Annuncio Accesso ai siti pornografici - Decreto Caivano e controllo maggiore eta'

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Domande Frequenti (FAQ)

1) Cos’è il Decreto Caivano e cosa cambia per Internet?

È una legge italiana (Decreto Legge 123/2023, poi diventata Legge 159/2023) pensata per proteggere i minori da contenuti vietati su Internet, soprattutto quelli di tipo sessuale. La legge prevede che per accedere a questi siti sia obbligatorio un controllo serio dell’età.

Fonti ufficiali:

2) Chi è obbligato a fare questi controlli?

‼️ Tutti i siti e le piattaforme video che mostrano contenuti pornografici in Italia, anche se hanno sede in altri paesi. AGCOM pubblicherà una lista ufficiale dei soggetti coinvolti.

Riferimento: AGCOM

3) Quando entrano in vigore queste regole?

Dal 12 novembre 2025. I gestori dei siti avranno 6 mesi per adeguarsi. I siti esteri che si rivolgono al pubblico italiano avranno 3 mesi dopo la pubblicazione della lista.

4) Cosa vuol dire "doppio anonimato"?

‼️ È un sistema che tutela la privacy. Il sito non conosce la tua identità e il servizio che verifica l’età non sa a che sito stai cercando di accedere. Viene comunicato solo se l’utente è maggiorenne o no, senza altri dati personali.

Approfondimento: AGCOM - comunicato sul doppio anonimato

5) Posso cliccare solo "ho più di 18 anni" come prima?

No. Questo metodo non è più valido. Ora è necessario usare sistemi più sicuri e affidabili, come documenti, SPID, o strumenti simili.

6) Accedendo ad un sito pornografico, il controllo dell’età si fa una volta sola?

No, il controllo dell’età va fatto ogni volta che si entra nel sito. Se chiudi la pagina o resti inattivo per un po’, il sito ti chiederà di rifare la verifica.

‼️ Attenzione: i siti useranno sistemi ufficiali e certificati per controllare l’età. Per usare questi sistemi, è necessario identificarsi una sola volta presso il fornitore del servizio (cioè chi gestisce il controllo dell’età). Questo passaggio serve per associare la tua identità al fatto che sei maggiorenne. Una volta fatta questa registrazione iniziale (chiamata anche censimento dell’utenza), non dovrai più fornire dati personali ogni volta.
Quando accederai a un sito per adulti, il sistema comunicherà solo se sei maggiorenne oppure no, senza dire chi sei e senza trasmettere i tuoi documenti.

Dettagli tecnici: Delibera AGCOM 96/25/CONS - Allegati A e B

7) Il sito può fare il controllo da solo?

‼️ Non è raccomandato. La delibera AGCOM consiglia di affidarsi a fornitori esterni, indipendenti e specializzati, per garantire correttezza e privacy.

8) Quali leggi europee vanno rispettate?

Il sistema di verifica deve rispettare:
  • Il GDPR, cioè la legge europea sulla privacy
  • Il DSA (Digital Services Act), che riguarda la sicurezza online
Approfondimento: DSA - articolo 28 su EUR-Lex

9) Cosa rischiano i siti che non rispettano la legge?

AGCOM può bloccare l’accesso al sito dall’Italia e inviare avvisi ufficiali (diffide).

Avvisi e misure: AGCOM - comunicazioni

10) È vero che si può aggirare il sistema con una VPN?

Sì, è un rischio reale. Una VPN può far sembrare che l’utente si connetta da un altro paese. Tuttavia, AGCOM e le piattaforme possono adottare misure per ridurre questo problema.

Analisi: Agenda Digitale - VPN e aggiramento

11) Che caratteristiche deve avere un buon sistema di verifica?

  • Deve essere gestito da un fornitore indipendente
  • Deve avere un basso margine di errore
  • Deve essere semplice da usare
  • Deve controllare ogni accesso
  • Non deve creare ostacoli inutili agli adulti

12) Queste regole valgono solo per i siti porno?

Al momento sì, il focus è sui contenuti pornografici. Ma AGCOM raccomanda di usare gli stessi controlli anche per altri contenuti dannosi per i minori (es. violenza o gioco d’azzardo).

13) Cosa devono fare ora i siti web per adeguarsi?

  • Scegliere un fornitore per la verifica dell’età
  • Preparare una procedura semplice per l’utente
  • Aggiornare i documenti sulla privacy
  • Monitorare il sistema e gestire eventuali reclami
Guida ufficiale: Delibera AGCOM 96/25/CONS

14) Come viene protetta la privacy degli adulti?

Con un sistema che non raccoglie dati personali, ma fornisce solo la conferma dell’età. Chi verifica l’età è diverso da chi fornisce i contenuti.

15) Che effetti avrà per chi crea contenuti?

All’inizio potrebbe essere più difficile attirare nuovi utenti, ma nel tempo chi adotta sistemi sicuri avrà più fiducia da parte degli utenti e dei brand.

Analisi di settore: Agenda Digitale - effetto su creator e editori

16) Questa legge è in linea con l’Europa?

Sì. È pensata per essere compatibile con le regole europee e potrà essere aggiornata in futuro per seguire eventuali modifiche delle norme UE.

17) Si può usare lo SPID o la CIE per verificare l’età?

‼️ No, non è possibile utilizzare SPID. Il Decreto Caivano e la delibera attuativa di AGCOM (n. 96/25/CONS) escludono l’uso dello SPID e di altri strumenti di identità digitale riconosciuti dallo Stato, perché non garantiscono il principio del "doppio anonimato".

In parole semplici: con SPID si trasmetterebbero dati identificativi personali al sito, cosa che non è ammessa dal sistema di verifica dell’età previsto dalla normativa.

La verifica dell’età deve avvenire senza rivelare chi sei. Per questo motivo, devono essere usati sistemi alternativi, certificati e progettati per proteggere la privacy, che rilasciano solo un’informazione: se l’utente è maggiorenne oppure no.

Riferimento normativo:
  • Delibera AGCOM 96/25/CONS, Allegato A, art. 3 comma 6:

    “Non sono ammesse modalità di verifica dell’età che comportino l’identificazione dell’utente tramite strumenti di identità digitale (es. SPID, CIE, CNS) in quanto incompatibili con il principio del doppio anonimato.”

    Testo completo della delibera AGCOM


Fonti e Riferimenti

 
Ci manca solo l'inquisizione spagnola, Torquemada e un'invasione aliena... Aggiungerei un paio di punti:

  • blur totale se l'utente non è Age Verified (con un semplice css per semplificare, renderizzato sull'immagine per evitare estensioni e trucchetti js/css per rimuovere il filtro)
  • blur parziale sulle parti intime
  • attivare l'age verification solo sulla pagina del dettaglio annuncio e tenere "libere" le pagine dei listati
  • pregare padre pio (che pure è una soluzione)
  • seghe a memoria
  • abbonamento a Postalmarket
 
c é un altra basterà fare un VPN e che i vari siti porno o di annunci facciano mi pare come yahoo sede in Irlanda od altri
 
dehh sui siti delle scommesse sara da ridere gli italiani sono quelli che scommettono di piu,esempio io mesi fa scommisi addirittura 3000 su Biden che batteva trump e ci vinse 4500 su williamhill
 
Io sono d'accordo sulla protezione dei minori ma credo che i genitori debbano fare il loro lavoro e non demandarlo agli altri.
Sono anni che esistono app/router che permettono di bloccare siti non ritenuti appropiati.
Se vuoi fare il genitore nel 2025 devi stare al passo con i tempi e non demandare la cosa sempre agli altri.
È come quando era uscita la cosa dei videogiochi violenti di cui volevano limitare la produzione, sui giochi sono anni che viene riportata l'eta consigliata e poi sta a te genitore decidere se acquistarlo o meno, ovvio che se poi te ne sbatti perché tuo figlio ti sta stracciando i Maroni poi non ti puoi lamentare.
Idem per la TV quando era partita la crociata contro i film ritenuti non adeguati per i un pubblico di minori che andavano limitati invece di utilizzare gli strumenti che ci sono oppure banalmente guardare la TV con i propri figli invece di parcheggiarli li davanti come se fossero con una tata.
Questo perlomeno è il mio pensiero e non una accusa.
 
Buongiorno, il tema è decisamente complesso.
Concordo sul fatto che la questione vada spostata sul ruolo del tutore del minore, ma poter intervenire sia sui siti che sugli ISP (cioè i fornitori di accesso alla rete) è di sicuro uno dei modi più diretti per applicare queste restrizioni. Non è niente di nuovo: in diversi Paesi, soprattutto quelli che hanno fatto la storia di internet come gli USA, queste misure esistono da anni. Lì si muovono i colossi del porno che con i miliardi che fanno girare hanno voce in capitolo e infatti tra governi, lobby e tribunali è un continuo tira e molla: si blocca, si denuncia, si sblocca, e si ricomincia da capo senza una direzione chiara né obiettivi concreti. Il punto è che il problema non è tanto nei gestori, ma nel livello culturale di chi usa la rete. Come ha fatto notare @zioclaudio, chi vuole accedere a certi contenuti lo fa comunque, blocco o non blocco.

Arrivando al punto, il cuore della questione è la certificazione dell’età. Solo dell’età, nient’altro. Serve quindi un ente che la garantisca. Il più ovvio? Lo SPID. E qui partono già i malumori, perché molti lo associano a Stato, Anagrafe, Inps, Inail e via dicendo. Ma in realtà SPID è solo un sistema di riconoscimento "riconosciuto", motivo per cui viene usato dalla Pubblica Amministrazione. I dati restano a SPID, che li fornisce solo su richiesta, con le dovute informative. Nei siti per adulti invece, non passerebbe l’identità, ma solo il dato “ha più o meno di 18 anni”. Tutto qui.

Lo stesso decreto Caivano indica SPID come lo strumento più efficiente, ma non l’unico:
ci sono alternative come Yoti, Persona o Sumsub, già usate dalle banche per aprire conti online. Anche in quel caso, l’unico dato che passa è la conferma dell’età, niente di più.

A questo punto l’utenza si dividerà, inevitabilmente, in tre gruppi: chi capirà che non ci sono rischi reali per la privacy (almeno non più di quelli che già esistono), chi cercherà comunque di aggirare la verifica e i soliti complottisti che daranno la colpa a Stato e gestori.

Per quanto riguarda i sistemi alternativi, dovranno comunque essere riconosciuti ufficialmente. E dubito fortemente che un software gratuito possa essere una vera soluzione, anche perché ogni verifica di età ha un costo per il sito che la implementa.

Questo, in sintesi, è il quadro.

E noi? Beh, di certo non ci spaventiamo. Ci viene chiesto di adeguarci e lo faremo, con la solita professionalità, cercando di trovare la soluzione più leggera possibile per tutti. Va detto che il 90% di punterforum ruota intorno ai testi e solo in parte alle immagini, quindi l’impatto sarà limitato. La vedo più dura per i portali di annunci, i siti porno, quelli di scommesse e diciamolo anche per piattaforme come IG, FB, Reddit, Discord, Telegram o X, dove circola davvero di tutto senza alcun controllo.

Noi comunque ci siamo già mossi e a breve comunicheremo la modalità che riteniamo più corretta e meno invasiva per gli utenti del sito.
 
Capisco perfettamente che l’idea di introdurre un sistema di verifica possa sembrare una scocciatura. Ogni volta che sentiamo parlare di “autenticazione” o “certificazione” ci viene quasi spontaneo storcere il naso. È normale: dietro quelle parole pensiamo subito a burocrazia, passaggi in più, complicazioni. Ma trovo poco coerente preoccuparsi tanto della sicurezza dello SPID o dell’ente certificatore riconosciuto, quando poi la maggior parte delle persone naviga in rete senza la minima precauzione. Ci colleghiamo a Wi-Fi pubblici come se nulla fosse, clicchiamo su link sconosciuti, scarichiamo allegati misteriosi e a volte ci facciamo pure truffare dal primo che si spaccia per la nostra banca. E poi ci si spaventa per il sistema più controllato e verificato che abbiamo? È un po’ come mettere il casco per camminare in salotto e poi uscire in moto senza.

Il punto è che SPID e gli enti certificatori non sono perfetti, certo, ma vivono sotto una lente di ingrandimento continua. Subiscono test, controlli, audit, verifiche e se qualcosa non funziona viene segnalato e corretto. Non stiamo parlando di improvvisati, ma di strutture che investono tempo e denaro per garantire che le nostre identità digitali restino al sicuro. Paradossalmente mi verrebbe da dire che forse sono persino più tutelanti di certi database pubblici, perché dietro c’è un interesse economico e reputazionale fortissimo: se perdono credibilità, perdono tutto. Gli errori possono capitare, ovviamente, nessuno è immune e la perfezione non esiste, ma pensare che siano un rischio maggiore rispetto a una normale navigazione online è davvero difficile da sostenere.

E poi, come poco sopra dal "collega" webmaster sento dire che sarebbe meglio affidarsi a un sistema “open source”, così da non dipendere da enti certificatori a pagamento (ndr: la richiesta di avere la certificazione dell'età dell'utente non è pagata da quest'ultimo ma dal sito/piattaforma). Ma qui entra in gioco una riflessione un po’ più pragmatica: l’open source è gratuito sì, ma la sicurezza non si improvvisa. Dietro un sistema certificato c’è un lavoro costante di aggiornamento, di gestione, di controllo. Dietro la gratuità spesso, c’è invece il rischio di un “ognuno per sé”, dove la responsabilità è diffusa e la qualità dipende da chi ci mette le mani. E' possibile anche scegliere di non fidarci dei certificatori, ma allora dovremmo smettere di usare Internet, il telefono e forse anche di confidare i nostri segreti a qualcuno. Se la paura diventa il criterio principale, finisce che ci chiudiamo in casa… e pure lì magari, Alexa ascolta.
 
Il gestore dello SPID potrebbe essere soggetto ad un attacco o ad una fuga di notizie con rischio di divulgazione dei nomi o dei dati di chi segue i siti porno?
...se intendi con "gestore dello SPID" il sito che riceve la conferma dell'età, ti posso rasserenare: viene trasmesso solo il dato "maggiorenne SI/NO" e null'altro. I dati, come sopra meglio specificato, vengono trattati dall'ente certificatore (SPID, Yoti, Sumsub, Persona, etc.).
 
Si potrà entrare con la CIE? E se si è più sicuro SPID o la CIE?
Non so cosa risponderti ed in parte mi trovi impreparato.
Ribadisco: è necessario utilizzare un "certificatore".
Propendo per strumenti come Yoti (usato da bakecaincontrii ad esempio) piuttosto che Persona o Sumsub (banche e istituti finanziari).
Quello che i siti necessitano è solo la certificazione della maggiore età, null'altro.
 
Il gestore dello SPID potrebbe essere soggetto ad un attacco o ad una fuga di notizie con rischio di divulgazione dei nomi o dei dati di chi segue i siti porno?
Fuga di dati: ovviamente si. Vale per chiunque da Google in giù. Rischio di divulgazione di nomi e dati sensibili: ovviamente solo se li detiene. Che peraltro sarebbe un corollario aureo: l'unico sistema sicuro per evitare un data-breach è... non detenere i dati.
Di seguito il più fresco caso del genere che coinvolge un ente certificatore:
 
immaginate il "vecchietto" poco propenso a queste novità che si deve far aiutare dal giovane nipote per navigare nei siti vm18..cose da thread "di nuovo, ridiamo un po' "
immagino le vetrine dei negozi etnici che fra le varie scritte: money transfer, pratiche permesso di soggiorno, rinnovo passaporti, ISEE, PEC in 5 minuti, inseriscono: CERTIFICAZIONE VM18
 
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