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Ahhhh, maledetto Linneo!!! La ricerca spasmodica di categorizzare tutto il possibile entrando nello specifico ma generalizzando.
Quando qualcuno si renderà conto che non è possibile assegnare a qualsiasi cosa una categoria?
Certamente Linneo, partiva da presupposti corretti e l'applicazione della sua tassonomia non solo era corretta e sufficientemente specifica ma risultava anche utile. Non vedo, al contrario, alcuna utilità nella classificazione dei sessi o, peggio ancora, delle abitudini sessuali.
Non ci vedo nulla di fantascientifico definire uomo chi ha organi genitali maschili e donna chi ha organi genitali femminili. Poi, che un uomo o una donna preferiscano scopare con il genere opposto o con il proprio genere non è una cosa da categorizzare perchè non ha alcuna utilità. Allo stesso modo, non ha alcuna utilità sapere se un uomo o una donna non si sentono rappresentati dal proprio corpo. Vogliono cambiare? Che lo facciano ed allora cambieremo loro la categoria. Che importa sapere se prima era ed ora è? Per la procreazione? Non diciamo fesserie. Ancora, cosa importa se non vuole fare il salto di genere? Che utilità abbiamo nel sapere se uno si veste da donna o una si veste da uomo?
Tendenzialmente mi vien da pensare che alcuni concetti inculcati dentro di noi da bambini, il famoso imprinting, ci portano a voler classificare per non uscire dai confini di questi concetti oppure per uscirne in maniera consapevole aumentando il grado di trasgressione e ribellione che offuscano, in qualche modo, le nostre vere intenzioni. Io la farei molto più semplice. Guardati intorno. Vedi un uomo o una donna che ti eccitano? Prova ad andarci a letto. Se poi è una donna etero, un uomo etero, un/a omosessuale, uno/a crossdresser, uno/a transessuale, attiva o passiva o versatile, un/a bisessuale e chi più ne ha ... In fondo che cazzo vi interessa?
Comunque, per rimanere in topic, il mio consiglio l'ho già dato. Non preoccuparti di quale altro genere sessuale stai incontrando, l'importante è che quello/a che hai di fronte ti attizzi. Quando dopo aver scopato ti rendi conto che la cosa è stata piacevole, o meno, la volta successiva saprai già se la ripeterai o meno. Vuoi sapere se il geenre trapgirl a pagamento esiste? Ti dico di sì. E ce ne sono molte di trans con birilli più o meno grossi che prendono ormoni e che hanno tette, spesso piccole, che sono naturali e senza silicone. Ci sono moltissime trans che soddisfano attivamente i clienti perchè le danno il pane ma che quando trovano un attivo scopano come se fossero delle fidanzatine in calore. Esistono moltissime trans/trav "maggiormente" passive. Che poi si chiamino o si facciano chiamare trapgirls, onestamente non me ne frega un cazzo.
È vero, raggruppare tutto in categorie aiuta a conoscere il mondo perché lo rende intuitivamente più semplice, ma facilita il formarsi di schemi mentali, di preconcetti e alle volte, ahinoi, di pregiudizi.
Però l’essere umano un po’ funziona così. Vuole sapere in anticipo, prima cioè dell’esperienza diretta, cosa potrebbe accadere, avvalendosi delle esperienze altrui o della conoscenza che presume avere di se stesso e delle proprie preferenze di ogni ordine, tipo e provenienza.
Nel nostro passatempo funziona allo stesso modo e questo forum ad esempio ne è una concreta testimonianza.
Dobbiamo inoltre considerare che nel sesso e in particolare in quello in vendita online, spesso fantasie sessuali e loro realizzazione seguono percorsi tutt’altro che convergenti.
Piano. I pre-concetti derivanti dalla categorizzazione sono delle scorciatorie mentali che aiutano in caso di necessità. Come dicevo prima, la tassonomia di Linneo ha proprio questo scopo. Ma nel sesso non vi è alcuna utilità nel categorizzare. Anzi, risulta dannoso perchè si tende ad escludere a priori dalle proprie possibilità parte di queste categorie e solo per colpa di scorciatoie mentali inculcate da un imprinting non corretto. Ma non voglio dilungarmi e andare off topic.
Ogni scelta è una rinuncia.
Non è possibile provare tutto ciò che potrebbe piacerci sperimentando, in un relativismo che tiene conto di tutto e di nulla, anche ciò che aprioristicamente, e quindi senza un apparente motivo concreto, ci ripugna.
Conoscere se stessi è una scoperta che non avviene certo per caso ma attraverso scelte e rinunce rinegoziabili.
Tornando in argomento, trovo la curiosità di chi ha iniziato il thread condivisibile, visto che nella sua richiesta è presente ciò che anche a me attrae e in minima (si spera) parte ciò che invece non mi attrae.
Attribuire un nome a ciò che racchiude queste caratteristiche, descrive una lingua e una società viva.
Dispiace solo che sia l’ennesimo inglesismo. Ormai, anche col favore dei suoi acronimi, ha invaso ogni momento della nostra esistenza.
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