Riporto da LiberoQuotidiano
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11691096/Prostitute--carcere-per-i-clienti.html
Punire i clienti e salvare le prostitute. Proprio mentre l’attività delle belle di notte ha fatto per la prima volta un salto di qualità ufficiale, entrando nel conteggio del Pil italiano e aprendo la discussione anche sul trattamento fiscale della prostituzione, arriva alla Camera una proposta di legge di un gruppo di maggioranza che punta al risultato opposto: smantellare il mestiere più antico del mondo attraverso una stangata sul mercato che lo rende possibile. È un modello svedese che in effetti ha ridotto di molto l’attività di prostituzione. A sposarlo in Italia è un piccolo gruppo di maggioranza, quel Per l’Italia che nasce come costola di Scelta civica, fondata da Mario Monti. La proposta è firmata dai cattolici più famosi del gruppo politico, da Gian Luigi Gigli (il presentatore), a Rocco Buttiglione, da Paola Binetti a Lorenzo Dellai e Mario Sberna. Propone l’introduzione «dell’articolo 602 quinquies del codice penale, concernente il divieto di acquisto di servizi sessuali, e altre norme in materia di prostituzione». Se divenisse legge, dal giorno dopo il cliente che venisse pizzicato con una prostituta per la prima volta si prenderebbe una multa oscillante fra 500 e 2 mila euro. La seconda volta una multa fra mille e 4 mila euro. La terza si sale ancora: fra 1.500 e 6 mila euro. Dalla quarta in poi si rischia anche la galera: «In caso di reiterazione del reato per più di tre volte, il soggetto che ha commesso il reato è condannato alla reclusione da tre mesi a un anno».
I proponenti citano il caso svedese, in cui l’idea di punire il cliente era avversato quando fu introdotta dall’80 per cento della popolazione, ma dopo averla sperimentata è condivisa da sei svedesi su dieci. Viene citato anche un rapporto pubblicato sul Michigan Journal of International Lawin cui sarebbe «evidenziato come la legge svedese sia davvero stata capace di portare a una riduzione molto sensibile del fenomeno. I dati riportati nello studio lasciano emergere un importante mutamento di tipo sia quantitativo che qualitativo. In Svezia, infatti, nel 1995 si stimava un numero approssimativo di 3.000 prostitute, mentre nel 2008 si è scesi a circa 300 prostitute di strada e a 350 donne e uomini che esercitano la prostituzione attraverso annunci in rete».
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11691096/Prostitute--carcere-per-i-clienti.html
Punire i clienti e salvare le prostitute. Proprio mentre l’attività delle belle di notte ha fatto per la prima volta un salto di qualità ufficiale, entrando nel conteggio del Pil italiano e aprendo la discussione anche sul trattamento fiscale della prostituzione, arriva alla Camera una proposta di legge di un gruppo di maggioranza che punta al risultato opposto: smantellare il mestiere più antico del mondo attraverso una stangata sul mercato che lo rende possibile. È un modello svedese che in effetti ha ridotto di molto l’attività di prostituzione. A sposarlo in Italia è un piccolo gruppo di maggioranza, quel Per l’Italia che nasce come costola di Scelta civica, fondata da Mario Monti. La proposta è firmata dai cattolici più famosi del gruppo politico, da Gian Luigi Gigli (il presentatore), a Rocco Buttiglione, da Paola Binetti a Lorenzo Dellai e Mario Sberna. Propone l’introduzione «dell’articolo 602 quinquies del codice penale, concernente il divieto di acquisto di servizi sessuali, e altre norme in materia di prostituzione». Se divenisse legge, dal giorno dopo il cliente che venisse pizzicato con una prostituta per la prima volta si prenderebbe una multa oscillante fra 500 e 2 mila euro. La seconda volta una multa fra mille e 4 mila euro. La terza si sale ancora: fra 1.500 e 6 mila euro. Dalla quarta in poi si rischia anche la galera: «In caso di reiterazione del reato per più di tre volte, il soggetto che ha commesso il reato è condannato alla reclusione da tre mesi a un anno».
I proponenti citano il caso svedese, in cui l’idea di punire il cliente era avversato quando fu introdotta dall’80 per cento della popolazione, ma dopo averla sperimentata è condivisa da sei svedesi su dieci. Viene citato anche un rapporto pubblicato sul Michigan Journal of International Lawin cui sarebbe «evidenziato come la legge svedese sia davvero stata capace di portare a una riduzione molto sensibile del fenomeno. I dati riportati nello studio lasciano emergere un importante mutamento di tipo sia quantitativo che qualitativo. In Svezia, infatti, nel 1995 si stimava un numero approssimativo di 3.000 prostitute, mentre nel 2008 si è scesi a circa 300 prostitute di strada e a 350 donne e uomini che esercitano la prostituzione attraverso annunci in rete».