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CARATTERISTICHE GENERALI
NOME: Micaela Mikaela
CITTA DELL'INCONTRO: Roma
ZONA: via della Muratella incrocio via di Malnome
NAZIONALITA': romania
ETA': 19
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bbj bj rai1
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: 15
DESCRIZIONE FISICA: magra sul metro e 70 e dai lineamenti interessanti
ATTITUDINE: nella norma otr
LA MIA RECENSIONE:
Mi hanno confessato che…
OTR ovvero Ogni Tanto ci Ricasco. Eh già le otr per me sono un po’ come l’uovo al tegamino: b(u)ono, economico e veloce eppure non me lo faccio mai. Sono cresciuto con loro (uova e otr) ma negli ultimi tempi ho preferito spesso altri piatti, nella gran parte dei casi più pseudo-raffinati e senz’altro più costosi ma, vuoi o non vuoi, sempre con gli stessi ingredienti di base. In realtà mi è sempre piaciuto poter passare, guardare, scambiare due parole per poi poter scegliere e tornare. Sembra un approccio meno asettico di una telefonata o addirittura di uno scambio di sms. Per rimanere in tema mangereccio, direi che è un po’ come un pasto alla carta o a buffet: nel primo caso si procede al buio fino a che ti si para davanti ciò che hai ordinato, nel secondo si può scegliere ciò che più aggrada almeno alla vista. Tanto, nel nostro specifico settore, a differenza che nella ristorazione, sempre e comunque si può avere la certezza che molti prima di noi abbiano toccato, assaggiato, leccato…
Orbene, per presentare Micaela posso riallacciarmi alla metafora culinaria di poc’anzi. Vi è mai capitato di entrare in una bettola in qualche buco del culo d’Italia sperso su per i monti? Dove cucinino prodotti locali, magari dell’orto sul retro e della loro stalla? In cui servano un solo primo ed un solo secondo in funzione della stagione, con contorno rigorosamente di insalata e da bere nient’altro che acqua o vino? In cui si apparecchi spartanamente e a servire ai tavoli ci sia un panzone coi calzoni corti e la maglietta impataccata? Se vi è capitato, avete assaporato il gusto che si prova nel conoscere Micaela.
Una ragazza semplice e genuina, a mio parere bella senza se e senza ma e nel fiore della gioventù. Tuttavia nasconde lo splendore dei suoi 19 anni dietro un aspetto se non trasandato e sciatto quantomeno discutibile. Veste gonna e toppino sexy abbinati, scarpe tacco 12 che non passano inosservate e cerca di rinfrescarsi con un ventaglietto che a tratti usa, forse inconsciamente, per coprire parte del viso a mo’ di dama giapponese. Il suo volto e le parti abitualmente scoperte sono abbronzate ma non presentano quell’aspetto carbonizzato tipico di tante sue colleghe in questa stagione e lunghi capelli scuri incorniciano il suo intrigante faccino.
“Beh - chiederete voi - che c’entra con la bettola in montagna?”
Per capirlo bisogna avvicinarsi. Appena salita in macchina ho notato i suoi abiti: non sporchi di uso troppo prolungato ma vissuti sulla strada. Comprensibilissimo, visto che a tal uso sono destinati, ma su una bella ragazza a parer mio comunque stonano.
Le scarpe sono tutta una macchia di chissà quale origine. I capelli sono aridi e il suo italiano si limita sostanzialmente a quello inerente il suo lavoro. Arrivati a destinazione, mentre si alza la gonna e tira via gli slip noto una ispida ricrescita ma a meravigliarmi non è la zona pubica quanto il basso ventre: praticamente il pelo le arriverebbe uniforme fin quasi all’ombelico. Potrei avanzare l’ipotesi che per fare questo mestiere serva il pelo sulla panza e che lei ne abbia da vendere...
Comunque il dettaglio mi induce a decidere immediatamente che la prenderò a pecora!
Scopro che su richiesta, offre il bbj con sovrapprezzo di 20 euro ma per la prima conoscenza un tutto coperto andrà benone.
Opto per i giochi fuori dall’auto, o meglio, io fuori e lei dentro. Mentre giro intorno alla macchina osservo il posto in cui mi ha portato. Siamo a pochi metri dalla pista dell’aeroporto, accanto ad un corso d’acqua, sotto due colossali alberi. Sarebbe una ambientazione quasi romantica nella sua riservatezza ma non posso non riferire dello strano totem allestito in loco. Sui rami più bassi degli alberi e sulle fronde dei cespugli circostanti sono issate mutande femminili in varietà di fogge e colori: culottes bianche, perizomini neri con pizzo, tanga leopardati e via di seguito. Alcune sono semplicemente poggiate o appese a rami spezzati ma altre, udite udite, sono legate con preservativi, usati a mo’ si spago. Mi chiedo se l’autore di una simile opera possa essere ascritto alla categoria dei buontemponi o piuttosto a quella degli psicopatici. Con questa idea in testa e gli inusuali drappi al di sopra, mi lascio incappucciare dalla signorina che offre un bj con mano qualitativamente in linea con la media otr. Quando scopre il seno e me lo offre, ne noto la mancanza di turgore ed il contrasto cromatico tra la zona abitualmente al sole e quella in ombra, al punto che la netta linea di confine potrebbe sembrare un fantascientifico punto di innesto tra un corpo mulatto e uno slavo.
Quando si gira e mi invita a prenderla a pecorina capisco le reali potenzialità di una ragazza del genere. Per quello che riesco a vedere è fatta davvero bene e, curata un po’, diventerebbe la nuova incontrastata regina del quadrante nord ovest della Capitale. Certo, dovrebbe frequentare anche un corso intensivo di sovoir faire per evitare o quantomeno smussare risposte tipo:
“ma perché, te fa schifo vení così a pecora?”
quando qualcuno le chiede di finirlo a mano senza cappuccio.
Proprio su questo scambio di battute passa dietro di noi un aereo in atterraggio. Mi balena in mente un’hostess che augura agli stranieri villeggianti un benvenuti a Roma e la metà di loro, quelli sul lato sinistro dell’aereo, che si ritrovano a scolpire nella loro memoria il primo incontro con un autoctono italiano, o meglio, con le di lui pallide chiappe mentre si pompa la puttana di turno. Ma forse tutto il mondo è paese…
Ossequi.
NOME: Micaela Mikaela
CITTA DELL'INCONTRO: Roma
ZONA: via della Muratella incrocio via di Malnome
NAZIONALITA': romania
ETA': 19
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bbj bj rai1
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: 15
DESCRIZIONE FISICA: magra sul metro e 70 e dai lineamenti interessanti
ATTITUDINE: nella norma otr
LA MIA RECENSIONE:
Mi hanno confessato che…
OTR ovvero Ogni Tanto ci Ricasco. Eh già le otr per me sono un po’ come l’uovo al tegamino: b(u)ono, economico e veloce eppure non me lo faccio mai. Sono cresciuto con loro (uova e otr) ma negli ultimi tempi ho preferito spesso altri piatti, nella gran parte dei casi più pseudo-raffinati e senz’altro più costosi ma, vuoi o non vuoi, sempre con gli stessi ingredienti di base. In realtà mi è sempre piaciuto poter passare, guardare, scambiare due parole per poi poter scegliere e tornare. Sembra un approccio meno asettico di una telefonata o addirittura di uno scambio di sms. Per rimanere in tema mangereccio, direi che è un po’ come un pasto alla carta o a buffet: nel primo caso si procede al buio fino a che ti si para davanti ciò che hai ordinato, nel secondo si può scegliere ciò che più aggrada almeno alla vista. Tanto, nel nostro specifico settore, a differenza che nella ristorazione, sempre e comunque si può avere la certezza che molti prima di noi abbiano toccato, assaggiato, leccato…
Orbene, per presentare Micaela posso riallacciarmi alla metafora culinaria di poc’anzi. Vi è mai capitato di entrare in una bettola in qualche buco del culo d’Italia sperso su per i monti? Dove cucinino prodotti locali, magari dell’orto sul retro e della loro stalla? In cui servano un solo primo ed un solo secondo in funzione della stagione, con contorno rigorosamente di insalata e da bere nient’altro che acqua o vino? In cui si apparecchi spartanamente e a servire ai tavoli ci sia un panzone coi calzoni corti e la maglietta impataccata? Se vi è capitato, avete assaporato il gusto che si prova nel conoscere Micaela.
Una ragazza semplice e genuina, a mio parere bella senza se e senza ma e nel fiore della gioventù. Tuttavia nasconde lo splendore dei suoi 19 anni dietro un aspetto se non trasandato e sciatto quantomeno discutibile. Veste gonna e toppino sexy abbinati, scarpe tacco 12 che non passano inosservate e cerca di rinfrescarsi con un ventaglietto che a tratti usa, forse inconsciamente, per coprire parte del viso a mo’ di dama giapponese. Il suo volto e le parti abitualmente scoperte sono abbronzate ma non presentano quell’aspetto carbonizzato tipico di tante sue colleghe in questa stagione e lunghi capelli scuri incorniciano il suo intrigante faccino.
“Beh - chiederete voi - che c’entra con la bettola in montagna?”
Per capirlo bisogna avvicinarsi. Appena salita in macchina ho notato i suoi abiti: non sporchi di uso troppo prolungato ma vissuti sulla strada. Comprensibilissimo, visto che a tal uso sono destinati, ma su una bella ragazza a parer mio comunque stonano.
Le scarpe sono tutta una macchia di chissà quale origine. I capelli sono aridi e il suo italiano si limita sostanzialmente a quello inerente il suo lavoro. Arrivati a destinazione, mentre si alza la gonna e tira via gli slip noto una ispida ricrescita ma a meravigliarmi non è la zona pubica quanto il basso ventre: praticamente il pelo le arriverebbe uniforme fin quasi all’ombelico. Potrei avanzare l’ipotesi che per fare questo mestiere serva il pelo sulla panza e che lei ne abbia da vendere...
Comunque il dettaglio mi induce a decidere immediatamente che la prenderò a pecora!
Scopro che su richiesta, offre il bbj con sovrapprezzo di 20 euro ma per la prima conoscenza un tutto coperto andrà benone.
Opto per i giochi fuori dall’auto, o meglio, io fuori e lei dentro. Mentre giro intorno alla macchina osservo il posto in cui mi ha portato. Siamo a pochi metri dalla pista dell’aeroporto, accanto ad un corso d’acqua, sotto due colossali alberi. Sarebbe una ambientazione quasi romantica nella sua riservatezza ma non posso non riferire dello strano totem allestito in loco. Sui rami più bassi degli alberi e sulle fronde dei cespugli circostanti sono issate mutande femminili in varietà di fogge e colori: culottes bianche, perizomini neri con pizzo, tanga leopardati e via di seguito. Alcune sono semplicemente poggiate o appese a rami spezzati ma altre, udite udite, sono legate con preservativi, usati a mo’ si spago. Mi chiedo se l’autore di una simile opera possa essere ascritto alla categoria dei buontemponi o piuttosto a quella degli psicopatici. Con questa idea in testa e gli inusuali drappi al di sopra, mi lascio incappucciare dalla signorina che offre un bj con mano qualitativamente in linea con la media otr. Quando scopre il seno e me lo offre, ne noto la mancanza di turgore ed il contrasto cromatico tra la zona abitualmente al sole e quella in ombra, al punto che la netta linea di confine potrebbe sembrare un fantascientifico punto di innesto tra un corpo mulatto e uno slavo.
Quando si gira e mi invita a prenderla a pecorina capisco le reali potenzialità di una ragazza del genere. Per quello che riesco a vedere è fatta davvero bene e, curata un po’, diventerebbe la nuova incontrastata regina del quadrante nord ovest della Capitale. Certo, dovrebbe frequentare anche un corso intensivo di sovoir faire per evitare o quantomeno smussare risposte tipo:
“ma perché, te fa schifo vení così a pecora?”
quando qualcuno le chiede di finirlo a mano senza cappuccio.
Proprio su questo scambio di battute passa dietro di noi un aereo in atterraggio. Mi balena in mente un’hostess che augura agli stranieri villeggianti un benvenuti a Roma e la metà di loro, quelli sul lato sinistro dell’aereo, che si ritrovano a scolpire nella loro memoria il primo incontro con un autoctono italiano, o meglio, con le di lui pallide chiappe mentre si pompa la puttana di turno. Ma forse tutto il mondo è paese…
Ossequi.