SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZO AUTUNNO

Registrato
26 Aprile 2008
Messaggi
311
Reaction score
19
Località
Overlook H.
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZO AUTUNNO


E' come la dolce brezza serale in piena estate.
Quando rincominci a respirare dopo un’intera giornata di apnea avvolto nell’afa che ad ogni tentativo di prender fiato ti sembrava che i polmoni ti si riempissero di niente, accartocciati come un sacchetto appallottolato e buttato nella spazzatura.
Poi ti ritrovi in riva al mare a godere di quella freschezza e l’afa è solo un vago ricordo, ciò che ti avvolge ora è l’oscurità, le luci della vita notturna in lontananza a formare una linea di demarcazione… tutto il mondo stà dall’altra parte e tu qui, solo ad ascoltare il silenzio interrotto solo dal blando sciacquio della risacca sul bagnasciuga.
E’ uno di quei rari momenti in cui sei in pace col mondo, quel feroce cannibale che ogni giorno ti addenta cercando di appropriarsi di una parte di te. E questa pace ti permette di assaporare questo attimo di vita fino in fondo, la sua fragranza salina che ti penetra e ti restituisce forza.

Ora però non è estate, bensì autunno inoltrato. Non c’è una dolce brezza a cullarti, né l’oscurità ad avvolgerti.
E sei incazzato!
Incazzato come tutti i giorni con una vita che non ti vuol dare ciò che ti spetta di diritto… ciò che meriti.
Eppure la sensazione che stai provando è proprio quella lì.
Pace, calma e tutti i tuoi sensi ricettivi al duecento per cento.
E’ un profumo? No, non è un profumo… un odore, ecco! Un odore intenso, invitante… seducente.
Ne cerchi la fonte ma non la trovi, e ti domandi se non sia solo dentro la tua testa. Poi ti giri.

Non è possibile, non può certo essere lei, cosa ci farebbe qui.
Ti sfreghi gli occhi ma la tua visione non ne vuole sapere di dissiparsi. Certo che il potere di condizionamento della TV è qualcosa di sconvolgente. Ne senti parlare e la vedi tutti i giorni nei vari notiziari ed ora addirittura credi di vederla in piedi davanti a te. Qui a Rimini, ridicolo no?
Vaneggi…. Vagheggi…

……..usi ……o me?.....
…………..è mi f……..a…..
……uto?......
…….i…….i…..
…hi….
Ehi?

“Eh? Come?”
“Lei mi sta guardando con insistenza!”
“Ehm, ma…. No….Ehm… io….non….sss…”
“Sì, lei mi stà guardando con insistenza.”
Non mi stà rimproverando, la sua voce è morbida, suadente, il canto delle Sirene rivolto ad Ulisse.
“Perché mi guarda?”
Non ricordo più come si fa a parlare, eppure l’ho fatto miliardi di volte! Apro la bocca, emetto uno schiocco, ma tutto ciò che mi riesce è una espressione inebetita che sento di avere sul volto.
“Anche lei è uno di quelli che vorrebbe crocifiggermi nella pubblica piazza?” Fa un passo verso di me.
L’impulso è quello di arretrare, ma anch’io avanzo ed ora ci separa la distanza di una carezza.
Il suo sguardo sornione attraverso gli occhiali mi scruta interrogativo, mi apre e mi legge.
“No, tu non mi vuoi crocifiggere… Tu vuoi qualcos’altro vero?”
Una mano… la sua mano mi sfiora e sono una statua di sale. Sono in apnea da cinque minuti (o forse un’ora?) e se non ricomincio a respirare credo che tra qualche secondo assomiglierò ad un Puffo.
Come in una scena in slow motion vedo i suoi occhi ingrandirsi, la sua bocca carnosa socchiudersi mentre si avvicina, sento i suoi seni di marmo attraverso la camicetta appoggiarsi al mio petto, ed in un attimo ci stiamo cibando l’uno dell’altra in un abbraccio inaspettato che comprime i nostri corpi rivelando col tatto quello che con le parole non sono riuscito ad esprimere.
Le nostre lingue si sfiorano, si toccano, si cercano e si rifuggono, per poi ancora rincorrersi e trovarsi in un magico incontro di fluidi che mi astrae dalla realtà. Il suo sapore è proprio come lo immaginavo, forte e deciso, dolce e succulento.

La morsa si allenta, i corpi si separano, gli occhi tornano ad una distanza dalla quale possono guardarsi. Ho sentito il suo respiro dentro il mio ed ora voglio di più, e finalmente ritrovo la parola.
“E’ stato…” Ma con una mano lei ferma le parole successive prima che possano uscire dalla bocca.
“Vieni con me!”
E mi prende una mano cominciando a camminare e tirandomi dietro di sé. E’ autoritaria ma dolce e quell’aria da maestrina saccente che le donano quei vestiti mi fa sentire come se fossi tornato alle elementari. Io la seguo e la ammiro da dietro mentre cammina. I capelli vaporosi le sobbalzano sopra la giacca del tailleur. Il suo incedere deciso non fa perdere grazia al fondoschiena che stretto nella gonna a tubino ondeggia morbidamente facendo trasparire tutta la tonicità di un corpo che instilla il desiderio in chiunque lo guardi. Il polpaccio affusolato scende attraverso il collant color carne verso la sottile caviglia e la scarpa decolletè col tacco di otto centimetri dona una armonia di forme che mi lascia consumare di desiderio.

Non posso ancora crederci, il Ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini mi tiene per mano e mi stà portando con sé, non so dove… ma sono sicuro che non me ne pentirò.

Come in trans mi passano accanto ambienti, cose e persone, e mi ritrovo in una camera d’albergo. Di categoria elevata sicuramente, anche se non mi sono reso conto di che albergo fosse, lo si evince dalla spaziosità della camera, dall’arredamento curato e raffinato e da un’atmosfera ovattata che pervade l’ambiente e fa sembrare tutto come sospeso tra due livelli di realtà, quella vera ed il sogno.
Attraversiamo un disimpegno dirigendoci verso la camera e passando a fianco del bagno sento una presenza dietro la porta. Lei intuisce la mia tensione e mi tranquillizza, che non c’è niente di cui preoccuparsi, ed arrivati davanti al letto con un movimento che mi coglie di sorpresa mi spinge con forza scagliandomi su quello che sarebbe stato il nostro ring per le prossime ore.
Mentre si toglie la giacca continua a guardarmi intensamente, come se stesse cercando con lo sguardo di tenermi imprigionato in quel letto, ma io non faccio resistenza e mi abbandono al suo volere. La gonna scivola lungo i fianchi rivelando un corpo che non è quello che ti aspetteresti in un Ministro della Repubblica, quello che pensavo fosse un collant in realtà è un paio di calze autoreggenti il quale le dona ora un’aria ostentatamente provocante che solitamente non traspare.
Le culottes di pizzo, mentre si gira per abbassare le luci e renderle soffuse, che fanno capolino da sotto la camicetta di seta bianca decretano, se ancora ce n’era bisogno, che sto esplodendo di desiderio per questa figura che sembra provenire dal passato.
Serpeggia fluida e delicata sopra di me alla ricerca della mia lingua e questa volta il bacio è profondo, ispettivo, mi toglie il respiro, mi sonda. Il calore del suo corpo seminudo mi avvolge e seda il mio nervosismo, togliendomi qualsiasi inibizione. Sento i vestiti scivolarmi via di dosso, uno ad uno fino all’ultimo. Ed ora sono lì, nudo ed indifeso davanti a questa donna così meravigliosamente diversa da come la immaginavo.
Quale sensazione paradisiaca, quale maestria, il mio sesso non aveva mai ricevuto simili totali attenzioni da una bocca. Questa non è una fellatio, ma un bacio appassionato che si consuma tra organi diversi.
 
Registrato
26 Aprile 2008
Messaggi
311
Reaction score
19
Località
Overlook H.
  • Creatore Discussione
  • #2
Sento aprirsi la porta del bagno, la presenza che avevo avvertito prima si avvicina nella penombra, ne posso avvertire il respiro irregolare. Una figura nera, nella quale distinguo ora solo gli occhi che mi scrutano, occhi grandi, penetranti, bramosi di unirsi a noi.
Si avvicina ed ora distinguo chiaramente che si tratta di una suora. Perlomeno l’abbigliamento è quello. La mia mente comincia a fantasticare di cose proibite, di peccati imperdonabili e l’eccitazione sale a livelli fin’ora sconosciuti. Si avvicina ancora ed il viso mi appare in tutto il suo splendore, come una madonna con le mani giunte sembra supplicarmi di potersi unire a noi. Non c’è dubbio, non mi posso sbagliare, la riconoscerei tra mille. Esplodo!
Non una goccia vede la luce, la Gelmini è avida del mio seme e continua nel suo bacio appassionato imperterrita e incurante del nuovo ospite che ho davanti agli occhi.
Il Ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, si raccoglie la tonaca da suora da terra fino ai fianchi, svelando una perfetta nudità e senza alcuna esitazione mi monta a cavallo volgendomi le spalle, le sue ginocchia ai lati del mio viso. Piegata in avanti rivolta la sacra tonaca nera sulla sua schiena, ponendomi davanti alla visione della sua fonte del peccato, una fonte che ora sta straripando essendo i suoi argini troppo piccoli per contenerla. Gocce del suo desiderio mi si posano dolcemente sulle labbra facendomi assaporare ciò che può essere la vita eterna, il Paradiso, la bevanda più dolce ed allo stesso tempo dissetante che mai uomo possa aver creato.
Come in un battesimo blasfemo mi immergo. E mi abbevero.

Uno schiocco di frusta mi strappa violentemente al Nirvana che avevo raggiunto e senza abbandonare con le mani le benedette rotondità che ho vicino al viso, giro lo sguardo verso il fondo della stanza alla ricerca di una rassicurazione. Dall’oscurità quattro sagome si spostano repentinamente fino al centro della stanza in modo deciso, e portandosi in favore della fievole luce proveniente dai comodini, mi si stagliano davanti in tutta la loro incredibile e spettacolare assurdità.
Ma che accidenti di posto è questo? In quale strano girone infernale sono caduto e perché?
In un carnevalesco gioco di forme e di colori riconosco immediatamente il Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo vestita come una scolaretta giapponese, con quella divisa formata da una camicetta bianca, la gonnellina blu scuro a pieghe cortissima dalla quale si intravede un semplice intimo bianco, i calzettoni bianchi sotto il ginocchio e le scarpe basse nere. I lunghi capelli biondi raccolti in due code separate sopra le orecchie completano quell’immagine innocente a fianco della quale, per antitesi si trova l'On Michela Vittoria Brambilla, diavolessa su zeppe trasparenti da trenta centimetri. La pelle cerea le risale lungo le gambe affusolate e la ricopre completamente, non una imperfezione, non un’esitazione; è completamente nuda con solo un paio di lunghi guanti neri di seta fin sopra al gomito come accessorio. Le rosse fiamme dell’inferno come capelli, le rosse fiamme dell’inferno tra le gambe… candida ninfa o feroce demonio con lo sguardo rassicurante ed il sorriso di Satana. All’altra estremità l’On. Alessandra Mussolini è Biancaneve. La scollatura profonda mette in evidenza il suo seno generoso che sembra voler esplodere al di fuori da un momento all’altro, la sua bocca carnosa è un invito a mordere la mela… se veleno sarà, veleno sia!
Infine al centro, fiera e torreggiante sulle altre l’On. Daniela Santanchè in divisa da ufficiale delle SS, guanti di pelle nera, frusta in mano, stivali con tacco dodici in vernice nera fin sopra al ginocchio, ed una minigonna inguinale dalla quale fuoriesce un fallo titanico in perfetta erezione decorato da due enormi attributi che le pendono al di sotto. Ha sempre detto di essere una donna coi coglioni, ma mai avrei immaginato fino a questo punto. Le numerose medaglie appuntate sul petto ed il cappello militare con l’aquila in fregio contornata dai gradi sono simbolo di una brama di dominio dal quale è impossibile sottrarsi. Lo sguardo carico di perversione, le sottili labbra, taglienti come rasoi, sono tirate in un ghigno malefico che incute terrore, la risata è un raglio.
Mi si parano davanti tutte e quattro, ammiccanti e vogliose, personaggi improbabili e spaiati, al di fuori del loro tempo e del loro spazio.

La Gelmini succhia ancora.

Cerco di assegnare una funzione ad ognuno dei personaggi che compongono questo bizzarro gioco di ruolo: la Gelmini è la maestra ed io evidentemente sono l’alunno, la Prestigiacomo è probabilmente la mia compagna di classe, la Santanchè…. Forse la preside? Non capisco, come non capisco il ruolo di Biancaneve Mussolini, che sicuramente rappresenta la tentazione, e che tentazione! E la Brambilla? E suor Maria Carfagna? Il bene ed il male? Il sacro ed il profano? Oppure sono come lo Yin e lo Yang? Due lati opposti di una stessa figura.
Mentre cerco di elaborare la situazione la Gelmini continua a succhiare ancora ed ancora ed ancora, come se stesse consumando l’ultimo pasto del condannato a morte ed io sento che il mio cazzo ha raggiunto dimensioni mai raggiunte prima. Sorella Carfagna intanto mugola disperata sopra di me premendo con forza contro la mia bocca. Con la lingua navigo tra i flutti del suo piacere ed esploro cavità segrete dove si nascondono tesori incalcolabili.

Poi succede qualcosa.

La Prestigiacomo si avventa sulla Gelmini cercando di spodestarla dello scettro, e lei per tutta risposta cerca di sedercisi sopra guadagnando la posizione più ambita. Ma la Prestigiacomo non demorde e ne nasce una lotta senza esclusione di colpi.
Nel frattempo la Brambilla tira per la testa la Carfagna per sostituirsi a lei, la quale però non ne vole sapere di cedere il passo ed avvolge il rosario che aveva al collo attorno a quello della rossa tirando con tutte le poche forze che ha, in un moto di ira furiosa che la rende irriconoscibile, con gli occhi sgranati e la lingua di fuori.
Dalle mie spalle Biancaneve mi sbatte i suoi poderosi seni in faccia a ripetizione, saltellando sul letto come una demente ed ora ridendo come una iena, ora ululando alla luna che non c’è, poi ancora ridendo sguaiata e continuando sempre a saltellare ed a sbattermi le tette sul viso.
Sono avvolto in un turbine di caos, non riesco più a comprendere chi sta facendo cosa e mi ritrovo in completa balìa di queste donne fameliche di me che lottano tra loro per conquistare il diritto ad essere catapultate nell’estasi dei sensi.
Confusione, tormento, grida di rabbia ed urla di dolore.

Chock!

Chock!

La frusta della Santanchè risuona al di sopra di tutto e riporta l’ordine e la disciplina. Le duellanti si ricompongono e mi fanno spazio e ad un cenno della Generalessa mi alzo dal letto nudo come sono e rimango in piedi ad osservarle.
Con ulteriori colpi di frusta, come fa un domatore di leoni al circo, la padrona ordina alle belve qualcosa, e tutte loro rispondono obbedienti disponendosi al bordo del letto con la schiena rivolta a me e si pongono a quattro zampe sul letto, in una posizione inequivocabile. Poi anch'ella si pone nella posizione, per ultima a fianco a loro.
Eccole lì, tutte e sei in fila mi mostrano il loro frutto del peccato desiderose di concedersi, bramose di ricevermi. Ognuna nell'intima e segreta speranza di esser l'eletta, la prescelta che potrà godere del privilegio del mio seme, il seme della discordia.
Un'albicocca; una mela; un bocciolo di rosa; una sorgente di vita; un ascensore per l'inferno avvolto da un fuoco che arde perpetuo; una tagliola.
Ondeggianti e sinuose mi invitano al banchetto.
Io sono un uomo generoso, e non mi negherò.
Sono un uomo debole al richiamo della carne, e non mi negherò.
Sono un uomo che ha una missione, e non mi tirerò indietro.
 
Commenta
Registrato
26 Aprile 2008
Messaggi
311
Reaction score
19
Località
Overlook H.
  • Creatore Discussione
  • #3
Assaporo l'albicocca, morbida ed odorosa, che con la sua ammaliante fragranza mi ha spalancato all'inizio le porte di questo Paradiso.
Addento la mela, grassa e polposa, frutto proibito simbolo del peccato originale, che invade la mia bocca col suo dolce succo.
Colgo il bocciolo di rosa, timido e delicato, che al sapiente sussurro della mia lingua si dischiude in tutta la sua bellezza, inebriandomi col suo profumo e deliziandomi col suo nettare.
Mi abbevero nuovamente alla fresca sorgente di vita, che sgorga pura dalle profondità peccaminose che la generano. Ella vorrebbe essere la sola, unico polo d'attrazione di un desiderio sessuale che si spande nell'aria e diventa palpabile e nitido agli occhi. Ma non si può, altri lidi attendono il mio passaggio, altre bocche aspettano di gemere di piacere. Ed io sono un uomo generoso, e passo oltre.
Mi calo nelle profondità degli inferi attraversando le fiamme perpetue, le labbra e la lingua mi pulsano del suo calore, passione e perversione, gemiti e sospiri. Una donna che aspetta di rubarti l'anima se solo glie ne dai l'occasione. Una furia cieca ed incontenibile che nemmeno i più freddi spazi siderali possono sopire.
Infine mi lascio catturare dalla tagliola, facendomi largo tra gli attributi maschili, anch'essi presenti in questa strana commistione tra donna di una femminilità estrema ed ostentata, e uomo nella forza e nel carattere. Ed anche questo strumento di dolore, se adeguatamente maneggiato e stimolato, si apre rivelando un pertugio caldo ed accogliente, che si contrae ritmicamente nel desiderio di possedermi.

Sono tutte lì, bollenti ed invitanti, fluttuano in fiumi di umori smaniose di essere prese. Miagolano come gatte in calore e come tali si guardano con diffidenza e sospetto l'una con l'altra.
Tutto il sangue del mio corpo ora è concentrato in un unico punto, i corpi cavernosi sono dilatati al limite del collasso ed il risultato è una cosa che quasi non riconosco come mia. Un'eccitazione esasperata e dolorosa che non posso sopportare oltre e che dovrà deflagrare facendo solo vittime e nessun prigioniero.

Ma prima la missione deve essere compiuta!

Con decisione comincio a farmi strada, ad uno ad uno, nei vari passaggi più a nord, qualcuno dei quali porta i segni di precedenti incursioni, mentre gli altri erano ancora inesplorati prima di questa spedizione speleologica. Qualcuna lascia trasparire un primo moto di sorpresa che subito lascia il posto ad una nuova consapevolezza: quanto tempo perso! Le altre sogghignano e quando è il loro turno sanno già cosa le aspetta, e ne sono felici.
Urla, invocazioni, incitamenti; come un'ape che passa da un fiore all'altro non mi soffermo per più di un minuto da ognuna delle mie schiave, saltando qua e là senza un ordine preciso e senza segni di cedimento, facendo salire la temperatura della stanza prossima a quella del sole... ed infatti mi sembra di scorgere un bagliore.
Ma non è tempo di distrarsi, la missione si sta compiendo e non sono ammesse esitazioni di sorta: dopo anni di inculate ricevute da parte dei politici di turno finalmente sono io che mi sto inculando loro, o quantomeno una pregevole rappresentanza di essi. E non importa il colore o il grado di appartenenza quanto la casta di provenienza.
Ancora un bagliore mi balena davanti agli occhi.
Continuo a martellare incessantemente, in un crescendo di orgasmi che si dimenano sotto le mie mani. Corpi che si contorcono, si allungano, perdono qualsiasi tipo di controllo abbandonandosi al piacere più animalesco. Qualcuna si lascia andare in focosi baci con la vicina di batteria. Qualcun'altra si gira indispettita ed impaziente cercando di attirare la mia attenzione su di sé.
E' un'orgia immonda al di fuori di qualsiasi concezione di pudore o limite.
La Gelmini vuole succhiarlo.
Il sudore di sette corpi si mischia e si confonde con i fluidi sessuali di altrettanti corpi, in un impasto di carne, sensazioni, sentimenti, ormoni e godimento unico ed impossibile da districare.

Ancora il bagliore, questa volta mi colpisce in piena faccia schiaffeggiandomi. Cerco di aprire gli occhi ma questi non ne vogliono sapere. Riesco a socchiuderli ed ancora il bagliore mi acceca. Poi la pupilla si restringe, l'occhio si abitua e la luce informe si restringe e prende la forma di righe di luce. Righe di realtà che mi scaraventano fuori dalla esperienza biblica che stavo vivendo.

Un sogno.

Solo un sogno, palpabile, reale, l'ho ancora nel naso, ne sento ancora il sapore in bocca e ne avverto ancora l'erezione là sotto; ma pur sempre solo un sogno.
Un sogno fatto in una notte di mezzo autunno.
La realtà è diversa, la realtà purtroppo è “reale” e ti colpisce alle palle con la forza di un calcio.
Adesso sono sveglio, non v'è dubbio.
E sono solo nel letto...

... Ma cosa sarebbe l'uomo senza sogni?







Scusate il disturbo,
Insane





PS: finito di farvi le seghe?

PS 2: in conclusione... io la Gelmini me la tromberebbi... e non solo!
 
Commenta
Registrato
2 Ottobre 2008
Messaggi
221
Reaction score
14
Età
55
Località
Milano
Caro insane, COMPLIMENTI!!! :clapping: :clapping: :good: :good:

Sensuale, inquietante ed esilarante, mi è piaciuto davvero... Mi è venuta una certa voglia di proseguirlo, ma sorvolerò (credo di non essere all'altezza della tua prosa :blush: )


insane ha scritto:
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZO AUTUNNO

Come in trans mi passano accanto ambienti, cose e persone, e mi ritrovo in una camera d’albergo.

Insane, dì la verità: questo non è un errore, è un lapsus freudiano, vero? :wink:
 
Commenta
Registrato
2 Ottobre 2008
Messaggi
221
Reaction score
14
Età
55
Località
Milano
Insane,

se avessi bisogno di aiuto, io mi offro. Da solo è dura, insieme possiamo farcela (farcele!) :victory:
 
Commenta

Gomez

Guru
Registrato
24 Aprile 2008
Messaggi
2.375
Reaction score
177
Località
Bo
:lol:

...è capitata le stessa cosa anche a me la prima volta
che ho provato il peyote, solo che all'epoca andava di moda
Nilde Jotti....

:sad:
 
Commenta
Registrato
26 Aprile 2008
Messaggi
311
Reaction score
19
Località
Overlook H.
  • Creatore Discussione
  • #9
Gomez ha scritto:
:lol:

...è capitata le stessa cosa anche a me la prima volta
che ho provato il peyote, solo che all'epoca andava di moda
Nilde Jotti....


:sad:


17.gif
... dai, se vuoi ti invito nel mio sogno come Guest Star...
(però ti becchi la Santanchè col fallo titanico! :spiteful: )
 
Commenta
Registrato
26 Aprile 2008
Messaggi
311
Reaction score
19
Località
Overlook H.
lucignolo35f ha scritto:
insane ha scritto:
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZO AUTUNNO

Come in trans mi passano accanto ambienti, cose e persone, e mi ritrovo in una camera d’albergo.

Insane, dì la verità: questo non è un errore, è un lapsus freudiano, vero? :wink:


Mi dispiace deluderti, ma al momento non sono un CULtore del genere...
E come si dice: dopo una certa età le persone difficilmente cambiano!


PS: mi dispiace di non poterti passare la Santanchè... ma l'ho già promessa a Gomez! :lol:
 
Commenta
Registrato
26 Aprile 2008
Messaggi
167
Reaction score
4
Mah,
l'ho sempre detto ai miei colleghi che di quelle al governo romperei il c.lo alla Gelmini, in tutti i sensi! Ha quell'aria di maestrina pudica...
 
Commenta
Alto