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CITTA DELL'INCONTRO: FIRENZE
ZONA:Novoli
NOME: Alessandra
NAZIONALITA': Spagnola
ETA': 26
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj;anal;varie posizioni
COMPENSO RICHIESTO: 70+60 per l'anal
COMPENSO CONCORDATO:130
DURATA DELL'INCONTRO:30 minuti
DESCRIZIONE FISICA:Bionda, carnagione chiara, non longilinea ma con forme giuste, seno abbastanza piccolo
ATTITUDINE: disponibile,simpatica,fa godere e se la gode ..
http://firenze.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/alessandra-9kqv28166145
LA MIA RECENSIONE: Stasera non so che mi prende. Lasciata Cristina, pur essendo soddisfatto, sento ancora il bisogno di tirare su un’altra ragazza. Tra me e me mi dico che non è giusto, che basta così, ma la mia lotta interiore ha un solo vincitore: la mia libidine apparentemente irrefrenabile.
Ricomincio il giro, stando attento a non ripassare davanti a Yana, per quella specie di assurdo pudore, per quella sensibilità che mi sembra di dovere a chi poco fa mi trastullava, forse pensandomi esausto e soddisfatto … ma forse è solo vergogna, perché queste ragazze lo capiscono se uno è un puttaniere incallito e io stasera, se non lo sono, certo lo sembro.
Alla curva del distributore, da lontano, vedo una bionda con un fisico da copertina. E’ nel posto di Andrea, la mia indimenticata prima volta. Faccio il giro, sperando che nel frattempo qualcuno non la carichi e in effetti, quando arrivo, la trovo a contrattare. Pochi secondi, poi la trattativa non va a buon fine e io sono libero di avvicinarmi. Dal finestrino ho modo di vederla bene adesso e quando le chiedo se lo fa in casa sono ben felice di sentirla rispondere affermativamente, anche se me ne chiede una settantina, ma caspita… li vale tutti.
Alle presentazioni di rito non posso fare a meno di notare l’accento spagnolo. Beh … direi che questa volta è proprio difficile che si tratti di un albanese sotto mentite spoglie. In effetti Alessandra mi conferma le sue origini iberiche. E’ simpatica, assolutamente non volgare. Le chiedo, con poca discrezione, quanti anni ha e lei mi risponde ventisette. Non credo. Secondo me ne ha qualcuno in più e penso a Maria, che qualche sera fa mi ha detto la stessa età : è come se quelle meno giovani come risposta standard diano questa. Come dire : certo non ne abbiamo più venti, ma non ne dimostriamo più di trenta. Non è che me ne freghi più di tanto. La luce che a intervalli filtra dai finestrini, ogni volta che passiamo sotto a un lampione, mi permette di sbirciarle le gambe. Cara Alessandra, venti , trenta o quanti cazzo ne hai, le tue cosce farebbero resuscitare un morto. Mi indirizza nello stesso condominio dove mi portò Sonia la stronza. Le chiedo se per caso condivide con lei la camera.
“E’ bruna ? … formosa? … si la conosco di vista, ma sta in un’altra scala …”
Le spiego che a me non è piaciuta molto e lei annuisce compiacente … forse pensa che è tutta concorrenza in meno. Parcheggiamo l’auto nel garage coperto dello stabile. Arriva nel frattempo un’altra macchina e lei mi fa cenno di aspettare. Certo che hanno bei problemi con il vicinato. Quando scende con le mani stende quanto più possibile la gonna bianca, in tessuto elastico
“meglio così ? … “
Sorrido, pensando che si vede lontano tre miglia che è una battona. Di classe, ma sempre una battona. Ha degli altissimi stivali bianchi a pois neri sotto la blusetta un top che lascia intravedere il seno strizzato nel solito push-up. Un po’ difficile farla passare per una qualunque. Cammina in punta di piedi per non far troppo rumore con i tacchi e l’ascensore ci porta al suo piano. Le cammino a fianco e mi sento un pò a disagio, perché è più alta di me. Veramente una bella donna. Ha il viso leggermente tondo e un bellissimo sorriso. Ma il meglio me lo fa vedere quando siamo dentro.
“Ti dispiace se non mi tolgo la parte di sopra?”
“Magari dopo …”
Nel frattempo anche io mi spoglio. Lei mi invita civettuola a stendermi, poi mi infila il profilattico. Ragazzi, con la bocca. Da vera professionista. L’avevo visto fare in qualche porno. E’ eccitante e glielo dimostro. Mi si piazza sopra inginocchiata sul letto e sono libero di osservare la sua intimità, mentre con una mano, sotto la maglia ed il reggiseno, le cerco i capezzoli.
“Sei molto brava Alessandra …”
Ma lei non risponde. E’ abituata ai commenti complimentosi. Lavora con lena e nonostante le due performances precedenti in breve sono su di lei, a penetrarla con un certo vigore. E … meraviglia delle meraviglie … Alessandra gode. Ormai comincio a imparare quando simulano e ad Alessandra, quello che sto facendo, piace.
“Mi vieni sopra ?”
“Nooo…”
“Perché?”
“Perché sto venendo….”
Non lo dice così … lo dice con un termine spagnolo, che mi sfugge, ma che ha assolutamente questo significato. Sono molto eccitato dal fatto che reagisca così positivamente al mio andirivieni
“Cazzo, Alessandra … vuoi vedere che toccherà a te, pagare me?”
Ride, sinceramente divertita. Mi da un buffetto sul sedere, ma subito dopo con le mani mi afferra i glutei e mi tira a sé per sentirmi meglio. Geme ancora. Intensamente ma sommessamente, non nella maniera plateale delle sue colleghe simulatrici. Non riesco a capire se abbia avuto un orgasmo, ma di certo ha apprezzato il trattamento
“girati a pecorina”
Non sono molto romantico.
Alessandra ubbidisce e apprezzo i suoi fianchi larghi e il suo sedere generoso, ma sodo e proporzionato. Mentre la prendo da dietro mi guardo riflesso nello specchio di un armadio. Non vedo il suo volto e questo mi libera da qualsiasi imbarazzo. Posso osservarmi con calma mentre la monto. E’ bello. In questo momento penso solo questo. Libero da condizionamenti morali, assolutamente ed unicamente dedicato a compiacere i miei sensi. Sento il corpo di Alessandra sotto di me. Le mie cosce toccano ritmicamente i suoi glutei. Le mie mani sfiorano la sua schiena ora tiepida e leggermente sudata. Sento la sua pelle, la sua carne. Percepisco i suoi sussulti. La sento respirare e gemere. Vedo. Tocco. Annuso. Sento. In una specie di trance, derivante forse anche dalla stanchezza. La chimica mi aiuta a mantenere l’erezione, ma forse c’è anche la mia testa a contribuire a tutto questo. Sono intensamente eccitato, anche quando mi sento pronunciare, senza alcun pudore
“Lo prenderesti dietro, Alessandra ?”
Gira il capo verso di me. Mi sorride, con una smorfia come dire ma è proprio necessario?, Però si riprende velocemente e da professionista non si nega.
“Quanto mi dai?”
“Credo di avere ancora sessanta euro nel portafogli…”
“nooo … è troppo poco …”
“Fai la brava, tesoro … mi conquisti come cliente affezionato”
E’ proprio carina Alessandra. Fa spallucce, sorride e si sfila, cominciando ad armeggiare nel comodino.
Io, ligio alle norme non scritte, saltello infreddolito e nudo come un verme verso il soprabito nel salottino e sfilo dal mio portafogli gli euro promessi.
Il gel è freddo, ma indispensabile. Alessandra si mette a carponi, in cima alla sponda del letto. E’ lei a guidare il mio membro dentro di sè e con molta dolcezza la prendo, lasciando che il mio desiderio si trasformi in movimento.
Perché mi piace così tanto sodomizzarla? So che non sono certo il solo ad apprezzare questa alternativa e mi chiedo quale sia il confine tra quello che è lecito e quello che non lo è. Nel sesso suppongo che tutto sia permesso, purché porti piacere ad entrambi. Sorvolando sul fatto che una puttana debba comunque accettare, entro i limiti della sua convenienza e della sua sopportazione, quanto i clienti chiedono e che in questo senso non posso pretendere certo che quello che sto facendo ad Alessandra le possa piacere, resta la domanda del perché piaccia comunque così tanto a me.
E’ una perversione? Violare un orifizio che la natura ha destinato ad altri scopi è realmente un tabù da non oltrepassare? C’è un motivo fisico che mi spinge a forzare la volontà di questa ragazza, a pagare altri soldi, per ottenere qualcosa di diverso, che mi appaghi quanto e forse più di un rapporto normale? Mi muovo meno agevolmente che nella sua vagina. Il mio pene è avvolto dalla sua carne e senza dubbio la sensazione è diversa e piacevole. Ma il vero godimento è nella testa. C’è una componente violenta in questo atto. Il dolore che Alessandra in questo momento prova, seppure lieve, seppure, forse, piacevole è il riflesso che meglio ritorna ai miei sensi. Mi piace farle un po’ male. Mi piace dominarla e sentire che quanto questo male possa essere controllato dipenda in questo momento esclusivamente da me. Se affondassi repentinamente i miei colpi probabilmente Alessandra rimpiangerebbe di essere stata così condiscendente e rinuncerebbe volentieri ai suoi soldi. Quanto male e quanto piacere possa provare, dipende esclusivamente da me, dal mio autocontrollo, dalla mia perizia. La sodomizzo e provo molto piacere nel farlo, tanto che le chiedo di provare in un'altra posizione. La Spagnola si stende e alza le gambe lunghe e ben fatte. La prendo di fronte, come se la stessi scopando nella più canonica delle posizioni, solo che l’entrata non è quella solita. Ora però posso guardarla in viso mentre lo faccio e ammetto che ne ricavo ulteriore godimento. Alessandra subisce, paziente e remissiva il mio sfogo animale. So che non le sta piacendo fisicamente e apprezzo molto la sua docilità. Non avrei mai fatto una cosa del genere, in questo modo, se non con una come lei. Proprio perché consapevole che questo atto richiede una consapevolezza ed un intimità di coppia non facilmente raggiungibile. L’unica alternativa sono i soldi.
Per la prima volta da quando vado a puttane sento di aver cominciato a mettere a frutto i miei investimenti. Cinicamente stasera mi sono preso una cosa che volevo. Ho pagato. Chi ha preso i miei soldi se li deve guadagnare. Non c’è cattiveria in questo. Non che questo ragionamento sia così scorrevole e lucido nella mia testa nel momento in cui uso Alessandra, però ne avverto il senso e ogni colpo che mi spinge nel suo ano, ogni smorfia del suo viso mi provocano un piacere molto cerebrale, del tutto privo di sensi di colpa.
Capisco che la ragazza è provata e prevale la mia parte migliore
“Basta così tesoro … grazie”
Sembra stupita quando delicatamente mi sfilo.
“Non finisci ? … Vuoi che ti aiuto con le mani?”
“No … grazie … credimi, va bene anche così”
E’ vero. Sono stanco morto e non ce la faccio a venire un’altra volta. La pulsione, soprattutto mentale mi sta finalmente dando tregua
“Spiegami Alessandra, ma tu veramente godevi ?”
Mi sento stupido a chiederglielo. Ci sono buone possibilità che menta, ma quando mi risponde sembra sincera
“Capita ogni tanto. Quando mi va. Non c’è niente di strano”
In fondo non mi ha detto che sono bello o che scopo particolarmente bene. Le è piaciuto perché forse le piace semplicemente fare sesso. Mi chiedo in quanta parte possa incidere la libidine nella scelta di vita di queste ragazze. Penso che se il sesso non fosse importante per loro sarebbe impossibile fare quello che fanno.
Riaccompagno Alessandra al suo angolo di marciapiede e verso le due sono in albergo. Meno male che non ho più un euro nel portafogli, perché forse la serata non sarebbe finita qui. Sotto la doccia ripenso a Alessandra, a Cristina, a Yana e mi masturbo con le ultime forze che mi rimangono. Il mio sperma scende giù per lo scarico, portato dal mulinello dell’acqua che mi lava, ma non mi sento sporco, solo svuotato, nel senso più vero e completo della parola.
ZONA:Novoli
NOME: Alessandra
NAZIONALITA': Spagnola
ETA': 26
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj;anal;varie posizioni
COMPENSO RICHIESTO: 70+60 per l'anal
COMPENSO CONCORDATO:130
DURATA DELL'INCONTRO:30 minuti
DESCRIZIONE FISICA:Bionda, carnagione chiara, non longilinea ma con forme giuste, seno abbastanza piccolo
ATTITUDINE: disponibile,simpatica,fa godere e se la gode ..
http://firenze.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/alessandra-9kqv28166145
LA MIA RECENSIONE: Stasera non so che mi prende. Lasciata Cristina, pur essendo soddisfatto, sento ancora il bisogno di tirare su un’altra ragazza. Tra me e me mi dico che non è giusto, che basta così, ma la mia lotta interiore ha un solo vincitore: la mia libidine apparentemente irrefrenabile.
Ricomincio il giro, stando attento a non ripassare davanti a Yana, per quella specie di assurdo pudore, per quella sensibilità che mi sembra di dovere a chi poco fa mi trastullava, forse pensandomi esausto e soddisfatto … ma forse è solo vergogna, perché queste ragazze lo capiscono se uno è un puttaniere incallito e io stasera, se non lo sono, certo lo sembro.
Alla curva del distributore, da lontano, vedo una bionda con un fisico da copertina. E’ nel posto di Andrea, la mia indimenticata prima volta. Faccio il giro, sperando che nel frattempo qualcuno non la carichi e in effetti, quando arrivo, la trovo a contrattare. Pochi secondi, poi la trattativa non va a buon fine e io sono libero di avvicinarmi. Dal finestrino ho modo di vederla bene adesso e quando le chiedo se lo fa in casa sono ben felice di sentirla rispondere affermativamente, anche se me ne chiede una settantina, ma caspita… li vale tutti.
Alle presentazioni di rito non posso fare a meno di notare l’accento spagnolo. Beh … direi che questa volta è proprio difficile che si tratti di un albanese sotto mentite spoglie. In effetti Alessandra mi conferma le sue origini iberiche. E’ simpatica, assolutamente non volgare. Le chiedo, con poca discrezione, quanti anni ha e lei mi risponde ventisette. Non credo. Secondo me ne ha qualcuno in più e penso a Maria, che qualche sera fa mi ha detto la stessa età : è come se quelle meno giovani come risposta standard diano questa. Come dire : certo non ne abbiamo più venti, ma non ne dimostriamo più di trenta. Non è che me ne freghi più di tanto. La luce che a intervalli filtra dai finestrini, ogni volta che passiamo sotto a un lampione, mi permette di sbirciarle le gambe. Cara Alessandra, venti , trenta o quanti cazzo ne hai, le tue cosce farebbero resuscitare un morto. Mi indirizza nello stesso condominio dove mi portò Sonia la stronza. Le chiedo se per caso condivide con lei la camera.
“E’ bruna ? … formosa? … si la conosco di vista, ma sta in un’altra scala …”
Le spiego che a me non è piaciuta molto e lei annuisce compiacente … forse pensa che è tutta concorrenza in meno. Parcheggiamo l’auto nel garage coperto dello stabile. Arriva nel frattempo un’altra macchina e lei mi fa cenno di aspettare. Certo che hanno bei problemi con il vicinato. Quando scende con le mani stende quanto più possibile la gonna bianca, in tessuto elastico
“meglio così ? … “
Sorrido, pensando che si vede lontano tre miglia che è una battona. Di classe, ma sempre una battona. Ha degli altissimi stivali bianchi a pois neri sotto la blusetta un top che lascia intravedere il seno strizzato nel solito push-up. Un po’ difficile farla passare per una qualunque. Cammina in punta di piedi per non far troppo rumore con i tacchi e l’ascensore ci porta al suo piano. Le cammino a fianco e mi sento un pò a disagio, perché è più alta di me. Veramente una bella donna. Ha il viso leggermente tondo e un bellissimo sorriso. Ma il meglio me lo fa vedere quando siamo dentro.
“Ti dispiace se non mi tolgo la parte di sopra?”
“Magari dopo …”
Nel frattempo anche io mi spoglio. Lei mi invita civettuola a stendermi, poi mi infila il profilattico. Ragazzi, con la bocca. Da vera professionista. L’avevo visto fare in qualche porno. E’ eccitante e glielo dimostro. Mi si piazza sopra inginocchiata sul letto e sono libero di osservare la sua intimità, mentre con una mano, sotto la maglia ed il reggiseno, le cerco i capezzoli.
“Sei molto brava Alessandra …”
Ma lei non risponde. E’ abituata ai commenti complimentosi. Lavora con lena e nonostante le due performances precedenti in breve sono su di lei, a penetrarla con un certo vigore. E … meraviglia delle meraviglie … Alessandra gode. Ormai comincio a imparare quando simulano e ad Alessandra, quello che sto facendo, piace.
“Mi vieni sopra ?”
“Nooo…”
“Perché?”
“Perché sto venendo….”
Non lo dice così … lo dice con un termine spagnolo, che mi sfugge, ma che ha assolutamente questo significato. Sono molto eccitato dal fatto che reagisca così positivamente al mio andirivieni
“Cazzo, Alessandra … vuoi vedere che toccherà a te, pagare me?”
Ride, sinceramente divertita. Mi da un buffetto sul sedere, ma subito dopo con le mani mi afferra i glutei e mi tira a sé per sentirmi meglio. Geme ancora. Intensamente ma sommessamente, non nella maniera plateale delle sue colleghe simulatrici. Non riesco a capire se abbia avuto un orgasmo, ma di certo ha apprezzato il trattamento
“girati a pecorina”
Non sono molto romantico.
Alessandra ubbidisce e apprezzo i suoi fianchi larghi e il suo sedere generoso, ma sodo e proporzionato. Mentre la prendo da dietro mi guardo riflesso nello specchio di un armadio. Non vedo il suo volto e questo mi libera da qualsiasi imbarazzo. Posso osservarmi con calma mentre la monto. E’ bello. In questo momento penso solo questo. Libero da condizionamenti morali, assolutamente ed unicamente dedicato a compiacere i miei sensi. Sento il corpo di Alessandra sotto di me. Le mie cosce toccano ritmicamente i suoi glutei. Le mie mani sfiorano la sua schiena ora tiepida e leggermente sudata. Sento la sua pelle, la sua carne. Percepisco i suoi sussulti. La sento respirare e gemere. Vedo. Tocco. Annuso. Sento. In una specie di trance, derivante forse anche dalla stanchezza. La chimica mi aiuta a mantenere l’erezione, ma forse c’è anche la mia testa a contribuire a tutto questo. Sono intensamente eccitato, anche quando mi sento pronunciare, senza alcun pudore
“Lo prenderesti dietro, Alessandra ?”
Gira il capo verso di me. Mi sorride, con una smorfia come dire ma è proprio necessario?, Però si riprende velocemente e da professionista non si nega.
“Quanto mi dai?”
“Credo di avere ancora sessanta euro nel portafogli…”
“nooo … è troppo poco …”
“Fai la brava, tesoro … mi conquisti come cliente affezionato”
E’ proprio carina Alessandra. Fa spallucce, sorride e si sfila, cominciando ad armeggiare nel comodino.
Io, ligio alle norme non scritte, saltello infreddolito e nudo come un verme verso il soprabito nel salottino e sfilo dal mio portafogli gli euro promessi.
Il gel è freddo, ma indispensabile. Alessandra si mette a carponi, in cima alla sponda del letto. E’ lei a guidare il mio membro dentro di sè e con molta dolcezza la prendo, lasciando che il mio desiderio si trasformi in movimento.
Perché mi piace così tanto sodomizzarla? So che non sono certo il solo ad apprezzare questa alternativa e mi chiedo quale sia il confine tra quello che è lecito e quello che non lo è. Nel sesso suppongo che tutto sia permesso, purché porti piacere ad entrambi. Sorvolando sul fatto che una puttana debba comunque accettare, entro i limiti della sua convenienza e della sua sopportazione, quanto i clienti chiedono e che in questo senso non posso pretendere certo che quello che sto facendo ad Alessandra le possa piacere, resta la domanda del perché piaccia comunque così tanto a me.
E’ una perversione? Violare un orifizio che la natura ha destinato ad altri scopi è realmente un tabù da non oltrepassare? C’è un motivo fisico che mi spinge a forzare la volontà di questa ragazza, a pagare altri soldi, per ottenere qualcosa di diverso, che mi appaghi quanto e forse più di un rapporto normale? Mi muovo meno agevolmente che nella sua vagina. Il mio pene è avvolto dalla sua carne e senza dubbio la sensazione è diversa e piacevole. Ma il vero godimento è nella testa. C’è una componente violenta in questo atto. Il dolore che Alessandra in questo momento prova, seppure lieve, seppure, forse, piacevole è il riflesso che meglio ritorna ai miei sensi. Mi piace farle un po’ male. Mi piace dominarla e sentire che quanto questo male possa essere controllato dipenda in questo momento esclusivamente da me. Se affondassi repentinamente i miei colpi probabilmente Alessandra rimpiangerebbe di essere stata così condiscendente e rinuncerebbe volentieri ai suoi soldi. Quanto male e quanto piacere possa provare, dipende esclusivamente da me, dal mio autocontrollo, dalla mia perizia. La sodomizzo e provo molto piacere nel farlo, tanto che le chiedo di provare in un'altra posizione. La Spagnola si stende e alza le gambe lunghe e ben fatte. La prendo di fronte, come se la stessi scopando nella più canonica delle posizioni, solo che l’entrata non è quella solita. Ora però posso guardarla in viso mentre lo faccio e ammetto che ne ricavo ulteriore godimento. Alessandra subisce, paziente e remissiva il mio sfogo animale. So che non le sta piacendo fisicamente e apprezzo molto la sua docilità. Non avrei mai fatto una cosa del genere, in questo modo, se non con una come lei. Proprio perché consapevole che questo atto richiede una consapevolezza ed un intimità di coppia non facilmente raggiungibile. L’unica alternativa sono i soldi.
Per la prima volta da quando vado a puttane sento di aver cominciato a mettere a frutto i miei investimenti. Cinicamente stasera mi sono preso una cosa che volevo. Ho pagato. Chi ha preso i miei soldi se li deve guadagnare. Non c’è cattiveria in questo. Non che questo ragionamento sia così scorrevole e lucido nella mia testa nel momento in cui uso Alessandra, però ne avverto il senso e ogni colpo che mi spinge nel suo ano, ogni smorfia del suo viso mi provocano un piacere molto cerebrale, del tutto privo di sensi di colpa.
Capisco che la ragazza è provata e prevale la mia parte migliore
“Basta così tesoro … grazie”
Sembra stupita quando delicatamente mi sfilo.
“Non finisci ? … Vuoi che ti aiuto con le mani?”
“No … grazie … credimi, va bene anche così”
E’ vero. Sono stanco morto e non ce la faccio a venire un’altra volta. La pulsione, soprattutto mentale mi sta finalmente dando tregua
“Spiegami Alessandra, ma tu veramente godevi ?”
Mi sento stupido a chiederglielo. Ci sono buone possibilità che menta, ma quando mi risponde sembra sincera
“Capita ogni tanto. Quando mi va. Non c’è niente di strano”
In fondo non mi ha detto che sono bello o che scopo particolarmente bene. Le è piaciuto perché forse le piace semplicemente fare sesso. Mi chiedo in quanta parte possa incidere la libidine nella scelta di vita di queste ragazze. Penso che se il sesso non fosse importante per loro sarebbe impossibile fare quello che fanno.
Riaccompagno Alessandra al suo angolo di marciapiede e verso le due sono in albergo. Meno male che non ho più un euro nel portafogli, perché forse la serata non sarebbe finita qui. Sotto la doccia ripenso a Alessandra, a Cristina, a Yana e mi masturbo con le ultime forze che mi rimangono. Il mio sperma scende giù per lo scarico, portato dal mulinello dell’acqua che mi lava, ma non mi sento sporco, solo svuotato, nel senso più vero e completo della parola.
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