alias BONNIE - BOLOGNA - EFIT
RIFERIMENTO INTERNET
http://escortinn.org/Girl-Bologna-ItD01045.php
http://www.escortforum.net/accompagnatrici/_-BONNIE#
CITTA DELL'INCONTRO: Bologna
NOME INSERZIONISTA: Sophie, Bonnie
NAZIONALITA': non chiesta, direi comunque Est
ETA': 28-30
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: qualche chilo e qualche anno in più che nelle foto. Senza trucco sul viso rende molto meno.
SERVIZI OFFERTI: Bj, rai1. (bbj chiede più di 100!)
RATE DI PARTENZA: 50-100
RATE CONCORDATO: 50
DESCRIZIONE FISICA: spettinata, robusta di vita, …insomma non certo una velina. Una unica nota di merito, due tette grosse, sode e naturali come non mi capitava da tempo di vedere. Peccato tutto il resto.
ATTITUDINE: in una scala da 1 a 10…1! Professionalità e cura del cliente: zero.
REPERIBILITA': falsamente reperibile (vedi sotto)
LA MIA ESPERIENZA:
Piove.
Con la pioggia la città diventa cupa e mi viene voglia di incontri rischiosi, alla Sin City.
Cerco un caso patologico tra le richieste info e lo trovo: Vanessa. Marcata come fake, faccio la mia scommessa e vedo se riserva piacevoli sorprese.
Chiamo. Risponde subito e dice: “chiama tra 10 minuti”.
Ok, va bene...”no, richiama tra 11 minuti”
va bene lo stesso, non è che un minuto fa molta diff…“no, richiama tra 15 minuti”
Oh, ma mi prendi per il culo?
“no … chiama tra 15 minuti…”
Mmmmhhh, l’istinto mi dice “molla”, ma la curiosità è forte.
Dimmi almeno quanto vuoi!
“Parto da 50 e massimo 100” e chiude la conversazione.
Massimo 100? Ma che vuol dire?
Se mi porto due amici e ti ribaltiamo per 6 ore sono sempre 100?
La faccenda si fa sempre più sospetta.
Arrivo un po' prima nel luogo indicato in via dei Mille e faccio un'ispezione preliminare.
Il portone non mi ispira niente di buono.
All'interno si intravede uno di quei grossi montacarichi a portelloni orizzontali tipici dei film horror, dove solitamente si nasconde Jason con il machete.
Chiamo e le dico che sono arrivato.
"Puoi richiamare tra 20 minuti?".
Ancora? Ma cazzo! Un po' scocciato rispondo che posso aspettare, ma che deve essere puntuale perchè non ho tutto questo tempo da perdere.
Per fortuna scorgo una grande libreria e mi ficco dentro per far passare il tempo.
L’occhio mi cade su un cofanetto nel reparto fotografia.
Un piccolo contenitore con 6 volumetti. Ne prendo uno e non credo ai miei occhi: svedesone che fanno pompini e COF a go-go!
Ma che ci fa una raccolta de “the best of Private 1970-1979” in una rispettabile libreria e soprattutto
che probabilità avevo di beccare un pornazzo tra migliaia di libri mentre attendo che si liberi una escort?
Lo interpreto come un segno favorevole e faccio trascorre il tempo ammirando un grande servizio del 1976.
Poi capirò che invece andava interpretato come “queste sono le uniche belle fighe che vedrai oggi!”.
Trascorso il tempo previsto, puntuale come uno svizzero, ritorno al portone.
Chiamo e lei risponde subito: “Ohhh, scusa è arrivato un altro”.
L’impulso a mandarla affanculo è fortissimo, ma ho gente intorno e mi trattengo.
Comunque mi lamento della scarsa professionalità e le riattacco in faccia.
Mentre torno mesto verso l’auto, mi fa uno squillo.
Sono troppo incazzato e non rispondo.
Giunto alla macchina, arriva un altro squillo.
Purtroppo le svedesone viste poco prima mi annebbiano l’intelletto e rispondo.
“Se vuoi c'è la mia amica che è carina”.
Maledette svedesone! Giro i tacchi e ritorno al portone.
Entro e c’è un’altra porta. Chiusa. Richiamo. “Entra che ti ho aperto”
Provo ad aprire e mi resta in mano la maniglia! Ma porca putt... e adesso?
Mi guardo intorno per controllare se qualcuno mi ha visto scassare la maniglia e richiamo.
Lei riprova e dopo un po’ di combattimento, riesco ad aprire ‘sta benedetta porta senza demolire la maniglia.
Salgo e arrivo in un cavedio pieno di finestre e un tunnel di porte alla Shining: tutte chiuse.
Resto fermo in attesa e finalmente, l’ultima porta in fondo si apre e sbuca lei:
non particolarmente bella, tacchi e body nero, robusta di vita e purtroppo pettinata come Geppetto.
Fermo nei miei principi secondo i quali ogni donna ha diritto a dimostrare quanto può essere porca, decido di andare avanti ed entro.
L’appartamento è piccolissimo. Capisco subito che si tromberà praticamente nell’ingresso - soggiorno - cucina. C’è una scala interna che sale verso un’altra stanza, dove presumibilmente si nasconde l’amica Vanessa e mi chiedo se sia in compagnia.
Lei si presenta come “Sophie”. Il social time preliminare è praticamente nullo.
Concordiamo per una prestazione minima.
Lei si spoglia come fosse alla visita di leva.
Ha qualcosa sulla pelle del braccio sinistro che non riesco a interpretare per la scarsa luce a disposizione. Forse a un tatuaggio cancellato…con il saldatore. D'altra parte, chi non si è mai tolto un tatuaggio con un saldatore o una smerigliatrice?
Cerco di mantenere la concentrazione sulle tette che sono l’unico fiore in quella desolazione: una 4a-5a naturale di forma e consistenza spettacolare.
Si sentono voci provenire dalla stanza superiore.
Le chiedo se prima di spogliarmi non sia meglio far uscire colui che è nella stanza.
“Non ti preoccupare, aspetta che noi finiamo. Spogliati pure.”
Ma che cavolo di situazione!
Intanto mi guardo intorno: ci sono i piatti da lavare nel lavandino, roba da mangiare sulla tavola e ortaggi vari sparsi.
Il tempo di rigirarmi verso di lei ed è già sul divanetto con le gambe incrociate alla “vacca seduta” (moglie di toro seduto) e profilattico scartato in mano. Mamma mia che fretta!
Come Zelig, mi adeguo all’atmosfera squallida e adotto un approccio coatto: nudo con calzino, atteggiamento spavaldo le piazzo l’affare sotto al naso. L'avessi saputo avrei messo il tanga leopardato.
Lei incappuccia e pompa con scarsissima partecipazione.
Allora prendo l’iniziativa: annamo che inizia "er VoRgare sciò"!
La invito a mettersi con le mani sul tavolo, tra patate e aglio, per una sessione di “daie de tacco daie de punta, quant’ebbona la sora assunta”.
Mentre stantuffo, tengo d’occhio la scala per evitare sorprese imbarazzanti.
Si va avanti svogliatamente fino a quando squilla il telefono che sembra una discoteca.
Chiede “posso rispondere”...ma certo che cazzo me ne frega! Anzi, se è per me, riferisci che sono impegnato. La tipa si fa una risata e risponde. Mentre parla, io intensifico l’azione.
"per fa-pak--vore richia-paaak--ma tra venti minu-pak-ti, ora so-pak-no occu-paaak-pata".
Spero che il collega all’altro capo abbia capito il messaggio che gli ho trasmesso con alfabeto morse via passera.
Finita la chiamata, continuo a battere il chiodo, le prendo io boccioni tra la mani e stringo delicatamente i capezzoli. Lei subito reagisce con “ahia!”. Mi scuso, ma capisco che da questo incubo non sarei uscito facilmente.
Propongo un COB? “No! Vieni così.”
Lei non mi mette fretta, i due nella stanza sopra stanno in silenzio e io continuo tranquillo a battere il ferro senza nessuna intenzione di finire e curioso di vedere chi si scazza per primo.
A questo punto però mi accorgo, non senza sorpresa, che la tipa se la stava godendo! La sentivo aumentare gli spasmi del passerone. Putroppo quella cosa per me è fatale: non ci sono sette nani da elencare o cari scomparsi a cui pensare...il cervello mi viene risucchiato da un vortice prostatico e vengo impietosamente.
Mi offre il bagno per lavarmi e poi mi rivesto alla velocità della luce, mentre lei risponde ad altre chiamate.
Uscendo dal palazzo, getto uno sguardo al montacarichi giusto per assicurarmi che non ci sia qualcuno con la motosega.
Che tristezza: dalla motogina alla motosega.
…e fuori ancora piove.
50/20/4
Matrice (Sophie)
Index 345 45478XX
RIFERIMENTO INTERNET
http://escortinn.org/Girl-Bologna-ItD01045.php
http://www.escortforum.net/accompagnatrici/_-BONNIE#
CITTA DELL'INCONTRO: Bologna
NOME INSERZIONISTA: Sophie, Bonnie
NAZIONALITA': non chiesta, direi comunque Est
ETA': 28-30
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: qualche chilo e qualche anno in più che nelle foto. Senza trucco sul viso rende molto meno.
SERVIZI OFFERTI: Bj, rai1. (bbj chiede più di 100!)
RATE DI PARTENZA: 50-100
RATE CONCORDATO: 50
DESCRIZIONE FISICA: spettinata, robusta di vita, …insomma non certo una velina. Una unica nota di merito, due tette grosse, sode e naturali come non mi capitava da tempo di vedere. Peccato tutto il resto.
ATTITUDINE: in una scala da 1 a 10…1! Professionalità e cura del cliente: zero.
REPERIBILITA': falsamente reperibile (vedi sotto)
LA MIA ESPERIENZA:
Piove.
Con la pioggia la città diventa cupa e mi viene voglia di incontri rischiosi, alla Sin City.
Cerco un caso patologico tra le richieste info e lo trovo: Vanessa. Marcata come fake, faccio la mia scommessa e vedo se riserva piacevoli sorprese.
Chiamo. Risponde subito e dice: “chiama tra 10 minuti”.
Ok, va bene...”no, richiama tra 11 minuti”
va bene lo stesso, non è che un minuto fa molta diff…“no, richiama tra 15 minuti”
Oh, ma mi prendi per il culo?
“no … chiama tra 15 minuti…”
Mmmmhhh, l’istinto mi dice “molla”, ma la curiosità è forte.
Dimmi almeno quanto vuoi!
“Parto da 50 e massimo 100” e chiude la conversazione.
Massimo 100? Ma che vuol dire?
Se mi porto due amici e ti ribaltiamo per 6 ore sono sempre 100?
La faccenda si fa sempre più sospetta.
Arrivo un po' prima nel luogo indicato in via dei Mille e faccio un'ispezione preliminare.
Il portone non mi ispira niente di buono.
All'interno si intravede uno di quei grossi montacarichi a portelloni orizzontali tipici dei film horror, dove solitamente si nasconde Jason con il machete.
Chiamo e le dico che sono arrivato.
"Puoi richiamare tra 20 minuti?".
Ancora? Ma cazzo! Un po' scocciato rispondo che posso aspettare, ma che deve essere puntuale perchè non ho tutto questo tempo da perdere.
Per fortuna scorgo una grande libreria e mi ficco dentro per far passare il tempo.
L’occhio mi cade su un cofanetto nel reparto fotografia.
Un piccolo contenitore con 6 volumetti. Ne prendo uno e non credo ai miei occhi: svedesone che fanno pompini e COF a go-go!
Ma che ci fa una raccolta de “the best of Private 1970-1979” in una rispettabile libreria e soprattutto
che probabilità avevo di beccare un pornazzo tra migliaia di libri mentre attendo che si liberi una escort?
Lo interpreto come un segno favorevole e faccio trascorre il tempo ammirando un grande servizio del 1976.
Poi capirò che invece andava interpretato come “queste sono le uniche belle fighe che vedrai oggi!”.
Trascorso il tempo previsto, puntuale come uno svizzero, ritorno al portone.
Chiamo e lei risponde subito: “Ohhh, scusa è arrivato un altro”.
L’impulso a mandarla affanculo è fortissimo, ma ho gente intorno e mi trattengo.
Comunque mi lamento della scarsa professionalità e le riattacco in faccia.
Mentre torno mesto verso l’auto, mi fa uno squillo.
Sono troppo incazzato e non rispondo.
Giunto alla macchina, arriva un altro squillo.
Purtroppo le svedesone viste poco prima mi annebbiano l’intelletto e rispondo.
“Se vuoi c'è la mia amica che è carina”.
Maledette svedesone! Giro i tacchi e ritorno al portone.
Entro e c’è un’altra porta. Chiusa. Richiamo. “Entra che ti ho aperto”
Provo ad aprire e mi resta in mano la maniglia! Ma porca putt... e adesso?
Mi guardo intorno per controllare se qualcuno mi ha visto scassare la maniglia e richiamo.
Lei riprova e dopo un po’ di combattimento, riesco ad aprire ‘sta benedetta porta senza demolire la maniglia.
Salgo e arrivo in un cavedio pieno di finestre e un tunnel di porte alla Shining: tutte chiuse.
Resto fermo in attesa e finalmente, l’ultima porta in fondo si apre e sbuca lei:
non particolarmente bella, tacchi e body nero, robusta di vita e purtroppo pettinata come Geppetto.
Fermo nei miei principi secondo i quali ogni donna ha diritto a dimostrare quanto può essere porca, decido di andare avanti ed entro.
L’appartamento è piccolissimo. Capisco subito che si tromberà praticamente nell’ingresso - soggiorno - cucina. C’è una scala interna che sale verso un’altra stanza, dove presumibilmente si nasconde l’amica Vanessa e mi chiedo se sia in compagnia.
Lei si presenta come “Sophie”. Il social time preliminare è praticamente nullo.
Concordiamo per una prestazione minima.
Lei si spoglia come fosse alla visita di leva.
Ha qualcosa sulla pelle del braccio sinistro che non riesco a interpretare per la scarsa luce a disposizione. Forse a un tatuaggio cancellato…con il saldatore. D'altra parte, chi non si è mai tolto un tatuaggio con un saldatore o una smerigliatrice?
Cerco di mantenere la concentrazione sulle tette che sono l’unico fiore in quella desolazione: una 4a-5a naturale di forma e consistenza spettacolare.
Si sentono voci provenire dalla stanza superiore.
Le chiedo se prima di spogliarmi non sia meglio far uscire colui che è nella stanza.
“Non ti preoccupare, aspetta che noi finiamo. Spogliati pure.”
Ma che cavolo di situazione!
Intanto mi guardo intorno: ci sono i piatti da lavare nel lavandino, roba da mangiare sulla tavola e ortaggi vari sparsi.
Il tempo di rigirarmi verso di lei ed è già sul divanetto con le gambe incrociate alla “vacca seduta” (moglie di toro seduto) e profilattico scartato in mano. Mamma mia che fretta!
Come Zelig, mi adeguo all’atmosfera squallida e adotto un approccio coatto: nudo con calzino, atteggiamento spavaldo le piazzo l’affare sotto al naso. L'avessi saputo avrei messo il tanga leopardato.
Lei incappuccia e pompa con scarsissima partecipazione.
Allora prendo l’iniziativa: annamo che inizia "er VoRgare sciò"!
La invito a mettersi con le mani sul tavolo, tra patate e aglio, per una sessione di “daie de tacco daie de punta, quant’ebbona la sora assunta”.
Mentre stantuffo, tengo d’occhio la scala per evitare sorprese imbarazzanti.
Si va avanti svogliatamente fino a quando squilla il telefono che sembra una discoteca.
Chiede “posso rispondere”...ma certo che cazzo me ne frega! Anzi, se è per me, riferisci che sono impegnato. La tipa si fa una risata e risponde. Mentre parla, io intensifico l’azione.
"per fa-pak--vore richia-paaak--ma tra venti minu-pak-ti, ora so-pak-no occu-paaak-pata".
Spero che il collega all’altro capo abbia capito il messaggio che gli ho trasmesso con alfabeto morse via passera.
Finita la chiamata, continuo a battere il chiodo, le prendo io boccioni tra la mani e stringo delicatamente i capezzoli. Lei subito reagisce con “ahia!”. Mi scuso, ma capisco che da questo incubo non sarei uscito facilmente.
Propongo un COB? “No! Vieni così.”
Lei non mi mette fretta, i due nella stanza sopra stanno in silenzio e io continuo tranquillo a battere il ferro senza nessuna intenzione di finire e curioso di vedere chi si scazza per primo.
A questo punto però mi accorgo, non senza sorpresa, che la tipa se la stava godendo! La sentivo aumentare gli spasmi del passerone. Putroppo quella cosa per me è fatale: non ci sono sette nani da elencare o cari scomparsi a cui pensare...il cervello mi viene risucchiato da un vortice prostatico e vengo impietosamente.
Mi offre il bagno per lavarmi e poi mi rivesto alla velocità della luce, mentre lei risponde ad altre chiamate.
Uscendo dal palazzo, getto uno sguardo al montacarichi giusto per assicurarmi che non ci sia qualcuno con la motosega.
Che tristezza: dalla motogina alla motosega.
…e fuori ancora piove.
50/20/4
Matrice (Sophie)
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