NOME INSERZIONISTA: Natalia Avelar aka Natalia Avellar
RIFERIMENTO INTERNET : https://www.toptransitalia.it/scheda.asp?pag=video&id=34608
CITTA DELL'INCONTRO: Napoli
NAZIONALITA': Brasiliana, paulista
ETA': 25 o giù di lì
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: conforme al 100% forse dal vivo anche meglio
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): soft kiss poi fk bj 69 rai2 cob multiball
COMPENSO RICHIESTO: 70 1/2ora - 100 1ora+multiball - 150 1ora monoball+venuta
COMPENSO CONCORDATO: 150
DURATA DELL'INCONTRO: 1h15 min
DESCRIZIONE FISICA: 175 circa corporatura lineare, bunda perfetto, pelle abbronzata, cosce dritte e tornite, pene importante, vitino di vespa, tette a pera, spalle proporzionate, braccia toniche, viso perfetta sintesi tra malizia femminile ed un leggero fascino ancora androgino, occhi “da orientale”
DOTAZIONE (S,M,L,XL,XXL): XL
ATTITUDINE: dolce affabile, con me passiva ma perché ero incazzato come un Mohicano, da attiva penso faccia danni
REPERIBILITA': difficilissima causa lavori nella piazza indicata e perché il navigatore non indirizza nella giusta posizione, difficile da scaldare
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale tese e appese tre piani
TELEFONO: 36634913xx 36649651xx
LA MIA RECENSIONE: I
RIFERIMENTO : la rece di YoungBoy, una guida nel deserto :
https://community.punterforum.com/showthread.php?t=321201&highlight=36649651xx
RINGRAZIAMENTO : Lucullo, un bastardo figlio di puttana :on_the_quiet:
Valutazione sintetica della mia esperienza:
(4/5) ★★★★☆
PROLOGO :
Ero a casa a godermi il mio solito ozio pomeridiano quando consultando il forum mi appare la notifica della chat, era Lucullo che preso da un raptus ormonale mi aveva allungato un link di bakeca. Natalia, una bellissima trans, così bella da parermi subito uno di quei pacchi di bakeca. Infatti cerco index trovo il suo annuncio sul più autorevole Piccole però su Roma. Sputo in faccia via chat a Lucullo il quale però mi insegna una cosa davvero singolare. Il lunedì gli annunci vengono aggiornati con molto ritardo (vita comoda anche voi di Piccole eh?sveglia pelandroni qui c’e’ gente che al mattino deve chiavare !!!) mentre su bakeca partono dalla mattina in loop ed in tempo reale. Lucullo mi suggerisce come uno speculatore di borsa di sfruttare questo tempo di latenza in cui non c’e’ afflusso di clienti (quelli che consultano bakeca si fanno solo le seghe si sa) per intavolare una trattativa all’ultimo euro e all’ultimo bocchino. Ora, mentre scrivo, e’ in chat e rompe il cazzo per le anteprime :sarcastic_hand:
IL TRAGITTO:
Apro la sezione video della signorina, leggo la rece di youngBoy (sia sempre lodato), mi sale il sangue in testa e la chiamo. Voce delicata, tono sottile, persuasiva mi dice location e mi spiega il tariffario come si illustra un quadro. Optiamo per 70 euro mezz’ora di sballo. Doccia meticolosa, e subito sullo scooter considerando il traffico di Napoli. Arrivo nella piazza indicata ma c’era un enorme cantiere e il civico era introvabile. Vi dico solo che quando vedete un negozio che si chiama “I Chiavettieri” siete sulla strada giusta, il vicolo trovatevelo da soli! La chiamo mi manda la posizione su whatsapp. Sembra una caccia al tesoro, dietro ai tribunali, in una Napoli fuori dai giri turistici, un cui conviene guardarsi intorno. Arrivo al civico, la richiamo e aveva cell irraggiungibile, come se fosse spento. Insisto ma sempre spento. Pensavo già al mio thread “rimbalzato da una trans”, mi guardo nel vetro di una macchina in sosta e mi chiedo: cazzo ho che non va ? Fossi gay mi chiaverei ! Preso dallo sconforto di nessuna chiamata in arrivo, rassegnato torno indietro, ma in preda alla stizza la richiamo da whatsapp, risponde e mi dice di muovermi a salire! Raramente ho provato un simile sollievo.
IL TUFFO:
Salgo in questo palazzo sotto gli occhi indiscreti di un tipico vicolo napoletano, la scala puzza di piscio, terzo piano ha detto, ma con tutti sti cazzo di ammezzati qual è il terzo? Scale strette e ripide che si inerpicano e si biforcano all’infinito, un labirinto del cazzo. Mi metto più o meno al centro, tendo l’orecchio del cacciatore, sento dei passi, è la mia preda, mi avvicino alla porta e lei mi guarda dallo spioncino. Con l’orecchio vedevo la sua sagoma o almeno la immaginavo dai rumori. Si apre la porta e come ogni volta un tuffo nel vuoto. Una sensazione che conoscete tutti voi figli di puttana. Mi volto e quel cesso di Lucullo aveva ragione, era lei, di una bellezza trionfante, in una veste di seta (forse), avvitata da una cintura.
Mi presento a questa amazzone, affannato come un centometrista, profumato ma un velo sudato, impallato come un flipper in tilt, sorrido e lei ricambia, mi guarda, io sgrano gli occhi, la veste lascia intendere un bel corpo, difficile nascondere un culo come quello, ma il viso è arte. La perfetta sintesi tra i tratti artificialmente femminei ed il retaggio squadrato di una vita precedente, questo connubio conferisce a lei un’espressione particolare che è impossibile descrivere.
Le dico il mio nome o almeno quello che avevo scelto per quella occasione, inizio a ripetere come un disco rotto “che meraviglia” e lei ogni volta “grazie, grazie, grazie, grazie...”. È dolce, pare quasi timida, se non fosse per quella fisicità ad altissima carica erotica. Ci dirigiamo verso la sua stanza, sulle porte numeri in grassetto mi fanno un po’ pensare ad animali in batteria ma questo pensiero svanisce appena noto il suo ancheggiare ipnotico nell’incedere. L’ambiente sembra pulito e ordinato, dignitoso, il bagno in camera subito sulla destra. Passo le mani sotto l’acqua fredda e la cappella pure. Asciugo il tutto, intanto l’aria condizionata mi riporta in vita. Oggi Napoli era un forno crematorio.
IL TRONCHETTO:
Torno da lei che intanto aveva ricevuto almeno tre telefonate, nessuna che avesse concordato un appuntamento. Parla poco in italiano e il mio brasiliano è troppo arrugginito, conveniamo dunque che avremmo parlato solo con gli occhi e ci siamo detti davvero di tutto. Ho scartocciato il suo corpo come un regalo, slacciata la cintura la veste si è aperta svelando un ventre piatto e perfetto, la sua vita stretta e una terza alta e simpatica. Due belle pere adornate da due monete scure e definite e da due bottoncini all’insù. Sarà il suo primo impianto, è ancora duro ma piacevole al tatto, la veste intanto cade e scopro con piacere che non indossa slip.
Ora c’e’ da dire che sul suo cazzo andrebbe fatto un paragrafo a parte, magari un intero capitolo, forse un trattato. Perché le foto non rendono per niente l’imponenza del suo membro. Dire che è un tronchetto della felicità non sarebbe sufficiente a descrivere il suo diametro, la sua leggera curva e le nervature dell’asta. Per fortuna c’e’ una intera filmografia e forse solo dai video se ne ha una reale idea.
LE CHIAVATE:
Mi libero dai vestiti, mi avvicino al letto dove mi attende nuda sugli stinchi e con il resto del corpo eretto, porta la mano alla mia nuca e mi tira a se, quella carezza è rassicurante, non ho la più pallida idea di cosa stia per accadere e lei mi chiede “cosa facciamo amore?”. Tesoro ci scopiamo, che altro sennò? Sarà una pragmatica la vedo assorta e smarrita, per restituirle un programma le dico che dopo aver leccato tutta la superficie del suo corpo la impalerò come si faceva in epoca medioevale per poi concederle la stessa opportunità. Sorride, non avrà capito nulla, ma non smette mai di fissarmi con quegli occhi ammiccanti. La sua pelle è liscia e profumata, di un profumo esotico e fruttato, scoprirò poi che non mi si era fortunatamente attaccato addosso. Anzi ora direi più “sfortunatamente”. Agguanto quei seni, mi dice di fare piano, le bacio il collo e lei si contorce, preso dall’euforia passo alla bocca e lei chiarisce immediatamente che non se ne parla nemmeno. Reduce da questa doccia fredda riprendo dai seni, che scopro stranamente sensibili dato l’accrescere del turgore dei suoi capezzoli. Porto le mani al suo culo pieno e perfetto, mi avvicino e sento il suo sesso gonfio ma non duro, premere contro il mio che intanto era diventato di marmo. Me lo prende in mano ed esclama “beloooo” comincia a segarlo e io faccio lo stesso con il suo. Si stende e passo a baciarle il ventre, scendo tra le gambe, due colonne, facendo attenzione a non piombare subito sull’inguine. Poi non resisto e comincio a baciarle lo scroto, a leccarlo, mentre nella mia mano prendeva vita un mostro. Alzo gli occhi e mi trovo questo cazzo venoso in tiro, grosso e nervoso che scorreva nella mia mano accompagnato da leggeri movimenti del suo bacino. Aveva gli occhi chiusi, ma li ha spalancati appena glie l’ho preso in bocca, come a voler ammirare l’esatto istante in cui la sua cappella avrebbe varcato le mie fauci. Teneva entrambe le mani sulla mia testa e mi accarezzava come ad esprimere approvazione per quello che stavo facendo. Come una gatta lanciava flebili segnali, leggere esternazioni, magari difficili da cogliere ai più. No, lei non è questo uragano di passionalità, ma ha un corpo davvero meraviglioso e guardare il suo volto gaudente trasmette tanta soddisfazione. Si desta dal letto e mi monta addosso, cominciamo un 69 intensissimo, se solo non fosse stato per il fatto che mi abbia incappucciato anche per l’orale. Intanto la temperatura dei miei coglioni aveva raggiunto il punto di fusione, preso da una improvvisa foga, mi divincolo e le dichiaro guerra. Si posiziona a quattro zampe e dissento: no cara mia, a pecora dopo, quando ti devo sfondare, ora continua a fare la gattina e lasciami ammirare quella faccia da porca mente le lo ficco in corpo. Le metto un cuscino sotto al culo, lecco il suo perineo lasciando colare saliva abbondante, prendo la mira, ricordo che non vuole essere baciata, quindi la fisso mente le spingo la punta delle mia minchia nel suo buchetto. Ha una muscolatura anale molto sviluppata, cazzo quanto e’ stretta, eppure il suo culo è bagnato come una figa, spingo con i reni, ce lo avevo davvero duro quindi il cazzo entra e la trafigge. Me la trovo a contorcersi e a lamentarsi. Mi blocco col cazzo totalmente affondato nel suo culo mentre mugola, spero non mi cacci fuori, che non mi chieda di toglierlo un attimo, perché la sensazione era bellissima, lo sentivo totalmente avvolto dal suo budello, strozzato alla base dal suo sfintere. Pare acclimatarsi, mi sorride di nuovo, annuisce con la testa, i suoi occhi mi dicono di chiavarla.
Brutta storia essere versatile, compito difficile, ci vuole una grossa forza di volontà ad interrompere un amplesso per incenerire i ruoli. Forza che ultimamente comincia a mancarmi.
La pompo di gusto, tocco il suo seno, le bacio il collo, ma lei appena può, appena le capito a tiro, improvvisamente mi bacia in bocca, dopo poche pochissime pompate, la cosa mi spiazza, la sua lingua e’ carnosa, un bacio salivoso, da vera fidanzatina in calore. Quello era il bacio di una mantide, immediatamente una scossa ai coglioni, il mio corpo fuori controllo, gli spasmi, un improvviso, precoce, sconquassante orgasmo. Ormai è andata, non si torna più indietro, altro che versatile, sono al capolinea, allora se devo schiantarmi lo faccio con tutta la mia forza. La sbatto con forza fino ad esplodere nel gommino, nel suo culo meraviglioso.
Ride compiaciuta, la rimprovero per quel bacio, mi ha fregato. Passo al bagno e torno da lei ricomposto e mortificato, le chiedo una seconda possibilità adeguando il rate ovviamente. Ci pensa, mi guarda in faccia e sorride, abbassa lo sguardo ai miei genitali, vede il mio cazzo di nuovo in tiro, l’espressione diventa di stupore e meraviglia. Torniamo a baciarci, stavolta in bocca, il sesso cambia, diventa più sciolta, succhiamo i reciproci membri vicendevolmente, il suo e’ di marmo, grosso, davvero enorme. Divampa un incendio, tutto è incandescente, prima non era così, prima era più pacifica. Si stende sul letto io cavalcioni su di lei, il mio torso eretto e il suo pene che preme sul mio solco. Le dico “ok ora tocca a te, o no?” Vado in tilt, le chiedo cosa fare, mi dice “sali o scopa me come prima, tu bravo” Non ce la faccio, la prendo per mano e la trascino sulla sedia, lei la monta al contrario, con le cosce aperte verso lo schienale. Mi offre quel suo culo all’infuori, io suo buchino è in bella vista. Glie lo sbatto dentro come un treno cercando però di frenare la sedia, mantenendola per i seni, si volta e mi bacia, ansima in maniera gutturale, so di stare facendo un ottimo lavoro, le sto davvero sfondando il culo. Allo stremo delle forze e quasi senza fiato la abbraccio e la tiro davanti allo specchio verticale che era a fianco alla scrivania. Comincio a chiavarla lì mente io e lei ci guardiamo riflessi. La monto con colpi secchi, i gemiti diventano più esplicite vocali, la A, la mia preferita. Il ritmo sale, il suo volto è uno spettacolo, il suo pene pure, il suo sesso e’ in pieno tiro, glie lo afferro e comincio a segarlo, fino a sentirlo pulsare, irrigidirsi, lei tenta di staccarsi, io la stringo a me tenendola per il cazzo e per un seno, scoppia nelle mie mani all’improvviso, schizzando il primo fiotto sullo specchio e colando tutto il resto del suo sperma giù per terra a macchiare il pavimento. Alla vista di un orgasmo, inevitabile ma non voluto, il mio ego supera i confini di quella stanza e le godo in culo nuovamente ma con immensamente maggiore soddisfazione.
Ci buttiamo esausti sul letto, i nostri corpi sudati, l’affanno che gradualmente cala, gli occhi fissi lungo due rette che non si incontreranno mai. Leggo l’espressione di disappunto verso se stessa sul suo volto, era arrivata da poco, devo averle rovinato il pomeriggio con quella sborrata, corro ai pantaloni e lascio tre banconote sulla piccola scrivania, come da tariffario, appoggio qualcosa sopra, non ricordo cosa, non so perché lo faccio sempre. Lei torna a sorridere, io torno in bagno.
Parliamo di Napoli, le dico di andare a fare shopping a via dei mille, di fare colazione con un diplomatico, di andare a mangiare in un ristorante lì vicino che mi piace molto, di assaggiare la mozzarella e la pizza e di prendere il caffè, tanto caffè. La invito a visitare Capri Positano e Sorrento. Di passare dagli scavi di Pompei, magari di notte. Anche se so che non farà mai nulla di tutto questo. La bacio di nuovo, la lascio sull’uscio, mente dal paradiso mi calo di nuovo in quella bolgia infernale.