie hanno perso dei
ragazzi e la cosa più angosciante e che non ne conoscono la causa.
La
giustizia se ne è lavata le mani: il 26 gennaio '98 i giudici della quarta
sezione della Cassazione di Roma, rigettarono i ricorsi e confermarono così la
sentenza su Casalecchio - tutti assolti, "perché il fatto non costituisce reato"
- emessa un anno prima dalla Corte d'appello di Bologna. Reati in prescrizione
(nel caso di omicidio colposo plurimo) dopo 7 anni e mezzo; dal giugno '98 il
caso è dunque chiuso.
Quei giudici dissero che non esistevano colpevoli per i
12 uccisi (e i 90 gravemente feriti o mutilati, molti dei quali da allora
bisognosi di cure) il 6 dicembre '90 da un Aermacchi della patria aviazione che
si schiantò sulla scuola Salvemini a Casalecchio di Reno (vicino Bologna) dopo
che il tenente Bruno Viviani s'era gettato col paracadute. Nessun responsabile
se le vite di Laura, Deborah, Sara, Laura, Tiziana, Antonella, Alessandra,
Dario, Elisabetta, Elena, Carmen e Alessandra sono state stroncate. Dopo che la
strage venne negata in appello, con scarse reazioni istituzionali e con sdegno
di breve durata, alcuni ragazzi dell'Associazione studenti ed ex-studenti del
Salvemini, scrissero una lettera (alla rivista "Alfazeta") parlando d'una
"tredicesima vittima, la gente e gli stessi opinionisti colpiti dalla scarsità
di informazioni che i loro stessi colleghi forniscono. Tredicesima vittima è la
dignità calpestata dal peso o in nome di una divisa. La tredicesima vittima è
chi cade in questa rete e sta al gioco".
Imputati al processo erano il pilota
Viviani, il suo comandante Eugenio Brega e l'ufficiale della torre di controllo
Roberto Corsini. La loro difesa, su richiesta del ministero della Difesa, venne
affidata all'Avvocatura dello Stato. "Scelta che provocò rabbia e sconcerto
perché se è vero che l'aereo era un mezzo militare è pur vero che colpì una
scuola statale" scrissero gli studenti lamentando che "il ministero della
pubblica Istruzione non trovasse nella morte di 12 studenti, avvenuta mentre
facevano lezione, una motivazione per chiedere di essere rappresentato da
quell'organo al servizio dello Stato che è l'Avvocatura". Il processo di primo
grado ebbe il coraggio (di fronte all'evidenza dei fatti) di condannare Viviani,
Brega e Corsini a pene superiori ai due anni - per disastro aviatorio colposo e
lesioni colpevoli - e il Ministero della difesa a risarcire i danni (per
responsabilità civile). Nella sentenza d'assoluzione si legge invece che il caso
fu gonfiato, che "il dibattimento diventò un rito esorcistico", che i giudici di
primo grado aggiustarono i fatti. Per mandare assolti i militari si usa un
linguaggio arrogante, assurdo e offensivo. Nella stessa logica del piccolo e
squallido ricatto di non affidare al Genio i lavori (gratuiti) di ricostruzione
della scuola se l'amministrazione di Casalecchio non avesse prima firmato una
liberatoria, in pratica una specie d'assoluzione morale anticipata; trenta
denari che non furono accettati.
Il silenzio cala su Casalecchio. Le
esercitazioni su zone abitate continuano.
Quella di Casalecchio è una delle tante pagine nere della cronaca italiana e
conferma la linea di comportamento di "certi uomini".
Alti ufficiali
dell'esercito, dei carabinieri, dell'aviazione, della marina. Ministri,
sottosegretari, funzionari. Giornalisti, politici, vescovi e cardinali. Uomini
del potere pronti ad indignarsi ad ogni piè sospinto, pronti a scatenare la
canea reazionaria e razzista contro gli immigrati, le prostitute, gli
scioperanti, gli occupanti, i centri sociali o gli squatter.
Uomini della
"tolleranza zero" estremamente tolleranti e comprensivi quando sul banco degli
imputati dovrebbero sedere loro o i loro compari.
Almeno noi, non dimentichiamoci di loro.
Deborah, Laura, Sara, Laura, Tiziana, Antonella, Alessandra, Dario,
Elisabetta, Elena, Carmen, Alessandra.
Ciao.
http://www.reti-invisibili.net/salvemini/Borgorosso - Piacenza
FONTI e LINKS
http://digilander.libero.it/scisma11/Archivi/Cermis.htm
Ed
un articolo di Umanità nova
***
Quello che viene riportato di seguito è uno dei tanti episodi tragici che
restano avvolti nel mistero della fosca storia italiana. Come in tanti altri
casi riportati su questo sito, lo stato ha deciso che non vi sono colpevoli, che
nessun membro dei propri apparati è colpevole, dichiarando "il tragico
incidente", lo stesso, tragico incidente, della strage di Cavalese, lo
stesso, tragico incidente, che ha causato la morte dei passeggeri del DC9 sul
mare di Ustica...
Tutto accadde il 6 Dicembre 1990 a Casalecchio di Reno, un ridente
paesino nel bolognese.
Il 6 Dicembre 1990 un aereo militare compie un
esercitazione sorvolando il paese.
L'aereo è un Aermacchi MB 326.
E' un aereo di sicura affidabilità: fu l'aviogetto italiano più venduto nel
dopoguerra. Le aviazioni di 12 nazioni ne possedevano un carico, per un totale
di 800 esemplari sparsi per il mondo.
Ma dal 6 Dicembre 1990 non
decolleranno più. Cosa successe?
Quel 6 Dicembre è tutto tranquillo come sempre, giornata fredda ma serena
nonostante l'inverno.
Un sole tiepido rischiara le vite di chi sta
lavorando, di chi passeggia, di chi dorme, di chi studia.
E'
mattina.
L'aereo militare ad un certo punto inizia a perdere quota. Compie in
aria delle evoluzioni incredibili tanto da far stare col naso in su tante
persone a Casalecchio, persone che pensano forse ad una improvvisata esibizione.
Ma l'aereo scende di quota sempre più velocemente, e per il pilota è ormai
completamente ingovernabile.
L'aereo continua a scendere sempre più in basso,
le persone smettono di guardare le sue evoluzioni e si guardano tra loro,
pietrificate.
Il pilota abbandona l'aereo, lanciandosi con il dispositivo
d'emergenza.
L'aereo precipita sulla succursale dell'Istituto Tecnico "Salvemini",
esattamente dentro la 2A.
Dodici ragazzi di sedici anni muoiono sul
colpo, altri 4 restano gravemente feriti, come il loro insegnante. Non
finisce qui. Perchè l'aereo è pieno di carburante, ed esplode.
L'esplosione è
violenta e le fiamme avvolgono interamente l'edificio nel giro di pochi
secondi.
Il bilancio finale è drammatico: oltre ai 12 morti della 2A, 72
tra ragazzi e insegnanti riporteranno invalidità permanenti, 84 saranno
ricoverati per intossicazione, ustioni e fratture.
Oggi non ci sono colpevoli o responsabili per quella strage.
Non si
sa perchè quel dannato aereo volasse così basso, non si sa se ebbe un guasto o
il pilota ebbe un malore. Non si sa nulla.
Decine di famiglie hanno perso dei
ragazzi e la cosa più angosciante e che non ne conoscono la causa.
La
giustizia se ne è lavata le mani: il 26 gennaio '98 i giudici della quarta
sezione della Cassazione di Roma, rigettarono i ricorsi e confermarono così la
sentenza su Casalecchio - tutti assolti, "perché il fatto non costituisce reato"
- emessa un anno prima dalla Corte d'appello di Bologna. Reati in prescrizione
(nel caso di omicidio colposo plurimo) dopo 7 anni e mezzo; dal giugno '98 il
caso è dunque chiuso.
Quei giudici dissero che non esistevano colpevoli per i
12 uccisi (e i 90 gravemente feriti o mutilati, molti dei quali da allora
bisognosi di cure) il 6 dicembre '90 da un Aermacchi della patria aviazione che
si schiantò sulla scuola Salvemini a Casalecchio di Reno (vicino Bologna) dopo
che il tenente Bruno Viviani s'era gettato col paracadute. Nessun responsabile
se le vite di Laura, Deborah, Sara, Laura, Tiziana, Antonella, Alessandra,
Dario, Elisabetta, Elena, Carmen e Alessandra sono state stroncate. Dopo che la
strage venne negata in appello, con scarse reazioni istituzionali e con sdegno
di breve durata, alcuni ragazzi dell'Associazione studenti ed ex-studenti del
Salvemini, scrissero una lettera (alla rivista "Alfazeta") parlando d'una
"tredicesima vittima, la gente e gli stessi opinionisti colpiti dalla scarsità
di informazioni che i loro stessi colleghi forniscono. Tredicesima vittima è la
dignità calpestata dal peso o in nome di una divisa. La tredicesima vittima è
chi cade in questa rete e sta al gioco".
Imputati al processo erano il pilota
Viviani, il suo comandante Eugenio Brega e l'ufficiale della torre di controllo
Roberto Corsini. La loro difesa, su richiesta del ministero della Difesa, venne
affidata all'Avvocatura dello Stato. "Scelta che provocò rabbia e sconcerto
perché se è vero che l'aereo era un mezzo militare è pur vero che colpì una
scuola statale" scrissero gli studenti lamentando che "il ministero della
pubblica Istruzione non trovasse nella morte di 12 studenti, avvenuta mentre
facevano lezione, una motivazione per chiedere di essere rappresentato da
quell'organo al servizio dello Stato che è l'Avvocatura". Il processo di primo
grado ebbe il coraggio (di fronte all'evidenza dei fatti) di condannare Viviani,
Brega e Corsini a pene superiori ai due anni - per disastro aviatorio colposo e
lesioni colpevoli - e il Ministero della difesa a risarcire i danni (per
responsabilità civile). Nella sentenza d'assoluzione si legge invece che il caso
fu gonfiato, che "il dibattimento diventò un rito esorcistico", che i giudici di
primo grado aggiustarono i fatti. Per mandare assolti i militari si usa un
linguaggio arrogante, assurdo e offensivo. Nella stessa logica del piccolo e
squallido ricatto di non affidare al Genio i lavori (gratuiti) di ricostruzione
della scuola se l'amministrazione di Casalecchio non avesse prima firmato una
liberatoria, in pratica una specie d'assoluzione morale anticipata; trenta
denari che non furono accettati.
Il silenzio cala su Casalecchio. Le
esercitazioni su zone abitate continuano.
Quella di Casalecchio è una delle tante pagine nere della cronaca italiana e
conferma la linea di comportamento di "certi uomini".
Alti ufficiali
dell'esercito, dei carabinieri, dell'aviazione, della marina. Ministri,
sottosegretari, funzionari. Giornalisti, politici, vescovi e cardinali. Uomini
del potere pronti ad indignarsi ad ogni piè sospinto, pronti a scatenare la
canea reazionaria e razzista contro gli immigrati, le prostitute, gli
scioperanti, gli occupanti, i centri sociali o gli squatter.
Uomini della
"tolleranza zero" estremamente tolleranti e comprensivi quando sul banco degli
imputati dovrebbero sedere loro o i loro compari.
Almeno noi, non dimentichiamoci di loro.
Deborah, Laura, Sara, Laura, Tiziana, Antonella, Alessandra, Dario,
Elisabetta, Elena, Carmen, Alessandra.
Ciao.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/04/aereo-maledetto-dodici-mortie-lo-stato-contro/