Vienna aprile 2016. Verbale missione

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Oggetto: Verbale missione a Vienna, aprile 2016.

Magnificientissime Reverenze,
Pregiatissime Eccellenze,
con la presente sono a relazionare in merito alla missione affidatami con Prot. N. … omissis …
Come le lor Signorie ricorderanno, il precipuo intento della missione in oggetto voleva essere quello di ricondurre all’ovile più pecorelle possibile andandole a recuperare direttamente nei luoghi di perdizione della Vienna a luci rosse.
Debbo, purtroppo, ammettere fin da subito che la missione è miseramente fallita e, almeno nell’immediato, i frutti risultano essere ben scarsi rispetto alle iniziali speranze.
Possano, a questo punto, le mie parole presentare agli illustrissimi occhi delle Signorie vostre, la nuda realtà così come il servo vostro umilissimo l’ha vissuta.

Primo giorno.
Quale miglior posto in cui trovare fanciulle da ricondurre sulla retta via se non i quartieri periferici in cui pullulano locali equivoci?
Con questa idea, senza indugio alcuno, ho deciso di dare il via alla mia missione iniziando a prendere contatto con le pecorelle smarrite della Laufhaus Vienna.
Dal momento che le nobili orecchie delle Signorie Vostre difficilmente possono aver conoscenza di cosa sia una Laufhaus ritengo doveroso un piccolo excursus didattico. Il termine Laufhaus tradotto letteralmente potrebbe significare “casa in cui si corre” ma lo si potrebbe assimilare ad un fast food del sesso mercenario e somigliarlo ad un condominio allestito ad uso e consumo di incontri veloci con professioniste prezzolate. Il Vienna, in particolare, occupa un’ala di una palazzina e si estende su due piani ognuno dei quali conta 20 stanze. Uno squallore di fondo accoglie chi, come il sottoscritto, ne varca la soglia per la prima volta ed evidente appare un netto divario con realtà come gli fkk (di cui parlerò altrove) o anche con i semplici, cari, vecchi bordelli tradizionali. La fresca pulizia del Vienna, tuttavia, pur un po’ dissonante in un contesto in cui è la marcescenza a farla da padrone, rinfranca, se non lo spirito, almeno la vista e l’olfatto. Le stanze ricordano, più che un albergo, una galera a cui siano state tolte le sbarre alle finestre. Sono provviste di un letto, di un lavabo e di una doccia dal pavimento in plastica stile traghetto Tirrenia. Le ragazze, libertine galeotte dei giorni nostri, attendono che il cliente si avvicini per trattare la prestazione ed il menù è più o meno lo stesso per tutte:
15 minuti tutto coperto 50 euro, 30 minuti 70 euro, 1 ora 100 euro. Gli extra come fk e bbj costano 20 euro ciascuno. Personalmente non ho trovato ragazze disposte al rapporto anale.
In definitiva il giro in Laufhaus è un po’ come andare ad otr: si passa, si guarda e ci si ferma da quella che potrebbe interessare; certo, cambia tutto il resto.

La prima ragazza con cui ho interloquito è stata Kandy ( o Kendy). Una biondissima tettona siliconata, rumena di 25 anni a suo dire, più probabilmente nata verso la metà degli anni ‘80. L’ho avvicinata con la scusa di contrattare una mezz’ora tutto coperto e subito mi ha lasciato intendere il suo desiderio di essere riportata sulla retta via. Mi ha offerto l’uso della doccia con tanto di asciugamano e tappetino grigio, che un tempo doveva essere bianco, e che ad oggi somiglia allo scalpo di un bufalo. Con quanto di più portentoso la sua dolce boccuccia potesse fare ha saputo mettermi a mio agio e tutto il suo corpo, silicone compreso, era dedito ad un dialogo intimo e personale a cui non mi sarei più voluto sottrarre ma la pecorella aveva bisogno del suo pastore e così sia… il seme è stato sparso…

Nel pomeriggio sono tornato ad ammaestrare Alexandra: rumena di 21 anni (reali) e dalle leggiadre fattezze. Bella, non posso definirla altrimenti: un metro e 76 di mora gioventù. I lunghi capelli neri raccolti in una cipolla, un paio di occhiali da sexy segretaria, le sopracciglia disegnate, un seno rifatto su cui risaltano due vistose cicatrici ma che sfida le leggi della fisica tradizionale, un corpo davvero niente male ma pur sempre vissuto ne fanno un mix inconsueto di sensuale, avvenente innocenza e troiosa porcagine.
Per 100 euro l’ho scoperta disposta al bbj che pratica con una certa irruenza che tuttavia non guasta. Ho potuto inoltre appurare che soffre di crampi e che non può cavalcare se non per pochi minuti. In compenso come missionaria riesce bene e, per qualche istante, mi è sembrato che la sua vocazione potesse essere quella, tanto pareva amichevole e partecipe. In realtà il meglio di sé lo ha offerto sul bordo del letto con le cosce contro il mio petto… e così, in quest’atto, si è concluso il discorso con lei.

Secondo giorno.
Visti gli scarsi risultati ottenuti in Laufhaus, il secondo giorno ho optato per un altro luogo dall’altissima concentrazione di pecorelle smarrite: il sauna club naturista Goldentime.
Risparmio alle Eccellenze vostre la dissertazione su cosa sia un fkk dal momento che la rete pullula di descrizioni anche abbastanza precise.
Il Goldentime chiede 90 euro per l’ingresso e la mezz’ora con le ragazze ne costa 60, extra a parte.
Appena arrivato, dopo una mattinata spesa in approfondimenti culturali, ho sentito la necessità di un frugale pasto. Il buffet del locale, almeno per il pranzo, lascia decisamente a desiderare e devo ammettere che mi sono sentito infastidito dal fatto che lo si debba consumare nella sala principale, per intenderci quella in cui le ragazze esercitano l’adescamento e su cui si affaccia anche la sauna. Una saletta adibita a ristorante, in realtà, esiste ma per raggiungerla bisogna comunque attraversare la sala e ad ogni modo conta solo un paio di tavolinetti.
Ma torniamo ora alla mia missione.

La prima fanciulla che ho tentato di convertire risponde al nome di Lara: poco più che ventenne prosperosa mora di origini turche. Non si è instaurato, con lei, quel feeling necessario per approfondire un discorso e l’incontro si è concluso in anticipo sulla mezz’ora con il classico suo approccio orale ed un paio di canoniche posizioni.
Tra un abbordaggio e l’altro da parte di varie fanciulle, tra cui segnalo una simpaticissima spagnola che ha offerto una quantomeno memorabile “garganta profunda”, proseguo nel mio incarico.

La seconda prescelta per la redenzione è ucraina di Odessa: una bella mora di 24 - 25 anni di nome Sandra. Un paio d’occhi di un verde accattivante adornano un visino dalle graziose fattezze. I fianchi quasi impercettibilmente troppo larghi, la rendono più donna e non guastano la figura d’insieme di quella che è senza ombra di dubbio un’altra bella creatura, unica e speciale come ogni donna ma perfettamente ascrivibile, questo sì, alla macrocategoria dei portenti di Madre Natura. Per tentare un approccio diverso, quando mi si è avvicinata, ho giocato la carta del rilancio: alla sua proposta di orale e sesso, ho risposto proponendo di aggiungere anche l’anale e qualche fk. Con un certo stupore, mi sono sentito rispondere che si sarebbe potuto fare. Il suo orale scoperto è stato prorompente, si è lasciata baciare nei più intimi anfratti e ha contraccambiato con passione. Mi ha cavalcato con calma e ha fatto sentire tutto il suo calore. Ha concesso un anale profondo in tutte le posizioni che lo consentono ed è stata lei stessa a tranquillizzare sui tempi: una volta tanto mi ha fatto piacere sentire una ragazza prezzolata che rassicurasse: “non badare al tempo, rilassati e pensa solo a goderti questi momenti”. In definitiva, durante l’incontro, Sandra ha dimostrato di padroneggiare l’arte amatoria in tutte le fasi di cui ho accennato e la sua gioviale e fresca loquacità l’hanno resa partner di chiacchierate fini a loro stesse nell’arco dell’intera giornata.

Il terzo incontro della giornata è stato quello con Fabia. Nata 20 anni fa nella capitale rumena, Fabia ha rappresentato quella dicotomica situazione che il sottoscritto varie volte ha in precedenza raccontato. Per descriverla al meglio prendo in prestito alcune parole di Gogol:

"... Non nutriva alcun pensiero terreno, non ardeva della fiamma di alcuna terrena passione – no, in quell’istante era puro e senza peccato, come un fanciullo innocente, ancora assetato di un’ansia vaga, tutta spirituale, di amore"...
"... mai la pena si impossessa di noi con più forza di quando ci troviamo dinanzi a una beltà contaminata dall’alito putrescente della depravazione. Si allei pure a quest’ultima la laidezza! Ma la beltà, una dolce beltà... Nel nostro pensiero essa è inseparabile dall’innocenza e dal candore. La bella ... era una creatura davvero meravigliosa, fuor dell’ordinario. Ancora più fuori dell’ordinario appariva la sua presenza in quell’ambiente nefando. Tutti i suoi tratti erano modellati con siffatta purezza, tutta l’espressione del volto era improntata a siffatta nobiltà, che assolutamente non si poteva neppur sospettare che la depravazione l’avesse già afferrata coi suoi terribili artigli. Avrebbe potuto essere la perla inestimabile, l’intero mondo, l’intero paradiso, l’intera ricchezza di uno sposo appassionato; avrebbe potuto essere la stella meravigliosa di un piccolo nido familiare"...
"... Avrebbe potuto essere una divinità, al centro di una sala rigurgitante di invitati, su pavimenti splendenti, sotto lo scintillio delle candele, nella muta venerazione di uno stuolo di adoratori prostrati ai suoi piedi; ma, ohimè, per orribile decreto dello spirito infernale, avido di distruggere l’armonia del creato, essa era stata fatta precipitare, con un cachinno, in quello spaventevole abisso."

Care Eccellenze, che dire di più? Con lei doveva essere tutto semplicemente speciale… vada quindi per la sala vip. La situazione era idilliaca: stanza climatizzata di 50 mq, luci soffuse, musica di sottofondo, tv 50 pollici con l’immancabile porno, bottiglia fresca di champagne (così lo definisce la reception ma io non l’ho neppure guardato e ne ho fatto dono a Fabia) e vasca idromassaggio station wagon. Certo quasi mezz’ora è passata prima di raggiungere il livello minimo dell’acqua però la seconda mezz’ora di sesso in acqua gorgogliante, lo ammetto, è stata una libidinosa novità. Fabia si è prestata professionalmente a tutto ciò che era incluso nell’ora e ha categoricamente rifiutato sconti su eventuali extra. Peccato perché qualche fk lo avrei volentieri scambiato. Dopo una serie di sensuali strusciamenti tra i nostri corpi nudi, ha iniziato un lungo e dolcissimo bbj a pelo d’acqua. Ancora tenere carezze col suo corpo contro il mio: i suoi seni accoglievano e coccolavano la mia intimità e la sua pelle di velluto bagnata mi mandava in estasi. Il suo profumo, il tepore dell’acqua, tutto enfatizzava situazioni già note ma mai vissute con tale intensità e tutte insieme.
L’atto sessuale in sé, nella vasca, è stato davvero complicato: per essere comodi uno dei due avrebbe dovuto restare in apnea. Sul bordo della vasca, oltre al precario equilibrio dovuto alla mancanza di appigli stabili, uscendo dall’acqua si sentiva freddo. La penetrazione sottomarina generava onde tipo tsunami… ma seppur con qualche difficoltà, allo scadere dei 60 minuti il gioco era meravigliosamente concluso.
Alla fine, accomiatarsi da lei è stato particolarmente difficile: le avrei augurato sì ogni bene, ma il bene a cui potrebbe aspirare lei sono tanti clienti mentre io la vorrei sapere accanto ad un uomo solo che la ami e la rispetti… è incredibile come anche un puttaniere di lungo corso in circostanze simili provi un inspiegabile velo di tristezza!

Terzo giorno.
Con uno strano cruccio sul cuore ho deciso di proseguire la mia missione salvifica al Funpalast, dove si svolgeva una giornata evento in costume con fantasia floreale. Fino a verso le 14.00 erano presenti 5 o 6 ragazze a fronte di una ventina di clienti. Successivamente qualche altra operatrice è arrivata e si sono delineati i vari tipi: c’era qualche culona, varie milfone, o giù di lì, che si spacciavano per sbarbatelle, varie gambotte gonfie ma tra tutto spiccavano le loro maestà Cellulite e Smagliature. Tra le presenti, praticamente l’unica decente era Loredana: rumena 22enne bionda e con un bel visino. Naturalmente è con lei che ho cercato un incontro ravvicinato ma, nonostante fosse bravina, tutto si è concluso rapidamente e senza alcun trasporto.

C’era un sottobosco di pensieri latenti che mi turbavano, il corpo avrebbe voluto una cosa ma la mente, o forse il cuore, ne desiderava un’altra.

Nel primo pomeriggio ho gettato la spugna ed ho raggiunto la non troppo distante Laufhaus Rachel. Premesso che, a differenza di quanto si legge in rete,
non ho dovuto pagare 5 euro per entrare, la scena è grossomodo quella già descritta per il Vienna. Qui molte porte erano chiuse ma le ragazze disponibili lasciavano decisamente a desiderare tranne Raissa (o Raisa) (vedi allegato a fine relazione). Moldava 21enne che da oltre un anno e mezzo opera in quella sede dopo aver esperito anche il loft in Italia (alta Toscana). Piccolina ma perfettamente proporzionata con dei lineamenti del viso vagamente orientaleggianti, ha dimostrato un’ottima preparazione nell’orale coperto. Ha saputo cavalcare degnamente e come pecorella smarrita è stata fenomenale: la doppia visuale, diretta e allo specchio, del suo corpo posseduto e angheriato dal mio, ha funto da portentoso catalizzatore. Due chiacchiere sul suo passato e sul mio e anche per lei quel velo di tristezza nel lasciarla facile preda dei prossimi avventori... ma tant'è!

Forse sto semplicemente invecchiando ma quel recondito pensiero cercava in continuazione di emergere contro ogni mia volontà.

Quarto giorno.
Dopo un giro al Kunst e i 343 gradini della torre a Stephansdome, sono tornato a cercare fanciulle da convertire nelle penombre del Goldentime.

Una morsa mi attanagliava il petto all’ingresso: forse stavo per capire quale fosse il pensiero che mi turbava.

Dopo un simpatico colloquio con una ragazza cazaka, ho rivisto la spagnola della “garganta profunda” in compagnia di una bionda dalle fattezze molto bambolose. La moretta e la biondona… chissà che non ne potesse scappare qualche cosa di buono. Dulse (si scriverebbe Dulce ma preferisco la forma in cui si pronuncia) la spagnola, aveva assunto questo nome il giorno precedente in seguito ad una infelice omonimia con una sua collega e fino a 24 ore prima si era fatta chiamare Karin o Karina o Carina.
È una ragazzetta 23enne sul metro e 65. Potrebbe essere una normalissima vicina di casa o la cassiera della Conad ma pur non essendo una bellezza che abbaglia ha tutto al posto giusto ed una chiacchiera piacevolissima anche per la sua calata iberica ed una certa somiglianza con Penelope Cruz. Inoltre dei piccoli particolari di abbigliamento come le calze ed una semplice collana di fili argentati ad evitare il tutto nudo la rendono ancor più desiderabile.
La bionda è Aris, moldava 23 enne di 1 metro e 75 che coi tacchi di quel giorno sfiorava i 2 metri. Anche nel suo caso un perizoma a vita alta (no, non ho sbagliato a scrivere né voi a leggere: indossava davvero qualcosa la cui parte superiore somigliava alle mutande di nonna papera e che sotto aveva un filetto di stoffa tra i glutei e due ai lati della vagina) la copriva almeno in parte rispetto a molte sue colleghe ma l’effetto era diverso: non le costruiva intorno un’aura di desiderabilità, faceva venire l’impulso di strapparglielo via con la motosega! In camera il dialogo sembrava languire con Aris mentre Dulse offriva un’ottima prova orale… d’altra parte la “garganta profunda”... Aris ha lasciato a desiderare sotto tutti i punti di vista: mi ha rifiutato il daty mentre la sua collega mi cavalcava, al suo turno niente pecos perché “... oggi proprio…” praticamente mentre la spagnola lavorava alacremente la moldava faceva i versetti porno-style della serie “si dai sborami” “oh si così dai”... e mentre insieme succhiavano e leccavano ho concluso a mano in libertà.

Tornato in sala ho avuto la definitiva conferma che il mio scheletro nell’armadio aveva una consistenza corporea ed aveva un nome: Fabia.

Ancora sconvolto dal 3some, appena sedutomi sul divano che ormai aveva impresse le forme del mio posteriore, ho sentito chiamare il mio nome: era Sandra, l’ukraina dell’anale. Ho cercato di evitare il bis con lei ma sa essere davvero troppo seducente. La sua voce, la freschezza della sua pelle, il portamento e non ultimo il modo giocoso ma straordinariamente erotico di proporre i suoi servizi la rendono irresistibile.Quel giorno poi con la nuova acconciatura ed il trucco maliziosamente studiato, somigliava a Cleopatra ed emanava parimenti un fascino magnetico. Ci siamo accordati per un massaggio di 30 minuti lasciandoci poi la possibilità di decidere: alla fine l’incontro si è protratto quasi per un’ora e mezza e non di soli massaggi. Ha confermato pienamente la mia prima impressione: un rapporto con lei ha un’altra marcia. Sa portare un uomo al godimento e per il tempo per cui ci si accorda, sa offrire il dolce inganno di avere al proprio fianco non una prostituta ma la migliore delle amanti.

Nel corso del pomeriggio non riuscivo a distogliere l’attenzione da Fabia e dai suoi tentativi di abbordaggio ai vari clienti. Mi infastidiva vederla vicino ad altri, mi infastidiva anche solo vederla parlare con un uomo ma ho fatto, ho dovuto fare, finta di niente… forse addirittura sarei dovuto essere felice per lei quando si portava in stanza qualcuno ma l’istinto era quello di rapirla e tenerla lontano da tutto e tutti: solo per me.

Ultimo giro della giornata con Delia. Rumena 28 enne dai bellissimi occhi, le ciglia disegnate, la fluente chioma scura raccolta in una coda di cavallo ed un corpo skinny al punto giusto. Delia sembra un elemento atipico in grembo al Goldentime: non è smorfiosa, tiene sempre un asciugamano intorno ai fianchi e scarica senza troppi giri di parole i piacioni. Sta al suo posto e non è petulante. Sa limitarsi a gettare occhiate da gattina e aspetta di essere interrogata per parlare. Si esprime in buon italiano ma la sua atipicità consiste, a mio avviso, nel fatto di avere un ideale per cui valga la pena vivere qualche anno di sacrifici. L’incontro con lei è purtroppo naufragato in un niente di fatto per colpa mia: quella maledetta sensazione, quel pensiero che mi perseguitava da giorni non mi dava tregua. Quando l’ho salutata, sembrava mortificata dell’accaduto e insisteva per sapere come potesse aiutarmi. Come avrei potuto spiegare a lei ciò che avrei voluto nascondere pure a me stesso?

Per me era ora di andare ma il locale si preparava ad una serata ancora lunga. Lasciavo dunque lì le mie occasionali compagnie, lasciavo lì Fabia e me ne tornavo davvero sconsolato in albergo.
Bisognava risolvere la questione, ma come? Speravo che la notte portasse consiglio.

Quinto giorno.
Ho deciso di prendere a spallate le ante dell’armadio e di seppellire lo scheletro che da giorni mi ossessionava: sono tornato al Goldentime.

Ho aspettato l’arrivo di Fabia e l’ho salutata come una cara amica ma ho immediatamente capito che non esiste mossa più sbagliata per un puttaniere in un fkk. La donzella ha afferrato la situazione al volo e ogni mia proposta veniva rimpallata ad un prezzo maggiore. Ritengo perfettamente lecito che una professionista chieda la cifra che le sembri più opportuna per i suoi servizi, ma altrettanto lecito è rifiutarli da parte di chi si sente preso in giro e nota il tentativo di approfittare. Per la cronaca mi ha chiesto 60 euro per fk e 500 euro extra per l’anale perché, a suo dire, vergine. Sono inutilmente arrivato a proporle 450 ero per un’ora tutto incluso e alla fine ho ritenuto più giusto ripiegare su un bbj (con molta mano) nei 30 minuti del servizio minimo. Devo ammettere che la sua bocca è straordinariamente vellutata ma lasciava percepire, di sicuro volutamente, la stizza per aver perso per poco un giro ben più remunerativo.
Al momento del pagamento ho saldato e con espressione seria le ho augurato ogni bene. Mi ha guardato con astio e se ne è andata senza salutare. Un vaffanculo in italiano se lo è preso senza costi aggiuntivi. Credo di essere tornato alla ragione in quel preciso istante. Il velo di infatuazione che copriva i miei occhi era ormai definitivamente lacerato e tornavo a vedere in lei la bellissima creatura che vende il proprio corpo e niente altro; anche stavolta non ho fatto la triste fine di Piskarëv. Per il resto della giornata mi sono goduto, finalmente a cuor leggero, tutto ciò che di più drammaticamente esilarante offre l’fkk. Mi riferisco non solo ai corpi nudi o seminudi di oltre 50 fanciulle ma soprattutto alle improbabili accoppiate e ai più variegati personaggi nel cui elenco inserisco pure me stesso e mi tornava in mente il passo di Conrad:

“Insieme formavano un sorprendente contrasto: lei, leggera, delicata, sparuta, svelta, un po’ strega...; lui, di fronte, immenso e pesante, come la figura di un uomo appena sbozzata nella pietra…”

Vedere Fabia gettarsi al collo di un tizio più pelato e panzone di me, con oltretutto 10 anni più di mio padre, a quel punto non mi infastidiva più di tanto, sebbene continui tuttora a ritenerlo una ingiustizia, sempre secondo i miei personalissimi canoni. Ma d’altro canto non è forse vero che “a tutti i mali ci sono due rimedi: il tempo ed il silenzio” e che "tutta l’umana saggezza consiste in queste due parole: attendere e sperare?"

Per l’ultimo giro della mia missione viennese ho ritenuto opportuno continuare il discorso con Dulse, la spagnola, ma stavolta senza terzi incomodi. La ragazzetta quel giorno sfoggiava un’acconciatura (forse extension) da fotomodella. I capelli legati sopra la testa ricadevano in mille vezzosissimi boccoli neri a contornare quel visino gioioso che con un trucco leggero appariva ancora più carino e la somiglianza con la Cruz sembrava addirittura studiata. La collana di fili argentati era magnificamente abbinata ad un paio di orecchini dai lunghi ciondoli anch'essi in acciaio scintillante e, a parte il solito tacco 18, indossava solo un reggicalze bianco e lilla. Abbiamo inizialmente chiacchierato abbracciati sulle sdraio davanti la vetrata del giardino e nel giro di 5 minuti eravamo in stanza senza un piano prestabilito. Le ho proposto 1 ora con fk, Rai 1 e Rai2 per 300 euro e la sua espressione da simpatica è cambiata all’istante in raggiante. Mi ha preso la testa tra le mani e mi ha schioccato un primo fk di cui non ho potuto non notare la profondità. L’ho messa quindi supina e ho continuato a baciarla con passione. Piano piano sono sceso a leccarle l’orecchio, il collo, la spalla e quindi a giocherellare coi suoi seni. Ho proseguito verso l’ombelico ed in fine sono arrivato al suo sesso. Credo sia inizialmente rimasta spiazzata da tale pratica e per pochi interminabili istanti l’ho sentita lontana anni luce nonostante fosse lì, ad una lingua di distanza. Ben presto, sedimentata la sorpresa, l’ho sentita rilassarsi e mi ha fatto piacere, per quanto io ben conosca la situazione, sentirle dire in macheronico italico spagnolo “sai farlo proprio bene! Te lo juro su la mi Mama! “. Abbiamo scherzato un po’ sul chi allora avrebbe pagato chi e dopo poco l’ho udita dire con un filo di voce “... così mi fai venire!...” vabbe’ farà parte del gioco pure in Austria… Dopo pochi altri tocchi di lingua un tremore l’ha presa e mi ha stretto la testa tra le gambe con tal forza che probabilmente sull’interno coscia avrà per qualche giorno un livido con la forma delle mie orecchie. L’ho sentita quindi lasciarsi completamente andare mentre continuavo a massaggiarla dolcemente tra le gambe e ancora con un filo di voce mi ha confermato: “mi hai fatto proprio rilassare. Me piaci porche tu es un hombre muy… no sé... muy premuroso…”. Sappiamo tutti che le parole in molti casi sono dolci proporzionalmente all’importo con cui le si è comprate, ma riconosco che Dulse in quella circostanza ha saputo spenderle bene e, vuoi o non vuoi, mi hanno fatto piacere.
Devo ammettere che un qualche feeling si era instaurato: ad un eventuale osservatore esterno, forse, non saremmo sembrati una prostituta col suo cliente di turno ma una coppia, di quelle vere. Non c’era bisogno di parlare, ci si intendeva al volo con semplicità, osservandosi reciprocamente. Nel momento di contraccambiare il lavoro di bocca, Dulse ha saputo nuovamente far valere tutta la sua maestria nella “garganta profunda” e ha saputo scalare la vetta delle mie fellatrix preferite raggiungendo, se non la vetta, sicuramente il podio. Dulse ha saputo stupirmi anche come amazzone: da un primo approccio tenero e dal movimento sensuale con le bocche unite da profondi baci ad una cavalcata selvaggia con lei piedi e mani piantati sul letto che stringeva il mio sesso nel suo. Probabilmente ricorderò, finché morte non me ne separi, la missionaria con lei come la più realistica esperienza gfe. Due ragazzi, o meglio, un uomo ed una ragazza abbracciati stretti stretti, le bocche giunte in una parvenza, ahimè solo parvenza, di amore, le mani dell’uno bramose di ogni più minuto atomo dell’altra ed un movimento dolcemente ritmato che avrebbe voluto non finire mai. Devo essere onesto ed ammettere che dopo un po’ ho guastato l’idilliaco quadruccio, assestando qualche affondo un po’ più energico sotto il quale la lieve mole di Dulce è salita inevitabilmente verso la testiera del letto. Certo non sarà stato molto romantico ma piantando i gomiti sul materasso al di sopra delle sue spalle ho potuto pompare liberamente e mai come in quella circostanza avevo sentito una prostituta in mia balia.
Il colpo mortale al romanticismo l’ho infine inferto chiedendole il culo. Dopo opportuna lubrificazione ha provveduto da sé ad impalarsi alla pecorina. Piano piano il suo lento movimento è diventato anche il mio e si è arrivati a pompare con una buona energia. Vederla prona davanti a me con disegnata sul viso una lieve smorfia di dolore mi ha fatto uno strano effetto e mi sono ripromesso che, appena me lo avesse chiesto, avrei smesso. La richiesta non è arrivata se non dopo un tempo sufficientemente lungo, quando anche io ero decisamente affannato. Arrivato a tal punto ero ormai certo che la ragazza meritasse, quindi le ho chiesto il cim: altri 50 euro sul preventivo ma degno coronamento di un sogno sebbene le ultime schizzate siano finite sul lenzuolo e sul mio ventre.
Il commiato da lei è stato ben più affettuoso del precedente con la sua collega e per tutto il resto della mia permanenza in sala, ad ogni incrocio di sguardi, sebbene fosse molto indaffarata, un bacetto me lo lanciava.
Quando ho lasciato il locale, mentre recuperavo portafogli e telefono dalla cassetta di sicurezza, mi ha visto da lontano e si è sbracciata in uno sguaiato saluto: l’ultimo.

Questo è quanto il servitore Vostro umilissimo ha vissuto nei giorni di missione e ritengo questa la sede opportuna anche per chiedere il rimborso spese che ammonta, vitto e alloggio esclusi, ad un totale di euro 1.890.

Il sottoscritto, confermando la propria devota disponibilità a fornire maggiori ragguagli su qualsivoglia questione e a garantire la propria disponibilità per ulteriori missioni, porge

cordiali ossequi.

Il Confessore.
 
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Allegati: Raissa o Raisa

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Ciao. Veramente ci sono passato parecchie volte perché è da lì che parte l'autobus n. 69 (eh eh caso strano!) per il Goldentime ma non ne ho mai viste. Forse attaccano la sera tardi. Comunque io ero appiedato e ad otr con l'autobus mi fa strano. Terrò a mente ad ogni buon conto per un'eventuale prossima gita viennese in macchina. Grazie.
 
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