SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZO AUTUNNO
E' come la dolce brezza serale in piena estate.
Quando rincominci a respirare dopo un’intera giornata di apnea avvolto nell’afa che ad ogni tentativo di prender fiato ti sembrava che i polmoni ti si riempissero di niente, accartocciati come un sacchetto appallottolato e buttato nella spazzatura.
Poi ti ritrovi in riva al mare a godere di quella freschezza e l’afa è solo un vago ricordo, ciò che ti avvolge ora è l’oscurità , le luci della vita notturna in lontananza a formare una linea di demarcazione… tutto il mondo stà dall’altra parte e tu qui, solo ad ascoltare il silenzio interrotto solo dal blando sciacquio della risacca sul bagnasciuga.
E’ uno di quei rari momenti in cui sei in pace col mondo, quel feroce cannibale che ogni giorno ti addenta cercando di appropriarsi di una parte di te. E questa pace ti permette di assaporare questo attimo di vita fino in fondo, la sua fragranza salina che ti penetra e ti restituisce forza.
Ora però non è estate, bensì autunno inoltrato. Non c’è una dolce brezza a cullarti, né l’oscurità ad avvolgerti.
E sei incazzato!
Incazzato come tutti i giorni con una vita che non ti vuol dare ciò che ti spetta di diritto… ciò che meriti.
Eppure la sensazione che stai provando è proprio quella lì.
Pace, calma e tutti i tuoi sensi ricettivi al duecento per cento.
E’ un profumo? No, non è un profumo… un odore, ecco! Un odore intenso, invitante… seducente.
Ne cerchi la fonte ma non la trovi, e ti domandi se non sia solo dentro la tua testa. Poi ti giri.
Non è possibile, non può certo essere lei, cosa ci farebbe qui.
Ti sfreghi gli occhi ma la tua visione non ne vuole sapere di dissiparsi. Certo che il potere di condizionamento della TV è qualcosa di sconvolgente. Ne senti parlare e la vedi tutti i giorni nei vari notiziari ed ora addirittura credi di vederla in piedi davanti a te. Qui a Rimini, ridicolo no?
Vaneggi…. Vagheggi…
……..usi ……o me?.....
…………..è mi f……..a…..
……uto?......
…….i…….i…..
…hi….
Ehi?
“Eh? Come?â€
“Lei mi sta guardando con insistenza!â€
“Ehm, ma…. No….Ehm… io….non….sss…â€
“Sì, lei mi stà guardando con insistenza.â€
Non mi stà rimproverando, la sua voce è morbida, suadente, il canto delle Sirene rivolto ad Ulisse.
“Perché mi guarda?â€
Non ricordo più come si fa a parlare, eppure l’ho fatto miliardi di volte! Apro la bocca, emetto uno schiocco, ma tutto ciò che mi riesce è una espressione inebetita che sento di avere sul volto.
“Anche lei è uno di quelli che vorrebbe crocifiggermi nella pubblica piazza?†Fa un passo verso di me.
L’impulso è quello di arretrare, ma anch’io avanzo ed ora ci separa la distanza di una carezza.
Il suo sguardo sornione attraverso gli occhiali mi scruta interrogativo, mi apre e mi legge.
“No, tu non mi vuoi crocifiggere… Tu vuoi qualcos’altro vero?â€
Una mano… la sua mano mi sfiora e sono una statua di sale. Sono in apnea da cinque minuti (o forse un’ora?) e se non ricomincio a respirare credo che tra qualche secondo assomiglierò ad un Puffo.
Come in una scena in slow motion vedo i suoi occhi ingrandirsi, la sua bocca carnosa socchiudersi mentre si avvicina, sento i suoi seni di marmo attraverso la camicetta appoggiarsi al mio petto, ed in un attimo ci stiamo cibando l’uno dell’altra in un abbraccio inaspettato che comprime i nostri corpi rivelando col tatto quello che con le parole non sono riuscito ad esprimere.
Le nostre lingue si sfiorano, si toccano, si cercano e si rifuggono, per poi ancora rincorrersi e trovarsi in un magico incontro di fluidi che mi astrae dalla realtà . Il suo sapore è proprio come lo immaginavo, forte e deciso, dolce e succulento.
La morsa si allenta, i corpi si separano, gli occhi tornano ad una distanza dalla quale possono guardarsi. Ho sentito il suo respiro dentro il mio ed ora voglio di più, e finalmente ritrovo la parola.
“E’ stato…†Ma con una mano lei ferma le parole successive prima che possano uscire dalla bocca.
“Vieni con me!â€
E mi prende una mano cominciando a camminare e tirandomi dietro di sé. E’ autoritaria ma dolce e quell’aria da maestrina saccente che le donano quei vestiti mi fa sentire come se fossi tornato alle elementari. Io la seguo e la ammiro da dietro mentre cammina. I capelli vaporosi le sobbalzano sopra la giacca del tailleur. Il suo incedere deciso non fa perdere grazia al fondoschiena che stretto nella gonna a tubino ondeggia morbidamente facendo trasparire tutta la tonicità di un corpo che instilla il desiderio in chiunque lo guardi. Il polpaccio affusolato scende attraverso il collant color carne verso la sottile caviglia e la scarpa decolletè col tacco di otto centimetri dona una armonia di forme che mi lascia consumare di desiderio.
Non posso ancora crederci, il Ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini mi tiene per mano e mi stà portando con sé, non so dove… ma sono sicuro che non me ne pentirò.
Come in trans mi passano accanto ambienti, cose e persone, e mi ritrovo in una camera d’albergo. Di categoria elevata sicuramente, anche se non mi sono reso conto di che albergo fosse, lo si evince dalla spaziosità della camera, dall’arredamento curato e raffinato e da un’atmosfera ovattata che pervade l’ambiente e fa sembrare tutto come sospeso tra due livelli di realtà , quella vera ed il sogno.
Attraversiamo un disimpegno dirigendoci verso la camera e passando a fianco del bagno sento una presenza dietro la porta. Lei intuisce la mia tensione e mi tranquillizza, che non c’è niente di cui preoccuparsi, ed arrivati davanti al letto con un movimento che mi coglie di sorpresa mi spinge con forza scagliandomi su quello che sarebbe stato il nostro ring per le prossime ore.
Mentre si toglie la giacca continua a guardarmi intensamente, come se stesse cercando con lo sguardo di tenermi imprigionato in quel letto, ma io non faccio resistenza e mi abbandono al suo volere. La gonna scivola lungo i fianchi rivelando un corpo che non è quello che ti aspetteresti in un Ministro della Repubblica, quello che pensavo fosse un collant in realtà è un paio di calze autoreggenti il quale le dona ora un’aria ostentatamente provocante che solitamente non traspare.
Le culottes di pizzo, mentre si gira per abbassare le luci e renderle soffuse, che fanno capolino da sotto la camicetta di seta bianca decretano, se ancora ce n’era bisogno, che sto esplodendo di desiderio per questa figura che sembra provenire dal passato.
Serpeggia fluida e delicata sopra di me alla ricerca della mia lingua e questa volta il bacio è profondo, ispettivo, mi toglie il respiro, mi sonda. Il calore del suo corpo seminudo mi avvolge e seda il mio nervosismo, togliendomi qualsiasi inibizione. Sento i vestiti scivolarmi via di dosso, uno ad uno fino all’ultimo. Ed ora sono lì, nudo ed indifeso davanti a questa donna così meravigliosamente diversa da come la immaginavo.
Quale sensazione paradisiaca, quale maestria, il mio sesso non aveva mai ricevuto simili totali attenzioni da una bocca. Questa non è una fellatio, ma un bacio appassionato che si consuma tra organi diversi.
E' come la dolce brezza serale in piena estate.
Quando rincominci a respirare dopo un’intera giornata di apnea avvolto nell’afa che ad ogni tentativo di prender fiato ti sembrava che i polmoni ti si riempissero di niente, accartocciati come un sacchetto appallottolato e buttato nella spazzatura.
Poi ti ritrovi in riva al mare a godere di quella freschezza e l’afa è solo un vago ricordo, ciò che ti avvolge ora è l’oscurità , le luci della vita notturna in lontananza a formare una linea di demarcazione… tutto il mondo stà dall’altra parte e tu qui, solo ad ascoltare il silenzio interrotto solo dal blando sciacquio della risacca sul bagnasciuga.
E’ uno di quei rari momenti in cui sei in pace col mondo, quel feroce cannibale che ogni giorno ti addenta cercando di appropriarsi di una parte di te. E questa pace ti permette di assaporare questo attimo di vita fino in fondo, la sua fragranza salina che ti penetra e ti restituisce forza.
Ora però non è estate, bensì autunno inoltrato. Non c’è una dolce brezza a cullarti, né l’oscurità ad avvolgerti.
E sei incazzato!
Incazzato come tutti i giorni con una vita che non ti vuol dare ciò che ti spetta di diritto… ciò che meriti.
Eppure la sensazione che stai provando è proprio quella lì.
Pace, calma e tutti i tuoi sensi ricettivi al duecento per cento.
E’ un profumo? No, non è un profumo… un odore, ecco! Un odore intenso, invitante… seducente.
Ne cerchi la fonte ma non la trovi, e ti domandi se non sia solo dentro la tua testa. Poi ti giri.
Non è possibile, non può certo essere lei, cosa ci farebbe qui.
Ti sfreghi gli occhi ma la tua visione non ne vuole sapere di dissiparsi. Certo che il potere di condizionamento della TV è qualcosa di sconvolgente. Ne senti parlare e la vedi tutti i giorni nei vari notiziari ed ora addirittura credi di vederla in piedi davanti a te. Qui a Rimini, ridicolo no?
Vaneggi…. Vagheggi…
……..usi ……o me?.....
…………..è mi f……..a…..
……uto?......
…….i…….i…..
…hi….
Ehi?
“Eh? Come?â€
“Lei mi sta guardando con insistenza!â€
“Ehm, ma…. No….Ehm… io….non….sss…â€
“Sì, lei mi stà guardando con insistenza.â€
Non mi stà rimproverando, la sua voce è morbida, suadente, il canto delle Sirene rivolto ad Ulisse.
“Perché mi guarda?â€
Non ricordo più come si fa a parlare, eppure l’ho fatto miliardi di volte! Apro la bocca, emetto uno schiocco, ma tutto ciò che mi riesce è una espressione inebetita che sento di avere sul volto.
“Anche lei è uno di quelli che vorrebbe crocifiggermi nella pubblica piazza?†Fa un passo verso di me.
L’impulso è quello di arretrare, ma anch’io avanzo ed ora ci separa la distanza di una carezza.
Il suo sguardo sornione attraverso gli occhiali mi scruta interrogativo, mi apre e mi legge.
“No, tu non mi vuoi crocifiggere… Tu vuoi qualcos’altro vero?â€
Una mano… la sua mano mi sfiora e sono una statua di sale. Sono in apnea da cinque minuti (o forse un’ora?) e se non ricomincio a respirare credo che tra qualche secondo assomiglierò ad un Puffo.
Come in una scena in slow motion vedo i suoi occhi ingrandirsi, la sua bocca carnosa socchiudersi mentre si avvicina, sento i suoi seni di marmo attraverso la camicetta appoggiarsi al mio petto, ed in un attimo ci stiamo cibando l’uno dell’altra in un abbraccio inaspettato che comprime i nostri corpi rivelando col tatto quello che con le parole non sono riuscito ad esprimere.
Le nostre lingue si sfiorano, si toccano, si cercano e si rifuggono, per poi ancora rincorrersi e trovarsi in un magico incontro di fluidi che mi astrae dalla realtà . Il suo sapore è proprio come lo immaginavo, forte e deciso, dolce e succulento.
La morsa si allenta, i corpi si separano, gli occhi tornano ad una distanza dalla quale possono guardarsi. Ho sentito il suo respiro dentro il mio ed ora voglio di più, e finalmente ritrovo la parola.
“E’ stato…†Ma con una mano lei ferma le parole successive prima che possano uscire dalla bocca.
“Vieni con me!â€
E mi prende una mano cominciando a camminare e tirandomi dietro di sé. E’ autoritaria ma dolce e quell’aria da maestrina saccente che le donano quei vestiti mi fa sentire come se fossi tornato alle elementari. Io la seguo e la ammiro da dietro mentre cammina. I capelli vaporosi le sobbalzano sopra la giacca del tailleur. Il suo incedere deciso non fa perdere grazia al fondoschiena che stretto nella gonna a tubino ondeggia morbidamente facendo trasparire tutta la tonicità di un corpo che instilla il desiderio in chiunque lo guardi. Il polpaccio affusolato scende attraverso il collant color carne verso la sottile caviglia e la scarpa decolletè col tacco di otto centimetri dona una armonia di forme che mi lascia consumare di desiderio.
Non posso ancora crederci, il Ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini mi tiene per mano e mi stà portando con sé, non so dove… ma sono sicuro che non me ne pentirò.
Come in trans mi passano accanto ambienti, cose e persone, e mi ritrovo in una camera d’albergo. Di categoria elevata sicuramente, anche se non mi sono reso conto di che albergo fosse, lo si evince dalla spaziosità della camera, dall’arredamento curato e raffinato e da un’atmosfera ovattata che pervade l’ambiente e fa sembrare tutto come sospeso tra due livelli di realtà , quella vera ed il sogno.
Attraversiamo un disimpegno dirigendoci verso la camera e passando a fianco del bagno sento una presenza dietro la porta. Lei intuisce la mia tensione e mi tranquillizza, che non c’è niente di cui preoccuparsi, ed arrivati davanti al letto con un movimento che mi coglie di sorpresa mi spinge con forza scagliandomi su quello che sarebbe stato il nostro ring per le prossime ore.
Mentre si toglie la giacca continua a guardarmi intensamente, come se stesse cercando con lo sguardo di tenermi imprigionato in quel letto, ma io non faccio resistenza e mi abbandono al suo volere. La gonna scivola lungo i fianchi rivelando un corpo che non è quello che ti aspetteresti in un Ministro della Repubblica, quello che pensavo fosse un collant in realtà è un paio di calze autoreggenti il quale le dona ora un’aria ostentatamente provocante che solitamente non traspare.
Le culottes di pizzo, mentre si gira per abbassare le luci e renderle soffuse, che fanno capolino da sotto la camicetta di seta bianca decretano, se ancora ce n’era bisogno, che sto esplodendo di desiderio per questa figura che sembra provenire dal passato.
Serpeggia fluida e delicata sopra di me alla ricerca della mia lingua e questa volta il bacio è profondo, ispettivo, mi toglie il respiro, mi sonda. Il calore del suo corpo seminudo mi avvolge e seda il mio nervosismo, togliendomi qualsiasi inibizione. Sento i vestiti scivolarmi via di dosso, uno ad uno fino all’ultimo. Ed ora sono lì, nudo ed indifeso davanti a questa donna così meravigliosamente diversa da come la immaginavo.
Quale sensazione paradisiaca, quale maestria, il mio sesso non aveva mai ricevuto simili totali attenzioni da una bocca. Questa non è una fellatio, ma un bacio appassionato che si consuma tra organi diversi.