[RECE] Andreea la portaborse (ROM) - OTR notturna - Osio Sotto (BG)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sotto (BG)
ZONA: 45.613894, 9.593542 (a uno dei quattro vertici del Quadrilatero della Gnocca, nonché ingresso di via Diaz)
NOME: Andreea (ma forse anche Elena)
NAZIONALITA': Rumena della solita Pitesti
ETA': 22 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission sul letto e poi sul divano), inconcludente HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: non penso più di 30', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,60, capelli mori abbastanza lunghi, viso da scricciola abbastanza carino ma con naso un po' pronunciato rispetto al resto dei lineamenti, occhi scuri, bella corporatura snella da teen ager, seno di una seconda taglia abbondante
ATTITUDINE: ancora decisamente inesperta ; parla pochissimo italiano, sembra timida, ma sa già usare bene il cronometro

LA MIA RECENSIONE:

Di ritorno dalla mia infruttuosa missione lungo la promenade, compio qualche vasca in quel di Osio e infine mi convinco ad accostare dalla nuova portaborse della ministra Brambilla, che da qualche settimana le fa compagnia ad uno dei vertici del Quadrilatero della Topa.

... e infine si arriva al solito Quadrilatero della Topa. [...] all'incrocio c'è il solito quartetto degli ultimi tempi: due fanciulle che difficilmente potrebbero essere di mio gradimento sulla sinistra, la ministra Brambilla e una nuova apprendista mora sulla destra. Quest'ultima è minuta, ma ha davvero un bel fisichino e un viso grazioso, per cui il suo nominativo ("fuseauxrosa") finisce sul mio taccuino.

La posizione delle fanciulle è doppiamente infelice, perché nel campo visivo di almeno un paio di videocamere di sorveglianza e ad un incrocio in cui si può solo uscire (ma non rientrare) dal boulevard. Arrivare dalle retrovie e dissimulare l'intervista con una lunga attesa allo stop è dunque impossibile.

Arrivo da nord, compio la corsia di decelerazione a bassissima velocità e, a finestrino completamente abbassato, osservo la fanciulla in modo così insistito da rendere del tutto evidente che sono lì per chiederle qualcosa. Poi, la fortuna gioca a mio favore, perché una vetturetta sta uscendo in retromarcia dal vicino cancello e quindi mi obbliga proprio a fermarmi, qualche metro all'interno della via a senso unico. La congiuntura è favorevole, ma nello stesso tempo imbarazzante: la portaborse si è incamminata verso di me ed è ormai accanto alla mia vettura; una mamma con la figlioletta adolescente sono a bordo della macchina e sono inevitabilmente girate all'indietro, vista la manovra che stanno facendo. Ignoro del tutto la morettina e faccio cenno a chi mi sta davanti che cedo loro il passo, mentre penso che chi abita lì - poveretto - deve averne proprio le scatole piene delle signorine che gli passeggiano sotto casa. Ripartita la vetturetta che mi procede e avanzato ancora di una manciata di metri, sino allo slargo da cui sono uscite, posso finalmente dare corda alla moretta che assiste la ministra Brambilla nelle sue attività istituzionali.

Grazie anche alla giovane età, il fisichino è davvero carino e stasera è ben valorizzato da un corto abitino svolazzante. Come mi avevano riferito alcuni colleghi che avevano già avuto modo di osservarla più da vicino, il visetto non è di una bellezza folgorante (ha un naso un po' pronunciato, rispetto al resto dei lineamenti) ma è da scricciolo ed è decisamente acqua e sapone. Di primo acchito, sembra già padroneggiare bene l'italiano, perché snocciola con nonchalance il solito rate per una manciata di minuti d'amore mercenario in macchina. Ma si tratta solo di un'illusione, perché quando le domando se possiamo trasferirci al riparo di quattro mura, la sua lingua diventa più claudicante. Il loft comunque c'è è costa 70. Segue un breve tira-e-molla in cui provo a ribassare a 60, ma la moretta è inflessibile e alla fine accetto le sue condizioni, per non rimanere esposto troppo a lungo in quella scomoda posizione.

ANDREEA (O ELENA?) DA PITESTI

Il social time è davvero difficoltoso, perché è qui solo da un mese e dunque parla davvero poco italiano. Mi dice comunque di chiamarsi Andreea (e non Elena, come riferitomi da altre fonti), rigorosamente con due E e femminile di Andrei. Ha 22 anni e, più che parlare, sorride timidamente a ogni domanda che provo a porle, perché deve proprio capire poco o niente. Il mio rumeno non va oltre 'Da', 'Nu' e 'Dragostea din tei', per cui ci intendiamo a cenni, come quando gli esploratori cercavano di ottenere dagli indigeni oro in cambio di chincaglieria. La scena più divertente è quando cerca di spiegarmi l'età del maggiore dei suoi fratelli/sorelle: non sa davvero come dirlo in italiano e allora, come il quarto uomo, fa lampeggiare il numero sul tabellone. Mi mostra due volte le dieci dita e una volta otto, per farmi capire che gli anni sono 28. Poi le chiedo come si dica in rumeno, non capisco, ripeto qualcosa che probabilmente dev'essere una sconcezza in lingua dacica e le strappo una sonora risata. Per riuscire almeno a compilare la scheda tecnica, le domando poi da dove venga. All'inizio, l'unica certezza è che in rumeno non si dice "città", perché Andreea mi osserva con lo sguardo di una studentessa smarrita di fronte a un'equazione differenziale di decimo grado. Parto allora con alcuni esempi ("Bucarest? Costanza?") e finalmente i suoi occhietti si illuminano e, pronta, arriva la risposta: "Piteshti!". Che, per inciso, avevo poi scoperto essere la città "vicina a Bucarest" da cui proviene la Cosmina che lavora al Benaglia sud.

Parcheggiamo accanto al portone di Adela (chissà che fine avrà fatto la bionda comare di Michela Smart?), entriamo nello stesso complesso ma poi ci inerpichiamo su per le scale di un'altra ala dell'edificio. Un paio di rampe per ammirare la bella silhouette della fanciulla (che comunque è vertiginosamente innalzata da high heels con zeppa) ed infine entriamo nel loft, che non è neppure chiuso a chiave. Ci arrestiamo subito nel locale cucina/soggiorno e, con una certa preoccupazione, osservo il divano che sta sulla destra, temendo (non a torto) che è lì che dovremo consumare il nostro quarto d'ora d'amore.

NO, IL DIVANO NO!

Purtroppo così è, perché Andreea appoggia la sua borsetta sul tavolo di fronte e inizia a estrarre i ferri del mestiere. Rassegnato, inizio a fare lo stesso, depositando i miei pochi averi. Nel mentre, sento delle voci sommesse nell'altra stanza. Non faccio neppure in tempo a chiedere alla moretta se abiti con qualcun altro e vedo la ministra Brambilla uscire dallo studio con un lobbista, che probabilmente voleva discutere un disegno di legge sulla tutela degli animali. Io vengo da molto lontano e fortunatamente non appartengo alla lobby dei cacciatori, per cui l'incrocio nei corridoi della politica che conta si rivela tutto sommato innocuo ed è anzi il pretesto per chiedere ad Andreea di spostarci di là.

L'invito è subito accolto e ci spostiamo in camera da letto, che è illuminata da una luce soffusa. La moretta indossava ben poco ed è subito nuda, per cui ha anche il tempo di assentarsi un attimo, mentre io completo la mia svestizione. Quando ritorna, mi fa cenno di accomodarmi pure sul lettone, ordine che prontamente eseguo, coricandomi supino proprio nel mezzo. Da nuda ha davvero un bel fisichino: non è alta (dubito che superi l'1,60) ma la giovane età la aiuta ad essere snella e ha due bei seni di una 2° taglia abbondante che, da sdraiata, scivoleranno un po' sul lato. La carnagione è già leggermente brunita, ma immagino che ci sia lo zampino di una lampada solare.

LA RECE VERA E PROPRIA

Andreea si posiziona accovacciata sulla mia destra, smanaccia brevemente il fratellino e poi lo incappuccia, non senza qualche impaccio iniziale. A questo punto si abbassa su di lui e dà inizio all'intrattenimento erotico. Vista la sua scarsa esperienza, il BJ non presenta ovviamente grandi variazioni sul tema ma è tutto sommato passabile. Nel mentre, le carezzo la sua giovane schiena e, approfittando di un suo momento di distrazione, le manipolo una delle due mammelle, che è discretamente soda e il cui capezzolo è molto reattivo, dato che diventa turgido dopo poche strofinate.

Un po' anche per colpa del mio compare del piano di sotto, che speravo rimanesse sopito un po' più a lungo, è già tempo che Andreea mi chieda di passare alla copulazione. "Scopiamo?", sono le parole assai più prosaiche che mi rivolge. Detto fatto e ci siamo rigirati, lei supina e io sopra di lei, pronti a dare il via alle danze. Lascio che se lo infili e, nonostante la piccola statura e la (apparentemente) bassa usura, la sua vagina mi pare già alquanto accogliente (quando si era assentata, era forse andata a ungersi di lubrificante). Parto puntellato sugli avambracci, perché la temperatura non è quella che si potrebbe sperimentare in un igloo, e inizio a stantuffarla con discreta soddisfazione. Come scrivevo sopra, in questa posizione i seni tendo a coricarsi un po' sui lati ma sono comunque un bel vedere, se proporzionati alla sua silhouette minuta. Lei tiene prevalentemente gli occhi chiusi e, quando li apre, mi rivolge uno sguardo timido e imbarazzato, che distoglie quasi subito. Probabilmente non sa esattamente cosa fare e quanto fingere di essere coinvolta, per cui improvvisa un po', stringendomi leggermente i glutei.

Ciò che però mi sta tirando matto sono i continui cigolii del letto, che stride a ogni percussione delle mie pelvi. Provo a cambiare l'angolo e il ritmo, ma non c'è nulla da fare. Propongo ad Andreea di spostarci un po' lungo il materasso, ma mi osserva con sguardo così interrogativo che desisto. Provo allora a calarmi del tutto su di lei ma, pur riducendo il mio momento d'inerzia rispetto al perno costituito dai supporti del letto, ogni mia percussione è un cigolio che si solleva da un punto non meglio precisato. L'unica nota positiva è cbe Andreea, nella sua inesperienza, applica una strategia che quasi sempre funziona: "Ripeti quello che fa lui e probabilmente gli piacerà". Dato che la stringo molto stretta a me, lei fa altrettanto, serrandomi fortemente e carezzandomi la schiena. Stupidamente, non ho provato a baciarla, per capire se mi avrebbe seguito anche fin lì :)

NON E' CHE ANDIAMO SUL DIVANO?

Dopo un po', non ne posso davvero più del letto che traballa e le propongo di spostarci sul divano nell'altra stanza. L'invito viene accolto, mi sfilo, ci rialziamo e ci incamminiamo verso il soggiorno. Andreea si corica sul divano (rosa, se non ricordo male) e io mi metto ginocchioni in mezzo a lei. Sto per calarmi verso il basso e mi rendo conto che il fratellino ha approfittando della pausa tra il primo e il secondo tempo per andare a prendersi un the negli spogliatoi. Non s'è ammosciato del tutto, ma non ha di certo il turgore necessario a penetrarla. Allargo le braccia e, dato che la fanciulla mi sta di fronte a gambe dischiuse, ne approfitto per carezzarla un po', risalendo dal basso su fino ai suoi seni. Anche per i suoi sguardi timidi, mi fa però più tenerezza che eccitazione, per cui la manipolazione del suo corpicino non basta a ridestare il compare del piano di sotto.

Le chiedo allora di masturbarlo un po', per vedere se ci sia modo di rianimarlo. Andreea si mette inizialmente al lavoro, ma si vede che lo fa con scarsa convinzione e con ancor meno energia. Così, è più facile che siano le prime luci dell'alba a farlo risvegliare (e non manca molto ...), che non le manine di Andreea. Non faremo però in tempo a vedere il cielo schiarire e il sole sorgere dal mare, perché una delle poche cose che la fanciulla ha imparato a dire in italiano fluente è che il tempo è scaduto. Proprio perché è giovane e inesperta, non me la sento neanche di insistere e, mestamente, prendo insieme a lei la strada degli spogliatoi.

FLORY LA MINISTRA

Mentre ci rivestiamo, raccolgo qualche informazione in più. Pare che la sua collega, di cui non ricordavo più il nome e per cui svolge diligentemente il ruolo di portaborse, si chiami Flory (o qualcosa di simile). Ricercando nel forum, ho poi trovato che si fa(ceva) invece chiamare Sara (e l'avevo persino incontrata quando era ancora mora e stava vicino al paninaro!). Ma, si sa, le rumene cambiano più nomi che colori dei capelli o delle unghie :) Nel viaggio di ritorno scambiamo ancora quattro precarie chiacchiere, ma mi racconta qualche fatto più personale, che non è il caso di riportare qui. Arrivati al Quadrilatero, mi fa svoltare a destra (dove l'anno scorso sostavano le blonde sisters moldave, Mariana e Loredana) e lì ci congediamo. Lei attraversa la strada, per rimettersi sulla sua mattonella, io faccio inversione e mi dirigo verso sud. L'ora è tarda ma non posso certo andare a dormire col colpo ancora in canna. Michy non c'è al Benaglia e allora mi fermo dalla black Becky, per farmi dare il bacio (anzi, il BJ) della buona notte ...
 
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