Condivido qualche considerazione che avevo esternato al riguardo, atteso che già mettersi in macchina per andare a Roma per me significa andare a trovare una pay in terra straniera. Le lascio qui, nella rece sarebbero lungaggini.
Non riesco a vivere un’esperienza se non in un contesto, non riesco a farne a meno. Deve essere un po’ come un’avventura, un viaggio, un naufragio, una vetta, una meta, una missione, un obiettivo. Mi imbarco in lunghi pellegrinaggi del piacere, estenuanti confronti, talvolta scontri, spesso fallimentari ma che raramente, con un pizzico di fortuna, si traducono in fugaci ma indelebili emozioni. Mi serve sempre una trama, una storia, quel valore aggiunto, quel contorno che renda la vicenda degna di memoria. E più la escort è agognata, più me la godo. Assaporo persino l’attesa, addirittura l’involontaria astinenza degli ultimi giorni. Devo però poterla costantemente ammirare all’orizzonte, devo essere certo del suo ottenimento, senza intoppi, capricci o dilettantismi: il dubbio spegne ogni desiderio. Rovina tutto.
La serietà e la professionalità dovrebbero essere benchmark per tante sedicenti professioniste che si assumono un impegno a lungo raggio. La sicurezza in se stessi è contagiosa, la si trasmette agli altri: un’escort che accetta un invito in maniera perentoria, senza lasciare adito a dubbio alcuno, è rassicurante. Dote ammirevole, indispensabile per chi decide di intraprendere l’escorting e vuole relazionarsi a persone concrete e di pari livello. “Chiamami 10 minuti prima” è roba da 50 euro a botta.
Tutte a scrivere “solo per gentiluomini”, ma poche veramente all’altezza...