Escort ANITA

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30 Settembre 2010
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CARATTERISTICHE GENERALI
NOME INSERZIONISTA: ANITA
RIFERIMENTO INTERNET: http://www.escortforumit.xxx/accompagnatrici/ANITA-25640?from=regular_list
CITTA DELL'INCONTRO: MILANO
NAZIONALITA': RUMENA
ETA': 35-40
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: qualche dubbio mi è rimasto, sembra lei (10 anni fa), ma potrebbe anche essere sua sorella maggiore … boh?
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BBJ/BJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL
SERVIZI USUFRUITI: BBJ/BJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL
COMPENSO RICHIESTO: 100 senza lato B, 150 con
COMPENSO CONCORDATO: 150
DURATA DELL'INCONTRO: 30 MINUTI
DESCRIZIONE FISICA: tanta roba, ma dovrebbe tonificarsi un po’ o rinunciare al carboidrato, due belle tettone ben ritoccate, cellulite diffusa
ATTITUDINE: leggermente frettolosa nonostante la penuria di clienti nel periodo agostano
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: qualche gradino
TELEFONO: 3486492844
INDEX RICERCHE 34864928XX
PAGELLA: Fisico 6/Sex 7/Social time 7

LA MIA RECENSIONE:


Riceve in sede abbastanza nota di V. Farneti/Piazza Bacone. Per qualche strano motivo, ricordavo di aver letto referenze positive sul suo conto, non so dove, non so quando. Sta di fatto che il pregiudizio nei suoi confronti è così favorevole che scelgo lei con l’intento di andare a botta sicura. Anche perché ce l’ho nel mirino non so da quanto, una di quelle situazioni che metti sempre in agenda, ma poi cambi programma, perché ti piace il brivido della caccia alla nuova proposta oppure perché, al contrario, preferisci tornare da una vecchia amica che fa dei pompini superlativi. In mezzo, queste situazioni, che hai catalogato: “Ottime Rev”, ma che ti trascini da tempo, perché non hai mai trovato l’ispirazione o perché Saturno non è ancora uscito dalla costellazione dei Gemelli e ti rompe il cazzo.

Per cui decido in fretta, pensando che è finalmente venuto il momento di andare a sperimentare il culo di questa bonazza biondo platino. Se non lo faccio adesso, capace che passeranno altri 2-3 anni in cui mi ritroverò a rimuginare sulle sue foto, sempre identiche, che tanto ricordano le pornodive anni 90. Ma il film che mi sono fatto si squaglia in trenta secondi, come un cono gelato sotto il sole agostano.
Evidentemente ce l’ho dipinta sulla faccia la delusione, dieci secondi dopo essermi infilato nel suo appartamento, perché, dopo i saluti di rito, questo donnone di un metro e ottanta abbondanti, con un gesto plateale mette subito in bella mostra le tettone, come a dire: “Guarda che cosa c’ho … non vorrai mica andare via?”

E la mossa funziona perché di rimando abbozzo un sorriso e avvio un botta e risposta con il mio miglior amico: “E’ lei”, “Noo, non è lei …” “Sì che è lei, un po’ ingrassata ma hai visto quelle tette”? - “In effetti … dovrei stare bene là in mezzo” - “Ecco appunto, non rompere e fammi fare…”

Deposito il ricco obolo e lei approva radiosa. Le ho chiesto il servizio completo e, nonostante la distanza siderale dal femminone delle foto, non intendo scendere a compromessi con le mie esigenze di appagamento sessuale. Passaggio veloce in bagno, mentre il condizionatore pompa aria congelata di cui non sento alcun bisogno: ho le arterie ibernate da testa a piedi. Rientro nella stanza, e lei, in posa Maya desnuda, mi attende già sul letto, con la sensualità di un prosciutto cotto. Non mi abbatto, ma devo respingere gli inviti a sgattaiolare via del mio miglior amico: “Rivestiti di prego …” “No, andiamo avanti. Potrebbe anche rivelarsi una bella scopata ruspante, come spesso capita con femminone un po’ disfatte ma tanto generose. Ti ricordi di quella brazza, quella volta che…” “Boh … ”.

Mi avvicino e approccio con un test palmo-linguale delle magnifiche tette: “Cazzo … sono finte!” “Te l’avevo detto, coglione …” “Però non sembrava …” “Coglione”!
Abbozzo un lingua in bocca ma l’esito non vale la fiatella tabaccosa che aggredisce le mie narici mentre lei rimane a labbra serrate. Quindi desisto da ogni romantico preambolo e le dò via libera per i piani inferiori. E che la Dea dei libertini e dei puttanieri - quella Troia! - ce la mandi buona.

Non faccio in tempo ad analizzare l’operato della sua bocca che la bisteccona interrompe il trattamento a nudo e passa alla modalità coperta - ma allora sei proprio stronza … non ho voglia di discutere, fai quello che vuoi. Anzi no: fammi vedere questo culo di che pasta è fatto.

Mi metto a fare il 9 mentre lei fa il 6, con il preciso scopo di predigitare il prefisso dell’ano. Bene, almeno qui l’asticella è alta: un ampio rosone quasi intonso, che, sebbene racchiuso in due chiappone affette da notevole ritenzione idrica, conserva il fascino discreto di uno strumento concesso in non molte performance. Ci sarà da faticare, ma forse ho dato un senso a questa storia. Intanto non disdegno una slappata alla sua fica sbreccolata, mentre lei cerca di contenere la veemenza del mio amico, che ha interrotto le comunicazioni con il sottoscritto per concentrare le energie su un mouth fuck pieno d’astio. Per qualche minuto viaggiamo in perfetta sincronia, poi la stronza, forse stufa di farsi fottere la bocca, inizia le solite scorrette e fastidiose manipolazioni di supporto.

La fermo, mi fermo, per una pausa di riflessione, ma lei, interpretando lo stop come invito al cambio di scena, è già scavallata e grufola le domande più odiose: “Come lo facciamo? Vado sopra? O facciamo subito pecorina”? Rispondo a cenni, invitandola a darmi le terga, mentre io scendo dal letto e guadagno la posizione eretta. Morbidamente aggraffato alle sue meravigliose tette comincio a ingropparla da dietro, leggermente appecorata. Il mio cazzo, animato da una folle sete di rappresaglia sulla malcapitata, ha raggiunto una consistenza talmente marmorea che quasi non lo sento più. Ma sono sole le schermaglie iniziali.

Dopo un po’ mi sfilo e con la bocca mi incollo al suo deretano, unico recesso poco corrotto da anni di mestiere che, viceversa, hanno determinato un quadro di generale disfacimento. Questo sì, è il segnale di un cambio scena e mentre rivolgo un cenno di intesa al mio compagno di strada, lei, in posizione ranocchia, adopera una schiumetta bianca, forse una sapone, per prepararmi un ingresso trionfale.
E così all’inizio la strada è addobbata con il tappeto rosso, poi diventa carrozzabile, subito dopo c’è soltanto un sentiero improbo e disagevole. Ci vuole tanta perizia in questi casi e soprattutto un complice affidabile e temerario. Io oggi ce l’ho, animato dalle più draconiane intenzioni di andare fino in fondo. Senonché l’ultimo varco, quello che discrimina il dominio anale da una semplice inculata, sembrerebbe murato.

Chiunque abbia letto “Tecnica della sodomizzazione” per Dummies sa che se il percorso è poco ricettivo o sbarrato è assolutamente vietato intraprendere manovre velleitarie, tendenti a forzare la mano. Al contrario, occorre restare immobili, fiaccare la stabilità degli ostacoli e attendere il loro spontaneo cedimento. Così cerco di distrarre il mio amico, considerando l’effettiva perfezione di quelle tette, ancorché rimodellate dal chirurgo e del tutto incoerenti con il resto dell’attrezzatura.

Credo che il momento del cedimento del muro finale, accompagnato da un’indecifrabile quanto impagabile grugnito della gentile donzella, sottoposta a trattamento anale volontario, si sia impresso plasticamente nella mia memoria a lungo termine di puttaniere. Potrei dunque chiuderla qui, avendo praticamente raggiunto il mio scopo, ma il mio amico non è affatto d’accordo e comincia a picchiare duro. E più duro picchia, più sembra redivivo, posseduto da una gagliardia sospetta. Se non fosse mio amico, gli farei il doping alla fine. Io non sento più niente, ma lui evidentemente si sta togliendo una bella soddisfazione. Lo capisco e lo lascio fare strame di quell’orifizio, ormai abbastanza condiscendente all’uso più impuro, mentre io mi dedico alla mappatura della cellulite sulle natiche.

La proprietaria della cellulite si gira più volte a scrutare le mie intenzioni, fino a proferire, avvilita e dolorante, l’orrendo invito: “Dai .. vieni …”. E’ un’implorazione più che un invito, intendiamoci, ma io, stufo quanto lei della situazione, non ho più dialogo con il mio cazzo. Si è bloccato il circuito cerebro-minchia. E così chiedo un supplemento di stimolazione orale. La richiesta in verità è più oscena: “Ti vengo in bocca”?, ma viene gentilmente respinta. Comunque, mi sfilo il guanto, leggermente impregnato di sostanza gialline, e gli ri-spingo il cazzo tra le fauci, nudo e crudo.

Cerco di farle capire che la bocca la deve solo aprire e farsela fottere, se vuole giungere all’agognato fine corsa, ma lei, testarda, dopo qualche stantuffata, molla la pompa e avvia una stupida quanto inefficace manipolazione, che secondo lei mi dovrebbe portare a sgorgare sulle tette. E infatti non succede niente.
“Proviamo di nuovo con la fica”? le chiedo conciliante. Lei per un attimo mi guarda esitante, poi scarta un nuovo guanto e mi riveste. Le sollevo le gambe e la stantuffo con rinnovata irruenza, fino a farla pentire di aver riaperto le cosce. Un paio di volte incrocio i suoi occhi e non so se è sorpresa o paura quello che ci leggo. Mi impietosisco. Del resto non era mia intenzione brutalizzarla così tanto e così a lungo. Sto solo cercando di venire, ma il mio cazzo di rifiuta di stillare una sola goccia di sperma.

Sto quasi per gettare la spugna quando avverto le contrazioni dello scroto e finalmente libero tutto.

Sintesi finale
Fisico 6
Non che mi aspettassi una velina, dalle foto si capiva che c’era una certa femminilità procace da mettere in conto, ma la pinguedine è altra cosa e non l’avevo proprio messa a preventivo. Quello che mi lascia più attonito è il viso: dilatato e piatto, a stento ricorda la bella donna delle foto. Gli zigomi sono spianati e se non fosse per gli occhi …beh non avresti remore ad affermare che quelle foto sono palesemente false.
Prestazione 7
Sarà stata la sorpresa iniziale a condizionare tutto, ma è stata una scopata senza cervello, senza sangue nelle vene e senza bava alla bocca. Alla fine, al netto di alcuni suoi tentativi di accelerare le pratiche o di taluni errori di esecuzione, uno straccio di prestazione riesco a tirargliela fuori, ma è rimasto tutto molto meccanico e appena soddisfacente.
Del resto, è sulla piazza da tanti anni, credo almeno 10, e forse non a caso, le foto non sono mai cambiate.
 

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  • #5
Grazie per i complimenti.
Se potessi passerei le giornate ad andare a puttane e a scrivere recensioni. Invece lavoro 12-13 ore al giorno, compreso il sabato (spesso)
Per cui, faccio di nuovo le mie scuse per la mia scarsa assiduità, ma più di questo non riesco a fare

ciao

dm67
 
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