QUELLA VOLTA CHE AKIMO HA COMINCIATO A FERMARSI LA NOTTE DA ME

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Era ormai da una settimana che la mia dissenteria non si decideva a finire.
Facevo coincidere la data di inizio del disturbo con quella shawarma che avevo mangiato al Towfiq Al Funduq,sulla Gidka Soddonka.
Per questo avevo accettato le pastiglie sfuse che mi aveva portato Abdullahi dopo averlo messo al corrente dell'inconveniente......le dovevo prendere 3 volte al giorno ai pasti.
Avevo cominciato a prenderle con fiducia ....io e Abdullahi eravamo soci in affari,e anche molto di piu',direi......solo adesso,dopo molti anni ,mi rendo conto che forse e' stato l'unico vero amico che ho avuto nella mia vita.Non aveva quindi alcun interesse a togliermi di mezzo,ed in fondo aveva una laurea in medicina conseguita presso una universita' italiana.


Il problema era che a distanza di 4 giorni dall'inizio della cura il disturbo era bensi' scomparso,ma aveva lasciato il posto a un terribile mal di stomaco,che non mi permetteva di mangiare e mi provocava continui conati di vomito.
Abdullahi nel frattempo se ne era andato negli Emirati,e non sapevo quando sarebbe tornato....avrei potuto rivolgermi al medico italiano dell'ambasciata,ma avrei dovuto dare troppe spiegazioni....e poi la cosa avrebbe avuto risonanza presso tutta la comunita' italiana di Mogadiscio.
Bussano alla porta ....e' il guardiano:"Akimo uagiuga"(c'e' Akimo)
"Gid fur" (apri il cancello)
Entra il mio amore,agghindata nel suo guntino svolazzante:"Allora oggi ti fa ancora male la pancia o ti decidi a scoparmi,finalmente ?"
Quando le spiego che sto veramente male diventa seria....mi dice che sono stato scemo a prendere le pastiglie di Abdullahi,e che lei non si sarebbe mai fidata....quando protesto che lui e' mio amico e che io rappresento la sua principale fonte di guadagno in Somalia mi risponde:"Lui non e' cattivo,e neanche scemo,ma e' un facilone,un pressapochista....non da' importanza a niente,pensa che tutto si possa rimediare....".
La guardo meditabondo,per quanto me lo consentono i dolori lancinanti al ventre;so che lei lo conosce bene....l'ha frequentato per qualche mese ,dopo che l'ingegnere italiano che l'aveva sposata l'aveva piantata in asso tornandosene a Bologna.
Abdullahi era sposato a Mogadiscio con una Marehan,una nipote di Siad Barre.....aveva due figlie piccole,ma era ben conosciuto come impenitente donnaiolo nelle comunita' somale di tutte le citta' che aveva frequentato,da Firenze(dove aveva studiato),a Roma ,Torino e ,negli Emirati,a Muscat,Abu-Dabhi e Dubai.
"Stavolta non la scampo"penso....."...bene che vada dovro' rientrare in Italia e farmi ricoverare d'urgenza.....oppure,
potrei anche restarci ";mi viene da ridere,mentre penso che se l'era cavata mio zio in Eritrea durante la guerra,ed io rischiavo di finire li' col mal di pancia.
Ormai ho quasi le convulsioni.....me ne sto rannicchiato sul letto con le braccia strette sull'addome,scosso dagli spasmi.....Akimo mi accarezza mormorando parole di conforto....continuo ad avere conati di vomito ed incomincio a tremare dalla febbre.
Intanto e' sceso il tramonto.....alle 5 del pomeriggio viene buio,a Mogadiscio,ed incomincia la lunga notte dei tropici....ma quella sera per me non c'era niente...solo la paura di non farcela,ed il rimpianto di dover rinunciare a tutto quello che fino allora non avevo mai avuto in vita mia ,e che improvvisamente mi si era dischiuso davanti come per incanto proprio da quando ero arrivato nella terra di Punt.
Di solito Aiade(Akimo)passava il pomeriggio con me e poi ,al tramonto,se ne tornava a casa sua da Oio Fadumo,al Villaggio Africano.....così lei era libera di farsi i cazzi suoi(anche letteralmente),ed io potevo uscire con gli amici,al Blue Marlin,o al Club 54......tanto lei si sentiva tranquilla,dopo le 2 o 3 scopate che mi faceva fare tutti i pomeriggi.....sapeva che sarebbe stato improbabile che mi portassi a casa qualche shermutta dal Club.
Vedevo solo un baluginio di fiammelle sfuocato....intuivo che Aiade aveva acceso le candele(l'unica centrale elettrica di Mogadiscio era fuori servizio da oltre un anno,e la benzina per il gruppo elettrogeno era centellinata al mercato nero).
Sentivo la mia voce chiamarla"Akimo,Akimo..."e a lei che mi abbracciava,mormoravo con gli occhi chiusi,forse piangendo "Non lasciarmi solo,stasera....".
La sentivo parlare coi guardiani,fuori,in cortile (stava chiedendo ad Osmane di andare ad avvisare sua mamma che avrebbe passato la notte fuori).
Poi ho sentito le sue braccia cingermi le spalle,ed il suo corpo aderire alla mia schiena......mi sono addormentato così.
Non mi ricordo molto dei giorni successivi,anche perche' avevo la febbre e non ero molto lucido,ma ricordo bene che lei e' sempre stata con me.....bevevo solo latte,come mi aveva consigliato la mamma di Aiade,Fadumo.
Dopo qualche giorno(nel frattempo ero migliorato),mi sono svegliato improvvisamente nel cuore della notte.....ero lucidissimo,e mi sentivo in perfette condizioni....ho cercato nel letto di fianco a me Akimo,ma non c'era......era in cortile,vicino al fuoco,che parlava con la moglie del guardiano.
Mi sono affacciato alla finestra e lei mi ha visto...si e' alzata lentamente ed e' venuta da me:"Sei guarito....adesso posso andare?".
Mi guardava negli occhi sorridendo mentre lo diceva.
L'ho presa per mano e l'ho portata a letto.
"Non puoi andare ,perche' io voglio che tu stia qui,sempre".
Ha abbassato gli occhi ed ha annuito.
Poi abbiamo fatto l'amore,forte,come se non fossi mai stato malato....la sentivo mia ,in quel momento.
Da quel giorno abbiamo instaurato un nuovo "modus vivendi":lei arrivava a casa mia poco dopo il tramonto e mi aspettava;andavamo a cena insieme,evitando i Club dove potevamo trovare sia le mie sia i suoi ex....ricordo che il cameriere al ristorante Juba mi chiedeva se volevo gli anelli di cipolla nello shish kebab,e quando accettavo la proposta lei mi chiedeva "Chi tu baci stasera ?"
Io la guardavo negli occhi con espressione adorante e le rispondevo :" Te"......al che lei abbassava lo sguardo sorridendo.
Passavamo la notte insieme,a fare l'amore.....cosa che ripetevo anche la mattina ,al risveglio,perche' allora quando mi svegliavo la mattina ce l'avevo sempre in tiro.
Poi io andavo in ufficio,e lei se ne andava a casa .
Quando ho dovuto rientrare in Italia dopo l'inizio della rivoluzione,mi e' sembrato che con lei se ne fosse andata una parte della mia vita.
 
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Un racconto davvero bello, se posso chiedere, perche non l hai portata con te? Da cio che hai scritto si capisce che non era una semplice avventura
 
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  • #4
Un racconto davvero bello, se posso chiedere, perche non l hai portata con te? Da cio che hai scritto si capisce che non era una semplice avventura
Le avevo gia' fatto il visto di ingresso in Italia,tramite uno che conoscevo in ambasciata.....comunque io avevo dovuto far evacuare i cantieri da tutto il personale italiano in ossequio ad una nostra procedura aziendale,perche' si erano verificati disordini abbastanza significativi,ma tutti pensavamo che Siad Barre riuscisse a controllare la situazione,superarmato come era con tutto l'equipaggiamento che gli aveva dato la Cooperazione.....tant'e' vero che il consolato non aveva emanato alcun ordine di evacuazione,e noi pensavamo di rientrare in Somalia nel giro di un mese,entro la meta' di gennaio.
Solo in aereo,parlando con un capitano dell'aviazione che era seduto di fianco a me e stava mettendosi previdentemente in salvo,mi son reso conto che la situazione doveva essere molto piu' grave di quanto potessimo pensare.
Infatti,quando gli ho detto che intendevo rientrare a gennaio,ha sentenziato :"Tu non metterai piu' piede in Somalia".Ed ha avuto ragione.
 
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Riuscisti a guarire da quel terribile mal di pancia....ma credo che dal mal d'africa, difficilmente riuscirai a guarire.....::D
 
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Be, niente ti impedisce e di tornare.... o meglio si la guerra civile non e finita, ma a nord est del paese sono riusciti a stabilizzare la situazione non dico che sarebbe un viaggio di puro piacere ma magari la ritrovi....
 
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  • #8
Veramente c'e' stato un follow-up.
Uno dei miei che nel frattempo aveva sposato una somala,mi aveva informato che sua moglie era in contatto con Akimo,che nel frattempo era riuscita a scappare da Mogadiscio con l'aaiuto di un tedesco che lavorava alla Banca Mondiale,e si era stabilita in un paesino della Svizzera settentrionale..
Volevo vederla?se si lei le avrebbe fatto avere le mie coordinate e Aiade si sarebbe fatta viva con me.
Naturalmente acconsento.
Akima mi contatta e ci troviamo a Milano....la vado a prendere in Centrale e ci infiliamo direttamente in un hotel di via Tonale.
Grandissima rimpatriata,rievocazione del passato,gioia e lacrime......scopiamo tutto il giorno in albergo....poi arriva il momento del "Cosa facciamo?".
Lei convive con questo tedesco che l'ha aiutata a scappare,e......ha una bambina di quasi 2 anni(faccio febbrilmente i conti ma non puo' essere mia...anche lei non tocca neppure questo tasto).
Io sono sposato con figli grandi.......non c'e' spazio per una sistemazione,per qualcosa di stabile....lei probabilmente si aspettava qualcosa di piu' da parte mia,ma non me la sento di cambiare drasticamente la mia vita.
E lei non se la sente di venirmi a trovare da Zurigo una volta al mese per scopare .
Così con l'amaro in bocca ci lasciamo.....e questo gusto amaro mi ritorna tutte le volte che ci ripenso,come adesso.
 
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  • #10
Se dovessi scegliere in base ai feed-back che ho avuto sugli amici e conoscenti che si sono sistemati con le somale,opterei per il rimorso.....tutti rovinati e rimasti col cerino in mano.
 
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