Anilingus
Negli anni ’70 ero studente a Padova. La sera, le vie, del centro e dell’immediata periferia della città, si popolavano di Nobildonne, con pelliccia e lo stivale, con minigonne e scollature, che proponevano le loro grazie. Non erano ancora gli anni di Internet e della pubblicazione di annunci vari su giornali e periodici: la contrattazione, secondo la legge della domanda – offerta, avveniva sui marciapiedi.
Una sera, passeggiando in centro dalle parti di Piazza Insurrezione, all’incrocio tra via Giacomo Matteotti e via San Fermo, notai la presenza di signora ferma sotto i portici. Era una bella signora, vestita in modo sobrio ed elegante, con un tailleur, una gonna tubino che le fasciava un bel lato B, altezza media, capelli sul castano ramato, ben proporzionata, sulla quarantina, una bella milf si direbbe ai giorni nostri.
Non diedi gran peso alla cosa, ma qualche sera successiva mi soffermai maggiormente ad ammirarla: mi piaceva. Le sere successive, quando ero in passeggiata in centro, passavo volutamente in via San Fermo. Dopo un po' di sere, passandole accanto, mi avventurai in un saluto di buonasera. Lei mi rispose sin da subito. Divenne ben presto oggetto dei miei sogni erotici e delle mie pulsioni notturne.
Una sera, verso le undici, guardandomi attorno, sperando che non ci fossero troppe persone in giro, presi il coraggio a due mani. “Mi scusi – le dissi – io sono a piedi, non potrò mai stare in sua compagnia.” “Non preoccuparti – mi rispose – io abito qui in via San Fermo; potremo andare a piedi, in tre minuti”. La seguii. Il suo mini appartamento era al piano primo con una entrata indipendente, quindi, molto discreto. Andandole dietro, salii le scale con andatura ciondolante, con le gambe aperte, causa la forte erezione provocata dal vedere quel ben di Dio.
Dopo la prima sera, divenni, ben presto, un frequentatore quasi abituale della Anna. Aspettavo sotto i portici di Via San Fermo che lei arrivasse, con la sua auto, verso le nove e trenta ed insieme andavamo nel suo mini.
Anna insegnò a me, imberbe ed inesperto, molte cose. Mi diceva: “Se vuoi far godere una donna, devi fare in questo modo”. Divenni abbastanza bravo, secondo Anna, a leccare la patatina. Mi piaceva la sua, dal sapore dolce e salato, mi piacevano i suoi duri capezzoli, mi piaceva il suo lato B. Ma, soprattutto, mi piaceva stare con lei, era diventata, col tempo, la mia confidente e la mia consigliera.
Una sera, mentre facevamo i nostri giochini, si girò e mi disse: “Baciami il culetto”. Al che io iniziai a baciarle una natica: “No - mi disse – baciami il buchino del culo!”. Non riuscivo a capire, pensavo questa è ammattita, provavo disgusto solo all’idea di farlo. Poi prevalse lo spirito di assecondarla, di fare ciò che mi era stato richiesto per non contraddirla. E, con una certa ritrosia, avvicinai la lingua a quella margherita dai petali sottili che era il suo buchino. Chiudendo gli occhi e pensando ad altro, iniziai a leccare quel buchino. Anna iniziò ad ansimare dal piacere e ciò mi convinse a continuare. Era la prima volta che facevo, come scoprii in seguito, un anilingus.
Si rigirò, mi prese per mano, mi portò in bagno e sul bidet, infilandomi la mano tra le natiche, lavò, ben bene, il mio culetto. Mi distese, sul letto, in posizione prona, mi allargò le gambe, infilò la sua lingua tra le mie natiche e …… mamma mia, …… che piacere. Non avevo mai sentito, in vita mia, un piacer così intenso. Inarcai, il più possibile, la schiena per darle modo di raggiungere in profondità la mia zona del piacere. Appena Anna mise la sua mano sul fratellino minore e sui gioielli di famiglia, ebbi un orgasmo violento con le convulsioni.
“Adesso hai capito perché alle donne piace essere leccate sul buchino” mi disse Anna.
La vita è un libro a capitoli. Partii militare. Quando ritornai, Anna non c’era più, sicuramente aveva scelto la strada della pensione. Rimasi male ma dovetti prendere atto che il capitolo Anna, della mia vita, si era chiuso.
Anche adesso, a distanza di più di quarant’anni, amo l’anilingus. Il sesso più sfrenato lo pratico con una amica cinquantenne, autentica porca. Mi sodomizza con la sua lingua, mi penetra con un fallo indossabile, mi pratica il massaggio prostatico. Per ricambiare, io le lecco abbondantemente il culetto e la scopo, quasi sempre, analmente.
Qualcuno potrà pensare che sia gay amando i giochi col culetto. Non sono attratto dagli uomini, amo immensamente ed intensamente le donne ed il loro corpo. Non vedo, però, il motivo di rinunciare al piacere che qualsiasi parte del corpo può darci, compreso il culetto.