Antonia - Cagliari - Bakecaincontrii

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CARATTERISTICHE GENERALI

NOME INSERZIONISTA: Antonia
RIFERIMENTO INTERNET: http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/novita-novita-novita-mai-8m3h82155799
http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/prima-volta-prima-volta-meig82155398
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari (Quartu)
NAZIONALITA': Rumena
ETA': tra i 20 e i 25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: forse quelle del secondo annuncio sono vere
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): a parole tutto
SERVIZI USUFRUITI: bbj scarso e rai1
COMPENSO RICHIESTO: 50 - 70 - 100
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: poco meno di 30 minuti
DESCRIZIONE FISICA: 1,60 scarso, bruna, magra e tonica, una bella seconda di seno, culetto piccolo e sodo, viso normale
ATTITUDINE: furbetta
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: non mi sembra
INDEX RICERCHE: 38916355xx - 32499193xx

LA MIA RECENSIONE:

Sono tanti i motivi per cui preferisco andare a trovare le nostre ninotchke a tarda notte. Ė una questione di tempo libero ma dipende anche dal testosterone, infatti in quelle ore mi sento più attivo e rilassato; poi c’è ovviamente un discorso di riservatezza per la cui salvaguardia adotto spesso alcune tecniche sopraffine. Ad esempio fingo di cercare le chiavi del portone come se fossi un inquilino qualsiasi e…opss casualmente il portone è già aperto.
Senza considerare che la notte mi evito tutta la processione di condomini che escono o rincasano con buste della spesa e cani al pascolo.
Mi illudo inoltre di trovarle rilassate e di essere l’ultimo cliente, quello che leverà il tappo e farà saltare le residue resistenze fisiologiche e psicologiche. A tal proposito devo ammettere di essermi levato qualche soddisfazione, non solo di tipo sessuale ma anche, come dire, in ambito sociale.
Certo, ci sono pure i rischi dovuti alla stanchezza della ragazza, all’usura e, manco a dirlo, alla mancanza di igiene che a fine turno rischia di presentarsi sotto forma di bomba batteriologica. In ogni caso è una situazione in cui mi sento più tranquillo e che allontana l’ansia di dover entrare ed uscire come un ladro da abitazioni altrui. Che diamine, la prestazione potrebbe risentirne.
Quindi la selezione è presto fatta.
Qualche notte fa vedo due annunci che mi incuriosiscono anche per via del discorso appena accennato. Le ragazze sono dell’est, verosimilmente rumene, ricevono sino a tardi ed entrambe forniscono lo stesso indirizzo. E poi sono complete o almeno così pare di capire dopo qualche telefonata: ora fanno l’anale ora no, ora sì ora no, dipende dalle congiunzioni astrali.
Hanno la voce simile ed a me sembra che sia sempre la stessa persona a rispondere, però ad esplicita domanda mi confermano di essere in due.
“Vieni tranquillo, quando sei qua puoi decidere con chi stare.”
“Davvero? Nessuna si offende?”
“Ma no, non preoccuparti. Ti aspettiamo.”
Gli accordi prevedono tutto per cento ma partiremo da settanta riservandoci di decidere in corso d'opera se fare l'anale.
A notte fonda sono da loro. Dietro la porta sbuca una ragazzetta bassottina; è mezzo biotta e così posso notare che nonostante la magrezza ha tutte le cosette al proprio posto. Sotto il reggiseno una seconda florida e più giù un culetto micro ma tonico. Niente di meglio.
Il viso che fa tanto campo rom è carino ed incorniciato da una chioma corvina raccolta in una coda lunga mezzo metro che mette in risalto i lineamenti minuti ed un po' topeschi.
Le chiedo bisbigliando dell’amica e mi dice sottovoce che sta riposando nella sua stanza.
“Quindi non posso vederla? Dieci minuti fa mi hai detto che avrei potuto.”
“Aspetta, vado a controllare. Però ti avviso…. è un trans.”
“Un trans?!” Sbotto con un falsetto acuto e ridicolo. “Fermati - imploro - non ti muovere.”
La tipa mi guarda soddisfatta per poi mutare espressione e confessarmi che nemmeno lei sapeva di ritrovarsi quello in casa quando ha affittato l’appartamento.
Poi mi fa: “Allora che facciamo? Vuoi che lo svegli?”
“Sei matta! Anzi facciamo piano – le dico sussurrando – non vorrei che comparisse da un momento all’altro.”
“Ma figurati, a quello non lo svegliano nemmeno le cannonate.”
Nel frattempo studio la situazione. In preda al panico fisso ad un metro da me il piccolo disimpegno illuminato a giorno dove frontalmente compare minacciosa la porta della stanza di quello. Osservo pietrificato la maniglia e mi aspetto che da un momento all’altro si muova e compaia lui. Mi raffiguro un ciclope addormentato su un letto sfatto con la proboscide adagiata sulle lenzuola, lo vedo alzarsi furente ed aprire con violenza la porta per poi stagliarsi imponente e sparruccato davanti a me.
La ragazzetta mi tranquillizza e solo dopo tanta insistenza accetta di chiudere la porta del disimpegno.
“Sai – dice – anch’io non mi trovo bene e vorrei tanto cambiare appartamento.”
Il divano letto accanto all'ingresso sarà il nostro giaciglio, sopra è adagiato un asciugamano di piccole dimensioni. Praticamente scoperemo ad un metro e mezzo dall’ascensore.
Mastico nervosamente una gomma finché non decido di liberarmene e chiedo alla tipa dove possa gettarla.
"Qui!” Dice indicando il tavolo da pranzo coperto da una cerata.
“Sì, ma qui dove?”
“QUI!” E con l’indice preme proprio sul tavolo.
Levo la gomma dalla bocca e l’appiccico sulla cerata guardandola negli occhi con aria di sfida e malcelato imbarazzo.
Quella non fa una piega ed io osservo la gomma tutta bitorzoluta reggersi in verticale.
“Sai – riprende atteggiandosi – io non sono una di quelle ragazze schizzinose che hanno paura di tutto.”
“Vedremo.”
Mi spoglio e nel mentre chiacchieriamo un po'. Lei con due gesti si libera dei cenci che aveva indosso e mette in mostra un bel seno sodo ed un culo piccolo e tonico che non vedo l'ora di aprire come una melagrana. Seduta sul letto attende che finisca e quando mi giro sbadierandole il cazzo in faccia lo snobba con superbia e mi ordina, facendo un cenno autoritario, di stendermi sul letto.
È già tutto chiaro, vero Oblo?
Si prodiga in un'accurata ispezione genitale con tanto di sniffata. La tipa ha una faccia tosta assurda, lo capirò dopo.
Lo ciuccia poco e male preferendo offrirmi il sessantanove durante il quale si dedicherà esclusivamente alla lucidatura scrotale. Hai capito la bimbetta?! Mica scema.
Io provo invece a farmi compagnia con la sua passera ma se qui le note di testa sanno di detergente intimo, quelle di fondo odorano del porto di Mergellina.
Dopo un po' si stufa pure di leccarmi le palle e pretende che sia esclusivamente io a dedicarmi all'attività orale, quindi si sdraia supina. Duro poco ovviamente e le chiedo subito di girarsi a novanta gradi per risollevare la situazione.
Quella mi guarda con un punto interrogativo stampato sulla fronte, poi capisce e con un sorrisetto si volta offrendomi lo spacco in apertura massima. Inizio di buona lena la mia amata pratica e la cosa pare prima incuriosirla poi piacerle.
Mentre le lecco il culo con decisione crescente avverto qualcosa di strano, come se fosse farcito di un unguento insapore o perlomeno così mi piace pensare. Comunque a scanso di equivoci alcuni minuti dopo farò cadere di nascosto sull'asciugamano un'enorme bolla di saliva.
Poi pretendo una pecorina serissima durante la quale contro la sua volontà mi smeriglio il pollice dentro il suo culo, finché le chiedo l'anale che naturalmente mi nega per i soliti problemi che si inventano all'ultimo momento ed anche perché a suo dire sono troppo eccitato, talmente tanto da avercelo grosso e duro. Addirittura?! Ed io che pensavo fosse una cosa positiva.
Lei tiene tutto il tempo indice e medio intorno al mio cazzo spacciandolo per un sigaro gigante, la mossa le serve sia per controllare le spinte sia per aumentare l'attrito allo scopo di farmi finire prima.
Allora la pompo come un diavolo fino a quando esausti decidiamo di finire nella sua bocca.
Come lo sfilo dalla passera un odore salmastro invade la stanza ed a me sembra di sentire il rumore della risacca mentre sullo sfondo di un tramonto sul molo immagino due rugosi pescatori sdentati che raccolgono dagli scogli, nascoste tra pneumatici, preservativi usati ed olio esausto, cozze al vibrione. Un bel tanfo, non c'è che dire.
Si risiede sul letto ed io in piedi davanti a lei glielo sbandiero in faccia per la seconda volta. Quella lecca tutto tranne il cazzo: palle, cosce, inguine.
Prendo l'iniziativa glielo metto in bocca ma la cosa dura poco, infatti lo caccia fuori per poi riprenderlo tra le labbra, per poi interrompere, per poi riprenderlo e così via in attesa dello schizzo.
Al primo spasmo gira la faccia e punta il cazzo contro di me come se fosse un revolver. Il fiotto d'apertura è un proiettile che fende l'aria sfiorando la mia spalla sinistra. Il secondo è un tracciante denso che si adagia sul mio avambraccio come la tela dell'uomo ragno. Splat!
Allora la disarmo, impugno il revolver con una mano mentre con l'altra le svito la testa come una lampadina e metto la sua bocca in traiettoria per lo sparo successivo. La tipa serra la mascella e gli ultimi fiotti, quelli più stanchi, le scalfiscono appena una guancia.
Fine dei giochi.
Dopo un po' si alza, afferra l'asciugamano e pulisce il pavimento proprio dove è caduto il primo getto, io nel frattempo osservo il mio avambraccio dalla peluria appiccicosa di sperma. Mi coglie proprio in quel momento e porge gentilmente lo stesso asciugamano con cui pochi secondi prima stava strofinando per terra. D'altra parte me l'aveva detto, non è mica schizzinosa lei ed evidentemente ha la pretesa che nemmeno i suoi ospiti lo siano.
Ma il vostro cronista è uomo di mondo, certamente non si formalizza davanti a questi piccoli incidenti e con nonchalance accetta l'offerta e si pulisce il braccio per poi andarsene bisbigliando un addio.
 

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