Ciao Ragazzi.
E' da poco che sono iscritto qui, e sto ancora cercando di capirmi in questo forum che mi sembra sterminato.
Vedo che c'è ampia libertà di discussione nei temi, dai più strettamente collegati al "nostro" mondo a quelli "a ruota libera".
Mi è venuto in mente, cazzeggiando in ufficio, di condividere una sensazione strana che mi ha colto ieri.
Dunque, stavo girovagando in città per uffici, e ieri c'erano gli studenti in sciopero. Bene, vedevo queste orde barbariche di ragazzini vagare per le strade, contenti di aver saltato un giorno di scuola e di potersi godere l'ultimo sole tiepido prima del generale inverno.
Sarà un caso, o forse no, però ho notato tante ragazzine, età stimata dai 14 ai 16 anni, decisamente attraenti, fisicamente "mature", emancipate, apparentemente complicate.
Ora, a scanso di qualsivoglia equivoco, lungi da me scatenare idee strane. Quello che ho pensato è stato: se avessi ancora quell'età, passerei la giornata dietro a loro. Altro che studiare, altro che pallone...
E allora sono tornato indietro con la memoria a quando avevo quell'età. Non è passato un secolo, sono passati vent'anni (ma forse sono più di un secolo, in certo casi..). Ecco quindi un mio flash back nei primi anni 90.
Vado a memoria, scavando nei ricordi.. senza consultare wikipedia o simili.
Il Muro è caduto da poco, probabilmente non ho ancora colto l'importanza dell'evento, la (prima) guerra in Iraq è finita, in America forse c'è ancora Bush padre o forse già Clinton, qui credo siano gli anni di Di Pietro e Cusani, Craxi è forse già in Tunisia, in Jugoslavia non si può più andare a mangiare il pesce perché è una polveriera pronta ad esplodere (o forse è già esplosa). Ricordo le immagini delle barche albanesi in Puglia, e Berlusconi è ancora solo il padrone di Mediaset ed il presidente del Milan.
C'è il Napoli di Maradona, il Milan degli olandesi (Sacchi o Capello?), la Doria di Vialli e Mancini. Le notti magiche di Schillaci sono finite, agli Europei non ci andiamo perché Rizzitelli prende il palo in Russia. Il rigore di Baggio in America arriverà più avanti.
Io chi sono? Sono uno studentello dei primi anni di superiori, prendo l'autobus per andare e tornare da scuola, c'era il biglietto da 10 corse con l'undicesima in omaggio da timbrare (obliterare), mi sembra che un biglietto singolo costasse 800 Lire.
A scuola non ci sono "bulli" che prendono di mira lo "sfigato": ci sono ragazzi vivaci la cui condotta disturba i compagni studiosi. Ogni tanto un rapporto, una nota e presentarsi l'indomani con i genitori. Se combinavi qualcosa, negavi tutto, anche l'evidenza. Nessuno aveva ripreso la scena col telefonino.
Quando, verso ottobre novembre, consegnavano il foglio con gli orari di ricevimento degli insegnanti, mi ricordo che lo imboscavo finché mia mamma, tempo dopo, me ne chiedeva conto. "non so, forse il giorno che ce l'han dato non c'ero....".
I miei pomeriggi li trascorro o sui libri (poco) o in strada con gli amici. Il primo che esce suona i campanelli degli altri. Oppure fischia da fuori. Si salta il muretto e via.
Ricordo partite di pallone interminabili, con un sasso si segnano le porte sull'asfalto. La partita finisce col buio, o quando le mamme urlano "Vieni a casaaaaa!".
Solo il sabato ci era permesso usare il campo dietro la chiesa.
Se piove sto a casa, mentre spero che smetta guardo l'A- Team, Supercar, Magnum P.I., Riptide. A volte anche Mac Gyver ed Hardcastle & Mc Cornick. Daisy di Hazzard rimane un sogno erotico. Colpo Grosso detta legge su Telepadova (ora Italia 7). Ma lo fanno tardi, solo il sabato riesco a vederlo di soppiatto sulla tv giù in taverna, volume al minimo, con un orecchio teso alle scale che non arrivassero né mamma né papà.
Loro mi hanno comprato la mountain bike (o rampichino, detto all'italiana), un must per l'epoca. Purtroppo, nonostante le mie insistenze, la Vespa rimane un tabù.
Trasgressioni? Oh certo, o perlomeno ci parevano tali: qualche sigaretta rubata a papà, qualche birra o bottiglia di vino trafugata dalla cantina, qualche pornazzo trovato per strada, la colletta per comprare la mitica scatola di raudi da 100 pezzi (VM 18) che il tabaccaio vendeva sottobanco.
Il tutto veniva sempre ed equamente diviso e condiviso con gli amici: una sigaretta ci faceva tossire tutti, una bottiglia di vino bastava per annebbiarci le idee.
Chi non ha suonato tutti i campanelli del palazzo e poi è scappato? Chi non si è preso a schiaffi per un gol? Chi non ha fatto una gara in bici?
E le ragazzine della nostra età? Intanto non me le ricordo così "tigri" come adesso. Si certo, c'era la fidanzatina. La vedevi la mattina a scuola, andavi nel bagno a "limonare" (che goduria all'epoca), già una palpata di tette era una conquista da vantarti con gli amici. I pompini erano solo sui giornaletti porno. Quando le ho accennato la cosa mi ricordo di aver preso una sberla "Io non faccio quelle cose sconce! Che schifo!".
Ogni tanto la vedevi il pomeriggio (nei festivi, di solito). Innanzitutto fissare l'appuntamento era un'odissea: uscire di casa con un gettone (200 Lire!), cercare una cabina telefonica (non volevo che i miei mi ascoltassero), comporre il numero e sperare che risponda lei e non sua mamma o (peggio ancora) suo papà. Ripetersi mille volte la frase da dire e trovare il coraggio per farlo. E poi hai un gettone solo: quando fai il numero non puoi più mettere giù o perdi la chiamata. "buongiorno, sono Sergio, c'è Silvia?" oppure "C'è Silvia?" oppure "buongiorno, c'è Silvia? sono un suo amico....." (meglio l'anonimato..)... e poi, al momento fatidico, regolarmente balbettare un "... ahem... salve... cercavo Silvia"... "Ma chi parla?" "ehhh.. sono un suo compagno di scuola..." "Un nome ce l'hai?".... " bé, si certo... sono Sergio..." "ah ok... no non c'è..." oppure "sta studiando" oppure (ave) "si un momento, te la passo" (respirone di sollievo).
Almeno 3 volte su 10 non me la passavano, o non c'era: poteva essere dagli scout, a catechismo o via con la mamma e la sorellina. Altre 3 volte non la lasciavano uscire. Nelle residue volte ottenevo il permesso di uscirci, ma rientro tassativo entro l'imbrunire, se non è brutto e se non fa freddo. Dopo cena non se ne parla.
Andarla a prendere in bici, magari portarla in canna (ma non sotto casa, se i suoi la vedono salire in canna si arrabbiano), andare ai giardinetti, o lungo il fiume, magari offrirle una coca se hai 2 soldi in tasca. Tanti bacetti e tanto amore. Che carini!!! e che nostalgia!!!
Silvia era una ragazza semplice, la definirei "acqua e sapone", il suo bel visino, i suoi capelli castani, i suoi occhi scuri, il suo maglioncino, i suoi jeans, le sue scarpe da ginnastica. Ricordo ancora un orribile anello di plastica fosforescente che aveva trovato sul "cioè". E la sua passione per le pip... (non pensate male.... Le pip erano le caramelle alla liquirizia che potevano essere usate come resto di 50 Lire).
Riportarla a casa dispiaciuto perché è già ora.. con suo papà in terrazza che ci scruta.. Ricordo come fosse ieri il giorno che è sceso. "Silvia, vai su dalla mamma.. Ehi tu ragazzo, fermati un attimo!". Momenti di panico, voglia di scappare, oddio cosa vorrà adesso... "Tu sei Sergio allora.. quello che telefona regolarmente" " S-Si signore, sono io, è un piacere..." "Siete a scuola insieme vero?" "Si, io sono in seconda F, Silvia è in prima G" "Bene, abiti qua in zona?" "Veramente no signore, vengo dall'altra parte della città, vivo vicino alla tangenziale" "Capisco, bé Sergio, mi sembri un bravo ragazzo, mi raccomando, non combinare sciocchezze che Silvia è mia figlia. Ora vai, sennò arrivi a casa tardi. E stai attento per strada" "Grazie, signore, arrivederci".
Dopo quella chiacchierata ero un Dio, avevo superato indenne perfino l'insormontabile ostacolo di suo padre. Io e Silvia non ci saremmo mai lasciati.
Finché... finché si trasferirono a Novara... Lui era un funzionario della questura, ed era stato trasferito. Ricordo quante lacrime.. Settimane intere di lutto. Non credo di aver più pianto così tanto. Ho perfino cheisto ai miei di trasferirci a Novara... Ma capite bene come fosse cosa impraticabile. Ci siamo scritti per un po' delle lettere, ho ancora nel cassetto le sue cartoline dalla Liguria. Poi, come forse è normale, ci siamo persi.
Chissà com'è adesso Silvia, io me la ricordo splendida nella sua semplicità.
I tempi cambiano, le mode anche, la tecnologia avanza. C'è l'I-pod, l'I-Pad, l'I-Phone, Windows, il Mac. Facebook, Twitter e Linkedin.
Altro che Commodore 64 o Vic 20. Altro che la Sala giochi d'estate con i pincionetti, il biliardo e il biliardino.
Ieri, vagando per la città, non ho visto nessuna Silvia.
Mi sono chiesto se era meglio all'epoca o se è meglio adesso.
Sono cresciuto (o invecchiato). Adesso sembra tutto più facile, più "avanti".
Secondo me era meglio prima.
Spero di non avervi annoiato.
E' da poco che sono iscritto qui, e sto ancora cercando di capirmi in questo forum che mi sembra sterminato.
Vedo che c'è ampia libertà di discussione nei temi, dai più strettamente collegati al "nostro" mondo a quelli "a ruota libera".
Mi è venuto in mente, cazzeggiando in ufficio, di condividere una sensazione strana che mi ha colto ieri.
Dunque, stavo girovagando in città per uffici, e ieri c'erano gli studenti in sciopero. Bene, vedevo queste orde barbariche di ragazzini vagare per le strade, contenti di aver saltato un giorno di scuola e di potersi godere l'ultimo sole tiepido prima del generale inverno.
Sarà un caso, o forse no, però ho notato tante ragazzine, età stimata dai 14 ai 16 anni, decisamente attraenti, fisicamente "mature", emancipate, apparentemente complicate.
Ora, a scanso di qualsivoglia equivoco, lungi da me scatenare idee strane. Quello che ho pensato è stato: se avessi ancora quell'età, passerei la giornata dietro a loro. Altro che studiare, altro che pallone...
E allora sono tornato indietro con la memoria a quando avevo quell'età. Non è passato un secolo, sono passati vent'anni (ma forse sono più di un secolo, in certo casi..). Ecco quindi un mio flash back nei primi anni 90.
Vado a memoria, scavando nei ricordi.. senza consultare wikipedia o simili.
Il Muro è caduto da poco, probabilmente non ho ancora colto l'importanza dell'evento, la (prima) guerra in Iraq è finita, in America forse c'è ancora Bush padre o forse già Clinton, qui credo siano gli anni di Di Pietro e Cusani, Craxi è forse già in Tunisia, in Jugoslavia non si può più andare a mangiare il pesce perché è una polveriera pronta ad esplodere (o forse è già esplosa). Ricordo le immagini delle barche albanesi in Puglia, e Berlusconi è ancora solo il padrone di Mediaset ed il presidente del Milan.
C'è il Napoli di Maradona, il Milan degli olandesi (Sacchi o Capello?), la Doria di Vialli e Mancini. Le notti magiche di Schillaci sono finite, agli Europei non ci andiamo perché Rizzitelli prende il palo in Russia. Il rigore di Baggio in America arriverà più avanti.
Io chi sono? Sono uno studentello dei primi anni di superiori, prendo l'autobus per andare e tornare da scuola, c'era il biglietto da 10 corse con l'undicesima in omaggio da timbrare (obliterare), mi sembra che un biglietto singolo costasse 800 Lire.
A scuola non ci sono "bulli" che prendono di mira lo "sfigato": ci sono ragazzi vivaci la cui condotta disturba i compagni studiosi. Ogni tanto un rapporto, una nota e presentarsi l'indomani con i genitori. Se combinavi qualcosa, negavi tutto, anche l'evidenza. Nessuno aveva ripreso la scena col telefonino.
Quando, verso ottobre novembre, consegnavano il foglio con gli orari di ricevimento degli insegnanti, mi ricordo che lo imboscavo finché mia mamma, tempo dopo, me ne chiedeva conto. "non so, forse il giorno che ce l'han dato non c'ero....".
I miei pomeriggi li trascorro o sui libri (poco) o in strada con gli amici. Il primo che esce suona i campanelli degli altri. Oppure fischia da fuori. Si salta il muretto e via.
Ricordo partite di pallone interminabili, con un sasso si segnano le porte sull'asfalto. La partita finisce col buio, o quando le mamme urlano "Vieni a casaaaaa!".
Solo il sabato ci era permesso usare il campo dietro la chiesa.
Se piove sto a casa, mentre spero che smetta guardo l'A- Team, Supercar, Magnum P.I., Riptide. A volte anche Mac Gyver ed Hardcastle & Mc Cornick. Daisy di Hazzard rimane un sogno erotico. Colpo Grosso detta legge su Telepadova (ora Italia 7). Ma lo fanno tardi, solo il sabato riesco a vederlo di soppiatto sulla tv giù in taverna, volume al minimo, con un orecchio teso alle scale che non arrivassero né mamma né papà.
Loro mi hanno comprato la mountain bike (o rampichino, detto all'italiana), un must per l'epoca. Purtroppo, nonostante le mie insistenze, la Vespa rimane un tabù.
Trasgressioni? Oh certo, o perlomeno ci parevano tali: qualche sigaretta rubata a papà, qualche birra o bottiglia di vino trafugata dalla cantina, qualche pornazzo trovato per strada, la colletta per comprare la mitica scatola di raudi da 100 pezzi (VM 18) che il tabaccaio vendeva sottobanco.
Il tutto veniva sempre ed equamente diviso e condiviso con gli amici: una sigaretta ci faceva tossire tutti, una bottiglia di vino bastava per annebbiarci le idee.
Chi non ha suonato tutti i campanelli del palazzo e poi è scappato? Chi non si è preso a schiaffi per un gol? Chi non ha fatto una gara in bici?
E le ragazzine della nostra età? Intanto non me le ricordo così "tigri" come adesso. Si certo, c'era la fidanzatina. La vedevi la mattina a scuola, andavi nel bagno a "limonare" (che goduria all'epoca), già una palpata di tette era una conquista da vantarti con gli amici. I pompini erano solo sui giornaletti porno. Quando le ho accennato la cosa mi ricordo di aver preso una sberla "Io non faccio quelle cose sconce! Che schifo!".
Ogni tanto la vedevi il pomeriggio (nei festivi, di solito). Innanzitutto fissare l'appuntamento era un'odissea: uscire di casa con un gettone (200 Lire!), cercare una cabina telefonica (non volevo che i miei mi ascoltassero), comporre il numero e sperare che risponda lei e non sua mamma o (peggio ancora) suo papà. Ripetersi mille volte la frase da dire e trovare il coraggio per farlo. E poi hai un gettone solo: quando fai il numero non puoi più mettere giù o perdi la chiamata. "buongiorno, sono Sergio, c'è Silvia?" oppure "C'è Silvia?" oppure "buongiorno, c'è Silvia? sono un suo amico....." (meglio l'anonimato..)... e poi, al momento fatidico, regolarmente balbettare un "... ahem... salve... cercavo Silvia"... "Ma chi parla?" "ehhh.. sono un suo compagno di scuola..." "Un nome ce l'hai?".... " bé, si certo... sono Sergio..." "ah ok... no non c'è..." oppure "sta studiando" oppure (ave) "si un momento, te la passo" (respirone di sollievo).
Almeno 3 volte su 10 non me la passavano, o non c'era: poteva essere dagli scout, a catechismo o via con la mamma e la sorellina. Altre 3 volte non la lasciavano uscire. Nelle residue volte ottenevo il permesso di uscirci, ma rientro tassativo entro l'imbrunire, se non è brutto e se non fa freddo. Dopo cena non se ne parla.
Andarla a prendere in bici, magari portarla in canna (ma non sotto casa, se i suoi la vedono salire in canna si arrabbiano), andare ai giardinetti, o lungo il fiume, magari offrirle una coca se hai 2 soldi in tasca. Tanti bacetti e tanto amore. Che carini!!! e che nostalgia!!!
Silvia era una ragazza semplice, la definirei "acqua e sapone", il suo bel visino, i suoi capelli castani, i suoi occhi scuri, il suo maglioncino, i suoi jeans, le sue scarpe da ginnastica. Ricordo ancora un orribile anello di plastica fosforescente che aveva trovato sul "cioè". E la sua passione per le pip... (non pensate male.... Le pip erano le caramelle alla liquirizia che potevano essere usate come resto di 50 Lire).
Riportarla a casa dispiaciuto perché è già ora.. con suo papà in terrazza che ci scruta.. Ricordo come fosse ieri il giorno che è sceso. "Silvia, vai su dalla mamma.. Ehi tu ragazzo, fermati un attimo!". Momenti di panico, voglia di scappare, oddio cosa vorrà adesso... "Tu sei Sergio allora.. quello che telefona regolarmente" " S-Si signore, sono io, è un piacere..." "Siete a scuola insieme vero?" "Si, io sono in seconda F, Silvia è in prima G" "Bene, abiti qua in zona?" "Veramente no signore, vengo dall'altra parte della città, vivo vicino alla tangenziale" "Capisco, bé Sergio, mi sembri un bravo ragazzo, mi raccomando, non combinare sciocchezze che Silvia è mia figlia. Ora vai, sennò arrivi a casa tardi. E stai attento per strada" "Grazie, signore, arrivederci".
Dopo quella chiacchierata ero un Dio, avevo superato indenne perfino l'insormontabile ostacolo di suo padre. Io e Silvia non ci saremmo mai lasciati.
Finché... finché si trasferirono a Novara... Lui era un funzionario della questura, ed era stato trasferito. Ricordo quante lacrime.. Settimane intere di lutto. Non credo di aver più pianto così tanto. Ho perfino cheisto ai miei di trasferirci a Novara... Ma capite bene come fosse cosa impraticabile. Ci siamo scritti per un po' delle lettere, ho ancora nel cassetto le sue cartoline dalla Liguria. Poi, come forse è normale, ci siamo persi.
Chissà com'è adesso Silvia, io me la ricordo splendida nella sua semplicità.
I tempi cambiano, le mode anche, la tecnologia avanza. C'è l'I-pod, l'I-Pad, l'I-Phone, Windows, il Mac. Facebook, Twitter e Linkedin.
Altro che Commodore 64 o Vic 20. Altro che la Sala giochi d'estate con i pincionetti, il biliardo e il biliardino.
Ieri, vagando per la città, non ho visto nessuna Silvia.
Mi sono chiesto se era meglio all'epoca o se è meglio adesso.
Sono cresciuto (o invecchiato). Adesso sembra tutto più facile, più "avanti".
Secondo me era meglio prima.
Spero di non avervi annoiato.