[RECE] Maya - OTR diurna - Caronti (RM)

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"Tranzilvania, Tranzilvania bitteee!"
CARATTERISTICHE GENERALI

NOME: Maya
CITTA DELL'INCONTRO: Caronti, frazione di Ardea (RM)
ZONA: via di Valle Caia presso questo muro
NAZIONALITA': rumena
ETA': 21
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, Rai1
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: 15'
DESCRIZIONE FISICA: bella ragazza giovane e molto magra, media altezza, capello rosso-fiammante
ATTITUDINE: cordiale ma insormontabilmente passiva

LA MIA RECENSIONE:

Maya cuoce al sole aspettando che qualcuno la carichi.
Ha 21 anni, un sorriso di circostanza, tanta voglia di alzare qualche soldo e tanta più voglia di tornare a casa.
Smunta, con una intensa tinta di rosso catarifrangente, è un fiammifero sul bordo della strada.
Eccettuato il colore dei capelli, somiglia incredibilmente ad Anna Taylor, starlette del porno.

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Ha lo stesso fisico, lo stesso viso, un identico accenno di prognatismo mandibolare.
Le separano qualche anno, qualche migliaio di chilometri e forse qualche decina di migliaia di dollari.
Trovandola carinissima e garbata, la faccio salire: risparmiando qualche migliaio di chilometri e di dollari, posso far finta di scoparmi l'altra, quella famosa.
L'imbosco che mi propone lo conosco per esserci già stato: è una pertinenza elettrica circondata da un alto muro abbastanza riservata, abbastanza isolata, abbastanza riparata dalla vista; non abbastanza comoda e non abbastanza pulita.
Mentre mi smutando contemplo le formiche che, in lunga fila, raccolgono sedimenti di sperma secco dalla montagnola di preservativi avvizziti che occupa un terzo dello spazio utile.
Troneggiano su quel montarozzo bianco-avorio tre cacche nere, riarse come mummie faraoniche, troppo grosse per essere di cane e che trovo troppo grosse per essere di ragazza.
Ma forse sottovaluto quanto possa mangiare una ragazza o stupidamente immagino cachi meno di noialtri.
Fortuna vuole che il tempo immemore trascorso al sole le abbia private di qualsiasi odore. Certo non aiutano l'appetito, neanche quello sessuale.
A quest'ultimo soccorrono le chiappette di Maya, più strette del suo bacino, che stringo e carezzo forzandomi alla voluttà.
Non soccorre invece il suo bocchino, superficiale quanto rapido, gesto che va compiuto ma che non si ha voglia di compiere. Un simulacro di bocchino più che un bocchino: sintesi visiva di piccole labbra attorno ad un cazzo. Anzi, un cenotafio di bocchino a ricordo di qualcosa che non è qui e che pure un giorno è esistito.
Su il gonnellino, flettersi in avanti, mani alle ginocchia, trovare l'equilibrio sui sandaletti col tacco.
Non so se per fare la mignotta di strada occorra più l'abnegazione della ballerina o la disciplina del militare. Non credo basti la sola tenuta fisica.
Serve una incrollabile tenuta mentale per restare immobile a farsi impallinare da qualcuno di cui neanche si vede il volto. Quantomeno, i soldati di Federico Guglielmo offrivano alla controparte il petto e non le natiche e nella loro carne ci finiva piombo e non altra carne.
Sento più vita pulsare in terra, nel cumulo di rifiuti, in quel micro-habitat nato dal vizio e dalla noncuranza, che nella ragazza che guarda il muro in mattoni di tufo.
Eppure Maya mi piace troppo per risentirmene. Anche la manina che infila in mezzo alle cosce per tenermi l'uccello, sincerarsi che sia calzato di lattice e al contempo frenare le mie spinte, non mi infastidisce più di tanto.
Mi basta sostituire la mia mano alla sua e sfregarle la clitoride con la punta di un dito per rassicurarla e farla rilassare. E ottenere maggiore agibilità.
Mi curvo sulla sua schiena curva, le metto le mani sulle mani sulle ginocchia e mi infoio guardandole i piedini, i suoi magnifici piedini, le dita lunghe, perfette, smaltate in tinta coi capelli, l'illice maggiore dell'alluce.
Non mi sento di chiederle di giocarci: polveri, smog, terriccio, sudore collaborano a trattenermi dai miei desideri. Meriterebbero una lavanda che non posso fare loro, e non di quelle accennate e schifiltose che sono usi fare gli alti prelati il giovedì santo ma energica, di panno abrasivo, sapone a tocchi e raspa.
Ottengo, in compagnia, il mio piacere solitario... che è un po' come ridere di una battuta che si è pensata ma che non si è detta agli altri... un mezzo piacere.
Mi spiccico la gomma di dosso, pascio una nuova generazione di formiche e aspetto che Maya – pudicamente voltato l'angolo – finisca di pisciare ginocchioni per riportarla al suo cemento afoso.



Pianeta Terra, nello stesso luogo alcuni milioni di anni dopo.

La sonda plasmare del paleontologo Rummenigge Salvapolaris esplora le stratificazioni profonde del terreno trasmettendo al suo cervello parabiotico lunghe sfilze di stringhe numeriche. Il database molecolare attiva i cromatofori del quarto avambraccio permettendo la visualizzazione immediata dei risultati... gran comodità l'arricchimento multispecie cui la humanitas fu costretta dalla crisi energetica della centosedicimillesima precessione. Da allora, gli individui recepisco, elaborano e visualizzano gli imput senza dover ricorrere ad ausilii elettrometalplastici.
Lo sfavillio intermittente di puntinature gialle non lascia alcun dubbio: la sonda ha rilevato un deposito superstite di materiale geneticamente congruente con l'homo sapiens precedente la Grande Mescolanza, precedente perfino l'archeocolonizzazione quasartica... quando l'uomo era uomo e basta. Qualcosa deve aver schermato l'irradiazione erastica che ha depolimerizzato il corredo dei viventi (e dei morti) trapassando il pianeta da una parte all'altra. Rummenigge non trattiene uno
jeepaa! misto di gioia e di sorpresa: finalmente le sue ricerche sembrano dare un risultato.
Recuperati dal sottosuolo e trasportati con ogni cura nei laboratori di ricerca della Surveis Statlement, i campioni di sostanza organica vengono liberati dall'inspiegabile involucro artificiale di lattice che li ha preservati per un tempo abissale più e meglio delle argille, dei tufi e dei basalti che hanno fatto loro da coperchio sprofondandoli nel ventre stesso della terra. La speranza è che, sottoponendoli a tutti gli screening e i processi di raffinazione, estrazione e purificazione conosciuti, li si possa utilizzare per riportare in vita quella forma definitivamente perduta.
Inserita in una cellula sintetica, incubata, moltiplicata in vitro, aggregata in un bagno di nutrienti basici per alcuni mesi, l'entità primigenia prende lentamente la forma conosciuta un tempo: testa, braccia, gambe, torso e una peluria a chiazze che l'evoluzione ha condannato ad una rapida estinzione milioni di anni addietro. Tirata in secco, ossigenata, svezzata ai liquidi e ai solidi, mangiante e defecante incosciente, infine la creatura riappare in sé e riaprono sul mondo due occhi che non lo squadravano dalla notte fonda del genere umano.
I primi impulsi muscolari involontari gli fanno tremare convulsamente le braccia penzoloni lungo il corpo e le gambe rattrappite. Il muso spianato dall'atrofia si corruga una prima volta in uno spasmo che un tempo avrebbe significato sgomento, per trasformarsi quasi simultaneamente in qualcosa che somiglia ad un ghigno contorto e torvo.

Dalla relazione mnemotica del Prof. Rummenigge Salvapolaris:

[…] sicché, plausibilmente rientrato in possesso delle sue facoltà di conduzione fisica per impulsi volontari e di discernimento cognitivo, il soggetto è soprabalzato in direzione della mia assistente esercitando sul bacino della stessa una leva necessaria e sufficiente a provocarne la completa rotazione. Piegatala sul modulo di controllo ad un'angolazione approssimativa di 120° e immobilizzatene almeno tre braccia articolari, ha tentato di inserire in una delle di lei valvole perineali un peduncolo frattanto estroflesso vettorialmente dalla zona pelvica, insozzandone le parti inferiori della corazza con una sostanza viscosa emessa a seguito di pochi repentini movimenti.
Per la sicurezza ed il decoro nostro, della nostra comunità cefaloartropoidale e del pianeta tutto si è provveduto all'immediata soppressione dell'esperimento e del suo sciagurato risultato.
Ora e sempre, un lungo avvenire alla Grande Mescolanza!
 
Mega, sei sempre più mega!!! Non ho parole, riesci ogni volta a superare te stesso!! Le tue recensioni sono vere opere letterarie, potresti farne una raccolta e pubblicarle, diventerebbero un best seller....!
E poi si dice che noi altri non recensiamo... Certo, non potremmo mai reggere il confronto e faremmo senz'altro la figura degli ignoranti... Per esempio anche io tempo addietro ho incontrato la signorina di cui sopra.. Ma non ho recensito per io semplice fatto che non avendo la tua fantasia ed il tuo talento, non sapevo proprio come rendere interessante una rece vuota di tutto, visto il piattume della ragazza e la prestazione del tutto anonima... Una sola cosa della pulzella mi è rimasta impressa, ed è degna di nota visto che tu non lo hai notato...: la sua splendida patatina!! Ha due piccole labbra che sembrano dipinte, e di piccolo hanno solo il nome... In mezzo a quelle cosciettine skinny, sembrano due bistecchine fatte di marzapane, e resistere alla tentazione di assaggiarle è davvero dura....
Bon, complimenti ancora al mega e a presto, con la promessa che se mai incontrerò una otr sopra la media, recensiro' con piacere..
 
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