In un'epoca in cui l'innovazione biotecnologica imprime un'accellerazione nello stravolgimento dei canoni, ormai obsoleti, della famiglia e un epocale salto di paradigma del sentimento morale, c'è una categoria umana sorprendentemente ignorata in questo processo sociale, una variabile trascurata che, se considerata invece nel rango che le spetta, ci consentirebbe di analizzare l'attuale fenomeno di mutamento sociale nella sua complessità, quella dello scambista di coppia.
Nel panorama sociale si è fatto largo un nuovo protagonista che impone ora le sue istanze nella morale e, in particolare, nella legislazione civile. Non è da molto che è uscito allo scoperto ma sembra ormai avere occupato il centro della scena per porsi alla guida di quello che si prospetta un radicale stravolgimento etico. L'omosessuale.
Non è mia intenzione qui aprire una diatriba tra vendoliani e, che so, finiani. A imbastire codesti dibattiti farseschi ci sono già troppi brunivespa in televisione, e poi sarebbe un tema "politico" che giustamente è estraneo ai principi del forum. C'è tuttavia il rischio di una deriva nel "politicamente scorretto" se io mi domando come mai il mondo dello scambismo ruota ancora in un universo sommerso mentre quello dell'omosessualità gode ormai di una visibilità solare. Correrò questo rischio di farmi bannare. E' da troppo che mi arrovello.
La domanda (retorica) è: quanti gai potete annoverare nella vostra cerchia di amici e conoscenti e quanti scambisti? Perchè questi ultimi non li abbiamo mai visti sfilare per le piazze in una "parata pride" a rivendicare le loro legittime istanze in tema di adozione, successione, ecc.
Perchè individui che vivono la poligamia (e poliandria) non possono vedere riconosciuti i loro diritti non dico nel Codice Civile ma nemmeno in ambito sociale?
E' una questione di potere, di estensione del dominio della lotta direbbe Huellebecq, e cioè il fenomeno si spiega nel fatto che questi ultimi non sono funzionali ai fini cui il potere tende. Ci sono diritti individuali a cui si deve e si può piegare la morale collettiva e altri invece che di questo previlegio non godono. Il primo passo per una società divisa in classi.
Eterosessuali di tutto il mondo unitevi!
Nel panorama sociale si è fatto largo un nuovo protagonista che impone ora le sue istanze nella morale e, in particolare, nella legislazione civile. Non è da molto che è uscito allo scoperto ma sembra ormai avere occupato il centro della scena per porsi alla guida di quello che si prospetta un radicale stravolgimento etico. L'omosessuale.
Non è mia intenzione qui aprire una diatriba tra vendoliani e, che so, finiani. A imbastire codesti dibattiti farseschi ci sono già troppi brunivespa in televisione, e poi sarebbe un tema "politico" che giustamente è estraneo ai principi del forum. C'è tuttavia il rischio di una deriva nel "politicamente scorretto" se io mi domando come mai il mondo dello scambismo ruota ancora in un universo sommerso mentre quello dell'omosessualità gode ormai di una visibilità solare. Correrò questo rischio di farmi bannare. E' da troppo che mi arrovello.
La domanda (retorica) è: quanti gai potete annoverare nella vostra cerchia di amici e conoscenti e quanti scambisti? Perchè questi ultimi non li abbiamo mai visti sfilare per le piazze in una "parata pride" a rivendicare le loro legittime istanze in tema di adozione, successione, ecc.
Perchè individui che vivono la poligamia (e poliandria) non possono vedere riconosciuti i loro diritti non dico nel Codice Civile ma nemmeno in ambito sociale?
E' una questione di potere, di estensione del dominio della lotta direbbe Huellebecq, e cioè il fenomeno si spiega nel fatto che questi ultimi non sono funzionali ai fini cui il potere tende. Ci sono diritti individuali a cui si deve e si può piegare la morale collettiva e altri invece che di questo previlegio non godono. Il primo passo per una società divisa in classi.
Eterosessuali di tutto il mondo unitevi!