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positcor
Ospite
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Riporto fedelmente articolo, con richiamo anche in prima pagina, dal quotidiano Il Mattino di Padova di oggi domenica 9 novembre 2008:
Casalinhge hard in un'alcova di Salboro
Irruzione della Mobile: un arresto, due trentenni padovane nei guai
di Paolo Baron
L'occhio indiscreto dei vicini di casa aveva notato da tempo un via vai sospetto in un appartamento al civico 63 di via Bembo, zona tranquilla alle porte di Salboro. Sospetti che sono diventati realtà l'altra notte quando gli agenti della squadra Mobile diretta dal vicequestore aggiunto Marco Calì hanno fatto irruzione nel locale trovando due casalinghe padovane che utilizzavano lo stesso letto per gli "affari".
Una delle due (L.C. di 36 anni, in arte Asia) pagava all'altra (M.C. di 35) 50 euro al giorno per l'"affitto" del letto. L'altra, invece, è risultata intestataria del contratto stipulato con un'agenzia d'affari totalmente estranea alla vicenda. Vicenda che potrebbe avere degli sviluppi a breve. Anche perchè insieme a loro molto probabilmente si prostituiva anche una ragazza rumena che però non era presente al momento dle blitz. i poliziotti hanno trovato in una stanza i suoi vestiti e i documenti.
In casa al momento dell'irruzione c'era, invece, il marito di Asia, Stefano Pesce, 30 anni, originario di Camposampiero, ma residente a Schio. Pesce nell'aprile scorso era già stato condannato a un anno e quattro mesi perchè accusato di aver sfruttato sessualmente la moglie (trovata anche una dose di cocaina). Il giovane era stato arrestato una prima volta qualche mese prima: lui si occupava degli annunci sul giornale e di un discreto controllo sui clienti che si recavano nella sua casa in contrada Righele a Santa Caterina di Schio per usufruire dei massaggi reclamizzati e ottenere i favori sessuali di Asia. Il prezzo concordato era di 100 euro a prestazione.
Pesce era quindi stato posto agli arresti domiciliari in una abitazione di Bolzano Vicentino. In realtà l'altra notte gli agenti l'hanno trovato a Padova. E' scattato l'arresto per evasione, arresto convalidato. Pesce si è preso ulteriori nove mesi ed è ritornato ai domiciliari sempre a Bolzano Vicentino.
Per quanto riguarda le due padovane, invece, nessuna delle due è stata per ora denunciata. Ma le indagini sono ancora in corso. Per esempio, la polizia vuole accertare se effettivamente la titolare del contratto d'affitto non sfruttasse la collega facendosi pagare giornalmente per il letto utilizzato per prostituirsi. Se dovesse emergere qualche reato una delle due potrebbe essere denunciata per sfruttamento.
Secondo quanto accertato, le due trentenni avevano un giro di clienti (molti padovani insospettabili) che a cadenze quasi regolari andavano a trovarle. Nei prossimi giorni entrambe verranno sentite dagli investigatori che vogliono convocare in questura anche la ragazza rumena. Ma non è detto che non vengano convocati anche i clienti delle due casalinghe che pagavano per un quarto d'ora di sesso.
Opinione personale: trovo questo articolo allucinante. Sia per quanto riguarda il richiamo in prima pagina, degno di migliore causa, sia per quanto riguarda il contenuto. Ridicola e vagamente minatoria poi (e lo dico con cognizione di causa essendo interno al settore) la chiusura del collega giornalista, il quale usando il condizionale paventa eventuali convocazioni per i clienti (addirittura insospettabili). In pratica, alla fine dei conti, ci troviamo davanti a un semplice caso di "sub-affitto" tra povere criste, va'. Liquidabile con un taglio basso di 10 righe, se va bene.
Ma io dico: quando si tratta di andare a fare inchieste sullo sfruttamento vero delle prostitute e sul traffico di droga da parte delle gang albanesi o rumene o magrebine, i giornalisti dove sono? E la polizia?
O parliamo di prostituzione in prima pagina solo quando si vuole fare i moralizzatori con un bello spot per lettori gonzi e non si rischia la ghirba?
Casalinhge hard in un'alcova di Salboro
Irruzione della Mobile: un arresto, due trentenni padovane nei guai
di Paolo Baron
L'occhio indiscreto dei vicini di casa aveva notato da tempo un via vai sospetto in un appartamento al civico 63 di via Bembo, zona tranquilla alle porte di Salboro. Sospetti che sono diventati realtà l'altra notte quando gli agenti della squadra Mobile diretta dal vicequestore aggiunto Marco Calì hanno fatto irruzione nel locale trovando due casalinghe padovane che utilizzavano lo stesso letto per gli "affari".
Una delle due (L.C. di 36 anni, in arte Asia) pagava all'altra (M.C. di 35) 50 euro al giorno per l'"affitto" del letto. L'altra, invece, è risultata intestataria del contratto stipulato con un'agenzia d'affari totalmente estranea alla vicenda. Vicenda che potrebbe avere degli sviluppi a breve. Anche perchè insieme a loro molto probabilmente si prostituiva anche una ragazza rumena che però non era presente al momento dle blitz. i poliziotti hanno trovato in una stanza i suoi vestiti e i documenti.
In casa al momento dell'irruzione c'era, invece, il marito di Asia, Stefano Pesce, 30 anni, originario di Camposampiero, ma residente a Schio. Pesce nell'aprile scorso era già stato condannato a un anno e quattro mesi perchè accusato di aver sfruttato sessualmente la moglie (trovata anche una dose di cocaina). Il giovane era stato arrestato una prima volta qualche mese prima: lui si occupava degli annunci sul giornale e di un discreto controllo sui clienti che si recavano nella sua casa in contrada Righele a Santa Caterina di Schio per usufruire dei massaggi reclamizzati e ottenere i favori sessuali di Asia. Il prezzo concordato era di 100 euro a prestazione.
Pesce era quindi stato posto agli arresti domiciliari in una abitazione di Bolzano Vicentino. In realtà l'altra notte gli agenti l'hanno trovato a Padova. E' scattato l'arresto per evasione, arresto convalidato. Pesce si è preso ulteriori nove mesi ed è ritornato ai domiciliari sempre a Bolzano Vicentino.
Per quanto riguarda le due padovane, invece, nessuna delle due è stata per ora denunciata. Ma le indagini sono ancora in corso. Per esempio, la polizia vuole accertare se effettivamente la titolare del contratto d'affitto non sfruttasse la collega facendosi pagare giornalmente per il letto utilizzato per prostituirsi. Se dovesse emergere qualche reato una delle due potrebbe essere denunciata per sfruttamento.
Secondo quanto accertato, le due trentenni avevano un giro di clienti (molti padovani insospettabili) che a cadenze quasi regolari andavano a trovarle. Nei prossimi giorni entrambe verranno sentite dagli investigatori che vogliono convocare in questura anche la ragazza rumena. Ma non è detto che non vengano convocati anche i clienti delle due casalinghe che pagavano per un quarto d'ora di sesso.
Opinione personale: trovo questo articolo allucinante. Sia per quanto riguarda il richiamo in prima pagina, degno di migliore causa, sia per quanto riguarda il contenuto. Ridicola e vagamente minatoria poi (e lo dico con cognizione di causa essendo interno al settore) la chiusura del collega giornalista, il quale usando il condizionale paventa eventuali convocazioni per i clienti (addirittura insospettabili). In pratica, alla fine dei conti, ci troviamo davanti a un semplice caso di "sub-affitto" tra povere criste, va'. Liquidabile con un taglio basso di 10 righe, se va bene.
Ma io dico: quando si tratta di andare a fare inchieste sullo sfruttamento vero delle prostitute e sul traffico di droga da parte delle gang albanesi o rumene o magrebine, i giornalisti dove sono? E la polizia?
O parliamo di prostituzione in prima pagina solo quando si vuole fare i moralizzatori con un bello spot per lettori gonzi e non si rischia la ghirba?