Sequestro dell'auto ai clienti delle stradali a Pescara!

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Nel paese dei balocchi
A Pescara a me successe un paio di volte che mi fermai sul lungomare andando proprio verso il mare sugli scoglio dove non mi poteva vedere nessuno dalla strada ,il tempo di tirarlo fuori per fare una pisciata che arrivava una macchina della finanza interrompendomi la pisciata a meta'..

Mah forse e tempo che comincino anche a tagliare un po di spese e di posti di lavoro nelle forze dell'ordine che hanno tempo da perdere in queste cazzate.
 
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Spero non sia definitivo altrimenti e' da guerra civile!!!
a Prato comunque (spero l'unico caso in Italia) un punter ha perso l'auto, roba da tirare una bomba atomica!!
 
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Motivo principale x cui non pratico più l'OTR

Sicuramente è + facile, + redditizio e meno pericoloso fare un tranello ad un tizio che va a Pu...ne , piuttusto che dare la caccia a bande di romeni che fanno rapine in villa e affini....
 
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è una legge da stato di polizia. è uno schifo. non c'è niente da fare, siamo un paese di merda.
 
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  • #7
Anni fa in Umbria un ragazzo andò a puttane stradali. Colto in fallo dalle solerti forze dell'ordine gli fu sequestrata l'automobile. Vallo a spiegare ai genitori e alla fidanzata... Il finale, drammatico, fu che il ragazzo, tornando a casa a piedi, si impiccò.
 
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Ricordavo male, non era in Umbria.


[h=3]Treviso, il giovane ha chiamato un taxi per rientrare: si è fatto lasciare vicino alla sua abitazione e si è impiccato[/h][h=1]Sorpreso con una prostituta: si uccide[/h][h=2]I carabinieri gli sequestrano l' auto, giovane non sopporta la vergogna di tornare a casa. Il dolore della fidanzata: l' avrei perdonato. Il fratello: mamma e papa' potevano capirlo[/h]



Treviso, il ventenne ha chiamato un taxi per rientrare: si è fatto lasciare vicino alla sua abitazione e si è impiccato Sorpreso con una prostituta: si uccide I carabinieri gli sequestrano l' auto, giovane non sopporta la vergogna di tornare a casa DAL NOSTRO INVIATO TREVISO - Antonello ha detto: «Mi lasci pure qui, faccio due passi». Racconterà poi il tassista: «Per tutto il viaggio, da Treviso a Colfosco, non mi ha rivolto la parola, nulla. Quando siamo entrati nel viale di casa sua ha voluto scendere subito». Prezzo della corsa: 47.500 lire. Nessuna ricevuta, una banconota da cinquantamila, «tenga pure il resto». Mercoledì sera Antonello non aveva più bisogno di niente. Sapeva dove andare. Ha imboccato un sentierino laterale, ha camminato per duecento metri, fino al campo che pochi anni fa era ancora di suo padre, quello dove c' è un ciliegio dai rami bassi. Si è sfilato la cinghia dai jeans, si è tolto gli occhiali, e si è impiccato. Poche ore prima, a Marghera, era diventato il primo cliente di una prostituta al quale sia stata sequestrata l' auto per favoreggiamento. Era successo altrove, a Perugia per esempio. In Veneto mai. E' toccata a lui. Non ha retto. Antonello P. aveva 25 anni, capelli e barbetta rossi, sguardo mite. Aveva un diploma da geometra, una fidanzata, un lavoro avviato, viveva in una bella villetta con i genitori, faceva volontariato. Poche ore prima di quella corsa in taxi nella sua vita tranquilla si era aperta una crepa. I carabinieri avevano notato la sua Punto a Marghera, via fratelli Bandiera. Lo avevano visto mentre caricava a bordo una prostituta albanese, 24 anni, una delle tante ragazze che ogni sera si vendono sulla strada ampia che dal Petrolchimico porta fino al centro di Mestre. Lo hanno lasciato fare. Antonello non sapeva di essere seguito. Ha consumato il rapporto, ha riportato la prostituta cinquecento metri più avanti. In quel momento, ore 22.10, la sua auto è stata illuminata da un fascio di luce. Lui e la giovane albanese sono stati portati in caserma, la sua auto è stata sequestrata. Antonello è andato verso la stazione, in tasca aveva una copia della denuncia penale nei suoi confronti per favoreggiamento della prostituzione. Ha preso l' ultimo treno della notte, ore 23.50, per Treviso. Poi il taxi verso casa. Lo hanno trovato la mattina dopo. Un vicino di casa, Carlo Pompeo, alle sette è uscito con il cane e ha visto: «Teneva ancora in mano gli occhiali, vestito di tutto punto. No, non l' ho riconosciuto subito». C' è un ragazzo che decide di morire. Forse per la vergogna. Per la paura di dover spiegare. A papà Daniele, che tre mesi fa gli aveva comprato la Punto - «ultima della serie», aveva detto - dopo tre auto sfasciate in incidenti stradali. Alla fidanzata Elisabetta che vive a Bergamo, e che avrebbe sposato dopo aver preso la laurea. Mercoledì l' aveva chiamata prima di uscire, un saluto veloce, «ci vediamo sabato», come ogni sabato da tre anni a questa parte. Non si vedranno mai più. Una cosa enorme, «una vicenda atroce», dice il pm Carlo Nordio, di turno mercoledì notte. E' stato lui a firmare il provvedimento di sequestro dell' auto: «Nell' immediatezza del fatto, l' operato dei carabinieri si presentava formalmente legittimo, e quindi il sequestro è stato convalidato». Il giorno dopo, Nordio fatica a trattenere la rabbia: «I carabinieri hanno agito correttamente, ma in base alla norma chi va a lucciole non può essere punito». Non è proprio così, lo sa lui meglio degli altri: «Io sinceramente non capisco come mai nessuna Procura della Repubblica per decenni, visto che la legge Merlin non è di ieri ma del 1958, si è mai sognata di contestare il reato di favoreggiamento ai clienti delle prostitute e, adesso, all' improvviso c' è che scopre che la norma lo permette». L' intera Procura di Venezia è compatta: nessuno ha mai dato alle forze dell' ordine l' indicazione di colpire i frequentatori delle lucciole. Nordio taglia corto: «Il cliente, in quanto tale, non è assolutamente punibile ai sensi della legge Merlin». La palla passa ai carabinieri. Al comando provinciale dell' Arma di Venezia non si rimproverano nulla: «Non abbiamo infranto nessuna legge, lo conferma il fatto che il pm di turno ha convalidato il provvedimento». E aggiungono: «Basta la legge in vigore, per intervenire contro chi agevola la prostituzione». Fino alle 22.10 di mercoledì, però non c' era mai stato nessun sequestro di auto sulle strade del Veneto. «Non abbiamo ricevuto nessuna direttiva specifica - affermano al comando provinciale dell' Arma -. Abbiamo deciso questa svolta perché a Mestre il fenomeno della prostituzione sta assumendo proporzioni inimmaginabili, e quindi abbiamo ritenuto necessario sfruttare ogni strumento giuridico a nostra disposizione». Qualcosa si doveva fare, dicono tutti. Hanno cominciato da Antonello P, geometra. I suoi funerali si terranno oggi, ore 16, nella chiesa di Colfosco. Marco Imarisio LE REAZIONI Il dolore della fidanzata: l' avrei perdonato Il fratello: mamma e papà potevano capire DAL NOSTRO INVIATO TREVISO - «E' tutto giusto, nella nostra vita». Elisabetta ha capelli color tiziano. Parla appoggiata a un muro della casa dell' uomo che avrebbe dovuto sposare tra qualche mese. Ed è come se parlasse a lui. «Se fosse qui lo perdonerei, cercherei di capire». Lui non l' ha aspettata. Ha pensato che tutto - speranze, sogni, la considerazione degli altri - fosse finito con quel verbale di sequestro, con l' accusa di favoreggiamento. Antonello è morto a cinquecento metri da casa, a Colfosco, frazione di Susegana, ottocento abitanti, circonvallazioni e statali piene di camion. Ultimo di tre fratelli, lavorava nello studio del padre Daniele - era geometra come lui -, viveva nella villetta in ardesia che i suoi genitori avevano finito di costruire otto anni fa. Manuel, suo fratello maggiore, l' unico a non lavorare nello studio di famiglia, scuote la testa. «Non capisco, non riesco a spiegarmi perché. Se fosse capitato a me, lo avrei raccontato senza problemi». Dice: «Era limpido come il sole, non aveva segreti. Il lavoro andava benissimo, mio padre e mia madre sono giovani, avrebbero capito». Manuel fa il camionista, ha mani e braccia grosse, ma un' aria mite. Anche quando tira fuori la rabbia: «Non denunceremo nessuno - dice - anche se non capiamo perché i carabinieri sequestrano la macchina di un bocia e lasciano in strada le prostitute. E come quando sequestrano le sigarette di contrabbando e lasciano libero chi le smercia». «Gente perbene», dicono giù al bar «Medioevo», «gente che alla domenica va sempre in chiesa». Ci andava anche Antonello, con la mamma Luisa. Era grazie all' attività della parrocchia che aveva conosciuto Elisabetta. Due anni fa si erano incontrati in un campo scuola-lavoro organizzato dagli oratori. Lei ha 26 anni, vive a Bergamo, a ottobre diventerà ingegnere. Difficile chiedere adesso com' era Antonello, difficile chiederlo a Elisabetta, che ne parla al presente: «E' un ragazzino, estroverso e solare. Un giocherellone intelligente, che ha una bella testa. Un tifoso passivo quando si parla di calcio, appassionato di Internet, ma senza follie». Lo ricordano tutti così, nei bar di Colfosco: «Un ragazzo normale - dice l' amico Roberto -, non immaginavi che fosse uno che andava con le prostitute». Forse di questo, ha avuto paura Antonello, degli sguardi cattivi della gente. Elisabetta scuote la testa: «Io so perché si è ucciso, e non è per la vergogna. Io so. Ma non lo dirò a nessuno, è un segreto che rimarrà nel nostro cuore, e poi Antonello non avrebbe voluto». E ne parla al passato, per la prima volta. M. Ima.
 
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Pace all'anima di questo povero ragazzo. Anche se è passato del tempo, fa ancora male leggere questa notizia. Sarebbe potuto capitare a ciascuno di noi. Una brava persona, assolutamente innocua, fa una "marachella" e la si tratta come un criminale efferato, gli si toglie la dignità, lo si porta a compiere un gesto che non solo spezza la sua vita, ma lascia una cicatrice tremenda in quella della sua e di altre famiglie.
Ecco la legge italiana: forte con i deboli e debole con i forti!
Penso che probabilmente anche le più intransigenti femministe trovino una sproporzione assurda tra il reato (favoreggiamento?!) e la pena inflitta.
 
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Un fatto drammatico! Anch'io lo ricordo bene nonostante siano passati alcuni anni.

Fatto che può ancora ripetersi fichè le autorità competenti si comportano con il pugno di ferro nel confronto dei deboli, mentre nei confronti di chi realmente delinque talvolta vengono adottate misure troppo "leggere"
 
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Nella cabina blu ... a spasso per il tempo ...
A mio avviso stiamo uscendo un pò dal seminato ... dietro ad un ragazzo che si toglie la vita, ci sono mille altre motivazioni per altri invisibili.

Personalmente ho conosciuto (credevo abbastanza bene) tre persone che hanno scelto quella strada e vi assicuro che non se lo sarebbe aspettato nessuno.
Mi sembra quindi che se da un lato si possono accusare le forze dell'ordine di un pessimo uso del loro potere, non le si può certo incolpare di aver spinto una persona a suicidarsi ... ce ne passa fra le due cose!
 
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poveri illlusi.... non capiscono proprio un cavolo di niente.... pensano di eliminare la prostituzione con questi deterrenti da 4 soldi...
sono 3000 anni che la gente va a mignotte, e loro, splendidamente, se ne escono con questi provvedimenti vergognosi, rovinando la vita di 4 poveri sfigati presi a caso tra i tanti, come se fosse una telefonata a campione fatta dalle agenzie di statistica per le loro stime.

Ma perche' non vanno tutti a spala' la breccia... almeno fanno qualcosa di davvero utile per la societa'..
 
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Certo che sarebbe stato originale se i carabinieri avessero sequestrato l'auto blindata di Papi mentre riportava le ragazze a casa dopo le cene ad Arcore...
 
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C'é una sentenza di qualche anno fa della Corte Costituzionale in cui si poneva un limite a queste ordinanze: non possono essere estese in maniera indiscriminata nello spazio e nel tempo, pena l'essere in contrasto con la normativa vigente su scala nazionale della prostituzione. A questo accenna il commento all'articolo citato

http://www.primadanoi.it/news/cronaca/537494/Pescara--Lotta-alla-prostituzione-.html

in cui é riconoscibilissimo lo stile del solito Franco, l'esperto in materia legale.
Le vittime dell'ordiananza, cui va ovviamente la mia solidarietà, dovrebbero forse vedere se ci sono gli elementi per contestare la multa.

Colgo l'occasione per ricordare a chi crede che l'Italia sia un paese particolarmente arretrato e repressivo in materia di prostituzione che in molti paesi del nord Europa (Svezia, Norvegia, Islanda) la prostituzione é vietata del tutto, non solo quella stradale, e su basi ideologiche femministe, non religiose, tanto é vero che a commettere il crimine è chi compra sesso (l'uomo) non chi lo vende (la donna). In Islanda sono addirittura proibiti gli spogliarelli...
Lo dico nel tentativo, probabilmente vano, di far riflettere chi crede che i paesi nordici siano "avanti". Sono "avanti" verso un "qualcosa" per cui sarebbe meglio essere "indietro".

Anche escludendo i paesi sopra menzionati, non é affatto vero che la prostituzione stradale é permessa ovunque. In UK per esempio, dove la legislazione é simile a quella italiana, da quello che leggo mi risulta che sia addirittura vietato il "kerb crawling", cioé guidare lentamente vicino al marciapiede in strade dove siano presenti stradali. Qualcuno vi é stato recentemente e può eventualmente confermare?
Vi faccio notare che anche con questa norma si colpisce il cliente (il maschio) e non la prostituta.
Chissà, forse vuol dire qualcosa.
 
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C'é una sentenza di qualche anno fa della Corte Costituzionale in cui si poneva un limite a queste ordinanze: non possono essere estese in maniera indiscriminata nello spazio e nel tempo, pena l'essere in contrasto con la normativa vigente su scala nazionale della prostituzione. A questo accenna il commento all'articolo citato

http://www.primadanoi.it/news/cronaca/537494/Pescara--Lotta-alla-prostituzione-.html

in cui é riconoscibilissimo lo stile del solito Franco, l'esperto in materia legale.
Le vittime dell'ordiananza, cui va ovviamente la mia solidarietà, dovrebbero forse vedere se ci sono gli elementi per contestare la multa.

Colgo l'occasione per ricordare a chi crede che l'Italia sia un paese particolarmente arretrato e repressivo in materia di prostituzione che in molti paesi del nord Europa (Svezia, Norvegia, Islanda) la prostituzione é vietata del tutto, non solo quella stradale, e su basi ideologiche femministe, non religiose, tanto é vero che a commettere il crimine è chi compra sesso (l'uomo) non chi lo vende (la donna). In Islanda sono addirittura proibiti gli spogliarelli...
Lo dico nel tentativo, probabilmente vano, di far riflettere chi crede che i paesi nordici siano "avanti". Sono "avanti" verso un "qualcosa" per cui sarebbe meglio essere "indietro".

Anche escludendo i paesi sopra menzionati, non é affatto vero che la prostituzione stradale é permessa ovunque. In UK per esempio, dove la legislazione é simile a quella italiana, da quello che leggo mi risulta che sia addirittura vietato il "kerb crawling", cioé guidare lentamente vicino al marciapiede in strade dove siano presenti stradali. Qualcuno vi é stato recentemente e può eventualmente confermare?
Vi faccio notare che anche con questa norma si colpisce il cliente (il maschio) e non la prostituta.
Chissà, forse vuol dire qualcosa.

Non ho avuto alcuna notizia di sequestri di auto dopo i primi tre fatti in merito. Nessuno sa niente?
Da quello che so nel Regno Unito è proibito adescare i clienti per strada e fermarsi con un veicolo a motore da una OTR. Di recente nel Galles ed in Inghilterra, il cliente di una prostituta schiavizzata non può dire di non sapere della relativa condizione della meretrice della quale si è avvalso, se questo fosse venuto a conoscenza del suo apparente semplice sfruttamento.
 
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