La prima vacanza a Santo Domingo la feci nel 1998, dopo anni di punteraggio nelle capitali europee e dopo aver visitato diverse volte Cuba e il Brasile, dove mi ero illuso che con le brasiliane ci si potesse combinare qualcosa di serio e duraturo (oltre che piacevole). Arrivai nella capitale alle 6 di mattina, andai subito in albergo e già nella hall (ripeto, alle 6 di mattina…) c’erano mignottone che occhieggiavano i clienti per salire in camera con loro. Io ovviamente ero polverizzato dal viaggio e la reattività del mio pisellino era pari a quella di un bradipo sotto anestesia, per cui salii solo soletto in stanza a dormire.
La sera stessa ero già in tiro: al pomeriggio avevo conosciuto una guida turistica/scroccone che mi aveva magnificato le bellezze del luogo, e grazie a lui avevo combinato una nottata con due ragazze mulatte di 20 anni, cugine, che mi ero trombato sotto la doccia una dopo l’altra, dopo aver ruzzolato nel letto in un tripudio di lingue, fiche e culi.
Volevo però provare i bordelli, luoghi culto della mia fantasia erotica, di cui l’Italia improvvidamente si era privata grazie alla vecchia zoccola incartapecorita della senatrice Merlin, quella che volle emancipare le ragazze di vita facendole stare in piedi per ore di notte, al freddo, alla pioggia e nelle mani degli sfruttatori: chiaro esempio di cieco fanatismo social/religioso finito a schifio, come sempre in questi casi, anche ai giorni nostri.
Torniamo a bomba: con il mio chaperon dominicano la seconda sera di vacanza prendiamo un taxi e ci facciamo portare in un locale all’aperto su una scogliera chiamato Petit Chateau: terrazzona sul mare in penombra, svariate troione in abito da sera che svolazzano tra i tavoli, pianista che suona e spettacoli vari in pista (anche un combattimento di galli).
In tarda serata cominciano gli spettacoli di strip-tease: per seconda si esibisce una bellissima ragazza bianca con bellissimo nasino all'insù, gran massa di capelli corvini e culone xxxxl. Finito lo show la chiamo al tavolo, offro da bere, faccio il galante e pago il dovuto per portarmela in albergo (ecco, questo funzionava molto meglio della galanteria, ehm...).
Già in taxi cominciamo a limonare, lingua in bocca e mani sui rispettivi sessi; appena arrivati in camera ci spogliamo e cominciamo l’esplorazione dei rispettivi corpi. A un certo punto mi dice (parlava perfettamente in italiano) “Girati che voglio leccarti il culo”, io vado in tilt, mi metto a pecorina e la signorina comincia uno dei più devastanti anal rimming che abbia mai ricevuto, tant’è vero che sborro sulle lenzuola senza quasi toccarmi!!!!!!!!!!!! Lei tutta divertita e orgogliosa del risultato della sua perizia professionale mi bacia in bocca e io, già di nuovo in tiro, comincio le danze vere e proprie con le posizioni classiche (compresa inculata in terrazzo!!!!!!).
La vacanza proseguì su questa falsariga….
Grazie di avermi letto, cari colleghi
La sera stessa ero già in tiro: al pomeriggio avevo conosciuto una guida turistica/scroccone che mi aveva magnificato le bellezze del luogo, e grazie a lui avevo combinato una nottata con due ragazze mulatte di 20 anni, cugine, che mi ero trombato sotto la doccia una dopo l’altra, dopo aver ruzzolato nel letto in un tripudio di lingue, fiche e culi.
Volevo però provare i bordelli, luoghi culto della mia fantasia erotica, di cui l’Italia improvvidamente si era privata grazie alla vecchia zoccola incartapecorita della senatrice Merlin, quella che volle emancipare le ragazze di vita facendole stare in piedi per ore di notte, al freddo, alla pioggia e nelle mani degli sfruttatori: chiaro esempio di cieco fanatismo social/religioso finito a schifio, come sempre in questi casi, anche ai giorni nostri.
Torniamo a bomba: con il mio chaperon dominicano la seconda sera di vacanza prendiamo un taxi e ci facciamo portare in un locale all’aperto su una scogliera chiamato Petit Chateau: terrazzona sul mare in penombra, svariate troione in abito da sera che svolazzano tra i tavoli, pianista che suona e spettacoli vari in pista (anche un combattimento di galli).
In tarda serata cominciano gli spettacoli di strip-tease: per seconda si esibisce una bellissima ragazza bianca con bellissimo nasino all'insù, gran massa di capelli corvini e culone xxxxl. Finito lo show la chiamo al tavolo, offro da bere, faccio il galante e pago il dovuto per portarmela in albergo (ecco, questo funzionava molto meglio della galanteria, ehm...).
Già in taxi cominciamo a limonare, lingua in bocca e mani sui rispettivi sessi; appena arrivati in camera ci spogliamo e cominciamo l’esplorazione dei rispettivi corpi. A un certo punto mi dice (parlava perfettamente in italiano) “Girati che voglio leccarti il culo”, io vado in tilt, mi metto a pecorina e la signorina comincia uno dei più devastanti anal rimming che abbia mai ricevuto, tant’è vero che sborro sulle lenzuola senza quasi toccarmi!!!!!!!!!!!! Lei tutta divertita e orgogliosa del risultato della sua perizia professionale mi bacia in bocca e io, già di nuovo in tiro, comincio le danze vere e proprie con le posizioni classiche (compresa inculata in terrazzo!!!!!!).
La vacanza proseguì su questa falsariga….
Grazie di avermi letto, cari colleghi