Me lo ricordo in modo nitido. Avevo la febbre altissima e stavo ascoltando in loop Iron Man. Iniziava con “toscana, 30 enne, bel viso sempre sorridente..” e terminava con “non è la solita figa a gettone”.
Era la prima volta che leggevo una recensione su di me. Era datata 12 settembre. Non sapevo neanche che esistessero le recensioni sulle puttane.
Il meretricio pareva essere grande argomento di discussione e io non lo immaginavo. Per me era semplicemente un do ut des e tutto ciò che andava oltre era un regalo. I miei rari baci, le loro carezze, le mie concessioni, le loro confidenze. Tanti piccoli regali reciproci. Oggi, rileggendo quelle frasi mi sento esplodere il petto. Ho pensato alla sensazione provata quando sei mesi dopo quel settembre ho abbandonato il loft. I miei clienti erano quasi tutti delle vecchie conoscenze. Mi fece un po’ dispiacere comunicare che avrei cambiato vita. E so che fece dispiacere anche ad alcuni di loro. Uno mi disse che il mestiere che avevo scelto di intraprendere in seguito era fatto solo di scocciature. Aveva ragione, anche se non sono sicura che si preoccupasse davvero del lavoro.
I più assidui hanno continuato a chiamarmi per un po’. Mi chiedevano se sarei tornata. Poi ho cambiato numero. Ho dovuto. Funziona così. Mi ricordo tanto di molti e a volte ancora oggi mi capita di pensare alle loro chiamate verso quel numero diventato inesistente. Provo un filo di dispiacere misto a senso di colpa. Poi penso a quanti anni sono passati, al fatto che il mondo è pieno di puttane più belle e più giovani e alla regola che dice: la migliore è sempre quella che non hai ancora incontrato. E allora sorrido, come sempre. Come si diceva di me in quella recensione di nove anni fa.
Era la prima volta che leggevo una recensione su di me. Era datata 12 settembre. Non sapevo neanche che esistessero le recensioni sulle puttane.
Il meretricio pareva essere grande argomento di discussione e io non lo immaginavo. Per me era semplicemente un do ut des e tutto ciò che andava oltre era un regalo. I miei rari baci, le loro carezze, le mie concessioni, le loro confidenze. Tanti piccoli regali reciproci. Oggi, rileggendo quelle frasi mi sento esplodere il petto. Ho pensato alla sensazione provata quando sei mesi dopo quel settembre ho abbandonato il loft. I miei clienti erano quasi tutti delle vecchie conoscenze. Mi fece un po’ dispiacere comunicare che avrei cambiato vita. E so che fece dispiacere anche ad alcuni di loro. Uno mi disse che il mestiere che avevo scelto di intraprendere in seguito era fatto solo di scocciature. Aveva ragione, anche se non sono sicura che si preoccupasse davvero del lavoro.
I più assidui hanno continuato a chiamarmi per un po’. Mi chiedevano se sarei tornata. Poi ho cambiato numero. Ho dovuto. Funziona così. Mi ricordo tanto di molti e a volte ancora oggi mi capita di pensare alle loro chiamate verso quel numero diventato inesistente. Provo un filo di dispiacere misto a senso di colpa. Poi penso a quanti anni sono passati, al fatto che il mondo è pieno di puttane più belle e più giovani e alla regola che dice: la migliore è sempre quella che non hai ancora incontrato. E allora sorrido, come sempre. Come si diceva di me in quella recensione di nove anni fa.