SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lentate sul Seveso (MB)
ZONA: 45.665834, 9.122941 (al distributore Total c/o Lentate Sud)
NOME: Alina
NAZIONALITA': Rumena di Suceava
ETA': 33 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15' showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,70, capelli biondo scuro/castano chiaro con riflessi rossicci sino alle spalle, viso un po' squadrato ma piacevole, pelle del volto un po' sciupata dall'incedere del tempo, occhi chiari, corporatura normale, seno di una 3° taglia e ancora ben sodo
ATTITUDINE: tecnica nella media, ma con buona dedizione alla causa ; ragazza tranquilla, che però mastica ancora poco l'italiano
LA MIA RECENSIONE:
Appena uscito dalla superstrada a Lentate Sud, noto che il primo distributore sulla destra è al gran completo, per cui faccio un passaggio radente per studiare meglio le presenze. Entrambe le ragazze sono più alte della media, quella all'ingresso ha una corporatura nella norma, una chioma dalla tinta indefinibile che sta tra il biondo naturale, il castano chiaro e il rossiccio; quella all'uscita è invece molto magra e ha capelli di un biondo slavigiato, raccolti in un codino. Guardandola meglio, la custode del secondo varco sembra decisamente l'Anna che faceva coppia fissa con Inna davanti alla cioccolateria in centro a Lentate, durante lo scorso inverno/primavera. Il suo nome era stato appuntato su qualche pagina ormai ingiallita del mio taccuino e lì era rimasto, dato che la precedente mattonella stava in una posizione eccessivamente in vista, dove era possibile fermarsi con la necessaria privacy solo verso le 3 di notte, quando però le due fanciulle avevano già abbandonato la postazione. L'occasione per l'intervista di rito sarebbe ghiotta, ma è davvero troppo presto, sia per l'orario sia perché ho prima in programma un grand tour sino agli estremi confini di Appiano e Oltrona. Aggiungo un altro promemoria nel mio libretto e mi immetto nel flusso quasi ininterrotto di vetture che risalgono verso Como.
Il viaggio lungo la provinciale dell'amore, oltre che infruttuoso (non ho trovato Laura/Lola all'ambasciata albanese), è stato alquanto lungo e il serbatoio manda chiari segnali di essere decisamente assetato. Prima di tornare verso Milano, decido allora di prendere i classici due piccioni con una fava e svolto nell'ultimo distributore prima dello svincolo. I prezzi alle pompe sono astronomici (come se una fanciulla chiedesse 50 per un semplice BJ conoscitivo), per cui posso solo verificare se i rate delle custodi siano invece allineati alle medie di mercato. Delle due è rimasta solo l'addetta alle pompe, perché la cassiera sembra avere abbandonato la scena, e dunque è con lei che scambio le classiche battute per rompere il ghiaccio. La ragazza ha un volto un po' squadrato ma dai lineamenti tutto sommato piacevoli, impreziosito da begli occhi chiari. Deve avere probabilmente trascorso molto tempo all'aperto nelle campagne, perché la pelle - dalla carnagione chiara - appare già un po' sciupata dal sole e tradisce un'età attorno ai 35 anni.
DOVE DIAVOLO E' SUCEAVA?
L'esito della breve intervista è però positivo, perché il rate per il BJ conoscitivo è quello standard e perché la fanciulla mi sembra tranquilla e di buona volontà, per cui la invito ad accomodarsi a bordo. Il tragitto è molto breve e lascia giusto il tempo di raccogliere quattro dati anagrafici su di lei, che di seguito sintetizzo: Alina è il suo nome di battaglia, rumena la nazionalità (come si palesava dal suo accento), 33 le primavere che ha dietro le spalle e 3 i mesi di presenza sul suolo italico. Il colloquio non è agevolissimo, perché non mastica ancora molto bene la nostra lingua. Riesco comunque a capire (o a carpire) che è originaria di una cittadina di nome Suceava, la cui posizione geografica sull'atlante della Romania mi è però del tutto sconosciuta. Preso come riferimento Bucarest (il che mi vale subito una sgridata, perché si pronuncia Bucureshti), sulle note degli 883 cerco di farmi spiegare se la sconosciuta località si trovi a nord, sud, ovest o est. Oltre che con l'italiano, Alina sembra essere poco ferrata anche con i punti cardinali, per cui devo procedere per esclusione, percorrendo mentalmente tutto l'esagono della Romania. "Ci passa la Dunarea (il Danubio)?". "No", per cui non è certamente nei pressi di Giurgiu o di Tulcea."E' vicina al mare?". "No", quindi non è neppure dalle parti di Constanta. "E' vicina alla Moldavia?". "No", il che esclude pure la ridente località di Iasi, che ha dato i natali a tante OTR. L'unica certezza, a questo punto, è che Suceava sia da qualche parte oltre i Carpazi, in Transilvania. "Allora è al confine con l'Ungheria?", mi gioco l'ultima carta, che però si rivela perdente come tutte le altre. "No, è vicina all'Ucraina", si sbottona finalmente Alina e il banco vince.
L'interrogazione (o interrogatorio) è stata estenuante ma siamo finalmente arrivati alla sua sede operativa. Non appena capisco che Alina vuole davvero farmi parcheggiare lì, mi vengono i brividi e il motivo non è certo perché ho sudato le proverbiali sette camicie per piantare l'ennesima bandierina sulla mappa della Romania. La piazzola si trova in corrispondenza di una curva a gomito di una stradina secondaria, ove la vettura è perfettamente visibile a tutte le macchine di passaggio. "Ma sei proprio sicura che dobbiamo fermarci qui?", le domando alquanto scettico. "Non preoccuparti, vengo sempre qui. E' tranquillo", cerca di rassicurarmi. Alla prima affermazione posso anche crederci, alla seconda un po' meno. Alla fine, guardo l'orologio della macchina e, vista l'ora molto tarda di una serata infrasettimanale, decido che si può correre il rischio e spengo il motore.
Mentre io mi accingo a regolare le formalità burocratiche, Alina estrae dalla borsetta i ferri del mestiere e inizia a svestirsi. Si toglie il piumino chiaro che indossava, si sfila gli stivali, abbassa la micro-gonna di ordinanza e arrotola verso l'alto la maglia, sino a scoprire alla vista buona parte dei suoi seni, che appaiono di una discreta taglia (probabilmente una terza) e naturali (perché in tre mesi di lavoro non può avere già guadagnato abbastanza soldi per rifarseli ). Non si abbassa invece collant e mutandine, dato che il programma dei prossimi 10 minuti prevede solamente un BJ conoscitivo e non anche la copulazione. "Ma non avevi freddo, vestita così?", le domando, notando il contrasto tra il giubbotto quasi siberiano e le gambe quasi completamente scoperte. "No, faceva molto più freddo l'altra settimana. Adesso l'unico problema è che piove ed è molto umido", mi spiega Alina.
LA RECE VERA E PROPRIA
Quando siamo pronti per partire, lei si dispone gattoni sul sedile del passeggero (la mia posizione preferita, perché permette di prendere confidenza con tutta la sua silhouette, senza doversi cimentare in pericolosi contorsionismi) e si china sul mio fratellino. Lo smanaccia brevemente, per fargli prendere un minimo di turgore, poi lo incappuccia, aiutata da me che glielo tengo ritto verso l'alto. Completate anche le procedure di sicurezza, il volo può infine decollare. Il comandante spegne immediatamente il segnale delle cinture di sicurezza e quindi si può subito entrare nel vivo dell'intrattenimento. Il BJ di Alina è nella norma, limitandosi al semplice su e giù con la testa lungo l'asta, ma è effettuato con buona dedizione, per cui il fratellino acquista abbastanza rapidamente l'appellativo di asta.
La posizione non mi lascia del tutto tranquillo, perché da un momento all'altro potrebbero sempre affiancarsi un paio di caccia militari a dare una curiosata (come è successo qualche giorno fa a un volo dell'Alitalia ...). Per questo, non posso dedicare tutte le mie attenzioni ad Alina, ma devo regolarmente tenere d'occhio anche lo specchietto retrovisore e i paraggi. In ogni caso, la visione che ho a portata di mano è decisamente più interessante di quanto accade fuori dall'abitacolo (nulla, fortunatamente): chinata sul mio basso ventre, Alina volge a me la sua schiena, la cui sagoma a clessidra posso ammirare illuminata dalla fioca luce del lampione. Mentre lei continua la sua opera, la carezzo in lungo e in largo, apprezzando un buon tono muscolare e una levigatezza che non mi sarei aspettato, dati i suoi lineamenti già un po' sciupati. Saggio anche la consistenza dei glutei e delle cosce, che non sembra male, ma il giudizio è rinviato, dato che le calze che indossa potrebbero essere contenitive e ingannare la mia percezione. Ciò che invece non ha per nulla la parvenza di essere ingannevole è il suo seno, che inizio a manipolare al termine del mio rapido giro esplorativo. Considerata la sua età e che probabilmente ha già dovuto allattare la sua progenie, la consistenza delle mammelle è quasi sorprendente e, unita a un volume tutt'altro che striminzito, rende la manipolazione davvero piacevole.
Le operazioni sono interrotte da un attimo di suspence, perché un altro velivolo si materializza nello spazio aereo, ma fortunatamente si tratta solo di un collega che si posiziona lì nelle vicinanze. Ripresomi dal mini-infarto, posso dare ad Alina il placet a continuare con il suo intrattenimento erotico, che era ormai vicino alla conclusione. Ancora un'altra sessione di immersione, ora più supportata dall'uso della mano alla base dell'asta, e finalmente taglio il traguardo. Se ci fossimo trattenuti ancora di più, mi sarebbe probabilmente servito il phon per disappannare i vetri della macchina. Mentre ci rivestiamo, riaccendo già il motore e il condizionatore, per cercare di rimuovere il più velocemente possibile l'umidità che è condensata un po' ovunque.
Approfitto della rivestizione e del tragitto di ritorno per raccogliere qualche informazione in più su Alina. Scopro così che, come tutte le colleghe, approfitta di un servizio-taxi per fare la spola tra il capoluogo e il suo posto di lavoro. Con una mia certa sorpresa, oltre a non avere una macchina a disposizione (il che può starci, essendo all'inizio della carriera), non è neppure patentata. Le dico che in Italia è abbastanza normale cercare di ottenere la licenza di guida appena compiuti i 18 anni, per essere subito autonomi, e che per questo mi stupisce che a 33 anni lei ne sia del tutto sprovvista. Alina mi spiega che la scuola-guida in Romania costa più o meno come in Italia (e dunque, in proporzione, è come se fosse 5-6 volte più dispendiosa), per cui sono relativamente pochi quelli che possono permettersi di ottenere la patente. Raccolto questo ulteriore scorcio di vita nella terra del conte Vlad, siamo di nuovo alla sua stazione di servizio ed è il momento del congedo. Ci salutiamo sotto la pensilina, al riparo della siepe che separa le pompe dallo stradone, la osservo riprendere posizione sulla sua mattonella e infine abbandono la scena, riprendendo la strada di Milano.
CITTA DELL'INCONTRO: Lentate sul Seveso (MB)
ZONA: 45.665834, 9.122941 (al distributore Total c/o Lentate Sud)
NOME: Alina
NAZIONALITA': Rumena di Suceava
ETA': 33 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15' showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,70, capelli biondo scuro/castano chiaro con riflessi rossicci sino alle spalle, viso un po' squadrato ma piacevole, pelle del volto un po' sciupata dall'incedere del tempo, occhi chiari, corporatura normale, seno di una 3° taglia e ancora ben sodo
ATTITUDINE: tecnica nella media, ma con buona dedizione alla causa ; ragazza tranquilla, che però mastica ancora poco l'italiano
LA MIA RECENSIONE:
Appena uscito dalla superstrada a Lentate Sud, noto che il primo distributore sulla destra è al gran completo, per cui faccio un passaggio radente per studiare meglio le presenze. Entrambe le ragazze sono più alte della media, quella all'ingresso ha una corporatura nella norma, una chioma dalla tinta indefinibile che sta tra il biondo naturale, il castano chiaro e il rossiccio; quella all'uscita è invece molto magra e ha capelli di un biondo slavigiato, raccolti in un codino. Guardandola meglio, la custode del secondo varco sembra decisamente l'Anna che faceva coppia fissa con Inna davanti alla cioccolateria in centro a Lentate, durante lo scorso inverno/primavera. Il suo nome era stato appuntato su qualche pagina ormai ingiallita del mio taccuino e lì era rimasto, dato che la precedente mattonella stava in una posizione eccessivamente in vista, dove era possibile fermarsi con la necessaria privacy solo verso le 3 di notte, quando però le due fanciulle avevano già abbandonato la postazione. L'occasione per l'intervista di rito sarebbe ghiotta, ma è davvero troppo presto, sia per l'orario sia perché ho prima in programma un grand tour sino agli estremi confini di Appiano e Oltrona. Aggiungo un altro promemoria nel mio libretto e mi immetto nel flusso quasi ininterrotto di vetture che risalgono verso Como.
Il viaggio lungo la provinciale dell'amore, oltre che infruttuoso (non ho trovato Laura/Lola all'ambasciata albanese), è stato alquanto lungo e il serbatoio manda chiari segnali di essere decisamente assetato. Prima di tornare verso Milano, decido allora di prendere i classici due piccioni con una fava e svolto nell'ultimo distributore prima dello svincolo. I prezzi alle pompe sono astronomici (come se una fanciulla chiedesse 50 per un semplice BJ conoscitivo), per cui posso solo verificare se i rate delle custodi siano invece allineati alle medie di mercato. Delle due è rimasta solo l'addetta alle pompe, perché la cassiera sembra avere abbandonato la scena, e dunque è con lei che scambio le classiche battute per rompere il ghiaccio. La ragazza ha un volto un po' squadrato ma dai lineamenti tutto sommato piacevoli, impreziosito da begli occhi chiari. Deve avere probabilmente trascorso molto tempo all'aperto nelle campagne, perché la pelle - dalla carnagione chiara - appare già un po' sciupata dal sole e tradisce un'età attorno ai 35 anni.
DOVE DIAVOLO E' SUCEAVA?
L'esito della breve intervista è però positivo, perché il rate per il BJ conoscitivo è quello standard e perché la fanciulla mi sembra tranquilla e di buona volontà, per cui la invito ad accomodarsi a bordo. Il tragitto è molto breve e lascia giusto il tempo di raccogliere quattro dati anagrafici su di lei, che di seguito sintetizzo: Alina è il suo nome di battaglia, rumena la nazionalità (come si palesava dal suo accento), 33 le primavere che ha dietro le spalle e 3 i mesi di presenza sul suolo italico. Il colloquio non è agevolissimo, perché non mastica ancora molto bene la nostra lingua. Riesco comunque a capire (o a carpire) che è originaria di una cittadina di nome Suceava, la cui posizione geografica sull'atlante della Romania mi è però del tutto sconosciuta. Preso come riferimento Bucarest (il che mi vale subito una sgridata, perché si pronuncia Bucureshti), sulle note degli 883 cerco di farmi spiegare se la sconosciuta località si trovi a nord, sud, ovest o est. Oltre che con l'italiano, Alina sembra essere poco ferrata anche con i punti cardinali, per cui devo procedere per esclusione, percorrendo mentalmente tutto l'esagono della Romania. "Ci passa la Dunarea (il Danubio)?". "No", per cui non è certamente nei pressi di Giurgiu o di Tulcea."E' vicina al mare?". "No", quindi non è neppure dalle parti di Constanta. "E' vicina alla Moldavia?". "No", il che esclude pure la ridente località di Iasi, che ha dato i natali a tante OTR. L'unica certezza, a questo punto, è che Suceava sia da qualche parte oltre i Carpazi, in Transilvania. "Allora è al confine con l'Ungheria?", mi gioco l'ultima carta, che però si rivela perdente come tutte le altre. "No, è vicina all'Ucraina", si sbottona finalmente Alina e il banco vince.
L'interrogazione (o interrogatorio) è stata estenuante ma siamo finalmente arrivati alla sua sede operativa. Non appena capisco che Alina vuole davvero farmi parcheggiare lì, mi vengono i brividi e il motivo non è certo perché ho sudato le proverbiali sette camicie per piantare l'ennesima bandierina sulla mappa della Romania. La piazzola si trova in corrispondenza di una curva a gomito di una stradina secondaria, ove la vettura è perfettamente visibile a tutte le macchine di passaggio. "Ma sei proprio sicura che dobbiamo fermarci qui?", le domando alquanto scettico. "Non preoccuparti, vengo sempre qui. E' tranquillo", cerca di rassicurarmi. Alla prima affermazione posso anche crederci, alla seconda un po' meno. Alla fine, guardo l'orologio della macchina e, vista l'ora molto tarda di una serata infrasettimanale, decido che si può correre il rischio e spengo il motore.
Mentre io mi accingo a regolare le formalità burocratiche, Alina estrae dalla borsetta i ferri del mestiere e inizia a svestirsi. Si toglie il piumino chiaro che indossava, si sfila gli stivali, abbassa la micro-gonna di ordinanza e arrotola verso l'alto la maglia, sino a scoprire alla vista buona parte dei suoi seni, che appaiono di una discreta taglia (probabilmente una terza) e naturali (perché in tre mesi di lavoro non può avere già guadagnato abbastanza soldi per rifarseli ). Non si abbassa invece collant e mutandine, dato che il programma dei prossimi 10 minuti prevede solamente un BJ conoscitivo e non anche la copulazione. "Ma non avevi freddo, vestita così?", le domando, notando il contrasto tra il giubbotto quasi siberiano e le gambe quasi completamente scoperte. "No, faceva molto più freddo l'altra settimana. Adesso l'unico problema è che piove ed è molto umido", mi spiega Alina.
LA RECE VERA E PROPRIA
Quando siamo pronti per partire, lei si dispone gattoni sul sedile del passeggero (la mia posizione preferita, perché permette di prendere confidenza con tutta la sua silhouette, senza doversi cimentare in pericolosi contorsionismi) e si china sul mio fratellino. Lo smanaccia brevemente, per fargli prendere un minimo di turgore, poi lo incappuccia, aiutata da me che glielo tengo ritto verso l'alto. Completate anche le procedure di sicurezza, il volo può infine decollare. Il comandante spegne immediatamente il segnale delle cinture di sicurezza e quindi si può subito entrare nel vivo dell'intrattenimento. Il BJ di Alina è nella norma, limitandosi al semplice su e giù con la testa lungo l'asta, ma è effettuato con buona dedizione, per cui il fratellino acquista abbastanza rapidamente l'appellativo di asta.
La posizione non mi lascia del tutto tranquillo, perché da un momento all'altro potrebbero sempre affiancarsi un paio di caccia militari a dare una curiosata (come è successo qualche giorno fa a un volo dell'Alitalia ...). Per questo, non posso dedicare tutte le mie attenzioni ad Alina, ma devo regolarmente tenere d'occhio anche lo specchietto retrovisore e i paraggi. In ogni caso, la visione che ho a portata di mano è decisamente più interessante di quanto accade fuori dall'abitacolo (nulla, fortunatamente): chinata sul mio basso ventre, Alina volge a me la sua schiena, la cui sagoma a clessidra posso ammirare illuminata dalla fioca luce del lampione. Mentre lei continua la sua opera, la carezzo in lungo e in largo, apprezzando un buon tono muscolare e una levigatezza che non mi sarei aspettato, dati i suoi lineamenti già un po' sciupati. Saggio anche la consistenza dei glutei e delle cosce, che non sembra male, ma il giudizio è rinviato, dato che le calze che indossa potrebbero essere contenitive e ingannare la mia percezione. Ciò che invece non ha per nulla la parvenza di essere ingannevole è il suo seno, che inizio a manipolare al termine del mio rapido giro esplorativo. Considerata la sua età e che probabilmente ha già dovuto allattare la sua progenie, la consistenza delle mammelle è quasi sorprendente e, unita a un volume tutt'altro che striminzito, rende la manipolazione davvero piacevole.
Le operazioni sono interrotte da un attimo di suspence, perché un altro velivolo si materializza nello spazio aereo, ma fortunatamente si tratta solo di un collega che si posiziona lì nelle vicinanze. Ripresomi dal mini-infarto, posso dare ad Alina il placet a continuare con il suo intrattenimento erotico, che era ormai vicino alla conclusione. Ancora un'altra sessione di immersione, ora più supportata dall'uso della mano alla base dell'asta, e finalmente taglio il traguardo. Se ci fossimo trattenuti ancora di più, mi sarebbe probabilmente servito il phon per disappannare i vetri della macchina. Mentre ci rivestiamo, riaccendo già il motore e il condizionatore, per cercare di rimuovere il più velocemente possibile l'umidità che è condensata un po' ovunque.
Approfitto della rivestizione e del tragitto di ritorno per raccogliere qualche informazione in più su Alina. Scopro così che, come tutte le colleghe, approfitta di un servizio-taxi per fare la spola tra il capoluogo e il suo posto di lavoro. Con una mia certa sorpresa, oltre a non avere una macchina a disposizione (il che può starci, essendo all'inizio della carriera), non è neppure patentata. Le dico che in Italia è abbastanza normale cercare di ottenere la licenza di guida appena compiuti i 18 anni, per essere subito autonomi, e che per questo mi stupisce che a 33 anni lei ne sia del tutto sprovvista. Alina mi spiega che la scuola-guida in Romania costa più o meno come in Italia (e dunque, in proporzione, è come se fosse 5-6 volte più dispendiosa), per cui sono relativamente pochi quelli che possono permettersi di ottenere la patente. Raccolto questo ulteriore scorcio di vita nella terra del conte Vlad, siamo di nuovo alla sua stazione di servizio ed è il momento del congedo. Ci salutiamo sotto la pensilina, al riparo della siepe che separa le pompe dallo stradone, la osservo riprendere posizione sulla sua mattonella e infine abbandono la scena, riprendendo la strada di Milano.