Roma - 2004/05 - Sabrina, 1,86 di bellezza mediterranea

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OscarDabagno

Ospite
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Erano i primi anni a ridosso del nuovo millennio che si preannunciava incerto e cupo fin dagli albori.
Al termine di un pomeriggio piovoso sfogliando il Menzognero noto in fondo alla pagina CULturale (ah questa tastiera!) un annuncio sintetico ma invitante "1,86 di bellezza mediterranea". Dopo alcune chiamate senza risposta mi trovo a parlare con una simpatica voce romanaccia che mi invita ad andarla trovare quanto prima. Le dico che al momento ho pochi soldi e mi risponde di passare senza impegno e che ci saremmo messi d'accordo comunque.
Dovete sapere che ho sempre amato i fisici estremi.
Una volta nel free ebbi l'occasione di scoparmi una nana, episodio dal sapore bukowsiano che forse un giorno vi raccontero'.
Ma nulla mi fa sangue come le donne (biologiche) altissime ai limiti del gigantismo.
L'indirizzo era in via Riboty, dietro p.zzle Clodio, in un piano intermedio di una palazzina signorile.
In un appartamento ampio ma disadorno mi accolse (dopo altre due chiamate a vuoto) questa ragazzona altissima dal sorriso gentile e lo sguardo ceruleo.
Era magra con lunghe gambe affusolate, spontanea e genuina.
Il sodo fondoschiena era ornato alla sommita' da alcuni bei tatuaggi e dall'abbigliamento sportivo con cui ti riceveva (tuta e scarpe da ginnastica) sembrava piuttosto un'atleta o un'istruttrice di fitness.
Con lei ci fu un feeling strano che mai ho riscontrato nel pay né prima né dopo.
Si vede che le fui subito simpatico perché a un rate ridicolo (30 rose) mi tenne senza guardare l'orologio con un notevole dispendio di sigle e di parole con un modus operandi del tutto simile a quello di una giovane amante piuttosto che di un'incontrista.
E cosi replicai il sogno svariate volte.
Non voglio illudermi di aver avuto un trattamento preferenziale (del tutto ingiustificato) forse era una sagace tecnica di marketing perché si affacciava allora all'incontrismo e ancora non aveva una ristretta cerchia di danarosi clienti o un afflusso costante di colleghi.
Fatto sta che di punto in bianco la sua giocosa voce venne sostituita da quella ben piu' seria e metallica della signorina della tim quando componevo il suo numero, l'annuncio scomparve per non riapparire e io non ne seppi piu' nulla.
Poi 3/4 anni dopo del tutto casualmente nell'esercizio del nostro comune hobby mi trovai a scendere alcuni gradini in via Arbia e dietro la porta mi apparve lei, molto piu' magra e sciupata in volto.
Al mio sorriso rispose con un inspiegabile broncio e poche sgarbate parole che mi convinsero a girare i tacchi, mischiandomi anzitempo alla sparuta schiera dei passanti di una via secondaria in un plumbeo pomeriggio di un giorno feriale in compagnia delle immortali parole di Gozzano "donna: mistero senza fine bello".
Qualcuno di voi la ricorda?
Au revoir,
Oscar
 
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