Prostituzione nell'ex blocco sovietico....

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Mi rendo conto che forse un forum di storia sarebbe più indicato per aprire un topic di questo tipo ma lo apro anche qua nella speranza che qualche utente appassionato di storia e/o conoscitore di quei paesi mi dia qualche informazione.
Le uniche cose che so sono che tutti i Paesi che firmarono il Patto di Varsavia misero al bando la prostituzione in quanto "fenomeno borghese",alcuni di questi Paesi (la Germania Est se non vado errato) arrivarono ad affermare che da loro la prostituzione era completamente sparita ma il fenomeno continuò ad esistere in tutto il blocco comunista.
Sapete se di fatto era tollerata dalle autorità oppure la polizia contrastava il fenomeno?
E dove si svolgeva,per strada,in casa o nei bordelli?
I clienti come arrivavano a sapere che la tale signorina esercitava nel tal posto,per passaparola?
 
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Nel film "Le vite degli altri" ambientato nella Germania Est il funzionario di partito usufruiva dei servizi di una meretrice che andava appartamento per appartamento (ovviamente tutto controllato, nel senso che lo stabile era pieno di microspie) diciamo "a colpo sicuro", ora non ricordo bene ma sembrava un servizio "concordato", nulla di segreto o nascosto anche perche come dicevo era abbastanza impossibile.
 
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Von Donnersmarck, scrittore e registe de "le vite degli altri", e' nato a Colonia. Non mi risulta abbia mai vissuto nella DDR. Anche se pare abbia vissuto un paio di anni a Leningrado.
Anche nei libri "sovietici" di Martin Cruz Smith - scrittore che comunque apprezzo - appaiono prostitute. Ma si tratta di uno scrittore americano.

Con tutto il rispetto per gli autori, permettetemi di dubitare dell'attendibilita' di un film e di una serie di romanzi in merito a un argomento cosi' particolare come la prostituzione. In Italia ne sappiamo qualcosa (giudicate coerenti con la vostra esperienza diretta, articoli, libri e film sulla prostituzione in italia?)

A me piacerebbe avere qualche testimonianza di prima mano (e immagino che questo fosse anche lo scopo dell'iniziatore del thread).

Thread interessante comunque.
 
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Pampas della provincia di Varese.
Da mie esperienze dirette in loco, parlando con persone che hanno vissuto il comunismo e la "primavera di Praga", mi raccontarono che i russi reprimevano e punivano la prostituzione in tutta l'ex Cecoslovacchia. Inizio anni 90, con quella che loro definivano "liberazione", la prostituzione si sviluppo' rapidamente seppure fosse ancora vietata. Tecnica di addescamento preferita era sulle strada: le ragazze si fingevano autostoppiste così da sviare eventuali controlli e per poter avvicinare potenziali clienti. Il fenomeno delle "o.t.r.", prese sempre piu' piede negli anni a venire soprattutto nelle zone confinanti con l'Austria. Metà anni 90, a Praga, la prostituzione raggiunse i livelli odierni anche se era tutto diverso per ciò che concerne qualità, prestazioni e prezzi.
 
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non si usava il denaro ,ma merce che in quei paesi era introvabile perchè considerata merce da borghesi , e con poco ti divertivi
poi il passaparola era fondamentale , noi (si viaggiava in gruppo) in strada non abbiamo mai visto nulla ci ospitavano in case coloniche e potevi trovare la figlia e le sue amiche o le amiche del padrone della casa(le trovavi direttamente nel letto)
ma erano altri tempi (belli)
 
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Padova ma più che altro in giro per il mondo
circa 40 anni fa andai con le giovanili di rugby in Polonia e l'allenatore grandissimo puttaniere ci consigliò di portare calze di nylon
ricordo che andammo all'allora UPIM e svaligiammo letteralmente il negozio, per completare l'opera passammo da COIN, parlo di Padova
giunti in Polonia, praticamente si scopava 2-3 volte al giorno, e nelle partite giocate fummo, ovviamente, bastonati, nonostante loro fossero molto inferiori
merce di scambio 1 paio di collant = una scopata di un'ora
si scopava con tutte, cameriere, figlie di, commesse
il mio ricordo era che la davano tutte a "pagamento", e si andava senza guanto
non eravamo in grande città ma cittadina di 30mila abitanti, con economia agricola

molti anni dopo tornai per lavoro nella Jugo di Tito, ricordo a Lubiana che nella ditta che ero ospite ed il direttore era una bella signora
che mi disse che per la notte potevo scegliermi qualche operaia che mi piaceva, ci pensava lei a chiedere
vidi in catena di montaggio una bella ragazza e la segnalai, ci feci 2 notti .... aveva 19 anni ma con una maialaggine di una 40enne

dopo la caduta del muro sono stato in Siberia a Novosibirsk, e la prostituzione e le proposte di matrimonio la fanno da padrona
ragazze bellissime, quasi sconvolgenti, venni accolto in aeroporto da una strafiga mora occhi di ghiaccio e mi accompagnò giorno e notte per i 3 giorni che vi rimasi
.... forse i più bei giorni della mia vita, pur sapendo che era una pseudo puttana volevo correre il rischio e portarmela via, poi la ragione ebbe la meglio
"nell'arte sovrana di fare i pompini batteva le troie di tutti i casini"
... i migliori della mia vita
 
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Cudicien

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io il primo viaggio nei paesi dell'est lo feci a Břeclav (allora Cecoslovacchia oggi Moravia regione della Repubblica Ceca) nel lontano 1991 cittadina a confine con l'Austria (per attraversarlo servivano 4-5 ore di fila).
Il tenore di vita era rispetto a noi da terzo mondo pur avendo avuto una storia importante imperiale con tanti bellissimi castelli come quello di Zámek Lednice.
Le ragazze avevano un abbigliamento talmente banale ed economico che facevano tristezza.
Nei villaggi attorno alla cittadina c'era ancora più povertà, persino le abitazioni a mono piano di mattoni sembravano fossero rimaste così dal 1945 eppure lì ci abitavano di quelle strafighe..
Io a quel tempo avevo la Fiat Ritmo e quando passavi per le stradine la gente ti guardava addirittura strabiliando gli occhi.
Cuccare in quei posti era facile per chiunque (oggi si direbbe ti piace vincere facile) bastava solo la galanteria.
E chiaramente ogni anno ritornavo fino a che a cominciare dal 1998 le occasioni cominciavano a diminuire visto il miglioramento del benessere e lo sviluppo dell'economia.
Al giorno d'oggi Břeclav si è avvicinata moltissimo al nostro stile di vita e rimane comunque un bel posto da visitare ma per la figa free è molto più difficile
 
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io il primo viaggio nei paesi dell'est lo feci a Břeclav (allora Cecoslovacchia oggi Moravia regione della Repubblica Ceca) nel lontano 1991 cittadina a confine con l'Austria (per attraversarlo servivano 4-5 ore di fila).
Il tenore di vita era rispetto a noi da terzo mondo pur avendo avuto una storia importante imperiale con tanti bellissimi castelli come quello di Zámek Lednice.
Le ragazze avevano un abbigliamento talmente banale ed economico che facevano tristezza.
Nei villaggi attorno alla cittadina c'era ancora più povertà, persino le abitazioni a mono piano di mattoni sembravano fossero rimaste così dal 1945 eppure lì ci abitavano di quelle strafighe..
Io a quel tempo avevo la Fiat Ritmo e quando passavi per le stradine la gente ti guardava addirittura strabiliando gli occhi.
Cuccare in quei posti era facile per chiunque (oggi si direbbe ti piace vincere facile) bastava solo la galanteria.
E chiaramente ogni anno ritornavo fino a che a cominciare dal 1998 le occasioni cominciavano a diminuire visto il miglioramento del benessere e lo sviluppo dell'economia.
Al giorno d'oggi Břeclav si è avvicinata moltissimo al nostro stile di vita e rimane comunque un bel posto da visitare ma per la figa free è molto più difficile
a parte passare il confine erano ore di fila , ma vedevi lo stile di vita, il paesaggio cambiare in modo netto Austria -Cecoslovacchia Ungheria la strada asfaltata attraversava il paese ,ma tutte le laterali in terra battuta , a parte il paesaggio e la miseria che regnava era l'accoglienza e il calore che questa gente ti offriva(non fate battute scontate)e più ti spostavi verso Romania (molto rischiosa a quel tempo) Moldavia ,Ucraina erano sempre più povere , il rischio che ad ogni controllo della policia pagavi pegno
 
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Pampas della provincia di Varese.
io il primo viaggio nei paesi dell'est lo feci a Břeclav (allora Cecoslovacchia oggi Moravia regione della Repubblica Ceca) nel lontano 1991 cittadina a confine con l'Austria (per attraversarlo servivano 4-5 ore di fila).
Conosco la città, visto il castello e posso immaginare cosa fosse nel lontano 91, sia la Moravia come la fauna locale.
 
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circa 40 anni fa andai con le giovanili di rugby in Polonia e l'allenatore grandissimo puttaniere ci consigliò di portare calze di nylon
ricordo che andammo all'allora UPIM e svaligiammo letteralmente il negozio, per completare l'opera passammo da COIN, parlo di Padova
giunti in Polonia, praticamente si scopava 2-3 volte al giorno, e nelle partite giocate fummo, ovviamente, bastonati, nonostante loro fossero molto inferiori
merce di scambio 1 paio di collant = una scopata di un'ora
si scopava con tutte, cameriere, figlie di, commesse
il mio ricordo era che la davano tutte a "pagamento", e si andava senza guanto
non eravamo in grande città ma cittadina di 30mila abitanti, con economia agricola

molti anni dopo tornai per lavoro nella Jugo di Tito, ricordo a Lubiana che nella ditta che ero ospite ed il direttore era una bella signora
che mi disse che per la notte potevo scegliermi qualche operaia che mi piaceva, ci pensava lei a chiedere
vidi in catena di montaggio una bella ragazza e la segnalai, ci feci 2 notti .... aveva 19 anni ma con una maialaggine di una 40enne

dopo la caduta del muro sono stato in Siberia a Novosibirsk, e la prostituzione e le proposte di matrimonio la fanno da padrona
ragazze bellissime, quasi sconvolgenti, venni accolto in aeroporto da una strafiga mora occhi di ghiaccio e mi accompagnò giorno e notte per i 3 giorni che vi rimasi
.... forse i più bei giorni della mia vita, pur sapendo che era una pseudo puttana volevo correre il rischio e portarmela via, poi la ragione ebbe la meglio
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Che belle avventure...quasi invidia la mia :)
 
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Versilia
Leggendo vari racconti in merito sembra proprio che si ha più successo con le free quanto più siano povere. Sembra una cavolata ed invece dovrebbe far riflettere. Non a caso ne abbiamo parlato in altri thread la grande maggioranza delle pay proviene da paesi ex sovietici o sudamericani con le economie disastrate.
 
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a quel tempo non chiedevano soldi , ma abbigliamento di ogni genere oppure del cibo (una sera nei pressi del lago Balaton(Ungheria)ci chiesero di acquistare del pesce che veniva fritto in strada in una specie di chiosco ambulante
due pesci azzurri x una misera spesa, per loro fu una gran festa e un enorme regalo tutto questo succedeva fuori dalle grandi città e una cosa che notammo era l'assenza del reggiseno
 
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butlitz

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Buongiorno cari colleghi, se permettete vi do il mio personale contributo, visto che ho anch’io avuto qualche esperienza in proposito. Premetto che, sul finire degli anni ’70, avevo conosciuto in Inghilterra, facendo lavoretti estivi, un ragazzo polacco e che da lui avevo avuto delle dritte su come comportarmi, per cui nell’estate dell’84 sono partito con un amico per quei lidi. Abbiamo viaggiato sulla sua giulietta 1300, dividendoci le spese e alternandoci alla guida, ben dotati di collant e di qualche paio di jeans (ovviamente economici, comperati al mercato del venerdì). Siamo arrivati passando dall’Austria e dalla Cecoslovacchia, superando lunghi e pignoli controlli di frontiera. Il Paese, sebbene fosse quello messo meno peggio nel blocco orientale, era molto squallido. Non mi riferisco solo alle strade o all’edilizia popolare, ma al clima che si respirava. Non ho mai visto prostitute come intendiamo noi, ma donne belle e molto, molto disponibili. Per noi giovani di quegli anni, vedere ragazze che prendevano l’iniziativa e ti venivano a cercare era una piacevole sorpresa. Si scopava con tutto: collant, una cena fuori (equivalente di 10.000 lire ristorante per due a Cracovia!), jeans, mercato nero della valuta, tutto andava bene. Esisteva una catena di negozi, chiamata Pewex, dove i polacchi potevano trovare di tutto, anche generi di lusso, senza fare file, però bisognava pagare in valuta occidentale. Una bella bionda, tipo Natasha Stefanenko, mi cambiava i dollari in zloty e me la portavo regolarmente a letto. Sarebbe sbagliato però pensare che si scopava solo pagando con merce o cene, per quelle ragazze noi rappresentavamo l’ovest, il mondo libero e spesso venivano con noi anche gratis, le portavi in macchina, le offrivi una sensazione di libertà, di fuga dall’ambiente grigio in cui vivevano e tanto bastava. Ovviamente i maschietti non ci guardavano con altrettanta simpatia…
 
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Pampas della provincia di Varese.
Buongiorno cari colleghi, se permettete vi do il mio personale contributo, visto che ho anch’io avuto qualche esperienza in proposito. Premetto che, sul finire degli anni ’70, avevo conosciuto in Inghilterra, facendo lavoretti estivi, un ragazzo polacco e che da lui avevo avuto delle dritte su come comportarmi, per cui nell’estate dell’84 sono partito con un amico per quei lidi. Abbiamo viaggiato sulla sua giulietta 1300, dividendoci le spese e alternandoci alla guida, ben dotati di collant e di qualche paio di jeans (ovviamente economici, comperati al mercato del venerdì). Siamo arrivati passando dall’Austria e dalla Cecoslovacchia, superando lunghi e pignoli controlli di frontiera. Il Paese, sebbene fosse quello messo meno peggio nel blocco orientale, era molto squallido. Non mi riferisco solo alle strade o all’edilizia popolare, ma al clima che si respirava. Non ho mai visto prostitute come intendiamo noi, ma donne belle e molto, molto disponibili. Per noi giovani di quegli anni, vedere ragazze che prendevano l’iniziativa e ti venivano a cercare era una piacevole sorpresa. Si scopava con tutto: collant, una cena fuori (equivalente di 10.000 lire ristorante per due a Cracovia!), jeans, mercato nero della valuta, tutto andava bene. Esisteva una catena di negozi, chiamata Pewex, dove i polacchi potevano trovare di tutto, anche generi di lusso, senza fare file, però bisognava pagare in valuta occidentale. Una bella bionda, tipo Natasha Stefanenko, mi cambiava i dollari in zloty e me la portavo regolarmente a letto. Sarebbe sbagliato però pensare che si scopava solo pagando con merce o cene, per quelle ragazze noi rappresentavamo l’ovest, il mondo libero e spesso venivano con noi anche gratis, le portavi in macchina, le offrivi una sensazione di libertà, di fuga dall’ambiente grigio in cui vivevano e tanto bastava. Ovviamente i maschietti non ci guardavano con altrettanta simpatia…
O.T.
Posso confermarti, che in tempi piu' recenti (2004), ho vissuto situazioni non tanto differenti in quel di Białystok , "sorridente" città del nord est della Polonia (a meno di 100 km dal confine Bielorusso - semplice curiosità, l'attrice Izabella Scorupco è nata qui).
Collant e jeans sono, ormai, alla portata di tutti e tutte ma il fascino dell'italiano, almeno lontano dalla capitale, ha il "suo peso" soprattutto se si hanno occhi e capelli scuri e pelle abbronzata (a quei tempi rietravo in questi canoni).
La qualità della fauna locale è notevolissima: chi ama le est pelle chiara e liscia come un foglio A4, gli occhi azzurri-grigi, i capelli biondissimi e la gamba lunga, qui, rischia l'infarto e l'erezione continua.
Facile socializzare e finire a letto.
Ulteriore piccola divagazione: tra free & pay, da mie esperienze dirette, le est piu' stronze in assoluto sono le polacche.
 
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Ovviamente i maschietti non ci guardavano con altrettanta simpatia…
questo era un altro problema se lavoravi nelle loro sedi, se facevi lo sbaglio di intraprendere un rapporto con una dipendente dello stabilimento erano mal di pancia
potevi portare a letto (o provarci con interpreti o segretarie,( pezzi di gnocca da impazzire )ti cercavano a casa o in albergo , e questo sempre fuori dalle grandi città
una altra cosa importante era" non portarle in Italia"
 
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per quelle ragazze noi rappresentavamo l’ovest, il mondo libero e spesso venivano con noi anche gratis, le portavi in macchina, le offrivi una sensazione di libertà, di fuga dall’ambiente grigio in cui vivevano e tanto bastava.

Parrebbe quindi che la Corea del Nord possa offrire grandi opportunita' attualmente.
 
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questo era un altro problema se lavoravi nelle loro sedi, se facevi lo sbaglio di intraprendere un rapporto con una dipendente dello stabilimento erano mal di pancia
potevi portare a letto (o provarci con interpreti o segretarie,( pezzi di gnocca da impazzire )ti cercavano a casa o in albergo , e questo sempre fuori dalle grandi città
una altra cosa importante era" non portarle in Italia"
Al 90% degli uomini dell'est Europa stiamo letteralmente sulle palle: grarantisco, almeno da parte mia, che la cosa è reciproca.
Abbiamo modi di fare, per cultura ed educazione, che piacciamo molto alle loro donne. I loro maschietti son delle vere e proprie bestie che amano troppo birra e vodka.
Portarle a casa (in Italia) o no..., imho, è un altro, lungo e "bel" discorso da affrontare, magari, in altra discussione.
 
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butlitz

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Non so se il discorso ex blocco di Varsavia valga anche per la Corea del Nord, perché non ci sono mai stato, né conosco nessuno che ci sia stato. Ragionando per analogia, forse è possibile. Tornando alla Polonia, dove ho soggiornato quasi un mese (fino a quando cioè sono finiti i soldi), debbo dire che i fattori che facevano la differenza erano più d’uno. Quelle ragazze erano già di per sé molto più disinibite delle loro coetanee italiche. In quell’epoca, cioè fine anni ’70 e inizio ’80, da noi se volevi andare oltre la pomiciata dovevi andare necessariamente a puttane o fidanzarti a casa e stare molto attento. In città andava un po’ meglio, nei paesini la situazione era triste, oltre frontiera era un mondo tutto da scoprire. Poi c’era quella che chiamerei voglia dell’ovest. Le ragazze leggevano con avidità le rare riviste che arrivavano da quelle parti e cercavano di imitare il nostro stile di vita. Noi, con i nostri capi di abbigliamento, le nostre mode, le macchine, rappresentavamo l’occidente, il diverso, il mondo a loro proibito. Con noi si sentivano realizzate. Amici miei che sono stati in Romania mi hanno detto che la situazione era grosso modo la stessa anche lì. Giustissima la precisazione fatta dal collega: bisognava fare attenzione a non farsi accalappiare e a portarle in Italia! Il prodotto andava consumato in loco. Il discorso dei maschi locali è verissimo. Con noi sul posto loro erano degli esclusi e le occhiatacce torve che ci lanciavano erano molto eloquenti. Del resto, il confronto fra noi era improponibile. Se avevano gli agganci giusti, potevano sperare di comperarsi a rate una fiat 126P, altrimenti a piedi o, nella migliore delle ipotesi, una fumosa Jawa due tempi. Ristorante neanche a parlarne. Può sembrare crudo e spietato dirlo così, ma così era la realtà di quegli anni.
 
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