Consiglio su gestione dipendente?

Registrato
27 Agosto 2017
Messaggi
461
Reaction score
1.150
Ciao a tutti,per lavoro ho a che fare con aziende micro a livello famigliare,e noto la difficoltà che hanno nel reperire e quando la trovano gestire la manodopera.Infatti a differenza delle aziende grandi fabbriche ecc c'è un orario ben preciso,fatto di turni contatti con agenzie del lavoro ecc nelle aziende famigliari spesso c'è un ambiente appunto piu famigliare.Quando un'azienda micro gestita a livello famigliare ha la fortuna di trovare un bravo dipendente ma che vuole strafare come le conviene gestire la situazione?Nel senso le conviene imporsi e non snaturare la routine e rischiare che il dipendente si senta con le ali tarpate e li abbandoni o le conviene assecondare l'esuberanza del dipendente?Questo considerando che l'apporto del dipendente in questione è comunque vantaggioso per l'azienda in se ma ha senso che i titolari si sentano in qualche modo in ansia nel percepire che non riescono ad avere il pieno controllo del dipendente?Conviene passarci sopra o conviene imporre i proprio ritmi e se piace cosi bene se no quella e la porta?Rischiando cosi di perdere un valido elemento...ditemi la vostra perchè sono in dubbio..
 
Registrato
25 Luglio 2022
Messaggi
52
Reaction score
347
Età
55
Il dipendente che ha sul lavoro dei suggerimenti proattivi e intende fare meglio di "come si è sempre fatto" dovrebbe essere un valore per l'azienda ma di solito viene percepito come un disturbo, sia dai colleghi sia dalla direzione e/o proprietà, e anche in questo caso non fa eccezione. I dipendenti che in qualche modo non si conformano alla loro mansione sia per eccesso che per difetto durano nelle aziende quanto il pontificato di papa Luciani.. Quelli che rimangono hanno in qualche modo sviluppato un senso di adattamento e apatia al lavoro, un appiattimento emotivo chiamato anche "burning".. cioè bruciato. Nella vendita ad esempio i venditori estroversi e fantasiosi rendono al meglio, al contrario nei team di lavoro avere una persona cosi disturba tutti, anche perchè gli altri dipendenti non ammettono che ci sia qualcuno che accentra l'attenzione su di se. Dategli un opportunità di crescita, se le sue idee si riveleranno effettivamente utili, ma insegnategli che i colleghi collaboreranno con una persona seria e ragionevole, posata e che sa alscoltare, non con l'elon mask de noantri.. I titolari dovrebbero confidargli che apprezzano il suo operato ma che occorre che le decisioni siano prese dalla direzione o proprietà, e al qual punto eventualmente discusse su come migliorarle. Spero che possa everti dato qualche spunto di riflessione. Supert.
 
Commenta

Loverofstockings

UOMO
Membership
Registrato
11 Ottobre 2017
Messaggi
439
Reaction score
1.845
Sono d’accordo con il collega diamogli una possibilità e vediamo se le cose funzioneranno.

Un appunto sui titolari delle aziende familiari: hanno un grande orgoglio e potrebbero boicottare il nuovo dipendente proattivo.

Proverei se ci fosse la possibilità a rivedere magari il flusso o i protocolli di lavoro, in modo che tutti abbiamo la visione d insieme di quello che sta accadendo…
 
Commenta
Registrato
27 Agosto 2017
Messaggi
461
Reaction score
1.150
  • Creatore Discussione
  • #4
@supertrombo e @Loverofstockings grazie per il contributo,sono pienamente d'accordo.Nel caso specifico però ho potuto notare che non è tanto una questione di esuberanza di idee a mettere in difficoltà i titolari,quanto piu una esuberanza di "voglia di lavorare" del dipendente che dato che è pagato ad ore vorrebbe fare ore su ore..anche quando magari ci sono periodi di magra o comunque quando i titolari sono abituati a rilassarsi un attimo si sentono un po in ansia dall'esuberanza di questo dipendente che ha la tendenza a passare subito alle minacce,del tipo "se non c'è da lavorare vado da un'altra parte"..la questione è questa,cosa dovrebbero fare i titolari? per quanto ingamba mandarlo a quel paese già solo per l'atteggiamento o cercare di domarlo un po?sempre se si riesce a domare perchè considerata l'etnia (albanese) mi pare di capire che non è cosi scontato ragionarci insieme..comunque secondo la mia opinione a lungo andare sarà proprio il dipendente a licenziarsi perchè la troppa ambizione lo porterà a cercare posti migliori,che non è affatto detto li trovi però..
 
Commenta
Registrato
15 Settembre 2013
Messaggi
1.782
Reaction score
8.074
@supertrombo e @Loverofstockings grazie per il contributo,sono pienamente d'accordo.Nel caso specifico però ho potuto notare che non è tanto una questione di esuberanza di idee a mettere in difficoltà i titolari,quanto piu una esuberanza di "voglia di lavorare" del dipendente che dato che è pagato ad ore vorrebbe fare ore su ore..anche quando magari ci sono periodi di magra o comunque quando i titolari sono abituati a rilassarsi un attimo si sentono un po in ansia dall'esuberanza di questo dipendente che ha la tendenza a passare subito alle minacce,del tipo "se non c'è da lavorare vado da un'altra parte"..la questione è questa,cosa dovrebbero fare i titolari? per quanto ingamba mandarlo a quel paese già solo per l'atteggiamento o cercare di domarlo un po?sempre se si riesce a domare perchè considerata l'etnia (albanese) mi pare di capire che non è cosi scontato ragionarci insieme..comunque secondo la mia opinione a lungo andare sarà proprio il dipendente a licenziarsi perchè la troppa ambizione lo porterà a cercare posti migliori,che non è affatto detto li trovi però..
Partiamo dal presupposto che le brave persone a lavoro sono sempre meno e di difficile reperibilità, per non parlare di affidabilità ed altre doti...
Avere certi bravi dipendenti sarebbe da farci un monumento, anziché sminuirli.

Sarebbe da scrivere una enciclopedia sulle casistiche lavorative.

Altro presupposto fondamentale: non si può obbligare una persona ad essere proprio dipendente, e quello che tu nomini "minaccia", da un altro punto di vista é un "avvertimento" che, in genere, non si é tenuti a fare, e poi si rischia di essere piantati in asso da uno bravo per poi, in seguito, sostituirlo con degli incapaci, e rimpiangerlo...

Dipende molto da quanta esuberanza ha questo dipendente, e se il proprietario é chiaro nel definire il suo ruolo con lui.
Se il proprietario si sente in grave difficoltà, ci sono due strade, o se lo fa socio, e si parlano alla pari, oppure deve rassegnarsi che perderà un elemento valido (ma destabilizzante) prima o poi.

Inutile girarci attorno.
 
Commenta

Nottingham

UOMO
Membership
Registrato
1 Aprile 2009
Messaggi
421
Reaction score
1.071
Se vuole lavorare molto, vuol dire che ha bisogno di soldi.

Talvolta le piccole aziende che posso solo offrire lavoro stagionale (tipo quelle agricole) devono ingegnarsi per fare lavorare i dipendenti tutto l'anno, almeno quelli fissi. È brutto "lavorare per fare lavorare gli operai", però talvolta tocca farlo perché altrimenti non li hai quando non ne hai bisogno.

Questo dipendente prova a "condividerlo" con un'altra azienda, per fargli fare più ore.
 
Commenta

Metal-Slug

UOMO
Membership
Registrato
28 Gennaio 2009
Messaggi
1.859
Reaction score
2.754
Località
———
Non si può rispondere al quesito posto. In primis non c’è una descrizione della situazione per cui mancano tutti gli elementi, esempio certe considerazioni chiave sono emerse solo nel secondo post, quindi che risposta si poteva dare leggendo solo il primo ? Secondo, sono valutazioni di chi scrive. A me è parso moto chiaro questo come impressione. Mi pare che non cogli la natura del problema. Terzo, non c’è soluzione, non c’è il giusto e lo sbagliato. Alla fine ci sarà una evoluzione naturale inevitabile che porterà a definire la situazione in una senso o nell’ altro. Se si interromperà il rapporto di lavoro è perché era inevitabile, la situazione insostenibile. Non c’è il giusto o sbagliato. Il mondo del lavoro rasenta la follia. Ci si può solo adattare non modificarlo a priori.
 
Commenta
M

Membro cancellato 54537

Ospite
Ospite
Davvero questo Forum è il Top.. argomenti di alto livello che in nessun altro forum / social si trova. Sembrerebbe inaspettato visto l'argomento principale e invece.. Complimenti.
In merito al tema in oggetto, sono in realtà d'accordo con tutti gli spunti dei colleghi.
Credo che il problema principale sia a questo punto il tratto caratteriale del dipendente da un lato e, dall'altro, la capacità manageriale e di visione d'insieme del titolare/i : la proposta, come suggerito sopra, di rivedere flussi di lavoro, delega, magari iniziare a introdurre dei / premi a obiettivo , con il supporto di un consulente del lavoro che abbiamo un approccio un minimo moderno, potrebbe aiutare. Tieni però presente che, come diceva @Ten e condivido, il mondo del lavoro rasenta la follia purtroppo... c'è da tenere conto di insicurezze dei capi, voglia di controllare e non delegare etc..etc.. quindi questi elementi impattano pesantemente su quanto realmente ci sia da ambo le parti la volontà di crescere. Questo è uno dei problemi IMHO endemici in gran parte del ns paese, motivo per cui ormai da una vita non sono più nate grandi aziende che innovano : l'ultima a memoria è Olivetti insieme a Ferrero ( leggi il decalogo del buon capo di Michele Ferreo, creato oltre 40 anni fa).
 
Commenta
Registrato
27 Agosto 2017
Messaggi
461
Reaction score
1.150
In un normale posto di lavoro, sia esso micro o macro gestito, non esiste che un dipendente voglia decidere quanto e quando effettuare prestazioni lavorative straordinarie. Nella norma sono decisioni che spettano al titolare, capo ufficio, capo reparto, etc.
Sono d'accordo difatti in gioventù che ho fatto piccoli lavoretti estivi anche se ero pagato a ore non mi permettevo di dire che volevo lavorare di piu perchè "io ho voglia di lavorare" ...bisogna sempre vedere quello che l'azienda può offrire,se non lo reputo consono alle mie ambizioni non posso "comandare" a casa di altri fare il broncio se non lavoro abbastanza ecc.piuttosto è meglio licenziarsi e andare da un'altra parte.
Non si può rispondere al quesito posto. In primis non c’è una descrizione della situazione per cui mancano tutti gli elementi, esempio certe considerazioni chiave sono emerse solo nel secondo post, quindi che risposta si poteva dare leggendo solo il primo ? Secondo, sono valutazioni di chi scrive. A me è parso moto chiaro questo come impressione. Mi pare che non cogli la natura del problema. Terzo, non c’è soluzione, non c’è il giusto e lo sbagliato. Alla fine ci sarà una evoluzione naturale inevitabile che porterà a definire la situazione in una senso o nell’ altro. Se si interromperà il rapporto di lavoro è perché era inevitabile, la situazione insostenibile. Non c’è il giusto o sbagliato. Il mondo del lavoro rasenta la follia. Ci si può solo adattare non modificarlo a priori.
Questo a pensarci bene vale per tutto,ogni tipo di rapporto se finisce non è perchè è giusto o sbagliato è cosi..quello che voglio dire è se c'è un modo di venirsi un po incontro,l'idea proposta da @Nottingham la trovo molto interessante,purtroppo però di difficile attuazione considerando le invidie e diffidenze tra aziende famigliari concorrenti
Davvero questo Forum è il Top.. argomenti di alto livello che in nessun altro forum / social si trova. Sembrerebbe inaspettato visto l'argomento principale e invece.. Complimenti.
In merito al tema in oggetto, sono in realtà d'accordo con tutti gli spunti dei colleghi.
Credo che il problema principale sia a questo punto il tratto caratteriale del dipendente da un lato e, dall'altro, la capacità manageriale e di visione d'insieme del titolare/i : la proposta, come suggerito sopra, di rivedere flussi di lavoro, delega, magari iniziare a introdurre dei / premi a obiettivo , con il supporto di un consulente del lavoro che abbiamo un approccio un minimo moderno, potrebbe aiutare. Tieni però presente che, come diceva @Ten e condivido, il mondo del lavoro rasenta la follia purtroppo... c'è da tenere conto di insicurezze dei capi, voglia di controllare e non delegare etc..etc.. quindi questi elementi impattano pesantemente su quanto realmente ci sia da ambo le parti la volontà di crescere. Questo è uno dei problemi IMHO endemici in gran parte del ns paese, motivo per cui ormai da una vita non sono più nate grandi aziende che innovano : l'ultima a memoria è Olivetti insieme a Ferrero ( leggi il decalogo del buon capo di Michele Ferreo, creato oltre 40 anni fa).
non so quanta voglia ci sia di crescere da ambo le parti,credo che ognuna stia bene cosi com'è,i titolari non vogliono un socio o un dipendente ingestibile che vuole mettere pressione perchè lui non ha pazienza e vuole fare ore su ore..e dall'altra parte il dipendente vorrebbe lavorare 60 ore a settimana per mettere da parte piu soldi possibile..non so chi si stufa prima,se i titolari o il dipendente.A meno che i titolari si rassegnino a dargli il compenso di 60 ore settimana anche se non lavora..o se il dipendente si stufa e va a cercare da altre parti aziende che soddisfino la sua voglia di lavorare...ammesso che si trovino aziende che accettano una cosa del genere.
 
Commenta
Registrato
25 Luglio 2022
Messaggi
52
Reaction score
347
Età
55
se il problema è che lui vuole fare molte ore anche quando non c'è lavoro allora è solo una questione economica, la soluzione potrebbe essere un aumento di livello, il ricatto di andare via potrebbe farlo anche a fronte di un aumento di stipendio, anche una premio produzione annuale sui risultati dell'azienda sarebbe una buona idea. Ma se vuole andare via.. meglio che vada prima di diventare un elemento di disturbo
 
Commenta
Registrato
27 Agosto 2017
Messaggi
461
Reaction score
1.150
se il problema è che lui vuole fare molte ore anche quando non c'è lavoro allora è solo una questione economica, la soluzione potrebbe essere un aumento di livello, il ricatto di andare via potrebbe farlo anche a fronte di un aumento di stipendio, anche una premio produzione annuale sui risultati dell'azienda sarebbe una buona idea. Ma se vuole andare via.. meglio che vada prima di diventare un elemento di disturbo
Sono d'accordo,ci sta aumentare un po la paga,dare qualche "premio" ma quando i titolari ti dicono "in questo momento devi avere un po di pazienza qualche giorno poi lavoro ci sarà.." non è che lo dicono perchè sono sadici,ma dato che lui certi lavori non li sa fare i titolari impiegano qualche giorno a portarsi avanti e preparare il lavoro a lui che fa cose relativamente piu semplici e monotone.Il fatto di andare via se non gli piacciono le condizioni attuali è una cosa comprensibile,ma lui non vuole andare via,lui vuole semplicemente lavorare di piu,non capisce però che questo atteggiamento porta con se già elementi di disturbo
Se pretende di fare più ore anche nei periodi di magra vuole un tot di soldi al mese. Messa così la cosa non è un innovatore che porta cose nuove ma uno che cerca di guadagnare il più possibile.
Esatto infatti non ho mai parlato di innovatore,è solo un bravo lavoratore disponibile a fare tante ore,ma che nei periodi di magra non è che ragiona e dice "va beh mi rifarò piu avanti quando c'è tanto lavoro ecc"
 
Commenta
Registrato
27 Agosto 2017
Messaggi
461
Reaction score
1.150
O accetta picchi e cali oppure cambia posto.
Sintetizzato al massimo! Bellissimo...
Mi viene ancora in mente una cosa,il fatto che l'azienda in questione si adoperi per regolarizzare il suo permesso di soggiorno da stagionale a scadenza a permesso illimitato fa pensare che una volta ottenuto quel tipo di permesso sia il lavoratore stesso a piantare in asso l'azienda?con la scusa degli alti e bassi e che lui vuole lavorare di piu?il dubbio è lecito,io personalmente fossi al posto suo non sfrutterei la situazione solo per il mio tornaconto e mostrerei gratitudine verso l'azienda che comunque gli da lavoro e alloggio gratis..può il fatto di avere periodi di magra giustificare il cambio di lavoro?
 
Commenta
Registrato
14 Dicembre 2021
Messaggi
558
Reaction score
2.439
Andrebbe compreso anche il contesto, soprattutto in relazione al rapporto con i colleghi.. se la sua troppa voglia di fare scontenta gli altri, può creare malessere.

Anche io gestisco, tra l'altro, il personale, e quando mi sono trovato un lavoratore particolarmente intraprendente ho dovuto fargli capire che c'è una routine da rispettare, alle volte anche limitarlo
 
Commenta
Registrato
27 Agosto 2017
Messaggi
461
Reaction score
1.150
Andrebbe compreso anche il contesto, soprattutto in relazione al rapporto con i colleghi.. se la sua troppa voglia di fare scontenta gli altri, può creare malessere.

Anche io gestisco, tra l'altro, il personale, e quando mi sono trovato un lavoratore particolarmente intraprendente ho dovuto fargli capire che c'è una routine da rispettare, alle volte anche limitarlo
Nel caso specifico però non c'è un problema di equilibrio con colleghi routine ecc..c'è semplicemente questo dipendente senza colleghi che vuole semplicemente fare ore su ore,il rishio per l'azienda però è perderlo e ritrovarsi senza un valido aiutante nei periodi di forte necessità..
 
Commenta
Registrato
14 Dicembre 2021
Messaggi
558
Reaction score
2.439
In questo caso il discorso cambia. Se il suo intento è comunque fare più ore per guadagnare di più, gli puoi parlare chiaramente facendogli capire che ci saranno periodi di lavoro più intenso e periodi di magra. Se riconoscente e comunque tranquillo della stabilità che gli garantisci, può sempre trovare una seconda attività compatibile
 
Commenta
Registrato
15 Settembre 2013
Messaggi
1.782
Reaction score
8.074
Nel caso specifico però non c'è un problema di equilibrio con colleghi routine ecc..c'è semplicemente questo dipendente senza colleghi che vuole semplicemente fare ore su ore,il rishio per l'azienda però è perderlo e ritrovarsi senza un valido aiutante nei periodi di forte necessità..
Questo collaboratore, se in regola, e vuole fare di più, si apre la sua partita iva e, compatibilmente, potrebbe lavorare anche per altri.
Il fatto é che, potrebbe succedere, questo decida di lavorare in esclusiva per altri abbandonando la ditta iniziale, creando i noti problemi sopra citati.

Il punto é: questo dipendente é così indispensabile da intavolare, anche con noi, questa discussione? Perché se fosse pure un piantagrane, seppur bravo a lavoro sarebbe meglio perderlo...
Se poi é solo questione di più soldi nei periodi di vacche grasse, ci potrebbe stare...ma nei periodi in cui non si guadagna nulla, dovrebbe farsene una ragione, o cambiare mestiere...

É tutto talmente aleatorio, che é dura dare una opinione, non si sa nemmeno se questo é un operaio specialista di macchine a controllo numerico, saldatore di giostre, oppure se capo cantiere edile...o se mezzadro agricolo...difficile dare una idea.

Logicamente questo vuole più soldi. Se li merita? Ma soprattutto il suo titolare glieli vuol dare?

(No, perché conosco aziende sanissime, dove il lavoro è ingente...e col kaiser che ti pagano gli straordinari...per dire...🤤)
 
Commenta
Registrato
27 Agosto 2017
Messaggi
461
Reaction score
1.150
Questo collaboratore, se in regola, e vuole fare di più, si apre la sua partita iva e, compatibilmente, potrebbe lavorare anche per altri.
Il fatto é che, potrebbe succedere, questo decida di lavorare in esclusiva per altri abbandonando la ditta iniziale, creando i noti problemi sopra citati.

Il punto é: questo dipendente é così indispensabile da intavolare, anche con noi, questa discussione? Perché se fosse pure un piantagrane, seppur bravo a lavoro sarebbe meglio perderlo...
Se poi é solo questione di più soldi nei periodi di vacche grasse, ci potrebbe stare...ma nei periodi in cui non si guadagna nulla, dovrebbe farsene una ragione, o cambiare mestiere...

É tutto talmente aleatorio, che é dura dare una opinione, non si sa nemmeno se questo é un operaio specialista di macchine a controllo numerico, saldatore di giostre, oppure se capo cantiere edile...o se mezzadro agricolo...difficile dare una idea.

Logicamente questo vuole più soldi. Se li merita? Ma soprattutto il suo titolare glieli vuol dare?

(No, perché conosco aziende sanissime, dove il lavoro è ingente...e col kaiser che ti pagano gli straordinari...per dire...🤤)
Osservazione lecita,lui potrebbe abbandonare la ditta iniziale e lavorare in esclusiva per altri con la scusa che "non c'è abbastanza lavoro qui"..a quel punto sarebbe doloroso da accettare dai titolari ma perlomeno non creerebbe delle grane,certo sarebbe una delusione perchè dopo avergli insegnato una buona parte del mestiere ecc questo se ne va,sempre da vedere se a lui convenga perchè magari in un altra aziende offrono piu ore ecc ma non offrono una sistemazione alloggiativa e magari deve lavorare "sotto" altri colleghi che potrebbero fargli mobbing ecc.Ma ovviamente a queste cose nessuno ci pensa si pensa solo a guadagnare di piu senza guardare nessuno in faccia..va bene anche a me piacerebbe guadagnare piu soldi,che tutti mi paghino in tempo che qui che la ma certe vote bisognerebbe anche farsi un esame di coscienza..
 
Commenta
Alto