[RECE] Jasmine - OTR diurna - Santa Procula (RM)

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"Tranzilvania, Tranzilvania bitteee!"
CARATTERISTICHE GENERALI

NOME: Jasmine
CITTA DELL'INCONTRO: Santa Procula (RM)
ZONA: via Laurentina presso questo slargo
NAZIONALITA': rumena
ETA': 20 anni
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, rai1
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: 25'
DESCRIZIONE FISICA: piccola e snella, carnagione scurissima, fattezze gipsy
ATTITUDINE: dolce e gentile

LA MIA RECENSIONE:

Passando sulla Laurentina mi incuriosisce una sagoma scura che di primo acchito mi pare esile e di giovine. Mi schiodo da dietro gli aficionados del mare che tornano dal nostro litorale sfregiato, inverto la marcia e la affianco guardandola con cognizione.

È una zingara, zingara che più zingara non si può: colore della pelle da indiana reietta, naso gibbuto dal setto largo, acne sulle giovani gote e non un filo di trucco. Passando, avevo potuto valutare soltanto il fisico snello e lo squadro ottimale dei freschi glutei.

Se al posto del vestitino grigio a maglie larghe che le copre a malapena le chiappette avesse indosso i soliti gonnoni di velluto bordati d'oro, l'inamovibile maglione di lana grezza e gli orecchini larghi come ruote di carro non avrei neanche chiesto notizie sul conquibus... ma già che ci sto, domando.

Propone trenta ed io ribasso a venti. Ci pensa qualche secondo prima di fare segno con la testolina che le sta bene. Alla fin fine, è un azzardo contenuto. Nel brave tragitto, snaso con piacere il suo profumo floreale e saggio la dolcezza del suo modo di porsi e di parlare.

Mi indica la strada da percorrere per poterci infrattare ma, alla guida, la anticipo immaginando già la cabina dove saremmo andati a parare... tanto da mostrarsi stupita quando inchiodo davanti al luogo preposto ancor prima che me lo avesse indicato... «ah, tu già conosce?» «eh sì, io già conosce»

Appena nel cono d'ombra fra l'alta muraglia e la discarica di fazzoletti/preservativi/escrementi Jasmine prende congedo per pisciare, andandosene all'altro capo del cortile fuori dalla mia vista. Occupo il tempo considerando di quanto la pila sia cresciuta e spizzando con un po' di schifo alcuni condom impiastrati di sangue.

Torna più leggera, mi veste e si piega sulle ginocchia mettendosi con la faccia davanti al cazzo: "una volta tanto, una ragazza che non resta in piedi" rifletto soddisfatto. Il fatto che, standosene in basso, non possa accarezzarle il culo è compensato dalla visuale ottimale. Ed anche dalla sua perizia.

Molto bene la fase orale, non profonda ma con un movimento asincrono del pugno e delle labbra che arricchisce il gesto tecnico. Anziché cercare la profondità in gola, Jasmine preferisce trovare la frizione giusta nelle guance facendo scivolare il cazzo oltre le file dei molari.

Apprezzo sia il risultato sensoriale della sua azione che l'immagine della stessa. Mi fisso a guardare e mirare e rimirare le guancette acnose gonfiarsi e sgonfairsi sotto la pressione interna della cappella che Jasmine le spinge contro con decisione.

Mi chiede se la cosa mi piace ed io non posso far altro che complimentarmi per la sua perizia e disponibilità, protratta per quella decina di minuti che mi ha consentito anche di vedere e palpeggiarne il seno (una terza naturale, leggermente sovrabbondante rispetto al fisico minuto).

Quand'è tempo di scopare, la pisellina si piega 90° poggiandosi ad un basso davanzale che soccorre alla bisogna. Le servo la farcia per un'altra decina di minuti, ora a gambe serrate, ora divaricate, trastullato dall'accompagnamento musicale dei suoi gemiti di ventenne.

La trattengo in alternanza per i glutei performanti, per il bacino né troppo largo né troppo stretto, per la collottola abbruciata dal Sole per via dei capelli raccolti. Jasmina cerca appigli sicuri con la destra lungo gli stipiti mentre con la sinistra stritola e tormenta una confezione di salviettine.

Sfilatomi un momento, mi colpisce la punta del mio preservativo fattasi rossa... ahaaaaa... ecco l'arcano del pattume circostante... giusto un poco, però, e non certo ai livelli di quegli altri. Jasmine se ne scusa e se ne duole incommensurabilmente, mi netta l'attrezzatura e mi invita a continuare.

No grazie, preferisco di no. Sono anzi certissimo di non averne nessuna intenzione. Jasmine se ne dispiace vivamente e nuovamente chiede perdono. Si pulisce e ripulisce anch'essa e mi si fa vicina, corpo a corpo, e mi masturba con zelo palpandomi un po' il sedere e un po' lo scroto.

Mi cadono gli occhi sui suoi piedini calzanti infradito allacciate alla caviglia, arricchite da qualche conchiglietta. Le chiedo se posso venirle sui piedi. Jasmine strabuzza gli occhi sbigottita, incredula... «qua?» dice mostrando il piede con l'indice... «là, sì...»

«Noooo... no piace... no mai fato... e no cho acua a lavarme». Corroboro la proposta con la promessa di un supplemento di cinque e poi di dieci euro, ma non c'è verso. Trova la cosa bizzarra, troppo bizzarra, e nessuno le aveva mai prospettato prima un desiderio simile.

Poco male: di lì a poco spruzzo con gaudio ma con lo sguardo vigile della divinità fisso su di me. Già che volevo ingelatinare i piedi di Jasmine, per contrappasso un fiotto mi flagella invece le scamosciate seminuove. Così m'imparo. E mi sta bene. Tiè per me.

Ricolloco Jasmine nel suo spiazzo surriscaldato. Mi sorride come mi ha sorriso durante tutto l'incontro ed io mi rincuoro. Contrattempo ciclistico a parte, ha svelenito tutti i miei pregiudizi circa pulizia, bravura, dedizione. Ed io mi sento un imbecille, non soltanto per essermi sporcato le scarpe.
 
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