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Disclaimer
Sverginerei questa stanza con un raccontino vintage, che dà il metro di come ci si può muovere nella terra del tango. Trattasi ancora una volta di una storia di archivio che, però, mantiene a mio avviso, una certa utilità , senza presentare carrateristiche narrative meritevoli di Amarcord. Se avete tempo, e un po' di pazienza, ve la potete leggere.
Se no, come al solito, consiglio di lasciar perdere.
Buenos Aires
Febbraio 2003
Mi reco a Buenos Aires x lavoro...
E' estate, ma piove che Dio la manda.
Solita sfiga. E resto tappato in albergo, che però non è affatto male, buona parte del sabato.
Internet in camera... links salvati sul palmare... navigo un po' e poi approdo sul sito escorts argentina, che per varietà di scelta mi pare il migliore.
Telefonino in mano (GRANDE TRIBAND!!!) seleziono e chiamo...
Libero senza risposta…
Occupato a divinis…
Vocione da camionista della pampas… lasciamo perdere…
L’utente chiamado està allontanado…Occhessoio in spagnolo…
Segreteria…
Insomma, dopo un bel po’ di tentativi, ne becco una che mi aggrada, di cui non ricordo di certo il nome, e dopo un bel po’ di esperanto (non parlo spagnolo e lei non parla inglese) mi accordo per un meeting da me all’una di notte in albergo.
Km locali da percorrere 100+taxi: DICONSI 30 Km Europei (da considerare seriamente una settimana rosa in Argentina, almeno ogni anno: se scopi dieci volte, ti sei ammortizzato anche il viaggio).
Si fa l’una, e mentre zappo tra RAIinternational (che fa vomitare) e CNN (che è figa ma dopo un po’ ti fa due palle) si fanno anche le due… Richiamo…
Mi risponde l’amiga.. Mi fa: “si sta bagnandoâ€.
Rispondo: “di già ?â€. Poi capisco che in spagnolo vuol dire che si sta lavando.
Calcolo spannometricamente che ho almeno un’altra mezz’ora da aspettare e mi rassegno…
Mi sorge un dubbio. Essendone sguarnito, richiamo e mi accerto che la tipa sia guantomunita. Risponde sempre l’amica che gentilmente mi risponde che “habeâ€.
Mi sarei voluto appisolare… Macché, sto in piena tempesta ormonale.
Scendo nella hall e controllo l’assenza di facce conosciute, faccio il vago e mi informo dal valletto se ci sono problemi ad avere un ospite… No charge… Registrazione obbligatoria… Vabbè, pazienza per la privacy, ma la cosa tutela anche me.
Si sono fatte quasi le tre e me ne sto per tornare su dalla lounge deserta, quando vedo arrivare un taxi e spuntare l’inequivocabile sagoma femminile di un indigena niente male.
E’ distante e non riesco a coniugare le fattezze della tipa con le foto. Ma penso: se è lei, mi chiamano in camera, io approvo telefonicamente, ed almeno il turnista di notte non vede la mia faccia ma solo il nome di un italiano arrapato. Pace.
Arrivo di corsa alla stanza che il telefono squilla da tempo, imbrocco la serratura al terzo tentativo e mi catapulto sull’apparecchio appena in tempo.
“Si, si… è una mia amica, può salire…â€
“Sorry senor, we need your segnature…â€
Merda!
Scendo ed affronto la situazione.
Inutili preoccupazioni. Il personale dell’albergo ha visto questo ed altro.
Mi affianco alla mia nuova amica che è di spalle, sta compilando il modulo china sul banco della reception ed i capelli fanno da tendina.
Esordisco con un improbabile “Ciao (comecacchiosichiamava?)†per confermare che siamo praticamente compagni di scuola…
Vergognoso. Lo so.
Lei si gira e mi risponde con un sorriso incerto, che tradisce inequivocabilmente che è la prima volta che mi vede in vita sua.
Ma il bello è che non è quella della foto!!!!!
Azzo.
Però e giovanissima (mi dirà 21), è brunetta più o meno come la volevo, ha un bel sorriso dolce e cordiale ed una chiacchiera…beh… argentina è la parola giusta.
30 sacchi… Che voglio di più…un lucano?
Saliamo in camera che la imploro di tener bassa la voce…Mentre lei, giuliva, chiacchiera a tutta birra in spagnolo, ride e scherza ed io non capisco una mazza.
Invece lei la mazza me la saggia già per il corridoio…
Ho l’impressione che un albergo così non l’abbia mai visto ed è tutta eccitata.
La assecondo e, una volta in camera, dopo un bicchiere d’acqua ed un’ulteriore chiacchiera, preciso che non scendo dalle Ande e che lei non è quella della foto… Però la trovo molto carina e bla, bla, bla… Insomma mi ha fatto una bella sorpresa.
Lei mi dice che le foto sono taroccate così i suoi amici e parenti di (boh, fuori Baires) non possono riconoscerla.
Io penso che sia più che altro perché pesa buoni 10 kg più della controfigura.
Ma il testosterone ha superato i livelli di guardia e, anche se non ha il culetto della Roberta della pubblicità , è una bella gnocchetta, brunetta e ricciolina, 1 e 68, morbida e fresca, sorridente e con due begli occhi neri da paccata dei diciottenni ai giardini pubblici..
Mi chiede se si deve fermare e, se si, per quanto. Le dico un ora con opzione sulle successive. Lei prende il telefonino e chiama (dice) il taxi per venirla a prendere tra un’ora salvo diverso avviso (capito come?). Che Baires non è propriamente San Marino…
Insomma, si parte…
La gioia e la timidezza della tipa rendono la cosa estremamente divertente ed arrapante. Lei è dolcissima e delicatissima con quell’aria da fidanzatina che ti ringalluzzisce.
La spagnola all’argentina non l’avevo mai provata prima. E’ una cosa che ha un indubbio appeal… latino.
Niente cose strane… Un’ora di petting e sesso da ventenni… Con doppia prestazione del sottoscritto ed altrettanti orgasmi dichiarati (di cui almeno il secondo credibile) della tipa.
Mi tratterei di più… Ma il sonno, complice il fuso orario, incombe e, alle quattro passate, l’idillio si interrompe.
Insomma una storia senza infamia e con qualche lode la cui morale è: occhio a come vi muovete in Argentina, perché almeno il sito in questione qualche scambio di consonante ve lo gioca.
Dimenticavo: tornato a Roma, ad una settimana di distanza, le foto della controfigura sul sito non c’erano più.
Jul-El Portegno-ve saluta e se ne va
Olè