Un articolo che testimonia la situazione spagnola, tragica a dir poco....guardate i prezzi delle prestazioni!
Spagna/ Con la crisi tornano a prostituirsi anche le spagnole
Casalinghe e disoccupate, concorrenza disastrosa per immigrate
Madrid, 29 gen. (Apcom) - Lo aveva detto giorni fa il ministro spagnolo dell'Industria e Commercio Miguel Sebastian, sollevando una polemica nel mondo economico e politico: per contrastare la crisi, comprate più prodotti e servizi 'Made in Spain'. I clienti della prostituzione - a cui forse non andava il primo pensiero del ministro - già da mesi seguono il suo consiglio. E' l'effetto della pesante crisi economica che, secondo un ampio reportage pubblicato oggi da 'El Mundo', fa sì che sempre più spagnole siano tornate a prostituirsi per arrivare a fine mese.
"Un disastro" per le prostitute straniere, come spiega al quotidiano di Madrid l'equadoregna Teresa: le immigrate sono costrette, secondo l'Associazione spagnola dei locali erotici (noti in Spagna come 'puticlubs'), a ridurre i prezzi delle prestazioni del 40%. Perfino le russe e le ucraine, ricercate per la loro grande bellezza, un tempo in cima alla 'classifica' dei tariffari delle 'case chiuse' ormai non chiedono più di 70 euro per mezz'ora. Per non parlare delle africane e di molte sudamericane, a cui i clienti, secondo il collettivo per i diritti delle prostitute 'Hetaira', chiedono servizi in strada per 5 euro, costringendole a rifiutarsi.
Le spagnole infatti sono apprezzatissime e, a quanto pare, in cima alle fantasie sessuali dei loro connazionali, anche perché da decenni non erano più presenti sul 'mercato' se non in misura marginale. Così, possono permettersi tariffe alte, proibite alle altre: da 50 euro per mezz'ora fino a centinaia di euro all'ora nei casi delle 'escort' di lusso. Ci sono donne che erano riuscite a emanciparsi da questa attività e sono tornate alla prostituzione per effetto della disoccupazione galoppante in Spagna (è al 14% e si prevede che salga fino al 18-19% nel 2010). E poi, secondo il collettivo 'Hetaira', c'è un fenomeno nuovo: "Le casalinghe spagnole con necessità economiche urgenti che entrano in un mondo con cui non avevano mai avuto contatti".
La prostituzione non è reato in Spagna, mentre lo è il suo sfruttamento: le case chiuse (spesso mascherate come agenzie di 'escort' o locali per massaggi) sono sostanzialmente tollerate, mentre la polizia cerca di limitare l'attività in strada per ragioni di 'buon costume'. Anche per questo le africane sono sempre state le prostitute più vulnerabili, già prima della crisi economica. Le spagnole, invece, hanno accesso a internet e, quasi sempre, una casa: e questi fattori le mettono in una posizione di grande vantaggio. E' il caso di Leyre, 27 anni e un figlio di sei, ex-cameriera disoccupata che alla madre racconta che si guadagna la vita come "collaboratrice domestica". In realtà si prostituisce con servizio a domicilio, 90 euro all'ora taxi incluso. E può 'permettersi' di rifiutare arabi ("moros"), rumeni e sudamericani ("panchitos").
Altre cominciano a prostituirsi ancora più giovani, e per i motivi più svariati: per esempio Veronica, 20 anni, che ha iniziato per "la voglia di avere soldi miei e mettermi alle spalle gli studi in una scuola dell'Opus Dei". Via internet si è iscritta a un'agenzia di escort e riusciva ad avere "quattro o cinque clienti al giorno", mentre le colleghe straniere "non tenevano questo ritmo". Con la crisi, Veronica ha lasciato l'agenzia e si è messa in proprio: a riprova di quanto l'attività sia vantaggiosa per le prostitute 'nazionali'.
Spagna/ Con la crisi tornano a prostituirsi anche le spagnole
Casalinghe e disoccupate, concorrenza disastrosa per immigrate
Madrid, 29 gen. (Apcom) - Lo aveva detto giorni fa il ministro spagnolo dell'Industria e Commercio Miguel Sebastian, sollevando una polemica nel mondo economico e politico: per contrastare la crisi, comprate più prodotti e servizi 'Made in Spain'. I clienti della prostituzione - a cui forse non andava il primo pensiero del ministro - già da mesi seguono il suo consiglio. E' l'effetto della pesante crisi economica che, secondo un ampio reportage pubblicato oggi da 'El Mundo', fa sì che sempre più spagnole siano tornate a prostituirsi per arrivare a fine mese.
"Un disastro" per le prostitute straniere, come spiega al quotidiano di Madrid l'equadoregna Teresa: le immigrate sono costrette, secondo l'Associazione spagnola dei locali erotici (noti in Spagna come 'puticlubs'), a ridurre i prezzi delle prestazioni del 40%. Perfino le russe e le ucraine, ricercate per la loro grande bellezza, un tempo in cima alla 'classifica' dei tariffari delle 'case chiuse' ormai non chiedono più di 70 euro per mezz'ora. Per non parlare delle africane e di molte sudamericane, a cui i clienti, secondo il collettivo per i diritti delle prostitute 'Hetaira', chiedono servizi in strada per 5 euro, costringendole a rifiutarsi.
Le spagnole infatti sono apprezzatissime e, a quanto pare, in cima alle fantasie sessuali dei loro connazionali, anche perché da decenni non erano più presenti sul 'mercato' se non in misura marginale. Così, possono permettersi tariffe alte, proibite alle altre: da 50 euro per mezz'ora fino a centinaia di euro all'ora nei casi delle 'escort' di lusso. Ci sono donne che erano riuscite a emanciparsi da questa attività e sono tornate alla prostituzione per effetto della disoccupazione galoppante in Spagna (è al 14% e si prevede che salga fino al 18-19% nel 2010). E poi, secondo il collettivo 'Hetaira', c'è un fenomeno nuovo: "Le casalinghe spagnole con necessità economiche urgenti che entrano in un mondo con cui non avevano mai avuto contatti".
La prostituzione non è reato in Spagna, mentre lo è il suo sfruttamento: le case chiuse (spesso mascherate come agenzie di 'escort' o locali per massaggi) sono sostanzialmente tollerate, mentre la polizia cerca di limitare l'attività in strada per ragioni di 'buon costume'. Anche per questo le africane sono sempre state le prostitute più vulnerabili, già prima della crisi economica. Le spagnole, invece, hanno accesso a internet e, quasi sempre, una casa: e questi fattori le mettono in una posizione di grande vantaggio. E' il caso di Leyre, 27 anni e un figlio di sei, ex-cameriera disoccupata che alla madre racconta che si guadagna la vita come "collaboratrice domestica". In realtà si prostituisce con servizio a domicilio, 90 euro all'ora taxi incluso. E può 'permettersi' di rifiutare arabi ("moros"), rumeni e sudamericani ("panchitos").
Altre cominciano a prostituirsi ancora più giovani, e per i motivi più svariati: per esempio Veronica, 20 anni, che ha iniziato per "la voglia di avere soldi miei e mettermi alle spalle gli studi in una scuola dell'Opus Dei". Via internet si è iscritta a un'agenzia di escort e riusciva ad avere "quattro o cinque clienti al giorno", mentre le colleghe straniere "non tenevano questo ritmo". Con la crisi, Veronica ha lasciato l'agenzia e si è messa in proprio: a riprova di quanto l'attività sia vantaggiosa per le prostitute 'nazionali'.