[RECE] Ana (ROM) - Pascha - Koeln/Colonia

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Koeln, Colonia
ZONA: Pascha (Hornstrasse; 50.955252,6.940212), camera 206
NOME: Ana
NAZIONALITA': ROM
ETA': 22
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission + smorza + pecos)
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: 30-35', door-to-door
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65 m, capelli neri abbastanza lunghi, viso carino, occhi scuri, fisico sodo, 3° di seno, leggera ricrescita della peluria
ATTITUDINE: non male (la sua specialità è sicuramente cavalcare a smorzacandela :-))

LA MIA RECENSIONE:

RITORNO A COLONIA

Un breve viaggio di lavoro nei pressi di Colonia mi dà l'occasione di tornare a visitare la città, dopo diverso tempo che vi mancavo. Incuriosito dalle numerose recensioni riportate dai nostri colleghi tedeschi, prima di recarmi in quello che si proclama il più grosso laufhaus d'Europa, decido di fare un breve giro nei pressi della stazione centrale, per dare un'occhiata a quelli che vengono gergalmente definiti come E80 (Eintrachstrasse, 80) e G27 (Gereonswall, 27). Si tratta di due anonime palazzine di 4-5 piani, localizzate in una vera e propria enclave turca nel centro di Colonia. Il primo, seppure non chiaramente riconoscibile come laufhaus, è ben invididuabile anche da lontano, perché proprio sopra il portone svetta una grossa insegna luminosa, contenente il numero "80", che è sia il civico che il nome del locale. Il secondo appare invece come un normalissimo condominio in mezzo a tanti altri e, mancando qualunque segno distintivo, può essere individuato solo sapendo dove andare a cercarlo. La mia missione esplorativa è però di breve durata: davanti all'E80 mi trattengo giusto un minuto, il tempo di vedere entrare o uscire un paio di persone; davanti al G27 ci passo solamente per recarmi alla vicina stazione della S-Bahn, senza vedere anima viva nei paraggi.

UNA RAPIDA DIVERSIONE AL "DAS BORDELL"

Chiusa questa breve parentesi, con la S-Bahn raggiungo la fermata di Nippes, che è a due sole caselle dalla partenza, cioè la stazione centrale davanti al Duomo. Già dalla massicciata ferroviaria, l'edificio del Pascha è perfettamente visibile nell'oscurità della notte, per cui non sarà neppure necessario districarsi col GPS del cellulare per arrivare a destinazione. Due passi a piedi e sono davanti all'ingresso. Prima di entrare (e di pagare il dazio di 5 Eur), decido di fare un giro nel laufhaus frontestante, il "Das Bordell", che ho letto essere ad accesso completamente libero. Anche qui, la mia visita non dura più di una decina di minuti, il tempo di salire i 5 piani dell'edificio e di percorrerne tutti i corridoi. Solo una metà delle stanze è presidiata (alcune ragazze attendono i possibili clienti all'ingresso, altre giacciono in pose più o meno lascive sul letto della loro camera) e nessuna delle girls presenti mi entusiasma davvero. Tra l'altro, a differenza di come ricordavo le OTR di Berlino, sono abbastanza taciturne e solo un paio di loro se ne escono con il classico "Hallo Schatzi, hast du Lust?", per di più con accento tutt'altro che teutonico :-) Mi limito a ricambiare l'"Hallo" di chi mi ha salutato, ma non avvio nessuna contrattazione e dopo pochi minuti sono all'uscita e attraverso nuovamente la strada, per entrare nel Pascha.

IL PASCHA, FINALMENTE

Mentre l'altro laufhaus sembra quasi un condominio (o addirittura un ospedale, se non fosse per la luce rosata all'interno dei corridoi), questo è decisamente più curato e sfavillante. Tutto ha però un prezzo e due guardaspalle grossi come armadi a quattro ante sono lì a ricordarlo. Verso l'obolo di 5 Euro (che è comunque modesto, considerato che poi tutte le consumazioni analcoliche sono incluse), mi indicano dov'è la scala che conduce ai sette piani superiori e inizio la mia esplorazione. Da ogni pianerottolo si dipartono due lunghi corridoi, messi a 90° l'uno rispetto all'altro. Credo che in tutto ci siano poco più di venti camere a piano. Tuttavia, trattandosi di una serata infrasettimanale, solo una metà delle stesse (o poco più) è presidiata dalle ragazze e, in alcuni piani, uno dei due corridoi non è neppure accessibile.

Il primo giro è solo per stabilire un primo contatto visivo e memorizzare la posizione delle ragazze che trovo fisicamente più interessanti. Alcune restano completamente indifferenti, altre ricambiano con sguardi che vanno dal dolce al voglioso, altre ancora si fanno avanti, chiedendomi se abbia voglia di fare sesso (ovviamente no, sono solo entrato per bermi una Coca Cola :-)). Sinché non le ho viste tutte, preferisco però non attaccar bottone con alcuna e quindi mi limito a ricambiare con qualche "Hallo" o "Vielleicht spaeter" (magari più tardi). La maggior parte di loro proviene dall'Europa dell'Est (soprattutto dalla Romania, ça va sans dire), ma ho poi individuato anche una black sedicente Giamaicana e un trio di presunte Thailandesi. Il livello estetico è medio (direi simile a quello delle OTR che si vedono sulle nostre strade), forse un po' inferiore al primo piano (ma, sarà un caso, lì la prestazione costa solo 30 anziché 50 Euro ;-)). Individuo solo un paio di ragazze davvero notevoli, sia per il fisico che per i lineamenti e, tra queste, includerei Anya della camera 414 (se non ricordo male), che mi ricorda molto Amanda Peet.

Amanda+Peet+March+Dimes+Celebration+Babies+Wn1BTSLOx89l.jpg

In alcuni casi, più che guardare le ragazze in sè, è interessante dare una sbirciata a come hanno arredato le loro camere e ai vari accessori in bella mostra. Molte stanze sono illuminate da neon dei colori più trash, quasi sempre il davanzale della finestra è occupato da un'ampia collezione di falli (artificiali, ovviamente ... non mi risulta che alcuna di loro faccia lo "scalpo" ai clienti :-)) e il pavimento è spesso ingombro da numerose paia di scarpe, di tutti i colori e di tutti gli stili, ma regolarmente con zeppa e tacco vertiginosi. Chi è specializzata in prestazioni più particolari usa la parete dell'atrio d'ingresso come showroom per mettere bene in vista l'armamentario del caso (abitini fetish, fruste, manette, etc ...).

Ciò detto delle ragazze, è quasi superfluo menzionare che una buona parte della clientela è lì per tenere alto (o così si spera ...) il vessillo tricolore. Un' ultima nota di colore (anzi, di calore ...), prima di passare alla rece vera e propria, è che nei corridoi del Pascha regna una temperatura degna della steppa sub-Sahariana. Va bene giocare ai leoni e alle gazzelle, ma qualche grado in meno non avrebbe sicuramente stonato, dato che tutte le volte mi sono quasi dovuto docciare, prima di gettarmi tra le braccia della ragazza di turno ...

LA RECE VERA E PROPRIA

La strategia è preso delineata: rompere il ghiaccio con una ragazza "normale", per capire che aria tiri e quali siano le regole del gioco (soprattutto in termini di costi e di tempi), per poi puntare a una delle top individuate. Mentre sto passeggiando al 2° piano, proprio in fondo al corridoio individuo un esemplare femminile che sembra corrispondere perfettamente al mio profilo: fisicamente fa la sua degna figura (è alta ma solo perché calza le solite high heels con zeppa di spessore improponibile) e di viso è carina, ma non di quella bellezza che ti mette in imbarazzo e ti lascia letteralmente senza parole. Indossa solo un paio di fuseaux neri, sopra le mutandine, e il reggiseno.

L'approccio è molto semplice: appena entro nel suo raggio d'azione, mi domanda - prima in tedesco e poi in inglese - se abbia voglia di appartarmi con lei. Le chiedo solo conferma del rate (50 Eur/20 min) e l'affare è fatto: dopo un attimo la porta della sua stanza si chiude dietro di noi e siamo soli. Versato l'obolo, mi dedico ai classici convenevoli di circostanza, mentre sono intento a spogliarmi (lei, ovviamente, non ci ha messo molto, perché era praticamente giù nuda :-)). Dice di chiamarsi Ana, di essere originaria di Constanța in Romania, di avere 22 anni e di essere in Germania da quasi un anno.

Dato che sono sudatissimo per la temperatura folle nei corridoi, le chiedo di potere usare il bagno, permesso che mi viene ovviamente accordato senza problemi. L'impressione non è delle migliori, dato che l'arredamento (se così lo si può definire) è ridotto all'osso e quindi tutto è buttato un po' alla rinfusa sul pavimento, dai flaconcini dei vari saponi e docciaschiuma agli asciugamano usati dai clienti (contandoli, un osservatore attento potrebbe facilmente stimare quanto la ragazza abbia lavorato nella serata). Le piastrelle sono completamente bagnate e quindi mi appello al nostro santo protettore (san Silvio da Arcore :-)), affinché non mi faccia tornare a casa in compagnia di qualche simpatico fungo ai piedi ...

Completate le operazioni di rinfrescamento, rientro nella camera e finalmente posso sdraiarmi sul letto, dove Ana mi sta aspettando. Si accovaccia di fianco a me e inizia a massaggiarmi il pene, per fargli guadagnare un minimo di turgore e procedere all'incappucciamento. Dato che l'operazione richiede quasi un minuto buono, mi domanda se abbia bevuto alcool. Le dico che ho preso solo una "coke" e lei si volge immediatamente verso di me con sguardo allarmato, perché ha capito che mi sono sniffato della cocaina poco prima di entrare. "Coke, not cocaine!", la tranquillizzo e, nel mentre, il fratellino è pronto per essere incappucciato.

Completata la vestizione, dà inizio al BJ, che è assolutamente nella norma, senza peculiarità degne di menzione. Essendo lei accovacciata accanto a me, la carezzo un po' su tutto il corpo, scendendo dalla schiena ai glutei, per poi passare alle cosce e risalire verso l'addome e il seno (mi ha chiesto di non toccarle la vagina). In generale, il suo fisico è bello sodo (come si conviene alla sua giovane età) e anche le mammelle, di una buona 3° misura, sono ben sostenute e sfidano la forza di gravità. L'unica nota negativa è una rasatura non proprio recentissima delle gambe, per cui percepisco una peluria non proprio piacevole al tatto, mentre gliele carezzo.

Dopo qualche minuto il mio membro ha raggiunto il pieno turgore e quindi Ana mi domanda se vogliamo iniziare a scopare, chiedendomi quale posizione preferisca. Giusto per esordire, vorrei proporre la missionaria, ma mi sfugge l'esatto termine in inglese. Dato che in rumeno si dice praticamente come in italiano, ci intendiamo comunque al volo e Ana mi fornisce anche la traduzione nella lingua d'Albione ("normal", che però mi convince assai poco). Cosparso abbondantemente il profilattico di lubrificante, si sdraia supina a gambe divaricate, guidiamo assieme l'asta nella sua vagina, mi calo delicatamente su di lei sino ad appoggiarmi completamente contro il suo busto e hanno finalmente inizio le danze. Anche su questa parte dell'incontro, non ho menzioni particolari. Alterno una dozzina di spinte con una fase più calma, in cui compio dei movimenti circolari di strusciamento del mio pube contro il suo monte di Venere, che lei sembra apprezzare, perché contrappone un analogo movimento del suo corpo. Ripeto il tutto per qualche volta (con lei moderatamente partecipativa, visto che mi carezza un po' la schiena e ansima in modo abbastanza contenuto, con un grado di finzione realistico) e quindi le domando se gradisca cambiare posizione.

Mi domanda nuovamente quale e anche qui il mio inglese si dimostra decisamente lacunoso, per cui mi arrampico un po' sugli specchi dicendole: "you over me". Il concetto è semplice da capire, per cui invertiamo rapidamente le posizioni, con me supino sul letto e lei che si posiziona cavalcioni sopra di me. Una volta infilata l'asta nella sua vagina (operazione che è risultata di nuovo agevole, grazie all'abbondante dose di lubrificante che vi aveva cosparso in precedenza), inizia a cavalcare con grande veemenza. Mentre Ana è lanciata al gran galoppo, mi godo la vista dei suoi seni che ballonzolano a un paio di spanne dal mio viso e la accarezzo un po' in tutte le zone a me accessibili. Ho conosciuto ben poche ragazze che sappiano resistere per un tempo quasi indefinito a smorza-candela, e Ana è sicuramente una di queste, al punto che ho dovuto fermarla io, complimentandomi per il suo grado di atletismo. Dopo avere galoppato per un po', si concede anche lei una fase più calma, replicando più o meno gli stessi movimenti che avevo fatto io prima, quando eravamo disposti a "mission". Si china maggiormente verso di me con il busto e inizia a strusciarsi circolarmente attorno al mio pene. Le sensazioni che mi procura sono molto piacevoli e sicuramente anche il mio fratellino sta apprezzando. Pure Ana si accorge che ha guadagnato turgore, perché mi dice: "I realize you are liking it" ("mi accorgo che ti sta piacendo"). Dato che sono ad alto rischio di tagliare il traguardo, le chiedo di cambiare un'altra volta posizione.

E' il momento della pecorina e, stavolta, il mio inglese non ha lacune: "doggy style"! Sfiliamo per l'ennesima volta il mio membro dalla sua vagina, lei si posiziona gattoni sul letto, lo si reinfila e ha inizio la fase conclusiva dell'incontro. Anche alla pecorina, come alla missionaria, non ci sono menzioni particolari da fare (considerato, soprattutto, che si tratta di una posizione sostanzialmente passiva per lei). Serrandole bene la vita, mi cimento in una lunga sequenza di spinte, che interrompo ogni tanto per rifiatare. Ancora due o tre sessioni così, e taglio finalmente il traguardo.

Una volta sfilatomi, Ana mi domanda se sia sempre così lungo. Le dico che non appartengo sicuramente alla categoria degli eiaculatori precoci, ma che - in questo caso - ha sicuramente concorso la mega-dose di lubrificante che ha cosparso sul mio pene incappucciato. Mi spiega che, se ne mette meno (o addirittura non lo impiega), diventa molto alto il rischio che si spacchi il profilattico durante la fase di copulazione. Raccolta, col beneficio d'inventario, anche questa massima, hanno inizio le fasi di pulizia. Prima lei e poi io ci rechiamo in bagno (stavolta con un asciugamano pulito in dotazione), quindi con calma mi rivesto e intanto scambiamo ancora quattro chiacchiere.

Prima di congedarci, mi offre un paio di waffeln, che assaggio con piacere, e poi l'incontro è davvero finito. Non ho guardato l'orologio, ma credo che door-to-door sia durato sicuramente più dei 20 minuti canonici, forse una mezz'oretta o anche qualche minuto in più, considerati i tempi morti per svestizione, lavaggi e rivestizione. Nulla di memorabile e degno di essere scolpito nella roccia, ma sicuramente una buona prima esperienza, per iniziare a rompere il ghiaccio e dirigersi poi verso le prede più ambite ;-)
 
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