[RECE] Sophia black - OTR diurna - Corcolle (RM)

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"Tranzilvania, Tranzilvania bitteee!"
CARATTERISTICHE GENERALI

NOME: Sophia
CITTA DELL'INCONTRO: Corcolle (RM)
ZONA: via Zagarolese presso questo spiazzo benché la protagonista non sia fra quelle ritratte nell'immagine molto datata
NAZIONALITA': subsahariana
ETA': circa 25
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, rai1
COMPENSO RICHIESTO: 10
COMPENSO CONCORDATO: 10
DURATA DELL'INCONTRO: 20'
DESCRIZIONE FISICA: nera dal fisico muscoloso, sedere emblematico, sorriso largo e viso piacevole e giocondo
ATTITUDINE: sorridente e dedita al mestiere senza ombre

LA MIA RECENSIONE:

Sophia fa coppia con un'altra ragazza in una piazzola all'inizio della Zagarolese e si fa notare anche da chi, come me, viaggia sostenuto per le labbrone protundenti rosso-fuoco e per come fa sballonzolare il sedere che è un cippo di marmo nero smussato e spaccato a metà. Non è solo il suo sedere ad essere muscoloso: le cosce sono muscolose, le spalle sono muscolose, la pancia è tesa e protesa in fuori e tartarugata. Una corporatura del genere crea un effetto di luci ed ombre che evidenzia ancor più gli infossamenti della carne laddove i muscoli stessi terminano e si attaccano alle ossa disegnando, ad esempio, la "V" inguinale come fosse tagliata di netto, sprofondata fra i femorali e i ventrali e le conche accentuatissime dei glutei.
Saltella ridanciana attraversando la strada appena le offro dieci euro, tutta contenta, tutta gioviale. Parcheggio a lato di una sbarra e la inseguo dietro le frasche che coprono la visuale solo dal lato della strada. Mi indica un posto quasi a caso sul bordo di un campo dove la vista spazia sulle coltivazioni, sul casale, sulla strada vicinale. Ovviamente, dalle coltivazioni, dal casale e dalla strada vicinale lo sguardo spazierebbe su di noi. Protesto per il luogo inappropriato e Sophia zompetta attraverso il campo fino ad una boscaglia che nasconde un ruscello avvallato. La seguo a rilento, tentando di non calpestare le piantine che daranno da mangiare a qualcuno.
Tra gli alberi, è tutta un'altra solfa: ombra, riservatezza, invisibilità. Qualche zanzara, ma non fa niente. Mi godo Sophia, il suo cespuglione riccio che si china all'altezza delle mie palle, le labbrone gonfie che me lo inghiottono, la dentatura cavallina che mi fa filotto sulla cappella. Pompa dieci minuti dieci ininterrottamente e senza mani, spingendo di collo, pigliandolo tutto o quasi, con una prodigalità pari soltanto al sorriso gigantesco che sfoggia quando mi chiede «piace? ora scopare?» Si alza, si riassetta, mi toglie il rossetto da tutt'attorno al preservativo e si gira mostrandomi il culo smodatamente massiccio che pare strizzare anche quando è rilassato.
Esercizio ginnico dovuto alla mancanza di superfici cui appoggiarsi: gambe allargate, piegamento in avanti, mani poggiate in terra. Me la fotto una decina di minuti così finché non gonfio la plastica con l'ultima goccia. Mentre fazzolettineggio attorno all'attrezzatura, Sophia mi indica che per me è tempo di andare «sì sì, adesso andiamo, un attimo» ma Sophia insiste che per me è proprio tempo di andare additandomi l'enorme trattore con cassone al seguito bloccato dalla mia auto e le due vetture che gli fanno da coda. Lei, bellin bellina, se ne resta celata fra gli alberelli mentre io mi prendo il Sole a picco lungo i contorni del campo (non sia mai che mi vedano calpestare il seminato) e gli insulti del trattorante (che vedo indeciso se spaccarmi la macchina o la faccia) e le risate dei giovanotti incolonnati dietro il villico.
Ridete, ridete pure, che a scopare non c'è mica vergogna.
Dice (è un dice generico): ma tu la paghi per scopare!
e allora? pure la pizza che me magno la pago. È vergogna magnà e nun pagà 'r conto, ed è maleducazione nun magnà quello che te offrono. Pagà la consumazione è cosa normale.
 
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