Visto che tutti scrivono articoli su puttane e mignotte ....

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Quest ' articolo è di Agosto 2009


link : http://paolofranceschetti.blogspot.com/ ... li-su.html



Sommario. 1. L'estate del sesso complottista. 2. La menzogna dell'inferiorità della donna e l'inferiorità dell'uomo. 3. Alcune considerazioni sulla differenza tra il mestiere di prostituta e quello di giornalista.


Premessa. L'estate del sesso complottista.


In questi giorni anche tra i complottisti è scoppiata la polemica estiva. Tutte le riviste di sistema "Panorama, L'espresso, ecc... che regolarmente pubblicano dei pallosissimi e sempre identici articoli su cento modi per far godere lei, o lui, e ogni anno nuovi avvincenti scoop sulle posizioni del ventunesimo secolo, sulle nuove tecniche di corteggiamento ecc. Anche noi complottisti non ci siamo smentiti.




Così Paolo Barnard ha pubblicato un articolo pieno di banalità che però ha totalizzato il record di letture per tutto l'anno, in un pezzo dal titolo "Sono andato a puttane".
Si avete letto bene! Comedonchisciotte, una delle riviste on line più interessanti che ci siano, che parla di tutto, politica, economia, ufo, rosa rossa, guerre, storia, cultura e varia, facendolo da ottiche diverse e sempre equidistanti, ha totalizzato il record di letture con un articolo... sul sesso.
Il succo del banalissimo articolo di Barnard è riassumibile così: se le donne la dessero di più, noi uomini non andremmo a puttane.
Inevitabili, a fronte di un'idiozia di questa portata, le replica di altre complottiste. L'autrice del blog Cloro al clero si è prodotta in una delle sue solite godibilissime performance (memorabile dove racconta della prima volta che si è sentita dare della "porca" come complimento). Nicoletta Forcheri, ha scritto un interessante e acuto articolo dal titolo: Paolo B va a puttane e io sono rimasta al palo. Anche questo ha fatto il record di letture.
Antonella Randazzo ha pubblicato uno dei suoi sinteticissimi articoli di 40 pagine intitolandolo "C'è chi va a puttane e chi no". Dopodichè, lo confesso, sono andato nel suo sito e con uno pseudonimo le ho scritto che evidentemente lei non trombava, se aveva tempo per scrivere articoli così lunghi. Il commento è stato censurato.
Dopodichè con il mio vero nome le ho scritto una mail protestando per la censura, in modo che capisse che il commento era uno scherzo da parte mia.
Il succo delle repliche femminili a Barnard credo si possa riassumere così. Caro Barnard, se noi non trombiamo è perchè gli uomini ragionano come te.
Bene. Allora voglio dire anche io la mia sulla sessualità tra uomo e donna, replicando a Barnard.


La falsa credenza dell'inferiorità della donna. E l'inferiorità dell'uomo.
Da anni, da quando sono nato, sento ripetere che le donne non hanno gli stessi diritti dell'uomo. E questo è vero.
Sento poi dire che le donne sono considerate "inferiori" e spesso il nascere uomo ha dei privilegi.
Questo invece è falso.
Mi spiego.
La donna ha una posizione di inferiorità solo se si assumono come parametri positivi alcuni modelli maschili.
Se arrivare ad una posizione di potere (sia esso politico o economico, o sociale) è un valore positivo allora è vero, la donna ha per secoli avuto una posizione di inferiorità.
Se scopare con tre partner a settimana è un valore positivo allora si, la donna è in inferiorità perchè qui scatta la differenza secondo cui l'uomo in tal caso sarebbe un fico e la donna una troia.
Allora si. La donna è in netto svantaggio rispetto all'uomo e lo è ancora, in alcune zone del pianeta.
Per rimanere in Italia, basti pensare che il diritto di voto alle donne è stato dato solo nel 1946, cioè pochissimo tempo fa.
Basti pensare che fino al 1975 il marito era il capo della famiglia e la donna era tenuta a seguirlo.
Basti pensare che con il codice del 1865 in vigore fino al 1943 il marito poteva battere la donna purchè le battiture non facessero sangue.
Si tratta di norme che sono scomparse, ma solo da un tempo relativamente breve, segno che i tempi in cui ci sarà una vera parità di diritti sono ancora lontani a venire.
Che la parità sia una chimera lontana lo dimostrano le leggi sulla "quote rosa", che introducendo l'obbligo per i partiti di introdurre una certa quantità di donne nelle liste elettorali, in realtà mortificano quel principio di parità che vorrebbero tutelare. Perchè se un essere è veramente alla pari, non c'è ragione di ribadirlo con legge. Se il concetto viene ribadito dalla legge, vuol dire che esso non è acquisito dalla maggioranza della popolazione.
Ma a questo punto si devono fare alcune considerazioni che in genere non vengono mai fatte.
Primo.
La situazione di disparità non ha portato svantaggi alle sole donne. Ha portato svantaggi anche agli uomini.
Dividendo il mondo in donne e uomini, infatti, ci si dimentica che ogni essere umano è "persona" e non una categoria di maschile o femminile.
Quindi, ci si dimentica di dire, che molti uomini, per carattere, per educazione, o altro, non vogliono adeguarsi ai parametri della società maschilista che li vorrebbe di successo, privi di emozioni, e gran trombatori.
Magari l'uomo è mite, timido, gracile. E la società maschilista costringe gli uomini che non rientrano in questi parametri, ad adeguarsi ad essi, con quale risultato è possibile immaginare.
Magari esistono uomini che segretamente sognano di farsi mantenere da una donna (e qualcuno lo fa) ma non hanno il coraggio di dirle "mi sposi, così mi prendo io cura della casa?"
Ci si dimentica poi che la donna, dalla sua situazione di inferiorità, non ha avuto solo svantaggi.
Ne hanno avuto svantaggi quelle donne che avrebbero voluto arrivare all'apice della carriera, quelle che vorrebbero portarsi a letto un uomo al giorno, ma non quelle che invece non volevano lavorare, quelle a cui piace essere corteggiate e vivere la loro posizione di donna facendosi aprire lo sportello dell'auto, farsi portare fiori, ecc...
Quello che voglio dire è che una società in cui i ruoli siano fissi, dà dei vantaggi a quelle persone che in quei ruoli ci si riconoscono, e dà svantaggi a quelli che vorrebbero uscire da questi schemi. E questo succede sia agli uomini che alle donne.
Quindi la società maschilista ha nuociuto e nuoce ad alcune donne, e giovato ad altre. Ma ha nuociuto anche a molti uomini.
La donna insomma non ha avuto una posizione di svantaggio, ma solo diversa.
Ricordo un mio amico al liceo. Era bellissimo e corteggiatissimo e ovviamente invidiatissimo e abitava in un piccolo paese del viterbese, uno di quelli in cui ancora "la donna deve stare a casa e il marito a lavorare altrimenti si perdono i valori tradizionali".
Un giorno venne da me e mi confessò che "Tizia" una bella ragazza del liceo, ci stava provando con lui ma lui non voleva trombarsela ma non sapeva come fare. Il suo problema era che era costretto a trombarsela, altrimenti poi gli amici lo avrebbero deriso e preso per frocio.
Anzi, mi confessò il che tantissime volte era costretto a scopare per non perdere la faccia ma in realtà non ne aveva alcuna intenzione.

Questo episodio riassume alla perfezione i guasti a cui può portare una cultura maschilistica spinta all'eccesso, con un uomo costretto a trombare per dimostrare agli altri la sua virilità e i suoi amici che si sentivano sensi di inferiorità, perchè non trombavano.

Per non parlare di coloro che sentono delle spinte omosessuali, e le negano per decenni, fino a che magari queste spinte diventano incontrollabili a 40 o 50 anni perchè ovviamente, vivendo in una società maschilista, l'omosessuale si vergogna della sua femminilità e talvolta ha difficoltà ad ammetterla ed accettarla, con quali disastri psicologici è facile intuire.
Ho due amici omosessuali, uno maschio e uno femmina, che si sono sposati tra loro per tranquillizzare i loro genitori e i paesani del luogo dove vivono. In pubblico coppia ufficiale, in privato sono invece single omosessuali.
Vogliamo poi citare altri svantaggi dell'uomo nella diversità dei sessi? In certi posti l'uomo non ha l'affidamento del bambino in tribunale; l'uomo che viene licenziato è un fallito, la donna invece "avrà più tempo per stare a casa"; l'uomo evirato suscita compassione, la donna che perde le sue caratteristiche femminili viene semplicemente ignorata; la donna che nel suo tempo libero sale su una moto e va a 300 all'ora è una donna in gamba, "una con le palle"; l'uomo che nel suo tempo libero va a vedersi negozi di moda è un coglione.
Per non parlare dell'uomo a cui piace essere sottomesso sessualmente. Se si viene a sapere che alla collega di lavoro piace essere frustata... "ma sì, ognuno ha la sua libertà sessuale... siamo uno società moderna, e che cavolo". Ma se veniamo a sapere che il collega ama essere frustrato e punito... è guardato con occhi diversi, quasi con compatimento e appena lui passa si fanno dei commentini e si ride sottovoce.
E così via.

Una società che riconosca davvero la parità deve dare a tutti le stesse opportunità; alla donna di avere un amante al giorno e diventare Papa, ma all'uomo di mettere il grembiule e piangere perchè la moglie arriva tardi a casa.
E soprattutto, in una società in cui i parametri di riferimento non fossero il denaro e il potere, ma ove il valore della persona fosse misurato sulla sua capacità di essere felice, si cesserebbe di parlare di inferiorità della donna. A quel punto si parlerebbe solo di "diversità", perchè il valore maggiore della persona sarebbe la sua capacità di raggiungere la pce interiore, indipendentemente dalla sua condizione lavorativa, economica e sessuale.
Ecco allora che una suora di clausura potrebbe diventare, magari, un parametro di riferimento positivo superiore a quello di un imprenditore di successo.
Insomma... Per decenni non sono mai stato d'accordo sulla posizione di inferiorità della donna, e spesso pensavo che avrei voluto aprire un sito per protestare contro l'inferiorità dell'uomo.
Oggi finalmente l'ho fatto e mi sono sfogato. La società maschilista non nuoce alla donna. Nuoce alle persone, nuoce a tutti, nuoce alla libertà di tutti, uomini e donne.












Alcune considerazioni sulla differenza tra il mestiere di prostituta e quello di giornalista e altri mestieri ancora.

C'è poi un'altra cosa che non mi è mai andata giù del rapporto che le persone hanno col sesso.




Puttana e troia sono due termini dispregiativi, perchè è considerato negativamente fare sesso a pagamento.


Francamente non ho mai capito questa cosa.


Perchè fare sesso a pagamento dovrebbe essere disdicevole?


L'articolo di Barnard è banale anche da un altro punto di vista. Quando lui chiede alla prostituta se non vuole cambiare mestiere sottintende due cose profondamente errate.




Primo. Che il mestiere della prostituta sia disdicevole.



Secondo. Che fare il mestiere che fa lui sia meglio che fare la prostituta.


Ecco. Allora dico quello che penso.


Fare del sesso a pagamento non è disdicevole in sè. Casomai è disdicevole il sistema criminale che quasi sempre ruota attorno al giro della prostituzione ed è disdicevole che gran parte di quei soldi vadano alla malavita.


Ma di per sè fare sesso per denaro non è un male.


Ci sono molte categorie, rispettabili socialmente, infatti che vendono una cosa diversa e ben più grave. L'anima.


L'avvocato che difende il mafioso, che difende il politico e poi va a sedere in parlamento facendo delle leggi a favore del suo assistito, fa una cosa molto più grave, perchè per soldi vende il suo cervello, e quindi l'anima.


Noi avvocati, quando difendiamo gente in torto che cerchiamo di far passare per candidi gigli, truffatori, stupratori, assassini, vendiamo il cervello. E insieme ad esso l'anima.




I magistrati che vengono pagati per agire "in nome del popolo italiano" e poi truccano sentenze in nome i qualche fratellanza, hanno venduto l'anima.



Il medico che pratica una cura solo perchè è pagato dalla casa farmaceutica, il politico che prende una mazzetta per fare una discarica in zona non consentita, fanno danni immensi a centinaia, migliaia di persone. E hanno venduto l'anima.


Bush scatenando la guerra in Iraq per motivi inesistenti, ha fatto un milione di morti. Un milione.



Eppure la nostra società considera il termine puttana un insulto. E magari un motivo di vanto andare a cena con Bush o Berlusconi.



Tradotto in altre parole: vendere il proprio corpo è un male, mandare a morire milioni di persone, mentire a milioni di cittadini mandandoli sul lastrico no. Quindi se voi andate per la strada e dite ad una donna "lurida puttana" vi beccate una denuncia. Se le dite "lurida Bertinotti" o "sporca Berlusconi", "zozza Pannella" (solo per prendere ad esempio tre dei politici che hanno contribuito in misura massiccia allo sfascio del sistema attuale) non vi succede nulla. Anzi. Magari lo prendono come un complimento.


Riassumendo: figlia di puttana è un insulto. Figlia o figlio di qualsiasi politico che ha mandato allo sfascio l'italia no, anzi, forse è un sogno segreto di molti italiani.


Misteri della nostra società.
Anche molti giornalisti, poi, fanno un lavoro peggiore di quello delle puttane. Perchè hanno venduto il loro cervello e la loro dignità al potere.


Noto per esempio che molti giornalisti antisistema si occupano di tante cose, problemi sociali, questioni politiche, ecc...


Però noto che non nominano mai la massoneria. E allora ci sarebbe da domandare loro...: vi siete mai accorti che esiste un'organizzazione che controlla sia la destra che la sinistra, e che si chiama massoneria? vi siete mai accorti che non esiste solo la mafia e Berlusconi, come problema dell'italia?




I giornalisti possono essere classificati in due tipi. Alcuni non si occupano mai del problema massonico perchè non sono arrivati a quel grado di consavolezza che ci vuole per capire il sistema nel suo intero, e allora in buona fede ignorano certe problematiche.


Ma altri, conoscono benissimo il sistema. E sono in mala fede perchè ne fanno parte, quindi ne tacciono gli aspetti peggiori perchè non devono informare la gente.


I primi sono in buona fede e quindi non si può biasimarli. Ma i secondi hanno venduto l'anima.



Vedi Barnard, io non so perchè tu non parli mai di massoneria. Non so perchè non ti sei accorto che il problema più grosso che impedisce una reale crescita economica, politica, la sconfitta delle varie mafie, in Europa, è rappresentata dalla massoneria. Non posso sapere, cioè, se tu appartieni alla prima o alla seconda delle categorie.


Però una cosa è sicura. Che ignorando il problema massonico, purtroppo ti perdi un'occasione importantissima di approfondire la diversità tra uomo e donna; perchè la storia della Chiesa e della massoneria possono anche essere lette come la storia millenaria del tentativo di cancellare la femminilità dalla società, di sopprimerla, con la demonizzazione del sesso per fini di controllo sociale.
Il perchè l'hanno voluta cancellare è tema troppo lungo da trattare qui (sono motivi esoterici ma anche pratici, che miravano a creare la disarmonia e quindi il caos nella società), ma ti assicuro che, se un giorno tu e gli altri giornalisti antisistema come Travaglio, Gomez e altri, vi accorgerete che esiste, nel mondo, un problema "massoneria", vedrete le cose da un'altra ottica.


Allora, per dare un contributo al problema della parità dei sessi, vedrai che non c'è bisogno di rivolgersi alle donne, perchè la colpa della situazione non è loro, come non è di noi uomini, ma di quel sistema cattolico e massonico, facce della stessa medaglia, che voi giornalisti continuate a ignorare e di cui troppo spesso fate parte.



Quindi voglio dire chiaramente: Barnard, il tuo mestiere, in molti casi, non è migliore di quello della prostituta.


Il vero problema del sesso nella nostra società è che l'articolo di Barnard fa più letture di quelli sulla guerra in Iraq.


E attendiamo il giorno in cui un articolo sul sesso avrà 1000 letture, e uno sulla guerra in Iraq 7000, non il contrario come è avvenuto in questo periodo.


PS. E scusate se in questo articolo ci saranno più errori che in altri. Perchè è vero che volevo anche io prendermi la soddisfazione di parlare di sesso, ma è pure vero che non voglio dedicare troppo tempo alle correzioni per un argomento del genere.
 
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