[right:2lfbn5nd]Un amico mi ha spedito, per mail, questa recensione: vi si narrano eventi, direi, del 2 settembre u.s. La pubblico qui per proporre un quiz ai cortesi lettori e forumisti di Pfi. Domanda: chi è l’autore della recensione? Al primo che risponderà correttamente andranno dieci confezioni vuote di Luan, e dieci vuote di Vidermina. Orsù, cortesi lettori e forumisti, precipitatevi a rispondere!
P.S. I riferimenti alla fanciulla incontrata dall’amico sono stati volutamente obnubilati: perché la policy non abbia rammentare che non si pubblicano recensioni de relato (per sentito dire). Qui, d’altronde, quello che interessa è il fatto letterario in sé.[/right:2lfbn5nd]
Put Put Put... Il rumore del minimo che tiene il mitico Landini a testa calda.
Se non lo conosci, il Landini sta ai moderni trattori come l’Harley Davidson sta ad un quattro cilindri giapponese.
Era un casino avviarlo, specie nelle mattine d’inverno, e ci voleva un esperto agromotorista che lo conoscesse, che avesse con lui un rapporto simbiotico, estremamente più approfondito di quanto potesse avere con la topa della propria moglie. Fargli fuoco sotto finché usciva il fumanino bianco, aprire lo sfiato e muovere il volano auscultando il fisssccc-foosssccc, come neanche un cardiochirurgo sa auscultare un soffio al cuore, e intanto dare un cicchetto, e provare un colpo, e di nuovo sfiatare, e cicchettare, e svolanare, finché... Put... Put... Put... Put.. PutPutPutPutPut... Partito!!! E dopo tanta fatica, tenere col cuore in gola gli astanti (perché l’avviamento del Landini era sempre uno spettacolo pieno di spettatori e di consulenti) togliendo gas per lasciarlo quasi spegnere, e ridarlo un attimo prima che il volano si fermasse... E restava acceso per giornate... Put put put put... Ad arare giorno e notte, perché era tutta terra da arare, avanti e indietro... Put put put put... Avanti e indietro...
Probabilmente ai trattoristi la figa importava una volta al mese e neanche tanto, presi com’erano dall’amore per il mostro dormiente da risvegliare al mattino. Ma immagino che se avessero riversato sulle chiappe di una donna le stesse voluttuose carezze e decise palpeggiate che riservavano al volano, e impresso al loro uccello, scopando, lo stesso ritmo che modulavano col gas, sarebbero stati dei gran amatori.
Che c’entrano tutti ’sti ricordi agromotoristici coi nostri usuali discorsi? Niente, se non che mi sento un vecchio Landini a testa di cazzo calda, che deve battere ritmicamente colpi, perché ha paura di spegnersi e di non sapere più andare in moto.
L’ultimo colpo, battuto ieri pomeriggio, è risuonato in un appartamento della periferia operaia bolognese, assieme a tale P***, trovata sugli annunci del Carlino. Ripiego di terza categoria a una new-entry no-prof, con la quale l’incontro era stato prima minuziosamente concordato, e poi da lei disdetto last minute.
Frenetica ricerca telefonica, e becco solo ’sta P***. Che, nell’intervista preliminare, si era detta pronta a darmi le terga per un’ora a 150.
Italiana, dichiara 32 anni e saremo lì. Mora tinta bionda, resti di accento meridionale. Un bel pezzo di gnocca: un metro e settanta, asciutta, bel seno naturale, almeno una terza, fianchi strettini ma con un gran bel culetto. Il viso, ahimè, non è il massimo; anzi, se non fosse per la voce decisamente femminile, mi balena il sospetto ex-trans; ma è infondato.
E cominciano i distinguo. Appena mi spoglio – e dinanzi a tanto pezzo, il pippiotto faceva già il galletto – mi dice che di anale se n’è parlato, ma non si fa. E allora? Menu: bocca 50, bocca coperta e fica 80, con bocca scoperto 100.
Già mi parte un giramento di coglioni che se non fossi stato nudo me ne sarei andato. Ma ero nudo e arrapato, con lo stantuffo che non vedeva l’ora di scorrere nel cilindro, e quindi contratto: opzione da 80, ma con libertà di daty e lingua a volontà.
Che tristezza questi contratti, quando già mi gustavo una vera no-prof, un tanto e vai, e si vedrà strada facendo cosa si ha voglia di fare.
Poi, se c’è qualcosa che non reggo è il supplemento boccasenza. Delle due, troverei più sensato il supplemento con: il cliente coperto impiega di più a venire, un goldone non scadente costa quasi un euro, e il lubrificante avrà un tal saporaccio che un uccello scoperto, anche se mal lavato, sarà certamente più gustoso.
Ma torniamo sul pezzo. Deve avermi visto un poco scoglionato, e si è data subito da fare. Sbaciucchiamenti ai capezzoli, leccatina di palle, e pure a scendere (vuole coprirmi l’uccello, e poi mi lecca il culo? Mah...).
Ricambio le attenzioni. È veramente fresca e pulita (sono il primo della giornata, l’ho vista arrivare...), passerina piacevole, clito reattivo, ottimo cinema-teatro di apprezzamento. Poi mi copre, spompina niente male con un mare di saliva.
L’infilo alla missionaria, la rigiro e ribalto nelle solite posizioni da kamasutra di campagna, sempre accompagnato da ottimo teatro.
E in quei rigiramenti, mi casca sempre davanti agli occhi quel culetto sodo, con un forellino ad imbuto che pare nato per prenderlo... Ci riprovo alla malandrina e garbatamente me lo fa riscivolare davanti, rilancio inutilmente le magiche virtù delle cremine. Mi fa incazzare il letto (due brande accostate) che si sfascia in continuazione, e il caldo è veramente inumano, in una stanzetta da quattro metri quadri con un ventilatorino a colonna minimalista.
Ma non mi fa fretta, condisce il martellamento col solito teatro, ormai monotono.
Mi stanco prima io, ma di salirmi a cavallo non ne vuol sapere. Me lo ripiglia in bocca, altro fiume di saliva, trastullamento di palle, e... Tenta di infilarmi un dito il culo!!! Alt! «Beh? Ti piace inculare ma non essere inculato?» Eh no, bella, non è mica una proprietà transitiva... Mettiti comoda davanti che mi arrangio, ormai sono rassegnato. Si distende in bellavista gemitando e sditalinadosi, io – io le metto un dito in culo, e lamentati se hai coraggio! – e dopo il tempo che ci vuole le sgocciolo sulla pancia.
E anche per oggi abbiamo finito.
Rotolone regina e salviette, perché quando le chiedo il bagno fa una smorfia... Che è tutto un programma. Pare un appartamento per extracomunitari, un casein insomma, dove lei ha in uso una stanza a mo’ di trappolo. E per fortuna che ero il primo...
Peccato. Gran fisico, con un poco di estetica al viso e un minimo di scuola di recitazione potrebbe fare molto meglio. E poi, che cazzo metterà a fare gli annunci a pagamento quando i vari bakeca e kijiji sono agratis? Non è mica una «Suonare Serroni», è una bella figa, e sarà pure fotogenica senza tanto photoshop. Mah...
E in tutto quel casino che aveva per casa, ho pure dimenticato di riprendermi la mia punter-trousse (scatola di durex con dentro un luan usato e una vidermina seminuova). Valore commerciale 20 euro.
At salut e grazie, vado a cercare la prossima tornatura da arare. Putputputput...
P.S. I riferimenti alla fanciulla incontrata dall’amico sono stati volutamente obnubilati: perché la policy non abbia rammentare che non si pubblicano recensioni de relato (per sentito dire). Qui, d’altronde, quello che interessa è il fatto letterario in sé.[/right:2lfbn5nd]
Put Put Put... Il rumore del minimo che tiene il mitico Landini a testa calda.
Se non lo conosci, il Landini sta ai moderni trattori come l’Harley Davidson sta ad un quattro cilindri giapponese.
Era un casino avviarlo, specie nelle mattine d’inverno, e ci voleva un esperto agromotorista che lo conoscesse, che avesse con lui un rapporto simbiotico, estremamente più approfondito di quanto potesse avere con la topa della propria moglie. Fargli fuoco sotto finché usciva il fumanino bianco, aprire lo sfiato e muovere il volano auscultando il fisssccc-foosssccc, come neanche un cardiochirurgo sa auscultare un soffio al cuore, e intanto dare un cicchetto, e provare un colpo, e di nuovo sfiatare, e cicchettare, e svolanare, finché... Put... Put... Put... Put.. PutPutPutPutPut... Partito!!! E dopo tanta fatica, tenere col cuore in gola gli astanti (perché l’avviamento del Landini era sempre uno spettacolo pieno di spettatori e di consulenti) togliendo gas per lasciarlo quasi spegnere, e ridarlo un attimo prima che il volano si fermasse... E restava acceso per giornate... Put put put put... Ad arare giorno e notte, perché era tutta terra da arare, avanti e indietro... Put put put put... Avanti e indietro...
Probabilmente ai trattoristi la figa importava una volta al mese e neanche tanto, presi com’erano dall’amore per il mostro dormiente da risvegliare al mattino. Ma immagino che se avessero riversato sulle chiappe di una donna le stesse voluttuose carezze e decise palpeggiate che riservavano al volano, e impresso al loro uccello, scopando, lo stesso ritmo che modulavano col gas, sarebbero stati dei gran amatori.
Che c’entrano tutti ’sti ricordi agromotoristici coi nostri usuali discorsi? Niente, se non che mi sento un vecchio Landini a testa di cazzo calda, che deve battere ritmicamente colpi, perché ha paura di spegnersi e di non sapere più andare in moto.
L’ultimo colpo, battuto ieri pomeriggio, è risuonato in un appartamento della periferia operaia bolognese, assieme a tale P***, trovata sugli annunci del Carlino. Ripiego di terza categoria a una new-entry no-prof, con la quale l’incontro era stato prima minuziosamente concordato, e poi da lei disdetto last minute.
Frenetica ricerca telefonica, e becco solo ’sta P***. Che, nell’intervista preliminare, si era detta pronta a darmi le terga per un’ora a 150.
Italiana, dichiara 32 anni e saremo lì. Mora tinta bionda, resti di accento meridionale. Un bel pezzo di gnocca: un metro e settanta, asciutta, bel seno naturale, almeno una terza, fianchi strettini ma con un gran bel culetto. Il viso, ahimè, non è il massimo; anzi, se non fosse per la voce decisamente femminile, mi balena il sospetto ex-trans; ma è infondato.
E cominciano i distinguo. Appena mi spoglio – e dinanzi a tanto pezzo, il pippiotto faceva già il galletto – mi dice che di anale se n’è parlato, ma non si fa. E allora? Menu: bocca 50, bocca coperta e fica 80, con bocca scoperto 100.
Già mi parte un giramento di coglioni che se non fossi stato nudo me ne sarei andato. Ma ero nudo e arrapato, con lo stantuffo che non vedeva l’ora di scorrere nel cilindro, e quindi contratto: opzione da 80, ma con libertà di daty e lingua a volontà.
Che tristezza questi contratti, quando già mi gustavo una vera no-prof, un tanto e vai, e si vedrà strada facendo cosa si ha voglia di fare.
Poi, se c’è qualcosa che non reggo è il supplemento boccasenza. Delle due, troverei più sensato il supplemento con: il cliente coperto impiega di più a venire, un goldone non scadente costa quasi un euro, e il lubrificante avrà un tal saporaccio che un uccello scoperto, anche se mal lavato, sarà certamente più gustoso.
Ma torniamo sul pezzo. Deve avermi visto un poco scoglionato, e si è data subito da fare. Sbaciucchiamenti ai capezzoli, leccatina di palle, e pure a scendere (vuole coprirmi l’uccello, e poi mi lecca il culo? Mah...).
Ricambio le attenzioni. È veramente fresca e pulita (sono il primo della giornata, l’ho vista arrivare...), passerina piacevole, clito reattivo, ottimo cinema-teatro di apprezzamento. Poi mi copre, spompina niente male con un mare di saliva.
L’infilo alla missionaria, la rigiro e ribalto nelle solite posizioni da kamasutra di campagna, sempre accompagnato da ottimo teatro.
E in quei rigiramenti, mi casca sempre davanti agli occhi quel culetto sodo, con un forellino ad imbuto che pare nato per prenderlo... Ci riprovo alla malandrina e garbatamente me lo fa riscivolare davanti, rilancio inutilmente le magiche virtù delle cremine. Mi fa incazzare il letto (due brande accostate) che si sfascia in continuazione, e il caldo è veramente inumano, in una stanzetta da quattro metri quadri con un ventilatorino a colonna minimalista.
Ma non mi fa fretta, condisce il martellamento col solito teatro, ormai monotono.
Mi stanco prima io, ma di salirmi a cavallo non ne vuol sapere. Me lo ripiglia in bocca, altro fiume di saliva, trastullamento di palle, e... Tenta di infilarmi un dito il culo!!! Alt! «Beh? Ti piace inculare ma non essere inculato?» Eh no, bella, non è mica una proprietà transitiva... Mettiti comoda davanti che mi arrangio, ormai sono rassegnato. Si distende in bellavista gemitando e sditalinadosi, io – io le metto un dito in culo, e lamentati se hai coraggio! – e dopo il tempo che ci vuole le sgocciolo sulla pancia.
E anche per oggi abbiamo finito.
Rotolone regina e salviette, perché quando le chiedo il bagno fa una smorfia... Che è tutto un programma. Pare un appartamento per extracomunitari, un casein insomma, dove lei ha in uso una stanza a mo’ di trappolo. E per fortuna che ero il primo...
Peccato. Gran fisico, con un poco di estetica al viso e un minimo di scuola di recitazione potrebbe fare molto meglio. E poi, che cazzo metterà a fare gli annunci a pagamento quando i vari bakeca e kijiji sono agratis? Non è mica una «Suonare Serroni», è una bella figa, e sarà pure fotogenica senza tanto photoshop. Mah...
E in tutto quel casino che aveva per casa, ho pure dimenticato di riprendermi la mia punter-trousse (scatola di durex con dentro un luan usato e una vidermina seminuova). Valore commerciale 20 euro.
At salut e grazie, vado a cercare la prossima tornatura da arare. Putputputput...