Valutazione sintetica della mia esperienza:
(3/5) ★★★☆☆
Bellezza 5
Attitudine 3
1 stella di penalty per utilizzo di salviette imbevute, telefonata in corso d’opera e menata sulla lavanderia.
NOME INSERZIONISTA: Miranda Potter
RIFERIMENTO INTERNET: Annunci top: foto gallery trans Miranda Potter 3279389124 NAPOLI - SORRENTO
PICCOLE ID: 39810
CITTÀ DELL' INCONTRO: Napoli
ETÀ: 25/30
CONFORMITÀ DELL' ANNUNCIO: le foto sono patinate ma siamo in quei rari casi in cui nemmeno Photoshop riesce a dare un’idea di cotanta fighezza. Non sono le foto ad essere glamour, è lei ad essere glamour, pare uscita da una rivista di moda. E dal vivo è anche meglio.
SERVIZI OFFERTI: FK BBJ DT 69 HF FINGERING (a lei) EXTRABALL COB (lei) COB CID (io)
COMPENSO RICHIESTO: 100 euro ogni 30 minuti o frazioni di essi, così mi è stata esposta (150 per 45’ 200 per 60’)
COMPENSO CONCORDATO: 200
DURATA DELL' INCONTRO: 60 dtd
DESCRIZIONE FISICA: altissima e slanciatissima, bonissima. Miranda ha un corpo statuario, sui tacchi arriva a due metri, cosce dritte e perfette, bacino proporzionato, sedere tondo sodo e giusto, all’apparenza molto naturale date le perfette proporzioni, addome piatto e femminile, tette un po’ durette a bomba ma si sa che non è frutto di madre natura, chioma folta e fluente, trucco leggero, capezzoli sensibili, spalle fiere e un viso da perderci la testa. Penso sia una delle transgender più belle che mi siano mai capitate a tiro.
DOTAZIONE: M++ perfettamente depilato, di bell’aspetto, perché un cazzo deve anche essere bello, affusolato e longilineo, lento da scaldare ma bello e duro. Le è rimasto in tiro anche quando l’ho penetrata (rarità).
ATTITUDINE: non propriamente versatile, tendenzialmente passiva ma ha un bel gingillo che, piotta alla mano, non credo disdegni di usare. Miranda non è una stronza, anzi, cerca di essere molto dolce nel suo personaggio. Ma l’incontro non ha mai preso il volo, vuoi per la leggera puzza sotto al naso tipicamente paulista, vuoi perché non le sarà piaciuto il cliente, o forse è il suo solito minimo sindacale modo di fare. Pesa molto la sua indescrivibile bellezza in termini positivi, ma in quanto ad attitudine non ci siamo, soprattutto considerando alcuni aspetti critici che in rece andrò a raccontare.
REPERIBILITÀ: varie chiamate senza risposta, poi appuntamento con un’ora di preavviso.
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale all’ingresso e mi pare anche prima degli ascensori.
NUMERO DI TELEFONO: 32793891xx
PREMESSA:
(3/5) ★★★☆☆
Bellezza 5
Attitudine 3
1 stella di penalty per utilizzo di salviette imbevute, telefonata in corso d’opera e menata sulla lavanderia.
NOME INSERZIONISTA: Miranda Potter
RIFERIMENTO INTERNET: Annunci top: foto gallery trans Miranda Potter 3279389124 NAPOLI - SORRENTO
PICCOLE ID: 39810
CITTÀ DELL' INCONTRO: Napoli
ETÀ: 25/30
CONFORMITÀ DELL' ANNUNCIO: le foto sono patinate ma siamo in quei rari casi in cui nemmeno Photoshop riesce a dare un’idea di cotanta fighezza. Non sono le foto ad essere glamour, è lei ad essere glamour, pare uscita da una rivista di moda. E dal vivo è anche meglio.
SERVIZI OFFERTI: FK BBJ DT 69 HF FINGERING (a lei) EXTRABALL COB (lei) COB CID (io)
COMPENSO RICHIESTO: 100 euro ogni 30 minuti o frazioni di essi, così mi è stata esposta (150 per 45’ 200 per 60’)
COMPENSO CONCORDATO: 200
DURATA DELL' INCONTRO: 60 dtd
DESCRIZIONE FISICA: altissima e slanciatissima, bonissima. Miranda ha un corpo statuario, sui tacchi arriva a due metri, cosce dritte e perfette, bacino proporzionato, sedere tondo sodo e giusto, all’apparenza molto naturale date le perfette proporzioni, addome piatto e femminile, tette un po’ durette a bomba ma si sa che non è frutto di madre natura, chioma folta e fluente, trucco leggero, capezzoli sensibili, spalle fiere e un viso da perderci la testa. Penso sia una delle transgender più belle che mi siano mai capitate a tiro.
DOTAZIONE: M++ perfettamente depilato, di bell’aspetto, perché un cazzo deve anche essere bello, affusolato e longilineo, lento da scaldare ma bello e duro. Le è rimasto in tiro anche quando l’ho penetrata (rarità).
ATTITUDINE: non propriamente versatile, tendenzialmente passiva ma ha un bel gingillo che, piotta alla mano, non credo disdegni di usare. Miranda non è una stronza, anzi, cerca di essere molto dolce nel suo personaggio. Ma l’incontro non ha mai preso il volo, vuoi per la leggera puzza sotto al naso tipicamente paulista, vuoi perché non le sarà piaciuto il cliente, o forse è il suo solito minimo sindacale modo di fare. Pesa molto la sua indescrivibile bellezza in termini positivi, ma in quanto ad attitudine non ci siamo, soprattutto considerando alcuni aspetti critici che in rece andrò a raccontare.
REPERIBILITÀ: varie chiamate senza risposta, poi appuntamento con un’ora di preavviso.
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale all’ingresso e mi pare anche prima degli ascensori.
NUMERO DI TELEFONO: 32793891xx
PREMESSA:
È stata una settimana di duro lavoro, tra un paio di incontri recensiti e un altro paio che avevo già recensito in passato, perché è dura la vita dell’advisor...advisor un paio di palle, questa aveva il telefono sempre occupato o non rispondeva, se la sarà chiavata mezzo forum e come al solito tocca a me prendere penna e calamaio. Se andiamo avanti così non vi advisor più un cazzo, nel senso letterale del termine.
LA MIA RECENSIONE:
Al telefono Miranda lascia percepire immediatamente la simil dolcezza che applica dal vivo, tanti “tesssoro” insomma che messi insieme non servono ad un beneamato cazzo. Riceve al Vomero in un condominio signorile, con possibilità di parcheggio lungo la strada se si ha culo, e “voi” phrocy notoriamente ne avete. L’appartamento è davvero pulito e bello, lei un po’ disordinata. Cerco rece, ne trovo una, atipica, sintetica e poco esauriente. Chiamo per un appuntamento che mi viene concesso di lì ad un’ora. Trenta minuti per doccia e vestizione, trenta minuti per raggiungere l’alcova. Cioè quando l’ho chiesto io. Non quando lo dici tu. È diverso. Soprattutto con tempi di attesa zero. In questo è da elogiare. Detesto le attese. Non sono uno da far attendere. Io pago e ringrazio e almeno una parvenza di rispetto lo pretendo. Almeno tanto quanto ne nutro io per l’operatrice di turno. Vabbè ma questo, è un altro discorso.
Mi ha aperto la porta questa gigantessa in tacchi, perizoma e reggiseno. È bella da mozzare il fiato. Nè le foto, nè eloquio alcuno potranno mai descrivere accuratamente e fedelmente l’imponente e al contempo delicata bellezza di questa creatura. Penso sia una delle professioniste più belle con cui ho mai avuto un rapporto sessuale. Ma come dico sempre, se siete belle potete cavarvela per i primi 15 minuti, poi è meglio che sappiate qualcosa. E Miranda di saper fare la concubina non se ne strafotte un cazzo, di saper fare l’ospite manco a parlarne. Lei è bella e tutto il resto non conta. Compreso te che per lei, probabilmente non vali un cazzo. Lei è la Potter e tu tanto vali: una piotter. (© Julio)
Mi ha accompagnato in camera dopo avermi salutato con un sorriso decente come decente deve avermi valutato. Ho lasciato la busta con la piotta a portata di Piotter e sono passato in bagno per consentirle di ispezionarla. Cosa che ha fatto dato che quando sono tornato l’ho trovata spostata. Lei era distesa sul letto, di traverso. Il letto che manco riusciva a contenerla in tutta la sua lunghezza. Il suo culo di porcellana, i km di cosce, l’incarnato chiaro, le bombe strette nel reggiseno, questa figura armonica e raggiante, ma soprattutto il suo volto intrigante mi hanno letteralmente rapito. Mi sono denudato e accovacciato ai piedi del letto per baciarla. French kiss, sufficiente come tutto il resto, mai deep, senza trasporto. Un bacio inutile, da scena. Libera dal reggiseno, via il perizoma, siamo passati al petting. Ho cominciato dalla bocca per passare poi ai capezzoli, ha cominciato ad ansimare in maniera scomposta pertanto le ho dovuto chiedere di essere meno teatrale. “Ma a me piace!”. Ho capito, ma non esagerare. Poi stesa a pancia sotto e io a rimmarle il solco. Chiara la percezione di fresh and clean quindi ho immediatamente interrotto ogni sorta di lecchinaggio, salviette che successivamente le ho visto usare anche tra il primo e il secondo round. Poco male, ho intriso con le dita e ho cominciato a strofinarglielo tra le natiche baciandola da dietro al contempo. Dopo un po’ di questo sfregamento si è prodigata in un pompino. Ha belle labbra, gonfie il giusto, ma quelle sono solo un dettaglio estetico. Il pompino si fa con la lingua, le labbra c’entrano poco, ma alla maggioranza delle persone il dettaglio sfugge. E il pompino non era dei più appassionati. L’ho stesa a pancia in su, con la testa penzoloni e gliel’ho affondato tutto fino a sentire le Williams sul suo naso. Soffocava ma mi ha lasciato iterare la cosa più volte. Doveva essersi eccitata perché tra le sue cosce svettava il membro, che aveva raggiunto consistenza e piena bellezza. Cercando di non pensare alla sommaria pulizia che gli aveva concesso, ho cominciato a ciucciarlo e a lavarlo con la mia saliva. Ci siamo poi stesi di lato a 69. Quando sul talamo divampavano fuoco e fiamme, ho preso un condom dal comodino, l’ho calzato e glie l’ho buttato dentro, alla missionaria, senza troppe cerimonie. È stretta di culo quella maledetta e contraeva a pulsazioni grazie alla muscolatura anale tonica e sviluppata. Contrattacco segandoglielo energicamente dopo averlo intriso tutto di saliva. Parte la gara a chi scoppia prima. Dopo una sega furiosa, mi ha tolto la mano perché forse non stavo facendo a modo suo (cazzo ne so, ci siamo appena conosciuti), ha cominciato a menarselo da sola, mentre io continuavo a pompare e a cercare di non pensare al fatto che mi stesse stringendo l’asta e la cappella in una ritmica morsa infernale. Pochi colpi di mano e si è arresa prima lei, forse più per motivi fisiologici che per altro, il suo obelisco ha cominciato ad eruttare una discreta quantità di seme, denso e candido, che le zampillava sull’addome per poi colare sul fianco. Aveva gli occhi chiusi e il capo reclinato all’indietro. Mi ha donato una bella immagine di sé. Così bella che non ho saputo resistere: pochi istanti dopo, pochi affondi a seguire e me ne sono venuto anche io, sfilando il condom e aggiungendo il mio piacere al suo, schizzato sul suo sesso e sul suo pancino.
Sono passato al bagno mentre lei si ricomponeva alla meglio (salviette). Quando sono tornato, la sua bellezza mi ha rapito di nuovo. Era dolce e cortese, di quella cortesia non scevra da affettazione, ma piacevole e rassicurante. Era venuta, aveva goduto, mi aveva compiaciuto in qualche modo, avevo l’ego a mille, pertanto da “Piotter” l’ho ribattezzata “Piotter e mezzo”, poi ci ho pensato, e ho tirato fuori un’altra banconota per proporle un secondo round a “DuPiotter”. Ha accettato con entusiasmo, per la seconda Piotter ovviamente, concedendomi upgrade a 60 minuti.
C’era un conto in sospeso tra noi, qualcosa di incompleto, di irrisolto. Dovevo assolutamente sfondarle quel suo culo stretto e tentare in tutti i modi di lasciarglielo dolorante e slabbrato. O almeno perire nell’intento. Non ha dovuto nemmeno succhiarmelo, mi ero arrapato solo a vederla. Seduta sugli stinchi, col busto eretto e il culo in fuori. Ho messo il guanto e mi sono posizionato dietro di lei per continuare dal punto in cui i reciproci orgasmi ci avevano interrotto poco prima. Eravamo rivolti verso la testata. Sono entrato agevolmente e ho cominciato a pompare, a baciarle il collo e a strizzarle i meloni. Vedevo noi due nello specchio sulla destra, ho cercato di non guardare, lei era troppo bella. Ma non era abbastanza, quindi a pecora e cavalcata selvaggia. Ancora di più, mi sono alzato sui piedi e la tenevo arpionata dall’alto, spingevo più forte che potevo sapendo che non sarei durato molto sui quadricipiti. Le carni impattavano producendo suoni celestiali, e lei pure, gemeva in maniera naturale e sentita. Tentava di sottrarsi all’arrembaggio avanzando, poi con il cranio al capolinea, nella testata, ho continuato imperterrito mentre si proteggeva il capo con una mano per non sbatterci dentro. Quando proprio non ho retto oltre mi sono steso per defaticare ed è salita a smorza candela. Stavamo raggiungendo la sublimazione del piacere con lei che mi ancheggiava addosso, le tettone in faccia e col cazzo ben piantato nel suo budello. Improvvisamente però, le è squillato il telefono. Si è affacciata a guardare il display e la cosa ha rotto quel barlume di armonia. Fanculo ho pensato, chissene. Seconda telefonata. Alla terza mi sono smontato del tutto e le ho detto di rispondere. Mi aspettavo che avrebbe tolto la suoneria. Ma lei è la Piotter e te non sei un cazzo. Si è alzata per prendere il telefono e ha cominciato a falare nell’altra stanza. La cosa aveva assunto toni surreali. Io a cazzo dritto sul letto e questa a telefono nel soggiorno. Ma che cazz!
Tornata in camera, mi ha messo al corrente che era un suo amico e che quella era la sua utenza privata. Esticazzi! Intanto mi ero smontato a barzotto, quindi si è dovuta dare pena per rinvigorirlo con la bocca. Da buon socialdemocratico volevo ricambiare ma mi metteva al corrente che dopo aver goduto non ci sarebbe stato più verso per lei. Azzi tuoi. L’ho messa a scosciagallina e ci sono affondato dentro. Ho cominciato lento e lei mi ha incitato. Incitato a cosa? A spingere più forte? “No è che devo andare alla lavanderia sotto casa”. Quella frase è suonata come un calcio nelle palle, come la frustrazione isterica della casalinga repressa, come “l’avrò chiuso il gas” poco prima dell’orgasmo.
Mi arrendo, non è arte sua, decido quindi di porre fine a quella farsa. Ho cominciato a spingere forte ma così forte che stavolta ha cominciato ad ansimare e a lamentarsi per davvero. Mi assumo la piena responsabilità di scrivere che le ho fatto il culo come una capanna, tanto questa diva del materasso prima o poi leggerà, si incazzerà e potrà dire che sono maleducato, lercio e brutto ma non potrà negare il gran culo che le ho fatto (voi lurker del cazzo correte da lei con la mia recensione alla mano come spesso accade, mi raccomando!). Dovrà inoltre rimangiarsi come frase di circostanza il:
“Da quando sono qui sei il primo cliente che mi ha sfondata veramente, di solito sono passivi o durano cinque minuti”. Cosa mi tocca sentire...
Dopo questa furiosa inculata si è tolta dal cazzo che non reggeva più, esterrefatta e contrariata si toccava il buco con le dita per valutare il danno. Girata alla missionaria, pochi altri affondi e le sono scoppiato dentro, rimanendole piantato nel profondo, fino all’ultima goccia, e poi ancora, anche a orgasmo finito.
Qualche chiacchiera di circostanza, lei intanto si è infilata un abito verde, complimenti a cascata, dichiarazioni d’amore eterno a profusione e mentre mi avviavo fuori dalle balle, mi ha chiesto di farle una foto vicino allo scrittoio. Inquadro dal basso, minchia come è alta sembrava una gigantessa, correggo l’angolo e comincio a scattare tenendo bene a mente le regole di composizione. Una foto era particolarmente espressiva e bella ma a lei non piaceva. Le ho chiesto di mandarmela, di farmi questo piccolo omaggio. Mi ha assicurato che lo avrebbe fatto, mentendo e sapendo di mentire. Come dicevo, per lei tu non vali un cazzo, anzi, vali esattamente DuPiotter.
A buon rendere.
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