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CITTA DELL'INCONTRO: MILANO
NOME INSERZIONISTA: Raluka
NAZIONALITA': MOLDAVA
ETA': 19-20
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100%
SERVIZI OFFERTI: BBJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL
RATE DI PARTENZA: 150 (½ h)
RATE CONCORDATO: 150 (½ h)
DESCRIZIONE FISICA: una vera teen, curve ancora acerbe, bel seno, viso meno irregolare rispetto alle foto, carina
ATTITUDINE: fa il suo mestiere senza tanti preamboli
REPERIBILITA': la chiamo alle 11.30 e mi dice che avrebbe raggiunto il suo ufficio non prima delle 14.30. Le spiego che nel pomeriggio proprio non posso e alle 12.00 si fa trovare
INDEX : 38012149xx - 34505776xx
SOCIAL TIME: nullo
PAGELLA: Fisico 8/Sex 9/Social time 4
LA MIA RECENSIONE:
Certe mattine capita che mi sveglio, raggiungo l’ufficio e appena entrato aggiungo un paio di caffè alle 2-3 tazze che ho preso a casa, ma niente: un senso di insoddisfazione mi rende tutto difficile, invalicabile. Come un automa sopporto le voci di collaboratori e segretarie in processione nella mia stanza, annuisco a tutto, incurante dell’argomento che mi è stato sottoposto. Mi alzo continuamente dalla sedia, apro una ventina di e-mail in bozza e non ne concludo una, ovviamente non rispondo al telefono neanche se chiama il Papa. In queste mattine mi ci vuole una sana trombata per svuotare la cache e chiudere quella specie di clessidra rotante che mi sento sulla fronte. Non sono arrapato, ma sento che l’inceppamento del flussi mentali parte dai testicoli, forse perché sono una testa di cazzo.
Ok, mando affanculo tutti i precetti morali e i sensi di colpa che ultimamente mi bloccano e mi rassegno all’ennesima trombata a pagamento. La verità è che non sono felice se reprimo quella voglia di andare a puttane che si insinua sempre nelle mie giornate. Nota bene: andare a puttane, non a donne. Non voglio una donna, voglio una puttana. Comportamento compulsivo, dipendenza sessuale? Chi se ne fotte! Voglio la mia puttana. Del resto non ho altri vizi, ecchecazzo!
Sono le 11, esco in strada e faccio sette - otto numeri, pescati a caso dal database sul mio telefono. Non risponde nessuno. E’ presto, forse è meglio tornar su e attendere che le troie timbrino il cartellino: dovrebbe essere questione di un’ora al massimo. Intanto senza accorgermene mi sono allontanato, cercando silenzio e privacy nelle vie che incrociano corso Sempione. Richiamo il primo dei numeri ancora non raggiungibili, tanto per ingannare la strada che mi separa dal rientro in ufficio. Lascio squillare, voglio proprio rompere le palle a questa Raluka, teen moldava, lineamenti un po’ squadrati e occhioni da cerbiatta.
“Pronto ….” È lei, un filo di voce assonnato, sono proprio uno scassapalle. Mi dice che attacca alle 2 e mezza e che riceve dalle parti di porta romana. E’ lontanuccio, mi tocca prendere la macchina o un taxi, ma è l’unica che ha risposto. Mi aggrappo come un polipo all’unica possibilità di chiavare a quest’ora della mattina. “Scusami, nel pomeriggio proprio non posso, non potresti fare un’eccezione? Possiamo vederci tra una mezz’ora, ti va?” – La sento rimuginare e poi: “Ok, va bene … tra mezz’ora”.
Alzo lo sguardo e vedo una parcheggio di taxi a un centinaio di metri da me: buon segno. Arrivo a destinazione più velocemente del previsto e mi tocca pure bighellonare sotto il portone, in attesa che l’orologio segni mezzogiorno. Non vorrei sembrare petulante o troppo arrapato. La richiamo alle 12 in punto, con il cuore che batte, temendo il bidone. Cinque squilli che sembrano un’eternità.
“Sì? Sei arrivato? …allora entra nel portone, poi …”
Entro e mi accorgo solo allora che non ho proprio pensato alla possibilità che Raluka possa essere la nonna della teen delle foto. Me la scoperei ugualmente per come sono combinato, ma sarebbe esiziale per la mia autostima. E invece è proprio la ventenne delle foto, con gli occhioni da cerbiatta e la mandibola squadrata, che mi apre la porta. E’ in divisa tiracazzi, con una blusa rossa e uno short strizza-chiappe che attiva immediatamente il mio testosterone, mentre passo e ripasso l’occhio sul culo e sulle gambe. Concludo che la tipetta moldava non è male, anzi è decisamente carina. Non è una amazzone, ma non è neanche minuta come l’avevo immaginata. E anche il viso è molto meno squadrato.
Soliti convenevoli, qualche tuffo linguale nella sua bella bocca e finiamo a letto, dove raluka sciorina una insospettabile sapienza nella fellatio, condotta con rilassanti affondi e leggera azione aspiratoria.
Non vorrei mai abbandonare la boccuccia avvolgente di questa ventenne, ma devo prendere il volante per evitare il peggio. E così investo Raluka con un ciclone di mosse da judoca: la prendo di peso, la stendo, le sbavazzo la fica, la capovolgo, la rimmo, ritorno nella sua bocca con irrumatorio impeto, la rigiro, affondo la lingua nel suo solco anale fino a farmi mancare il respiro, poi la trombo alla pecorina, con il silenzio rotto solo dai battimenti del mio ventre sul suo culo.
Arrivo a tanto così dal liberatorio spruzzo, ma riesco a fermarmi. Se non ricordo male abbiamo pattuito anche l’altro lato del piacere, l’oscuro antro dove non è concesso procreare, avrebbe detto De Sade. Seduta stante, provo l’assalto: non credo ci sia bisogno di lubrificazione dopo i fiumi di saliva che ci ho riversato poc’anzi. E infatti entro, ma la strada si rivela subito irta di ostacoli. Non mollo, resto incollato ai morbidi fianchi di Raluka, che già sbanda come un’auto in corsa che ha appena forato. Con un mano appiattita sulla fica blocco i suoi scatti in avanti e rimango sul pezzo, intenzionato a difendere ogni singolo centimetro strappato alla sua pacifica renitenza.
Poi, quando sento di aver superato il punto di non ritorno, copro la sua esile figura con tutta la mia stazza e la sorte di Veroniq è segnata.
Rimane silente Raluka, durante l’intero percorso sodomitico, accogliendomi nelle sue terga ormai violate senza apparenti tormenti. E sebbene più di una volta avverta il suo estremo e forse inconscio tentativo di rinserrare le natiche, la sua compostezza coitale rimane esemplare, per l’intera durata della festa. Me la godo fino a che non ne ho davvero più. Posseduto da un insolito vigore, sono andato avanti quasi venti minuti a sbatacchiare con osceno effetto sonoro le natiche della ventenne che la buona sorte mi ha riservato, e ora lo scroto lancia segnali di irrimediabile cedimento. E infatti, in pochi secondi, è il collasso. Raluka è lì con la manina pronta, per aiutarmi a sciogliere l’incastro perfetto che mi ha tenuto conficcato dentro di lei.
La manovra riesce senza effetti collaterali, mi accascio sul letto, esausto. Raluka si ricompone e senza perdere tempo si riveste dall’altro lato, dandomi le spalle. Non so cosa dire e il silenzio, che fino ad allora è stato ideale complice della mia dissolutezza, diventa un diaframma di piombo. Guardo Raluka che a capo chino si dilegua nel bagno e ho l’impressione che fosche nuvole sovrastino i suoi pensieri. Ho esagerato? L’ho forse offesa? Approfitto della sua diplomatica assenza per rivestirmi e ripenso a quella fantastica mezz’ora di servigi sessuali. Sì forse l’ho scopata con irruenza un po’ sopra le righe, ma non credo di averla devastata. Ho solo preso il mio piacere, senza coltivare l’assurda lusinga del suo.
Istantaneamente avverto tutti gli anni di differenza tra me e lei (quasi 30). L’insana voglia di soddisfazione sessuale mi ha di nuovo portato ad abusare del giovane corpo di una ragazza, forse per conservare e prolungare l’illusione che la mia di giovinezza non è ancora sfiorita. Ma so bene che non è così.
Raluka rientra fasciata dalla sua blusa rossa, le chiappe strizzate nello short di jeans. Profuma di agrumi, forse l’aroma del sapone con cui ha lavato via tutte le ferite che le ho inferto. E’ di nuovo sorridente, risponde al mio bacetto con savoir-faire e mi chiude la porta dietro, pronta a soddisfare il prossimo vecchietto alla ricerca di mezz’ora di vita.
Foto:
CITTA DELL'INCONTRO: MILANO
NOME INSERZIONISTA: Raluka
NAZIONALITA': MOLDAVA
ETA': 19-20
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100%
SERVIZI OFFERTI: BBJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL
RATE DI PARTENZA: 150 (½ h)
RATE CONCORDATO: 150 (½ h)
DESCRIZIONE FISICA: una vera teen, curve ancora acerbe, bel seno, viso meno irregolare rispetto alle foto, carina
ATTITUDINE: fa il suo mestiere senza tanti preamboli
REPERIBILITA': la chiamo alle 11.30 e mi dice che avrebbe raggiunto il suo ufficio non prima delle 14.30. Le spiego che nel pomeriggio proprio non posso e alle 12.00 si fa trovare
INDEX : 38012149xx - 34505776xx
SOCIAL TIME: nullo
PAGELLA: Fisico 8/Sex 9/Social time 4
LA MIA RECENSIONE:
Certe mattine capita che mi sveglio, raggiungo l’ufficio e appena entrato aggiungo un paio di caffè alle 2-3 tazze che ho preso a casa, ma niente: un senso di insoddisfazione mi rende tutto difficile, invalicabile. Come un automa sopporto le voci di collaboratori e segretarie in processione nella mia stanza, annuisco a tutto, incurante dell’argomento che mi è stato sottoposto. Mi alzo continuamente dalla sedia, apro una ventina di e-mail in bozza e non ne concludo una, ovviamente non rispondo al telefono neanche se chiama il Papa. In queste mattine mi ci vuole una sana trombata per svuotare la cache e chiudere quella specie di clessidra rotante che mi sento sulla fronte. Non sono arrapato, ma sento che l’inceppamento del flussi mentali parte dai testicoli, forse perché sono una testa di cazzo.
Ok, mando affanculo tutti i precetti morali e i sensi di colpa che ultimamente mi bloccano e mi rassegno all’ennesima trombata a pagamento. La verità è che non sono felice se reprimo quella voglia di andare a puttane che si insinua sempre nelle mie giornate. Nota bene: andare a puttane, non a donne. Non voglio una donna, voglio una puttana. Comportamento compulsivo, dipendenza sessuale? Chi se ne fotte! Voglio la mia puttana. Del resto non ho altri vizi, ecchecazzo!
Sono le 11, esco in strada e faccio sette - otto numeri, pescati a caso dal database sul mio telefono. Non risponde nessuno. E’ presto, forse è meglio tornar su e attendere che le troie timbrino il cartellino: dovrebbe essere questione di un’ora al massimo. Intanto senza accorgermene mi sono allontanato, cercando silenzio e privacy nelle vie che incrociano corso Sempione. Richiamo il primo dei numeri ancora non raggiungibili, tanto per ingannare la strada che mi separa dal rientro in ufficio. Lascio squillare, voglio proprio rompere le palle a questa Raluka, teen moldava, lineamenti un po’ squadrati e occhioni da cerbiatta.
“Pronto ….” È lei, un filo di voce assonnato, sono proprio uno scassapalle. Mi dice che attacca alle 2 e mezza e che riceve dalle parti di porta romana. E’ lontanuccio, mi tocca prendere la macchina o un taxi, ma è l’unica che ha risposto. Mi aggrappo come un polipo all’unica possibilità di chiavare a quest’ora della mattina. “Scusami, nel pomeriggio proprio non posso, non potresti fare un’eccezione? Possiamo vederci tra una mezz’ora, ti va?” – La sento rimuginare e poi: “Ok, va bene … tra mezz’ora”.
Alzo lo sguardo e vedo una parcheggio di taxi a un centinaio di metri da me: buon segno. Arrivo a destinazione più velocemente del previsto e mi tocca pure bighellonare sotto il portone, in attesa che l’orologio segni mezzogiorno. Non vorrei sembrare petulante o troppo arrapato. La richiamo alle 12 in punto, con il cuore che batte, temendo il bidone. Cinque squilli che sembrano un’eternità.
“Sì? Sei arrivato? …allora entra nel portone, poi …”
Entro e mi accorgo solo allora che non ho proprio pensato alla possibilità che Raluka possa essere la nonna della teen delle foto. Me la scoperei ugualmente per come sono combinato, ma sarebbe esiziale per la mia autostima. E invece è proprio la ventenne delle foto, con gli occhioni da cerbiatta e la mandibola squadrata, che mi apre la porta. E’ in divisa tiracazzi, con una blusa rossa e uno short strizza-chiappe che attiva immediatamente il mio testosterone, mentre passo e ripasso l’occhio sul culo e sulle gambe. Concludo che la tipetta moldava non è male, anzi è decisamente carina. Non è una amazzone, ma non è neanche minuta come l’avevo immaginata. E anche il viso è molto meno squadrato.
Soliti convenevoli, qualche tuffo linguale nella sua bella bocca e finiamo a letto, dove raluka sciorina una insospettabile sapienza nella fellatio, condotta con rilassanti affondi e leggera azione aspiratoria.
Non vorrei mai abbandonare la boccuccia avvolgente di questa ventenne, ma devo prendere il volante per evitare il peggio. E così investo Raluka con un ciclone di mosse da judoca: la prendo di peso, la stendo, le sbavazzo la fica, la capovolgo, la rimmo, ritorno nella sua bocca con irrumatorio impeto, la rigiro, affondo la lingua nel suo solco anale fino a farmi mancare il respiro, poi la trombo alla pecorina, con il silenzio rotto solo dai battimenti del mio ventre sul suo culo.
Arrivo a tanto così dal liberatorio spruzzo, ma riesco a fermarmi. Se non ricordo male abbiamo pattuito anche l’altro lato del piacere, l’oscuro antro dove non è concesso procreare, avrebbe detto De Sade. Seduta stante, provo l’assalto: non credo ci sia bisogno di lubrificazione dopo i fiumi di saliva che ci ho riversato poc’anzi. E infatti entro, ma la strada si rivela subito irta di ostacoli. Non mollo, resto incollato ai morbidi fianchi di Raluka, che già sbanda come un’auto in corsa che ha appena forato. Con un mano appiattita sulla fica blocco i suoi scatti in avanti e rimango sul pezzo, intenzionato a difendere ogni singolo centimetro strappato alla sua pacifica renitenza.
Poi, quando sento di aver superato il punto di non ritorno, copro la sua esile figura con tutta la mia stazza e la sorte di Veroniq è segnata.
Rimane silente Raluka, durante l’intero percorso sodomitico, accogliendomi nelle sue terga ormai violate senza apparenti tormenti. E sebbene più di una volta avverta il suo estremo e forse inconscio tentativo di rinserrare le natiche, la sua compostezza coitale rimane esemplare, per l’intera durata della festa. Me la godo fino a che non ne ho davvero più. Posseduto da un insolito vigore, sono andato avanti quasi venti minuti a sbatacchiare con osceno effetto sonoro le natiche della ventenne che la buona sorte mi ha riservato, e ora lo scroto lancia segnali di irrimediabile cedimento. E infatti, in pochi secondi, è il collasso. Raluka è lì con la manina pronta, per aiutarmi a sciogliere l’incastro perfetto che mi ha tenuto conficcato dentro di lei.
La manovra riesce senza effetti collaterali, mi accascio sul letto, esausto. Raluka si ricompone e senza perdere tempo si riveste dall’altro lato, dandomi le spalle. Non so cosa dire e il silenzio, che fino ad allora è stato ideale complice della mia dissolutezza, diventa un diaframma di piombo. Guardo Raluka che a capo chino si dilegua nel bagno e ho l’impressione che fosche nuvole sovrastino i suoi pensieri. Ho esagerato? L’ho forse offesa? Approfitto della sua diplomatica assenza per rivestirmi e ripenso a quella fantastica mezz’ora di servigi sessuali. Sì forse l’ho scopata con irruenza un po’ sopra le righe, ma non credo di averla devastata. Ho solo preso il mio piacere, senza coltivare l’assurda lusinga del suo.
Istantaneamente avverto tutti gli anni di differenza tra me e lei (quasi 30). L’insana voglia di soddisfazione sessuale mi ha di nuovo portato ad abusare del giovane corpo di una ragazza, forse per conservare e prolungare l’illusione che la mia di giovinezza non è ancora sfiorita. Ma so bene che non è così.
Raluka rientra fasciata dalla sua blusa rossa, le chiappe strizzate nello short di jeans. Profuma di agrumi, forse l’aroma del sapone con cui ha lavato via tutte le ferite che le ho inferto. E’ di nuovo sorridente, risponde al mio bacetto con savoir-faire e mi chiude la porta dietro, pronta a soddisfare il prossimo vecchietto alla ricerca di mezz’ora di vita.
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