... e che rabbia!L'intera Procura di Venezia è compatta: nessuno ha mai dato alle forze dell' ordine l' indicazione di colpire i frequentatori delle lucciole.
C'é una sentenza di qualche anno fa della Corte Costituzionale in cui si poneva un limite a queste ordinanze: non possono essere estese in maniera indiscriminata nello spazio e nel tempo, pena l'essere in contrasto con la normativa vigente su scala nazionale della prostituzione. A questo accenna il commento all'articolo citato
http://www.primadanoi.it/news/cronaca/537494/Pescara--Lotta-alla-prostituzione-.html
in cui é riconoscibilissimo lo stile del solito Franco, l'esperto in materia legale.
Le vittime dell'ordiananza, cui va ovviamente la mia solidarietà, dovrebbero forse vedere se ci sono gli elementi per contestare la multa.
Colgo l'occasione per ricordare a chi crede che l'Italia sia un paese particolarmente arretrato e repressivo in materia di prostituzione che in molti paesi del nord Europa (Svezia, Norvegia, Islanda) la prostituzione é vietata del tutto, non solo quella stradale, e su basi ideologiche femministe, non religiose, tanto é vero che a commettere il crimine è chi compra sesso (l'uomo) non chi lo vende (la donna). In Islanda sono addirittura proibiti gli spogliarelli...
Lo dico nel tentativo, probabilmente vano, di far riflettere chi crede che i paesi nordici siano "avanti". Sono "avanti" verso un "qualcosa" per cui sarebbe meglio essere "indietro".
Anche escludendo i paesi sopra menzionati, non é affatto vero che la prostituzione stradale é permessa ovunque. In UK per esempio, dove la legislazione é simile a quella italiana, da quello che leggo mi risulta che sia addirittura vietato il "kerb crawling", cioé guidare lentamente vicino al marciapiede in strade dove siano presenti stradali. Qualcuno vi é stato recentemente e può eventualmente confermare?
Vi faccio notare che anche con questa norma si colpisce il cliente (il maschio) e non la prostituta.
Chissà, forse vuol dire qualcosa.