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Avevo capito che la pietà era in senso positivo, ci mancherebbe solo. In certi casi mi vien da pensare che questa sorta di pietà per le prostitute sia una forma di perversione sessuale. Non mi riferisco a te necessariamente. E' solo un'idea che mi è venuta.
In ogni caso, ti consiglio di leggere il topic aperto ha Hilts (non mi ricordo se il nick è esattamente questo), sull'influenza da escort! E , AD OGNI MODO,, prima di intraprendere qualsiasi rapporto mossi da animo generoso e/o caritatevole, bisogna prima assicurarsi di essere vaccinati contro l'ingratitudine.
Grazie per il commento, Petra. Dico come la penso sulla tua frase evidenziata. Secondo me ci hai preso, ma non articoli la tua intuizione. Chi si impietosisce per la prostituta per la quale sente una forte attrazione erotica fa due mosse:
1) si dice una delle più pericolose e funeste frasi che un uomo possa dire a se stesso pensando a una donna: "Io ti salverò!". Nota bene che questo può accadere con qualunque donna, che si prostituisca o no. Egli risponde, così, a uno dei più radicati istinti dell'uomo (maschio): proteggere la donna, e attiva un vero e proprio archetipo di enorme potenza. In teoria, non ci sarebbe niente di male, anzi. Però...
2) Però la donna che vuole salvare è a) socialmente, una reietta, e quindi debolissima, fragilissima, bisognosissima di salvazione b) si dà a chiunque, e quindi per definizione gli sfugge, e non può essere sua e solo sua, come l'archetipo del salvatore esigerebbe: dice un proverbio cinese che se salvi la vita a qualcuno, di quella persona sarai responsabile per sempre (e di converso, quella persona sarà per sempre tua).
Una contraddizione così forte e lacerante è distruttiva per qualsiasi rapporto, salvo eccezioni molto rare. Che cosa avverrà, infatti? Che chi si vede come salvatore vorrà anche essere padrone (ma senza dirselo). Sentirà (sempre senza dirselo) che ogni aiuto, economico o d'altra natura, che dà alla sua amica è un credito che egli acquista, e un debito che lei contrae: vorrà essere ripagato, ma il pagamento - in affetto, amore, piacere, attenzione, esclusività, etc. - non basterà mai, perchè per lui, l'atto compiuto ha valore infinito.
Ed effettivamente è così: se davvero una persona ne salva un'altra, l'atto da lui compiuto ha valore infinito, come infinito è il valore di ogni persona, se rettamente inteso. E siccome nessun bene finito può controbilanciare un bene infinito,
l'unico modo per far quadrare i conti è non aspettarsi niente in cambio (sul serio). Cioè a dire che per condurre a buon fine il progetto "io ti salverò" (chiunque sia la donna da salvare) ci vuole non dirò un santo, non esageriamo, ma almeno un uomo molto maturo, equilibrato, capace di dominarsi e di riconoscere e accettare la realtà delle cose.
Ecco perchè il lieto fine si dà di rado, molto di rado. Di solito invece avviene questo: che sul principio, tutto pare una meraviglia a entrambi. Il salvatore è felice perchè si sente soddisfatto della sua generosità e nobiltà (che possono benissimo essere autentiche), e la salvata è felice perchè finalmente qualcuno la soccorre e la guarda come una persona, non come una cosa. Poi la salvata, proprio perchè con il salvatore si sente una persona e non una cosa, comincia a comportarsi con lui come una persona, cioè liberamente, senza manipolazioni, senza recite, con spontaneità. Nella maggioranza dei casi, da questo comportamento spontaneo della salvata risulterà presto chiaro, al salvatore, che ella non è follemente innamorata di lui e non vuole dedicare l'intera vita a cantare le sue lodi. Magari vuole farsi una vita diversa, a suo giudizio; e in questa vita diversa, il posto riservato al salvatore spesso non sarà il primo: magari vorrà, per esempio, trovarsi un compagno della sua età, e il salvatore molto spesso sarà parecchio più anziano di lei; oppure vorrà dimenticare il più possibile il periodo in cui si è prostituita, e dunque anche allontanarsi da chi ne ha fatto parte; oppure, può anche voler condividere la sua vita con il salvatore, ma allora vorrà farlo come lo fa qualsiasi donna, con i limiti, gli screzi, gli egoismi e i contrasti che sempre nascono in una convivenza (le salvate non sono necessariamente perfette o sante). In ogni caso, la salvata deluderà il salvatore, e di converso nel salvatore monteranno la delusione, il risentimento, e la tentazione di abusare del suo potere di ricatto economico o morale.
Fine della fola: la salvata ben presto inizierà a
odiare il salvatore, a odiarlo sul serio, profondamente e con acredine, e gli farà tutto il male che può. Il salvatore vi troverà conferma ai suoi peggiori sospetti e timori, e ricambierà l'odio della salvata o con un odio simmetrico, o con una escalation di ipocrisia, ricatti e ossessione che ne basterebbe la metà per rovinare la vita a entrambi.
In questo senso mi pare esatta la tua intuizione che "questa sorta di pietà per la prostituta è una forma di perversione sessuale": perchè somiglia da vicino al sadomasochismo, con l'uomo e la donna che si scambiano più volte i ruoli di sottomesso/a - dominante. Ma mentre il sadomasochismo erotico può restare un gioco e una rappresentazione per così dire teatrale, che non esce dai limiti del rapporto erotico (si può fare del sadomaso a letto ed essere buoni amici o amanti che si capiscono e si rispettano fuori dal letto) qui il sadomasochismo tracima fuori dai suoi limiti cerimoniali ed erotici, e invade tutta la vita e tutta la psiche dei due, con le conseguenze veramente pessime che ho accennato più sopra.
Per concludere: per aiutare sul serio una donna che sul serio ne ha bisogno, bisogna avere la forza di aiutarla ad essere libera, e saperne accettare senza rimpianti le conseguenze, tra le quali quella di essere messi in disparte. E' difficile. Se uno non se la sente, meglio, molto meglio attenersi al normale egoismo, e lasciar perdere i sogni di salvezza.
Ciao, in bocca al lupo per le tue cose.