Mi sconcerta la tua bellissima sensibilità e,purtroppo, ci sono ancora poche persone così.
Certamente la ragazza sapeva bene dei rischi del mestiere ma è sempre una persona, capisco il cinismo di molti ma non volendo offendere nessuno non possiamo fare valutazioni o commenti che spesso ci portano ad essere al di sotto di certe bestie, ma sono questioni di punti di vista. Ho imparato a guardare le pay come professioniste che mi offrono momenti di svago piacevoli e diversi delle solite cose( una sorta di mondo immaginario parallelo), alcune tra l'altro sono molto intelligenti e interessanti, ma sa non è cose per tutti per alcuni di voi sono solo semplici depositi di sperma da ottenere con il minore costo possibile( fate una sega da soli che risparmiate). Non credo che andare a pay si limiti a questo se è così mi fate venire veramente molta tristezza, non c'è il desiderio, la fantasia, il trasgredire... solo buco e mazza peggio delle bestie da monta.
Cara luma, non so se sentirmi tirato in ballo o meno dal tuo post. In ogni caso condivido ciò che dici e non lo vedo (leggo) così distante da ciò che ho scritto io.
Tutto dipende dal rapporto che si crea tra una pay ed un cliente. Se oltre al rapporto sessuale c'è anche un'amicizia basata anche su telefonate in cui l'unico scopo è un "ciao, come stai?", qualche caffè al bar, magari una pizza insieme... allora è davvero ingrato e ipocrita l'atteggiamento del cliente che sparisce quando la pay ha un momento di difficoltà (di qualsiasi tipo).
Ma se il rapporto è basato solamente sull'atto sessuale e qualche chiacchiera di circostanza allora non si può parlare di amicizia, anche se magari ci si vede con frequenza ma solo ed unicamente per fare del sesso.
Non so se mi sono spiegato.
Ti faccio un esempio: al mio paese c'è un baretto in cui vado ogni mattina per fare colazione. Quando ci vado è sempre pieno di gente, mi bevo il mio caffè e con il barista scambio al massimo un paio di battute. Al contrario dal barbiere vado una volta ogni paio di mesi ma mi è capitato di trovarlo anche fuori dall'orario di lavoro, di farci quattro chiacchiere, di berci una birra insieme.
Insomma, si potrebbe dire che sono fidelizzato del barista e non del barbiere. Eppure se dovessero star male (pur dispiacendomi per entrambi, ci mancherebbe) magari il barbiere andrei a trovarlo o mi preoccuperei per recuperare il suo numero per fargli un pronto. Al barista magari chiederei info sulla sua salute al collega e gli chiederei di salutarmelo.
Insomma, dipende da quale rapporto si è creato perchè "fidelizzare" mica significa per forza "essere amici".
Poi riprendo due quesiti lasciati lì a quali nessuno ha azzardato risposta.
1. lucaluca86 si è detto scandalizzato per ciò che è successo alla ragazza, tanto da contattarla via facebook pur non avendola mai incontrata di persona, ma solo vista al ciglio della strada. Encomiabile da parte sua (e lo dico con la massima sincerità) però mi chiedo se si fa lo stesso con la vecchietta che chiede l'elemosina al semaforo, l'africano che vende accendini, ecc. Perchè anche quelli hanno una dignità o no?
Cioè, riassumendo, quella di cui si parla è una persona in un momento di difficoltà, come ce ne sono tante altre, purtroppo, altrettanto bisognose di una aiuto, una parola, un sostegno... a volte mi pare che l'essere una professionista del sesso elevi un po' la figura di quello che è e resta un lavoro, solo perchè procura un piacere.
2. A parti inverse, se uno dei fidelizzati si fosse trovato in difficoltà (di qualsiasi tipo), la ragazza in questione si sarebbe preoccupata di consolarso, farci quattro chiacchiere, stargli vicino, ecc?