Quello in cui credi...

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Nell'ombelico, a metà strada tra il tuo cuore e la
Quello in cui credi...


... ecco, alla fine ciò che conta non è tanto se sia vero o reale, se stai facendo un bel sogno, se la fantasia galoppa come Furia Cavallo del West... ciò che conta è quello in cui credi, quello in cui credi veramente, anche se vieni criticato, anche se per tutti è sbagliato, anche se chiunque ti dirà che non è la cosa giusta... la cosa giusta... e chi lo dice quale è la cosa giusta e quella sbagliata? Spesso la realtà ti da dei sonori ceffoni e questo è anche normale... ma te li da anche quando tutti ti dicono che quello che stavi facendo ERA la cosa giusta... eppure toppi lo stesso e lo fai contro ogni pronostico, contro ogni logica... la logica... minchia quante tranvate ci ho preso nella vita percorrendo questa strada... la strada sicura... sicura una mazza...


... e allora... e allora meglio credere in quello che non è logico, meglio camminare sulla lama del coltello a piedi scalzi... 99 volte su 100 ti tagli, ma quell'un percento forse vale la candela... quell'un per cento di follia... si follia allo stato puro... quello stato d'animo che ti ci fa credere, è forse uno dei motivi per cui vale la pena vivere veramente, quello stato d'animo che ti fa pulsare il sangue nelle vene, quello stato d'animo che ti fa dire "cazzo allora sono vivo, cazzo allora stò vivendo...", quello stato d'animo in cui tutti i dolori spariscono, ti senti forte... sei forte... Dio se sei forte... l'aria cambia profumo, non è più una miscela gassosa necessaria per vivere... ma qualcosa che ti entra dentro prepotente, qualcosa che sei capace di apprezzare in ogni minimo particolare... non più mezzo di sopravvivenza, ma motivo per cui vivere... scandisci ogni respiro con la gioia di assaporarne il gusto... il gusto della vita... quello vero... quello, appunto, in cui credi...


... certo, è difficile, molto difficile che poi ciò avvenga veramente, è difficile, se non impossibile, che quello in cui credi prenda dimensione, consistenza e sostanza... che veramente tu possa "toccarlo" con mano... magari rimarrà per sempre confinato in quella prigione dorata che è la nostra anima... o magari no... magari troverà il coraggio, l'ardore, la forza... magari spiccherà il volo, bello e maestoso come un'aquila che volteggia sulle cime più alte, fendendo l'aria con grazia e potenza allo stesso tempo... fendendo l'aria con la destrezza e la precisione con cui il più abile dei Samurai volteggia la sua fida Katana, disegnando nell'aria qualcosa che solo lui riesce a vedere, ma che rimarrà lì per sempre, a testimonianza del suo passaggio... ed io voglio correre sulla lama di quella katana, anche se rischio di tagliarmi, voglio "vedere" quei disegni, anche se i miei occhi li intuiscono soltanto, voglio liberarmi di tutto il peso della logica e volare accanto a quell'aquila guardandola negli occhi, anche se ho solo delle ali di cartone... voglio sentire la pressione dell'aria farsi leggera, aprirsi come le acque fecero con Mosè, anche se sono solo un essere mortale... si è difficile che tutto questo accada... praticamente impossibile...


... ma se è quello in cui credo, quello in cui credo veramente... allora quell'un percento vale mille vita in una...


... in cosa credo? Beh se non lo avete ancora capito, allora...


Livio
 
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diciamo, per praticità, che "questa" vita la vivo
Bello...
Mi è piaciuto leggere e mi è piaciuto ancora di più riflettere su quello che ho letto.
No, caro Napiotta ... non credo di aver capito quale sia il credo di chi scrive.
Ma in fondo ritengo che questo non sia rilevante.
Penso sia importante condividere il concetto che credere in qualcosa sia quasi indispensabile per poter affrontare l'apparente inutilità della vita.
Credere è darsi uno scopo. E' offrirsi un'alternativa al grigiore dell'obbligo e dell'abitudine, nella speranza che sia possibile per noi qualcosa di migliore.
Quello che ho letto è pieno di passione e di amore.
Forse non segue un filo logico e non spiega completamente se il credere debba necessariamente concretizzarsi in un gesto vero, se imponga delle scelte più o meno rischiose, più o meno felici negli esiti, o se basti comunque il rassicurante senso della coerenza alle proprie idee a renderci felici.
Serve qualcosa che drasticamente, anche solo per un attimo, cambi il corso della nostra esistenza, facendoci sentire "veramente vivi" o è sufficiente la sola consapevolezza di saper nutrire ancora i nostri sogni senza mai rinunciare ad essi, sapendo forse che non si realizzeranno mai ?
Ho accettato molti compromessi. Troppi.
E non ho avuto nella vita tutto il coraggio che avrei voluto.
Non sono stato abbastanza folle.
Ma ho sempre creduto. In cose che mi hanno accompagnato sin dall'età più tenera come in altre che si sono aggiunte man mano.
Qualche volta per ottenere e mantenere queste cose ho lottato duramente oppure ho rischiato e quando il successo mi ha arriso con risultati insperati ed eclatanti, in qualche occasione ho provato quell'ebbrezza di cui si parla.


Ma è anche vero che la stessa ebbrezza l’ho provata qualche giorno fa.

Ero in macchina, in autostrada, con il finestrino aperto e l’aria a entrare prepotente e turbolenta. Il sole contro. Nessuna macchina davanti a me, solo l’asfalto. Lo stereo a palla, con le note mille volte ascoltate di una delle mie canzoni preferite, roba da nostalgici figli dei fiori …


Ho spinto un po’ sull’acceleratore, fottendomene degli autovelox


Ho doppiato a squarciagola, un po’ stonato, la voce del cantante


E dopo mesi, all’improvviso, anche se solo per una manciata di secondi, mi sono sentito VIVO.


Senza nessun merito. Senza nessuno sforzo. Senza avere bisogno di credere in nulla.


Forse la felicità è anche abbandonarsi alla vita ….
 
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