Sono 7 le persone denunciate per favoreggiamento aggravato della prostituzione al termine dell'operazione condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Arezzo.
Appartamenti a luci rosse scoperti dai militari in città e in periferia. All'interno delle mura domestiche un aretino sfruttava la moglie sudamericana, una madre argentina la figlia 20enne, una brasiliana le due sorelle poco più che maggiorenni e tante altre storie di sesso a pagamento. I clienti tutti aretini di varie fasce di età.
"Prostituzione indoor" ha consentito ai militari di alzare il velo su una rete di appartamenti all’interno dei quali giovani donne straniere e transessuali sudamericani si prostituivano.
Ed è stato navigando sul web che i carabinieri tra le decine di annunci a sfondo sessuale hanno scoperto un nuovo giro di prostituzione “indoor”, arrivando fin tra le “mura domestiche” di un normalissimo appartamento in zona Saione.
É proprio a Saione che i carabinieri hanno scoperto T. E., un aretino di 50 anni che tramite annunci on-line metteva a disposizione camere dove faceva prostituire la giovane moglie di origini sudamericane. I clienti? aretini di tutte le età.
A domino poi l'effetto; le indagini infatti hanno poi portato a San Leo dove S. S. J., un 40enne brasiliano, aveva affittato un appartamento per far prostituire la compagna ventenne.
E dalla periferia ancora in città dove in via Mincio i militari hanno individuato ben due appartamenti. All'interno rispettivamente una trentenne brasiliana D. D. S. L. gestiva la prostituzione delle due sorelle di 18 e 20 anni e una quarantacinquenne argentina, V. N. G., favoriva la prostituzione della figlia appena ventenne.
Il giro degli appartamenti a luci rosse è proseguito in via Fiorentina, dove una brasiliana di 35 anni, I. P. D. S, favoriva la prostituzione di una connazionale ventiduenne e si è concluso in via Romana, dove madre e figlia dominicane, V. V. E. e V. R. D. rispettivamente di 48 e 22 anni, si prostituivano e favorivano analoga attività da parte di due transessuali brasiliani.
Le indagini proseguono per chiarire se ci sia il coinvolgimento dei proprietari degli immoboli e dei gestori dei siti internet su cui apparivano le inserzioni.
Appartamenti a luci rosse scoperti dai militari in città e in periferia. All'interno delle mura domestiche un aretino sfruttava la moglie sudamericana, una madre argentina la figlia 20enne, una brasiliana le due sorelle poco più che maggiorenni e tante altre storie di sesso a pagamento. I clienti tutti aretini di varie fasce di età.
"Prostituzione indoor" ha consentito ai militari di alzare il velo su una rete di appartamenti all’interno dei quali giovani donne straniere e transessuali sudamericani si prostituivano.
Ed è stato navigando sul web che i carabinieri tra le decine di annunci a sfondo sessuale hanno scoperto un nuovo giro di prostituzione “indoor”, arrivando fin tra le “mura domestiche” di un normalissimo appartamento in zona Saione.
É proprio a Saione che i carabinieri hanno scoperto T. E., un aretino di 50 anni che tramite annunci on-line metteva a disposizione camere dove faceva prostituire la giovane moglie di origini sudamericane. I clienti? aretini di tutte le età.
A domino poi l'effetto; le indagini infatti hanno poi portato a San Leo dove S. S. J., un 40enne brasiliano, aveva affittato un appartamento per far prostituire la compagna ventenne.
E dalla periferia ancora in città dove in via Mincio i militari hanno individuato ben due appartamenti. All'interno rispettivamente una trentenne brasiliana D. D. S. L. gestiva la prostituzione delle due sorelle di 18 e 20 anni e una quarantacinquenne argentina, V. N. G., favoriva la prostituzione della figlia appena ventenne.
Il giro degli appartamenti a luci rosse è proseguito in via Fiorentina, dove una brasiliana di 35 anni, I. P. D. S, favoriva la prostituzione di una connazionale ventiduenne e si è concluso in via Romana, dove madre e figlia dominicane, V. V. E. e V. R. D. rispettivamente di 48 e 22 anni, si prostituivano e favorivano analoga attività da parte di due transessuali brasiliani.
Le indagini proseguono per chiarire se ci sia il coinvolgimento dei proprietari degli immoboli e dei gestori dei siti internet su cui apparivano le inserzioni.