titolo:
“PROVARE PER CREDERE…”
sottotitolo:
“Gita di Cobracan al Passion di venerdi 29-10-2021”
“PROVARE PER CREDERE…”
sottotitolo:
“Gita di Cobracan al Passion di venerdi 29-10-2021”
PREMESSA
Se ne sentono tante e se ne leggono troppe che, come il buon San Tommaso, ho deciso di metterci il naso, pertanto farò una illustrazione descrittiva più che sensoriale di un locale, per me, nuovo.
Complice l’invito di un ottimo amico, che non cito per privacy, ma soprattutto per non farmi individuare dalle poche ragazze presenti, ho deciso di dedicare il mio consueto viaggio mensile, verso una meta diversa dal solito. Vuoi per la mancanza di tempo, vuoi per curiosità, vuoi per la ricerca di relax, e vuoi anche per la saturazione scrotale di altri locali, si decide di partire per questa meta “atipica”.
Meta atipica perché non se ne sente molto parlare, e quando se ne parla se ne dicono peste e corna, forse in modo poco obiettivo e scorretto.
Ma io sono memore che pure in un postaccio (ante ristrutturazione) come il Margerita, mi sono divertito alla grande (spendendo poco e facendo pure “epoca” con alcune, sfoggiando il mio buon modo di fare).
Ammetto che ho voglia di cambiare perché da quello che sento nel mio “locale abituale” (Wellcum\Andiamo) sono presenti clienti a dir poco imbarazzanti, da chi getta le banconote alle ragazze stile lap dance (condotta riprovevole e assolutamente antieducativa), a chi si atteggia a latin lover (cosa quasi ridicola) e a chi si comporta in modo quantomeno “strano” (io ne ricordo uno, e non so chi sia, che girava con la corona in testa…ok, tutti liberi di fare quello che si vuole, ma certi atteggiamenti rasentano l’emarginazione sociale e non certo originalità o goliardia, mi chiedo se questo buontempone non abbia qualche amico che gli dica: “Caro, ti ridono dietro punter e ragazze, metti un berretto ma togli la corona…”, detto questo io vado sempre oltre in modo rispettoso, ma se io fossi un suo amico, un certo discorso glielo farei), non lo so, ho voglia di pace e tranquillità, punto. L'idea di salire altrove, per trovare qualche stranezza dovuta alla festa dei morti, mi ha messo i brividi...ah ah ah..
NOTE GENERALI E DESCRIZIONE
Ritorniamo a noi, Innsbruck è una ridente cittadina ai confini italici, subito dopo l’A22 del Brennero, a mio avviso autostrada scorrevolissima, a parte brevi rallentamenti causati dai “consueti” lavori, a dire il vero abbastanza costosa da attraversare, in particolare dopo il confine per evitare la vignetta, si pagano ben 10€ andata e 10€ ritorno, per superare il noto “Ponte Europa”, che di ponte non ha minimamente l’aspetto, ma essendo costoso è sicuramente europeo…
Alle ore 13.00 apre il Passion, si supera una porta scorrevole automatica a vetri e si entra, ingresso 85€, 3 birre incluse, un bigliettino di carta per chiedere la cena la sera, accapatoio d’ordinanza bianco, ciabatte stile crocks, asciugamani a volontà, nulla di diverso rispetto altri Fkk, personale gentilissimo.
Si oltrepassa una ulteriore porta scorrevole automatica e si arriva in spogliatoio, in reception ti forniscono un bracciale per aprire\chiudere l’armadietto che, dopo aver messo tutta la mia roba in uno qualsiasi, da bravo “cojone”, scopro poi che il bracciale è numerato, ti apre e ti chiude esattamente quello indicato…quindi sposta tutto, ovviamente in location diametralmente opposta a quella scelta, pace, ero abituato in altro modo.
Armadietto capiente, nessuna segnalazione di “guasti”, spogliatoio pulitissimo, bagni pulitissimi e reparto doccia perfetto (forse manca un tavolo di appoggio per chi, come me, si porta i propri prodotti da casa, ma cosa da poco).
Altra porta vetrata e si giunge nella zona calda, si supera una scala di design in cemento armato e si entra diretti in arena, locale dai toni scuri ma da uno stile accurato e di qualità (stile anni ’90, ma architettonicamente gradevole, che più di una volta ho immaginato: “Se fosse casa mia, non mi dispiacerebbe, toglierei qualche divano, il bancone…ma le girls le terrei…”).
Sicuramente l’arena è più bella esteticamente rispetto al più blasonato Wellcum, il quale di giorno, a mio avviso, ha l’aria del capannone con buttati dentro quattro arredi alla rinfusa, ma a guardare bene mica curatissimo nel design (lo so, sono cazzate, ma a me piace il bello e queste cose le osservo subito).
Bancone centrale formato da due arredi parallelepipedi distinti, con una sorta di corridoio centrale, aperto al passaggio, al che, ingenuamente, chiedo ad una ragazza “Ciao, è self service, vedo che ci si passa bene, posso fare da solo?”, lei ride. Alla fine mi servirà un gentilissimo barista dal nome particolare, si chiama Coni, attento e gentile come mai ho trovato in altri locali, nei quali, a volte, mi sembrava di essere trasparente.
Dopo il bancone, sul fondo dell’ambiente centrale, è presente una vetrata con quello che possiamo definire “ristorante”, unica nota dolente e desolante della struttura, cui illustrerò dopo le mie vicende.
Dimensioni a misura d’uomo, paragoniamolo ad una sorta di Andiamo. Classico reparto wellness al piano superiore, salendo la scala in cemento armato, e sempre al piano superiore, in esterno, una gradevolissima terrazza cui godrò visto il bel sole della giornata (clima più tiepido che a casa mia).
Da notare che la scala in cemento armato ha una alzata si, ed una alzata no, una luce verde incorporata alla quale bisogna stare attenti, perché potrebbe trarre in inganno e farti “scappare” lo scalino dove non presente, a fidarsi dell’illuminazione si inciampa (ehi, io non sono caduto, sia chiaro…).
A parte i vari divanetti ubicati ovunque, di sopra c’è il piano relax dopo le nostre fatiche, ammetto che la musica in generale non è alta e non è molesta, ma non esiste un vero e proprio posto dove sonnecchiare in silenzio, ma basterebbe adibire una delle troppe stanze a questo scopo, e saremmo apposto.
MODALITA’ DI INGAGGIO
Luogo di assoluto relax, in quanto le ragazze non possono approcciare e, potenzialmente, non scassano gli zebedei (come, a puro titolo di esempio, ma non esaustivo, le gemelline che spesso ti approcciano altrove con “Ammooore pompino con noi due?”, cosa che anticipa sicuramente una camera merdosa, il più delle volte).
Noto che, per contrapposto, non vedendo le ragazze approcciare, ne riesco poco ad intuire l’atteggiamento che posso scoprire solo nel momento in cui ci vado a parlare io (non che io mi vergogni a dare “il due di picche” a quella sgradita, pago un bel po’, e quando si tratta di affari non sono troppo delicato, seppur gentile).
Le ragazze saranno una quindicina, di varia foggia e tipologia, ragazze carine a mio avviso, a dispetto di quello che si legge in giro, alcune sono meritevoli di essere incamerate, ma io sono nuovo, e le ragazze sono poche che decido di provare a fare più camere possibili (mission impossible, per il poco tempo…). Cosa da non sottovalutare: total naked obbligatorio (cosa che mi pare, ahimè, fantascienza!), che mi rende subito gustosa la “pietanza” sul nascere, evitando fraintesi o delusioni.
Punter pochi nell’arco della giornata, forse, al massimo si arriverà al pareggio, ma anche no…forse è un locale più mordi e fuggi con ricambio costante.
LE RAGAZZE E LE CAMERE
Io riuscirò al massimo a fare 4 camere standard e 2 mezze camere perse, anche perché volevamo rientrare presto…sinceramente la mia idea era quella di rilassarmi, e le ragazze erano secondarie.
Camere in ordine sparso:
Laura: bella moretta magra e minuta, stile skinny dalla bella patatina, piacevole, tutta naturale, lato bar con alle spalle la scala (affiancata alla biondina Ana), meriterebbe il bis, peccato parli poco italiano.*
XXX (non ricordo il nome): siede alla punta del bar verso il ristorante, la ragazza curvy non è proprio il mio tipo, non mi spiace ma ha bellissimo viso, e quello mi ispira subito il dialogo, ma ad un certo punto vedo: “Tette”. Non è il mio genere ma: “Tette”. Buona camera e ragazza naturale. Per gli amanti delle “tette”, per l’appunto.
Raissa: biondina genuina e ben fatta, niente di finto, simpatica e prestazionale, sui divanetti di lato al ristorante, ottima camera, da ripetere assolutamente.*
Maxìma: parigina di adozione, caraibica di nascita, nave da guerra corazzata di colore, su con gli anni ma spiritosa, mi butto come un kamikaze per provare tanta abbondanza, non è il mio tipo ma è simpatica e la voglio premiare, sono stato bene, anche se ad una così non ci sto dietro, questa stende anche Mike Tyson. Test della serie “una tantum”…
Ana: camera saltata per scarsa comprensione e fastidio reciproco, anche se mi dicono prestazionalissima.
Marina: camera saltata per suo fidanzamento anticipato con altro cliente, che non si vede fino alla mia partenza (stai a vedere che questo soggetto pagava il noleggio anche non essendo presente, corretta lei, assurdo lui…forse). Rimandata al prossimo giro.
Cara “Pocahontas”: camera saltata per mancanza di mia voglia, ma da rivedere, bella donna davvero, forse prestazionale solo per i pagamenti superiori allo standard, non so.
Claudia: camera saltata per atteggiamento non genuino, siede dietro la macchina del caffè, carina ma non è nelle mie corde il suicidio.
Nicole: carina, ma saltata perché si percepiva che non faceva un cazzo ed era affamata di soldi, ve l’ho già detto che non mi piace suicidarmi?**
Anetta, la slovacca: camera saltata per ovvio motivo, i ricordi dell’Andiamo è meglio che restino tali…
Varie ed eventuali: altre ragazze non pervenute, guardate in distanza ma il tempo era poco, osservo che le camere erano più pulite che in altri locali (sicuramente gioca a favore la minore presenza di clienti).
*consigliate ISO9001
**se qualcuno mi dice che è prestazionale, la prossima volta la provo, perché è carina
RISTORANTE
Manco nei peggiori bar di Caracas…buffet inesistente con quattro insalate buttate lì, una zuppa che nemmeno a militare ho visto…anzi, l’ultima volta che ho lubrificato la catena della bici, penso di aver usato un grasso dello stesso colore. Niente pane…ehm…a dire il vero: niente, e basta.
Per chiamare il “cuoco” si suona una campanella, del tipo: “Udite, udite, il giudice è in aula…”. (ammetto che ne ho abusato usandola, facendo un bel casino, però era divertente). Si presente, almeno a me, un italico meridionale, grassottello con naso rotto et similia, roba da aver appena preso un destro in faccia, gli porgo il bigliettino per cenare…gli domando: “Cosa ci sarebbe?”, lui: “Salmone, patate e verdure…”, ed io: “Poi…”, lui basito: “Salmone, patate e verdure…”. Ok, va bene, ho mangiato salmone, patate e verdure.
Si può dire che il ristorante fa cagare? Niente pranzo, niente stuzzichini, niente dolci, e cena di merda? Per 85€ di ingresso non ci siamo.
Ristorante bocciato, roba che ho rimpianto le colazioni della ripartenza in Wellcum.
PULIZIA
Per contro, tutto il resto è curato e la pulizia a è livello maniacale, in spogliatoio non facevo in tempo a buttare un asciugamano nel cesto, che passava l’inserviente a pulire e raccogliere.
Mi ha fatto sorridere quell’austriaco in doccia che si stava depilando con rasoio, petto, gambe, scroto e buco del culo (ma non osservato se esattamente in questo ordine), il tempo di mie due camere e lui era ancora lì a passare il rasoio…
E poi in sala è arrivato un altro panzer teutonico che si siede di fianco a me e la prima cosa che fa è tirare fuori il cellulare per telefonare: in un microsecondo interviente il barista Coni a dirgli che è vietato.
Vedete? Questa si chiama attenzione per il cliente, io ci tengo più alla privacy che mangiare bene al ristorante (anche se preferirei le due cose contemporaneamente).
CONSIDERAZIONI FINALI
Per poter giudicare un locale bisogna andarci di persona, spesso le recensioni (ma anche le mie, sia chiaro) possono risultare troppo soggettive e distorcere la realtà. Ad oggi ci sono andato ed ho capito alcune cose fondamentali:
Primo: che il locale non è niente male, e anche qui ci sono delle perle degne di nota.
Secondo: al Passion le carte migliori vanno giocate ad inizio giornata, perché a fine giornata arrivano i fidanzati (mica solo italiani, qui i fidanzati mi parevano austriaci…le brutte abitudini sono internazionali).
Terzo: portarsi da casa un panino per mangiarlo in spogliatoio.
Quarto: portarsi su delle cuffie per dormire in sala wellness.
Quinto: lasciare a casa i pregiudizi, ma salire nel fine settimana dove sono presenti il maggior numero di ragazze.
Lo consiglio? No, io non consiglio niente a nessuno, vi dico solo: “PROVARE PER CREDERE…”. Ve lo dovete consigliare da soli.
Perché solo se fate direttamente le vostre esperienze saprete come si sta in luoghi diversi. Ad oggi, vista anche la “crisi” del mondo Fkk, avere possibilità di variare con più locali con offerte diverse, ritengo sia la formula migliore per tenere vivo l’interesse, limitare la noia, e ridurre il fastidio che la ressa e la clientela molesta creano nei locali più frequentati, oltre all’autolesionismo che, alla lunga, potrebbe comportare a frequentare sempre le stesse ragazze negli stessi locali...valutate con la vostra testa, sempre.
Un saluto e grazie dell’attenzione.
Cobracan