DoctorJ
OTR warrior
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Un americano in un ospedale di Berlino: dopo 600 giorni non assume antiretrovirali
Sieropositivo trapiantato con midollo particolare non sviluppa l'Aids
Scelto un donatore con la mutazione al recettore CCR5 che impedisce l'ingresso del virus nei linfociti
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO – Si è accesa un’altra piccola luce sulla cura dell’Aids. Il caso di un malato sieropositivo che è stato trattato con un trapianto di midollo spinale per guarirlo dalla leucemia ha sollevato speranze circa la possibilità di eliminare il virus dal corpo di un malato. O almeno di renderlo innocuo. Sarà però questione di lungo periodo.
TRAPIANTO - Fatto sta che il malato – un americano di 42 anni operato nel 2006 nella clinica universitaria della Charité a Berlino – dopo 600 giorni che non assume medicinali anti-Hiv continua a non avere segni di virus nel sangue. Potrebbe trattarsi di una nuova strada per arrivare a curare la malattia che l’anno scorso ha ucciso due milioni di persone. Più di dieci anni fa, gli scienziati notarono che certe persone sono immuni al virus Hiv nonostante siano regolarmente esposte al rischio. Scoprirono che ciò dipende da una mutazione naturale che avevano ereditato da ambedue i genitori. In sostanza, la mutazione impedisce a una molecola, chiamata CCR5, di fissarsi sulle cellule: dal momento che la CCR5 agisce da porta d’ingresso del virus nella cellula, la sua assenza significa la quasi immunità della persona all’Hiv. Quando ha dovuto far il trapianto di midollo per curare il suo paziente americano dalla leucemia, il dottor Gero Hütter si è ricordato di quelle scoperte e ha cercato un donatore compatibile che avesse anche ereditato la mutazione che riguarda la CCR5.
MUTAZIONE - Non è stato facile, perché in Europa solo l’1% della popolazione ha questa mutazione (un po’ di più a nord, quasi nulla al sud). Ma alla fine l’ha trovato e ha effettuato l’intervento. Il fatto che quasi due anni dopo nel corpo del paziente non si trovi il virus, nonostante siano state sospese le cure antiretrovirali, ha sollevato l’interesse della comunità scientifica. Il Wall Street Journal ha rivelato che il caso è stato presentato in una conferenza e in un gruppo di ricerca e che gli scienziati hanno stabilito che il paziente è «funzionalmente guarito». Al momento, cioè, ha battuto l’Aids. Non ci sono certezze, naturalmente: il virus, che forse è ancora nel corpo ma impotente, potrebbe evolvere e superare l’ostacolo frapposto al suo sviluppo. Soprattutto, il trapianto di midollo, usato nella cura di malati di tumore in stato avanzato, non può essere considerato una cura in sé contro l’Aids. L’operazione del dottor Hütter, però, potrebbe aprire nuove strade ed essere una spinta per chi crede che la malattia possa un giorno essere curata grazie a terapie genetiche. Come sempre con l’Aids, occorre però prudenza.
Danilo Taino
12 novembre 2008
http://www.corriere.it/salute/08_no...ds_e384819e-b0c9-11dd-939a-00144f02aabc.shtml
Sieropositivo trapiantato con midollo particolare non sviluppa l'Aids
Scelto un donatore con la mutazione al recettore CCR5 che impedisce l'ingresso del virus nei linfociti
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO – Si è accesa un’altra piccola luce sulla cura dell’Aids. Il caso di un malato sieropositivo che è stato trattato con un trapianto di midollo spinale per guarirlo dalla leucemia ha sollevato speranze circa la possibilità di eliminare il virus dal corpo di un malato. O almeno di renderlo innocuo. Sarà però questione di lungo periodo.
TRAPIANTO - Fatto sta che il malato – un americano di 42 anni operato nel 2006 nella clinica universitaria della Charité a Berlino – dopo 600 giorni che non assume medicinali anti-Hiv continua a non avere segni di virus nel sangue. Potrebbe trattarsi di una nuova strada per arrivare a curare la malattia che l’anno scorso ha ucciso due milioni di persone. Più di dieci anni fa, gli scienziati notarono che certe persone sono immuni al virus Hiv nonostante siano regolarmente esposte al rischio. Scoprirono che ciò dipende da una mutazione naturale che avevano ereditato da ambedue i genitori. In sostanza, la mutazione impedisce a una molecola, chiamata CCR5, di fissarsi sulle cellule: dal momento che la CCR5 agisce da porta d’ingresso del virus nella cellula, la sua assenza significa la quasi immunità della persona all’Hiv. Quando ha dovuto far il trapianto di midollo per curare il suo paziente americano dalla leucemia, il dottor Gero Hütter si è ricordato di quelle scoperte e ha cercato un donatore compatibile che avesse anche ereditato la mutazione che riguarda la CCR5.
MUTAZIONE - Non è stato facile, perché in Europa solo l’1% della popolazione ha questa mutazione (un po’ di più a nord, quasi nulla al sud). Ma alla fine l’ha trovato e ha effettuato l’intervento. Il fatto che quasi due anni dopo nel corpo del paziente non si trovi il virus, nonostante siano state sospese le cure antiretrovirali, ha sollevato l’interesse della comunità scientifica. Il Wall Street Journal ha rivelato che il caso è stato presentato in una conferenza e in un gruppo di ricerca e che gli scienziati hanno stabilito che il paziente è «funzionalmente guarito». Al momento, cioè, ha battuto l’Aids. Non ci sono certezze, naturalmente: il virus, che forse è ancora nel corpo ma impotente, potrebbe evolvere e superare l’ostacolo frapposto al suo sviluppo. Soprattutto, il trapianto di midollo, usato nella cura di malati di tumore in stato avanzato, non può essere considerato una cura in sé contro l’Aids. L’operazione del dottor Hütter, però, potrebbe aprire nuove strade ed essere una spinta per chi crede che la malattia possa un giorno essere curata grazie a terapie genetiche. Come sempre con l’Aids, occorre però prudenza.
Danilo Taino
12 novembre 2008
http://www.corriere.it/salute/08_no...ds_e384819e-b0c9-11dd-939a-00144f02aabc.shtml